Piuttosto impolverate per essere state conservate per anni nei cassetti degli uffici finanziari, sono spuntate fuori di recente al comune di Sciacca alcune parcelle per consulenze legali-amministrative operate dall’avvocato Gaetano Armao, principe del foro siciliano. Ebbene sì: l’Assessore alle finanze del governo Lombardo vanta, nei confronti del comune termale, un credito di ben 300 mila euro. Consulenze che risalgono agli anni in cui sindaco di Sciacca era Mario Turturici. Periodo: 2004-2009. Certo, da buon esponente delle istituzioni regionali, l’avvocato Armao si è guardato bene fino ad oggi dal presentare gli inevitabili decreti ingiuntivi al comune di Sciacca. Però quei soldi gli spettano. “E occorre darglieli subito”, si è affrettato a dire il dottor Filippo Carlino, solerte direttore di ragioneria che sta facendo disperare gli amministratori. Compreso il suo assessore di riferimento Fabio Leonte, che però non può che dargli ragione: “Siamo reduci da anni di finanza troppo creativa”, ha detto. E poco importa se il debito Armao, insieme a molti altri debiti, costringerà il comune di Sciacca a sforare il patto di stabilità. A causarlo anche un disavanzo di 3,5 milioni. Il quadro finanziario è desolante: Sciacca deve onorare 7 milioni di euro di debiti fuori bilancio. Debiti su debiti. E a rischio sembrano esserci perfino gli stessi stipendi dei lavoratori del comune. Il sindaco Vito Bono sta chiamando a raccolta i suoi colleghi sindaci dei comuni vicini per una protesta comune: “Siamo tutti in difficoltà, lo Stato taglia i trasferimenti, la Regione fa lo stesso. Non riesco a capire in che modo potremo portare avanti i servizi minimi essenziali”, dice Bono. Non rispettare il patto di stabilità significa azzerare gli investimenti, non poter contrarre mutui, addirittura ridurre gli stipendi di sindaco e assessore. I quali hanno già rinunciato al 25% delle loro indennità mensili. Il dottor Carlino ha anche opposto un veto sull’organizzazione del prossimo Carnevale: “Non è colpa mia, ma non ci sono i soldi necessari”. Insomma: c’è poco da festeggiare. Peccato, perché si rischia di perdere una tradizione ultracentenaria. Ma come si può pensare che con una mano si sfori il patto di stabilità, e con l’altra si spendano 400 mila euro per la festa in maschera? La domanda è inevitabile, e decisamente retorica. Intanto da quando c’è Carlino al Comune di Sciacca si è proceduto alla revisione di centinaia di contratti incrostati dopo anni in cui non si è effettuato alcun adeguamento. E qualche soldo si è recuperato. Ancora pochi. L’Amministrazione è andata a Palermo per ottenere finanziamenti per opere pubbliche già riconosciuti, ma non ancora elargiti. Se si riuscisse ad incassarli, il patto di stabilità potrebbe essere rispettato. Ma il pessimismo regna sovrano. E il 2012 si annuncia davvero drammatico. E stavolta la profezia Maya c’entra davvero poco. Anche perché 49 lavoratori precari contrattisti che speravano nella stabilizzazione dentro la pianta organica del comune dovranno rassegnarsi ad aspettare ancora.
Massimo D’Antoni
URL breve: http://sicanianews.altervista.org/?p=10283