Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera di Aldo Mucci
La libertà di stampa è una delle garanzie che un governo democratico, assieme agli organi di informazione dovrebbe garantire ai cittadini per assicurare l’esistenza della libertà di parola e della stampa libera, con una serie di diritti estesi principalmente ai membri delle agenzie di giornalismo, ed alle loro pubblicazioni.
Per un giornalista, fare delle domande o formulare delle opinioni non è altro che la sua funzione e il suo diritto, e questo deve essere fatto in totale libertà, senza essere attaccati sul piano personale, senza un clima di minaccia. L’Italia è il paese europeo che ha avuto più giornalisti intimiditi e minacciati per i loro articoli.
In passato ci furono esempi di condizionamento della libertà informativa nella Repubblica Italiana: Il caso Giovanni Spampinato, giornalista venticinquenne corrispondente del giornale L’Ora di Palermo.Il caso del giornalista Mino Pecorelli, redattore della rivista OP (che si occupava di gossip politico, investigazione sociale e politica, il caso Mario Francese, il caso del giornalista Indro Montanelli de Il Messaggero, del Corriere della Sera e Il Giornale.
Sono trascorsi vent’anni dalla Dichiarazione di Windhoek, ma nulla è cambiato; Freedom House e Porter sens frontière (Rsf) collocano l’Italia è al 40° posto, dopo Cile e Corea del Sud. Se fossimo in America Latina ci collocheremmo anche abbastanza bene ma nella UE proprio no. L’Italia resta in basso a causa della concentrazione mediatica e delle ingerenze politiche nei mezzi d’informazione, una tendenza che dobbiamo energicamente respingere.
Aldo Mucci
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