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Resoconto del consiglio comunale di giovedì 14 ottobre 2010

Scritto da il 15 Ott 2010/ 13:31. Letto 822 volte. Registrato sotto Cronache, In evidenza, Politica, Ribera. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

Il coro di consensi sull’operato dell’amministrazione comunale di Ribera s’incrina sulle tematiche scottanti, con evidenti smagliature.
La sensazione, per chi abbia assistito all’ultima seduta del consiglio comunale di giovedì 14 ottobre 2010, è che si vogliano fagocitare sul nascere le voci della critica e del dissenso, per ricondurle nell’alveo del consenso bulgaro costruito intorno alla figura del Sindaco Carmelo Pace. L’attuale composizione del Consiglio comunale non dà adito a dubbi: i 20 consiglieri comunali appoggiano il Sindaco e la Giunta targata Pace e non c’è opposizione, almeno sulla carta. Il Mpa, con due assessori in Giunta e quattro consiglieri comunali, è parte integrante del governo della città, insieme al Pdl e a quella componente moderata cattolica di centro che fa riferimento agli onorevoli Salvatore Cascio e Giuseppe Ruvolo. Eppure qualcosa in Consiglio comunale si muove, se alcuni consiglieri comunali ritengono di dover interpretare fino in fondo il ruolo che loro compete, di critica, di impulso all’operato dell’amministrazione e di controllo.
Malgrado il richiamo al rispetto dei tempi da parte del presidente del Consiglio comunale Giuseppe Tortorici, il consigliere Rino Messina, eletto nella lista Udc, travalica il limite dei tre minuti concessi per ciascun intervento, ritenendoli una limitazione eccessiva al confronto con l’importanza dei temi da discutere. “Non sono in discussione le tante piccole iniziative e la laboriosità quotidiana che caratterizza l’operato dell’amministrazione, ma bisogna pure trovare il tempo di affrontare le grandi iniziative” – ha dichiarato Messina durante il suo intervento. Favorevole alla proposta avanzata dal consigliere veterano Brisciana di vigilare sulla gestione del servizio di nettezza urbana, Messina ha proposto di attivarsi per realizzare a Ribera una caserma dei vigili del fuoco ed ha sollecitato il Comune a riappropriarsi del suo ruolo nell’ambito della privatizzazione dell’acqua.
Poco prima dell’intervento di Messina, il consigliere comunale del Mpa, Giuseppe Brisciana, ha proposto di vigilare e razionalizzare le spese relative alla gestione del servizio di raccolta differenziata porta a porta fornito dalla ditta Sogeir, in modo da far pagare ai cittadini una bolletta meno pesante. “Il risparmio che si ottiene con il servizio della raccolta differenziata va a reale vantaggio dei cittadini?” – è il pesante interrogativo sollevato da Brisciana. “Con la raccolta di vetro, plastica, carta e cartone si dovrebbero realizzare degli utili di gestione con conseguenti vantaggi per i cittadini. Invece, questi vantaggi a chi vanno?” – rincara la dose il consigliere del Mpa rivolgendosi al Consiglio comunale, in un clima attonito. Secondo Brisciana, a seguito dell’apertura del centro di compostaggio dell’umido a Sciacca, gestito direttamente dalla So.ge.i.r. Ato Ag1, si sarebbero ridotti i costi di gestione del servizio, ma tutto ciò non si è tradotto in un risparmio sulle bollette. Inoltre, non sono stati ancora assegnati nell’anno in corso i buoni economici ai cittadini virtuosi che hanno conferito grandi quantitativi di rifiuti direttamente presso l’isola ecologica della So.ge.i.r.
Sugli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità, pur con qualche distinguo, l’atto di indirizzo proposto dalla Giunta, con il quale si pongono delle limitazioni alla realizzazione di futuri impianti. Prima dell’approvazione, il consigliere comunale Giovanni Di Caro, eletto nella lista democratici e liberi, ha chiesto invano di inserire, come premessa o clausola all’atto di indirizzo, un’esplicita presa di posizione del Consiglio comunale contro la realizzazione della centrale elettrica a biomassa in contrada Castellana, già autorizzata dalla Regione siciliana il 30 aprile scorso.


Il consigliere Brisciana, pur esprimendo voto favorevole all’atto di indirizzo per disciplina di partito, ha chiesto al Sindaco di soprassedere in attesa dell’approvazione del PEARS (Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana) da parte della Giunta Regionale, per evitare di avere delle direttive energetiche a livello comunale in contrasto con quelle regionali. Brisciana ha anche proposto di fissare, per la settimana successiva, un incontro con l’Assessore Regionale all’energia, Giosué Marino, commissario nazionale antiracket, per un esame attento e approfondito sui criteri da seguire per gli impianti di produzione di energia alternativa, al fine di armonizzare l’atto d’indirizzo del Consiglio comunale con il piano energetico regionale, che è in via d’approvazione. Le richieste del consigliere Brisciana non sono state però accolte dal Sindaco Pace, fermamente convinto, insieme all’Assessore con deleghe alle politiche energetiche, Baldassare Tramuta del Pdl, circa la necessità di approvare l’atto di indirizzo in quella stessa seduta del Consiglio Comunale.
L’atto d’indirizzo approvato prevede che il Consiglio comunale possa esprimersi, in sede di conferenza dei servizi, circa la localizzazione dei futuri impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Detti impianti dovranno tenere conto della valorizzazione delle produzioni agro-alimentari locali, della tutela della biodiversità e del paesaggio rurale; inoltre, sono previsti a carico del soggetto proponente interventi di natura “compensativa” per la valorizzazione e riqualificazione del patrimonio comunale. Condizione imprescindibile è che gli impianti di produzione di energia da biomasse sfruttino scarti e residui vegetali provenienti dal territorio comunale e che non superino la potenza elettrica massima di 1 MW. Tale atto di indirizzo pare affetto da seri vizi di legittimità, ai limiti della nullità, in quanto – come scrive l’avv. Francesco Micalizzi sulle pagine del settimanale Momenti (p. 9 del n. 1037) – «la normativa vigente, ed in particolare le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, approvate in sede di Conferenza unificata “Stato-Regioni” nella seduta dell’8 luglio 2010, nelle disposizioni normative, prevedono che solo le Regioni possono porre limitazioni e divieti di tipo programmatorio o pianificatorio per l’istallazione di specifiche tipologie di impianti alimentati da fonte rinnovabile». Il decreto legislativo 387 del 2003, inoltre, non prevede né consente di limitare la potenza massima degli impianti da autorizzare ad 1MW.
Fonte: Agrigentoweb.it

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