Per la rassegna “Sul mare luccica”, curata da Angelo Butera e promossa dall’assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, domani giovedì 22 settembre a Pollina e Finale è in programma una giornata interamente dedicata agli spettacoli.
Alle 16 e 30, le vie del centro storico di Pollina si animeranno con la musica di Giovanni Genovese. Sarà una street parade itinerante, allo scopo di coniugare la buona musica e la scoperta di scorci del centro delle Madonie. Alle 21, la street parade musicale si sposterà nei vicoli di Cefalù.
Alle 18 e 30, presso il Teatro Pietrarosa di Pollina, Mario Pupella metterà in scena “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello. In questo spettacolo c’è il dramma d’un uomo che scoprendosi malato cade in un disperato delirio, assentandosi dalla propria vita per attaccarsi con l’immaginazione alla vita degli altri, ai particolari insignificanti della vita e delle abitudini altrui, in una specie di annullamento razionale della propria esistenza, prima ancora che il suo male possa stroncarlo. Ingresso libero.
Alle 21 e 30 al teatro Parco Urbano di Finale di Pollina è in programma “Sud”, spettacolo di Paride Benassai, con Paride Benassai e la “Palermitana Scenica” (il laboratorio di musicisti, attori e danzatori costituito nel 2010 dall’attore siciliano). L’ingresso è libero.
“Sud” è uno straordinario spettacolo in cui rivive, fra tradizione e innovazione, la magia di una identità tutta mediterranea, per un linguaggio scenico fatto di musica e danza, di canti, di corpi e di gesti, di melismi e giaculatorie, di immagini, evocazioni… il resto è teatro, ossia suggestione, affabulazione, fascino della parola che inanella storie e intreccia destini . Un viaggio fra le emozioni, i suoni, i cunti della lingua e dell’identità isolana. “Sud” è lo “sguazzo” nel mare magnum del vasto repertorio di Paride Benassai , alla ricerca delle voci vere di una sicilianità spesso sofferta e dolente, che però non si sottrae a un riso liberatorio. Un riso che, quando meno uno se l’aspetta, apre la botola della riflessione. Questa volta Paride Benassai, pur attingendo come sempre al ricco patrimonio antropologico della sua città, mettendo come al solito le mani nelle viscere dei mercati brulicanti, dei quartieri rumorosi e debordanti, pigerà di più sul pedale della suggestione e del comico.
Sarà, il suo, un recitar cantando, tra musiche, danze e gesti, le cui note accompagneranno la sua pronuncia ipnotica, le nenie, le litanie): in un incrocio di voci e destini, di umori, in una polifonia di storie e paradossi. Verranno chiamati a raccolta, in una sorta di valle di Giosafat in sedicesimi, personaggi paradossali dell’identità culturale dell’isola, realmente esistiti o tuttora in vita; tra il ventriloquo e il posseduto, Benassai sarà tramite e veicolo di storie, catalizzatore di gioie e dolori, di amori strazianti, come quello di Rosina, che cerca ancora oggi il suo amore…In una sorta di ricapitolazione vertiginosa dei suoi testi teatrali più riusciti, l’attore palermitano sciorinerà i suoi cunti, inanellando volti e passioni, lasciando sospese le sue incantevoli favole tra sogno e realtà, nel recupero di una tradizione, quella popolare, che però rivive, si rianima, in una reinvenzione che fa della risata e della musica un mezzo per inoculare un tarlo, per aprire un varco al sentimento. Alla fine, lo spettatore avrà l’impressione di aver assistito alla ricomposizione di un puzzle, il cui soggetto non è più noto: ogni tessera è una scaglia di verità, il frammento di una storia che non si finisce mai di raccontare.
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