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Musica, alla corte dei King Crimison

Scritto da il 21 Dic 2011/ 11:02. Letto 943 volte. Registrato sotto Cronache, In evidenza, Musica. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

Cosa rende “classica” un’opera? Il fatto di essere fonte d’ispirazione per le generazioni future? Di aver segnato un nuovo genere o un nuovo stile? Oppure l’essere attuale nonostante il passare del tempo? Se tutte queste definizioni sono esatte, allora “In The Court Of The Crimson King” possiamo definirlo un “classico”.  L’opera venne composta dai King Crimson (Re Cremisi) nel lontano 1969. I componenti del gruppo erano Robert Fripp, chitarrista innovativo e geniale, Greg Lake,bassista e cantante che abbandonerà la band per formare un altro gruppo, Ian McDonald, fiati e tastiere, Mike Giles,batteria, e infine Peter Sinfield, autore dei testi. Un album avanguardista che sarà il primo frutto dell’allora nascente “progressive rock” , nonché suo vero e proprio manifesto. La musica composta dal gruppo è una fusione di rock, jazz e musica classica. Nonostante gli stili molto diversi tra loro, la band riesce ad amalgamare questi elementi con notevole maestria, merito delle doti tecniche e compositive di ciascun membro. Il disco inizia freneticamente con il riff indiavolato di “ 21st Century Schizoid Man”, dove troviamo voci filtrate e una furibonda jam session tra chitarra ,sax e batteria che termina con un finale brusco e cacofonico. La canzone descrive un futuro apocalittico ma una frase spicca per estrema attualità “Uomo schizoide del 21esimo secolo, tutto quello che ha non gli è necessario”.Si prosegue con la delicata e malinconica “I Talk To The Wind”, in cui voce e flauto disegnano suoni dolci e suggestivi. La terza traccia è “Epitaph”, introdotta da un solenne mellotron che accompagna la voce in un crescendo di struggenti emozioni. Il testo è intriso di pessimismo, delineando un epitaffio per l’intera umanità. Sperimentazione ed improvvisazione sono la base di “Moonchild” che inizia come una ballata raffinata per poi rarefarsi in un minimalismo sonoro in grado di creare un effetto straniante nell’ascoltatore. Chiude il disco la maestosa “The Court Of The Crimson King”,brano lungo e complesso dominato da un mellotron pomposo ed un ritmo incalzante di batteria che sfociano in un coro sontuoso e imponente. Da segnalare uno splendido assolo di flauto che ci trascina verso un finale da orgasmo sonoro, chiudendo un’opera intensa ed epica. Famosa quasi quanto il disco è la splendida copertina che raffigura l’urlo di terrore di un uomo, il soggetto è un riferimento al brano “21st century schizoid man”. Un disco unico e irripetibile in grado di affascinare ad ogni ascolto. Tornei fra cavalieri,balletti di corte,cortei funebri,uomini schizofrenici,melodie malinconiche,ritmi ossessivi e cori epici.- Benvenuti alla corte del re cremisi.

Daniele Gelo

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