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La cronaca della settimana in pillole.

Scritto da il 25 Set 2011/ 21:49. Letto 1.484 volte. Registrato sotto Agrigento, Canicattì, Cronache, In evidenza, Lampedusa, Licata, Palermo, Porto Empedocle. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

di Angelo Ruoppolo

17 settembre, incidente stradale mortale a Porto Empedocle, in contrada Ciuccafa, su di un viadotto lungo la statale 115, dove uno scooter Piaggio Liberty, per cause in corso di accertamento, si e’ schiantato contro il gard rail. Il passeggero, Marco Castronovo, 16 anni, di Porto Empedocle, e’ morto poco dopo il ricovero in Ospedale. Ferito, ma non in pericolo di vita, e’ il ragazzino che e’ stato alla guida del due ruote, anche lui di 16 anni.

19 settembre, su richiesta del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Vittorio Teresi, e dei sostituti Asaro, Fici e Fulantelli, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Iannelli, ha archiviato il procedimento a carico dell’ avvocato Nino Gaziano, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Agrigento, prosciogliendolo da ogni accusa di favoreggiamento alla mafia nell’ ambito dell’inchiesta cosiddetta “Maginot”. Come si ricordera’, un avviso di garanzia, che ipotizzo’ il reato di favoreggiamento aggravato all’associazione mafiosa, fu notificato a Gaziano lo scorso 14 luglio. L’avvocato sarebbe stato fortuitamente in possesso di un fascicolo da cui sarebbe emerso che vi fossero attivita’ investigative di ascolto, e avrebbe invitato alcuni indagati, sottoposti a intercettazioni, a non parlare troppo. Il difensore dell’ avvocato Nino Gaziano, il collega avvocato Giuseppe Scozzari, commenta soddisfatto : ‘’ il Tribunale ha disposto l’ archiviazione anche nel merito, e non solo sotto il profilo della mancanza del dolo ‘’.

19 settembre, i carabinieri della Compagnia di Sciacca e della tenenza di Ribera, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Paolo Menga, 20 anni, di Ribera, accusato dello scippo di una borsa contenente circa 80 euro perpetrato la sera di ferragosto a danno di una donna del luogo, e del furto in un appartamento alcuni giorni dopo in Via Pasciuta, per un bottino, tra arredi ed elettrodomestici, di alcune migliaia di euro.

20 settembre, il sindaco di Lampedusa, De Rubeis, allarmato dalla presenza all’interno di tanti tunisini contrari al rimpatrio forzato, lo ha paventato e temuto pubblicamente : ‘’vi e’ il rischio fondato che il Centro d’accoglienza di Lampedusa sia incendiato ‘’. Ebbene, così è stato. Oggi pomeriggio, un incendio di ampie proporzioni ha danneggiato il Centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa, in contrada Imbriacola. Il rogo sarebbe stato appiccato da immigrati di nazionalita’ tunisina, che da diverse settimane sono ospiti della struttura. Alcuni extracomunitari sarebbero anche fuggiti. La zona e’ presidiata dalle forze dell’ordine e dai vigili del fuoco, che hanno lavorato a lungo per circoscrivere e domare le fiamme. L’incendio, appiccato in piu’ punti, ha causato una densa nube di fumo nero sospinta dal vento verso il centro abitato. Nel centro di prima accoglienza gravitano circa 1200 tunisini, che nei giorni scorsi hanno protestato per rivendicare il trasferimento sulla terraferma. Non e’ la prima volta che il Centro di accoglienza di Lampedusa e’ preda delle fiamme.

20 settembre, il Tribunale di Agrigento ha emesso la sentenza a carico dei presunti protagonisti di una violenta rissa che si scatenò la sera dell’ 8 giugno del 2008 a Porto Empedocle nella zona dei Lidi. A processo vi sono i due cugini omonimi, Giuseppe Grassonelli, Alessio e Giuseppe Contrino. Ebbene, 1 anno e 10 mesi sono stati inflitti ad Alessio Contrino, che durante lo scontro avrebbe usato e ferito con un coltello. Poi, 6 mesi a Giuseppe Contrino. Poi, Giuseppe Grassonelli, nato nell’ 82, e’ stato condannato a 4 mesi, ed e’ stato difeso dall’ avvocato Nino Gaziano. E’ stato assolto Giuseppe Grassonelli, nato nell’ 84, difeso dall’avvocato Vincenza Gaziano.

21 settembre, i carabinieri di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Vincenzo Rondinella, 36 anni, di Licata, perché, all’interno di una sua abitazione, sono stati scoperti 81 grammi di marijuana e 4 piante di canapa indiana, coltivate in una serra.

22 settembre, Questura e Procura di Agrigento hanno arrestato 4 tunisini presunti responsabili dell’ incendio al Centro d’accoglienza di Lampedusa divampato il pomeriggio di martedi’ 20 settembre. Rispondono di incendio doloso e danneggiamento, ed e’ pendente anche l’ imputazione di strage, qualora sia dimostrato che quanto e’ stato compiuto abbia provocato un rischio alla vita di altre persone. Gli arrestati sono Hamrouni Faysal, 32 anni, arrivato a Lampedusa il 18 settembre, Ghammouri Mohamed, 29 anni, sull’ isola il 18 settembre, Saleh Mohamed, 40 anni, anche lui approdato il 18 settembre, e Fazzani Bilal, 27 anni, giunto il 15 settembre. Il fuoco e’ stato appiccato utilizzando cuscini e materassi, al fine di rendere inservibile la struttura, ed ostacolando, quindi, le operazioni di rimpatrio in Tunisia.

22 settembre, ad Agrigento, in via Mazzini, nottetempo, ignoti ladri hanno rubato computer, monitor, tastiere, mouse e stampanti nell’ Ufficio del Catasto. Il valore della refurtiva ammonta a diverse migliaia di euro. All’interno dei computer sono custodite soprattutto pratiche catastali. Indaga la polizia.

22 settembre, tre scippi negli ultimi cinque giorni a Ribera. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato perpetrato da un malvivente a bordo di un ciclomotore in una traversa della centrale via Marconi. La vittima e’ una donna che e’ stata scaraventata a terra. Altre due donne anziane sono state scippate ancora nel centro storico, tra la via Crispi, la via Chiarenza e la via Roma.

23 settembre, a Lampedusa ha subito un incendio l’ automobile di Cono Galipo’, amministratore di “Lampedusa accoglienza”, che e’ la societa’ cooperativa impegnata nella gestione del Centro d’accoglienza di Lampedusa incendiato lo scorso 20 settembre dai tunisini ospiti della struttura. La Ford di Galipo’ e’ stata posteggiata vicino l’hotel Medusa. Indagano i carabinieri.

23 settembre, maxi blitz antidroga dei carabinieri della Compagnia di Canicatti’ e della Procura di Agrigento. Spaccio di eroina, cocaina e hashish. 23 ordinanze di custodia in carcere. E’ stata l’operazione cosiddetta “Panis’’, in riferimento ai panetti di hashish. E non solo, anche eroina e cocaina, tra Canicatti’, Grotte e Racalmuto, e oltre il confine della provincia agrigentina, sul versante nisseno, a San Cataldo. Spaccio al dettaglio, e, soprattutto, al minuto, “cash and carry”, dall’ inglese “paga e porta via”. Le indagini sono scattate ai primi mesi del 2010. Appostamenti, pedinamenti, e, sempre preziose, le intercettazioni ambientali e telefoniche. Il mosaico del gruppo gravitante nella zona, impegnato nel commercio degli stupefacenti, e’ stato ricostruito un tassello dopo l’altro, fino alla raffica delle ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, e dal sostituto, Giacomo Forte. Gli arrestati sono Daniele Lodato, 28 anni, di Canicatti’. Maria Pia Piazza, 44 anni, di Canicatti’. Lina Licata, 31 anni, di San Cataldo. Hosni Ben Brahem, 29 anni, tunisino. Moncef Ben Dhafer, 36 anni, tunisino. Gioacchino Amato, 32 anni, di Canicatti’. Lillo Lodato, inteso “Luigi”, 30 anni, di San Cataldo. Alessandro Vincenzo Maurici, 31 anni, di San Cataldo; Giuseppe Lo Cicero, 30 anni, di Racalmuto. Vincenzo Mongitore, 27 anni, residente in Germania. Alfonso Mantione, 23 anni, di San Cataldo. Antonio Alfano, 23 anni, di Agrigento. Biagio Campanella, 26 anni, di Agrigento. Antonio Guarneri, 31 anni, di San Cataldo. Diego Guarneri, 30 anni, di San Cataldo. Francesco Infantino, inteso “Cicciu Muzzuni”, 48 anni, di Grotte. Maurizio Cassaro, inteso “Il siciliano”, 45 anni, di Canicatti’. Calogero Arcangelo Morreale, 31 anni, di Agrigento. Calogero Gioacchino Morreale, 35 anni, di Manchester in Gran Bretagna. Alfonso Lorenzano, 26 anni, di Agrigento. Tanja Van Den Abbeele, 30 anni, di Amburgo in Germania. Samuela Puma, 25 anni, di Canicatti’. Giuseppa Nobile, 50 anni, di Canicatti’.

23 settembre, i poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, agli ordini di Cesare Castelli, hanno arrestato Salvatore Racinello, 18 anni, di Porto Empedocle, perche’, per vendetta, in via Giotto, avrebbe incendiato l’ automobile, una Fiat Stilo, dei genitori della sua ex ragazza, ritenendoli responsabili della conclusione del rapporto con la figlia. Racinello e’ stato incastrato anche dalle videocamere di sorveglianza installate dal proprietario dell’ automobile, che gia’ a fine agosto ha subito l’ incendio di un’altra automobile, una Peugeot.

23 settembre, giallo ad Agrigento allorché nel tratto di mare antistante la spiaggia di Zingarello, a sud est della citta’, e’ stato recuperato un cadavere. Si tratta di Vincenzo Lauria, 46 anni, di Palma di Montechiaro. L’ unica ferita visibile sul corpo dell’ uomo e’ un graffio sotto lo zigomo sinistro. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle sezioni Volanti, Mobile e Scientifica della polizia. Indagini in corso.

23 settembre, la Corte di Appello di Palermo ha assolto due cittadini tunisini, Bayoudh Abdelkarim e Zenzri Abdelbasset, difesi dagli avvocati Leonardo Marino e Giacomo La Russa del foro di Agrigento, arrestati l’ 8 agosto del 2007 dopo essere sbarcati con 2 pescherecci a Lampedusa con 44 clandestini a bordo. Il Tribunale di Agrigento, il 18 novembre del 2009, condanno’ a 2 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno i due tunisini, comandanti dei pescherecci, per resistenza a Pubblico ufficiale perche’ avrebbero violato l’ordine delle Autorita’ marittime di mantenersi a largo di Lampedusa. Ebbene, come ribadiscono gli avvocati La Russa e Marino, i due imputati, pescatori di professione, hanno agito per salvare 44 migranti naufragati in alto mare nel Canale di Sicilia, e non per traghettarli speculativamente. Ecco il perche’ della sentenza di assoluzione.

23 settembre, i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato 3 cittadini extracomunitari sorpresi nel tentativo di entrare in un’abitazione in Via Termine. A lanciare l’allarme telefonando al 112 e’ stato il proprietario di casa, svegliato bruscamente dai rumori alla finestra. Il rapido intervento della pattuglia ha incastrato i tre ladri. Si tratta dei tunisini Imad Sassi, 19 anni, Belhani Khlifa, 27 anni, entrambi senza permesso di soggiorno, e Michri Hedi, 27 anni, gia’ arrestato dai carabinieri lo scorso 29 agosto perche’, insieme ad altri 4 connazionali, e’ stato sorpreso in possesso di 51 dosi di hashish per complessivi 200 grammi.

23 settembre, a Licata, in Ospedale, al “San Giacomo d’ Altopasso”, una donna ha partorito una bambina e, a causa delle ristrettezze economiche, l’ha affidata alle cure dei medici e del personale dell’ospedale, esercitando il diritto, sancito dalla legge, di partorire e non riconoscere il nascituro. La neonata, in ottima salute, e’ stata affidata al dottor Vincenzo Asaro, direttore sanitario dell’ ospedale, in attesa che i magistrati della Procura dei minori di Palermo dispongano il trasferimento in un istituto per minori o l’ affidamento ad una famiglia.

23 settembre, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato, per furto aggravato in concorso, Calogero Contino, 27 anni, Gerlando Salvaggio, 19 anni, e Claudio Di Maria, 34 anni, tutti di Porto Empedocle. I tre sono stati sorpresi in via Gerlando Scime’, in flagranza di reato, intenti a rubare da una abitazione in costruzione alcuni tubi in rame e altro materiale ferroso, ed a caricare il tutto su di un autocarro Iveco di proprieta’ di Claudio Di Maria, il quale, tra l’altro, si sarebbe giustificato simulando di avere subito il furto del mezzo.
(di a.r.)

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