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Toscano UILp: «La manovra finanziaria pesa sulle spalle dei pensionati».

Scritto da il 19 Set 2011/ 17:30. Letto 1.227 volte. Registrato sotto In evidenza, Politica, Sicilia. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

Nato a Pietraperzia, in provincia di Enna, classe 1944, Antonino Toscano ricopre la carica di segretario regionale della Uil Pensionati in Sicilia. Coniugato, padre di un figlio e nonno, Toscano vanta un lungo percorso sindacale maturato, dagli anni ottanta, nell’ambito della Uilcem (Unione Italiana Lavoratori della Chimica dell’Energia e del Manifatturiero), a partire dagli organismi di base, per approdare successivamente alla segreteria provinciale Chimici di Caltanissetta e alla segreteria regionale dello stesso settore. All’impegno sindacale Toscano ha sempre affiancato quello politico, militando tra le fila del Partito Socialista, per il quale ha ricoperto i ruoli di consigliere comunale e segretario negli anni ottanta. Nel corso della sua lunga carriera politico – sindacale, è stato anche consulente della Provincia Regionale di Caltanissetta; è approdato alla Uil Pensionati in qualità di segretario regionale nel novembre 2009.
1) È ormai trascorso quasi un anno da quando la Uil Pensionati Sicilia, congiuntamente a Spi – Cgil e Fnp – Cisl, ha presentato al governo Lombardo oltre 100 mila firme raccolte attraverso una petizione popolare e finalizzate a chiedere una legge regionale in grado di accogliere le necessità legate alle politiche sociali e alla non autosufficienza dei cittadini.
Ad oggi, però, gli sforzi dei dirigenti dei sindacati, che hanno organizzato centinaia di gazebo in tutti i Comuni dell’isola, sono stati ignorati dall’esecutivo regionale. Come spiega una simile indifferenza?
Raccogliere 130 mila firme, in tre mesi, ed attendere quasi un anno per consegnarle al destinatario della petizione è un fatto molto grave. Il governo della Regione Sicilia e il suo presidente hanno dimostrato scarsa sensibilità istituzionale e mancanza di rispetto verso i cittadini firmatari della petizione e verso gli interlocutori sindacali legittimati a rappresentarli.
La richiesta di incontro firmata dai segretari regionali dei pensionati e dai segretari generali Uil, Cgil e Cisl Sicilia, non ha avuto alcun riscontro malgrado si sia tenuto un incontro con il capo gabinetto del presidente della Regione Lombardo.
Noi non siamo più disponibili ad attendere, e metteremo in atto, democraticamente, tutto ciò che è possibile per farci ascoltare.

2) Lei ha spesso sottolineato, anche nel corso di alcune interviste realizzate presso emittenti televisive, la necessità di recepire la 328/00 , dando vita ad una legge quadro organica delle politiche sociali e di integrazione socio – sanitaria a livello regionale. Cosa cambierebbe nella quotidianità dei siciliani se tutto ciò si attuasse?
È doloroso constatare che l’autonomia della Regione Sicilia, come ha sottolineato tra l’altro il presidente Napolitano in occasione della sua ultima visita a Palermo lo scorso 9 settembre, anziché essere volano per la crescita e per uno stato sociale all’avanguardia, sia invece un fattore di freno e di mancato sviluppo.
Il mancato recepimento, attraverso una petizione popolare di Uil, Cgil e Cisl, della legge 328/2000, che ha segnato in Italia un vero punto di svolta in materia di politiche sociali e di integrazione socio- sanitaria, non ha consentito alla Sicilia di programmare ed elargire una serie di servizi e prestazioni utilizzando risorse nazionali e comunitarie finalizzate ai bisogni della persona per rispettarne in primis la dignità, dando le risposte necessarie soprattutto ai bisognosi. Si è determinato, così facendo, un vuoto legislativo in materia di non autosufficienza e accreditamento.
Per queste ragioni, i sindacati dei pensionati di Uil, Cgil e Cisl hanno organizzato una petizione popolare rivendicando una legge regionale organica per le politiche sociali, un fondo regionale per la non autosufficienza e interventi urgenti di contrasto alla povertà nonché l’abolizione dei ticket sanitari.

3) Da più parti si invoca la necessità di intervenire con immediatezza per contrastare la povertà, attraverso il recupero sia diretto che indiretto del potere d’acquisto delle pensioni: esenzioni addizionali irpef, tassazione sociale, abolizione dei ticket sanitari su farmaceutica e diagnostica.
In qualità di segretario regionale di una categoria che, ad oggi, svolge più che mai il ruolo di ammortizzatore sociale, potrebbe suggerirci una ricetta “sindacale” per migliorare la qualità della vita dei pensionati?
La povertà, in Sicilia, ha raggiunto quasi il 30% delle famiglie, un giovane su due non lavora, e senza i pensionati che continuano, malgrado le difficoltà, a svolgere il ruolo di ammortizzatori sociali, il cosiddetto “sistema – paese” sarebbe saltato.
Non si può continuare ad intervenire sul sistema pensionistico e sui pensionati di oggi e domani per risolvere gli annosi problemi nostrani.
Il potere di acquisto delle pensioni, pesantemente eroso in questi anni, deve essere recuperato; la politica deve rendersi conto che occorre dare di più ai pensionati e ai lavoratori dipendenti, in modo tale da incrementare i consumi aiutando la ripresa.
Serve inoltre una politica sociale in grado di rispondere ai tanti bisogni della nostra società.
Non avere, in Italia, una legge per la non autosufficienza, significa che le persone e le rispettive famiglie, soprattutto se bisognose, siano lasciate sole, nella disperazione.
Crediamo fermamente che la qualità della vita si migliori fornendo servizi alla persona.

4) I grandi temi e le istanze che il sindacato porta avanti devono necessariamente fare i conti con il panorama politico e governativo.
La sigla che Lei rappresenta non ha mai risparmiato, laddove necessario, critiche all’attuale classe dirigente nazionale e locale, dando il via, per esempio, alla denuncia dei costi troppo gravosi della politica, un tema successivamente abbracciato da tutti i sindacati.
Al di là della necessità di contenere più rigorosamente le spese e i privilegi della cosiddetta “casta”, cosa andrebbe rivisto, a Suo dire, nel rapporto tra i palazzi del potere e la gente comune?
La Uil e la Uilp da tempo sostengono come l’Italia, a fronte di esigenze economiche così rilevanti, stia rischiando di seguire le sorti di Paesi quali la Grecia, senza contare la messa a repentaglio dei pochi ed inadeguati servizi sociali esistenti.
Spettri che potrebbero materializzarsi se non si individuano gli sprechi, se non si mette in atto una seria lotta all’evasione fiscale, se non si procederà a ridurre significativamente i costi della politica, grazie alla quale vivono, attualmente, un milione e trecentomila cittadini, direttamente o indirettamente, con un costo pari a circa 25 miliardi l’anno.
Occorre rivedere l’organizzazione dello Stato: non possiamo più permetterci cinque livelli istituzionali – circoscrizioni, Comuni, Province, Regioni e Stato – perché sono davvero troppi.
Dobbiamo impedire che l’Italia faccia la fine della Grecia, mettendo in atto tutto quanto sia possibile per convincere la collettività della bontà delle nostre rivendicazioni.

5) Il Suo giudizio sulla manovra finanziaria dell’esecutivo Berlusconi e le ripetute variazioni che la stanno contrassegnando.
L’ennesima manovra finanziaria ha consentito, grazie alla determinazione con la quale, pur se con modalità diverse, Uil, Cisl e Cgil si sono contrapposte, di registrare alcune risposte positive come quelle relative alle rendite finanziarie, impedendo che passasse la norma sul riscatto del corso di laurea e sul servizio di leva.
Essa però non ha affrontato le vere priorità indicate ripetutamente dalla Uil , ovvero una seria lotta all’evasione fiscale e una drastica riduzione dei costi della politica.
Le misure in questa direzione sono state molto timide.
Bisogna proseguire con molta più determinazione nel contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, attuare una vera razionalizzazione della spesa pubblica, eliminando sprechi, abolendo privilegi e riducendo i costi della “cattiva” politica.
Da queste voci possono scaturire ingenti risorse finanziarie per il rilancio del lavoro e dello sviluppo del Paese. Occorrono inoltre una seria riforma fiscale che riduca le tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati e una legge quadro nazionale, adeguatamente finanziata, a tutela delle persone autosufficienti.

6) Parliamo d’altro. Fino a qualche decennio addietro, il tema della terza età era visto come un tabù poiché, nell’immaginario collettivo, coincideva con il declino e la fine della vita. Oggi, grazie all’impegno della comunità scientifica, al miglioramento generale delle condizioni di igiene e salute e alla conseguente diversificazione degli interessi nel tempo libero, la situazione è completamente cambiata, e un sessantenne in procinto di andare in pensione può ragionevolmente attendersi di trascorrere almeno un altro ventennio in buone condizioni psico – fisiche. Alla luce di tutto ciò, quale consiglio rivolgerebbe agli anziani al fine di impiegare proficuamente tempo e risorse disponibili?
In Italia vivono diciassette milioni di pensionati, dodici milioni di anziani, tre milioni di soggetti non autosufficienti stanchi di promesse e delusi dalla politica: persone che chiedono giustizia, solidarietà e rispetto.
Noi della Uil e della Uilp coltiviamo un progetto ambizioso: assicurare a questa gente e alle loro famiglie gli stessi diritti e le stesse tutele in tutto il territorio nazionale, garantendo alla totalità delle persone, in qualunque parte del Paese esse risiedano, la possibilità di una vita dignitosa e onorevole.
Vogliamo questo perché siamo convinti che gli anziani e i pensionati ne abbiano diritto: se solo si capisse quanti servizi, se ben organizzati, essi potrebbero offrire considerata la loro disponibilità di tempo e l’immensa esperienza maturata nel corso della vita, anche sotto il profilo professionale, allora si comprenderebbe che essi non solo non costituiscono un peso per la collettività, ma addirittura una risorsa insostituibile!
Occorre che tutti comprendano che gli anziani e i pensionati sono una componente sociale, economica e culturale fondamentale per la crescita e lo sviluppo sociale del nostro Paese, un risorsa della quale purtroppo ad oggi non si ha sufficiente consapevolezza.

7) Uno dei fiori all’occhiello della Uil Pensionati è l’ADA, l’Associazione Diritti degli Anziani nata per volontà della stessa UILP e presente su tutto il territorio nazionale. Di cosa si occupa e come è articolata? Chi può beneficiare dei servizi da essa offerti?
L’ADA, associazione di volontariato per la tutela dei diritti delle persone anziane nonché dei soggetti più deboli e svantaggiati, nasce a Roma nel 1990.
In ogni singola attività che la veda promotrice, essa pone al centro della propria azione le persone, nello specifico l’anziano esposto a condizioni di marginalità e dunque a molteplici problemi: da quelli di salute, familiari ed esistenziali a quelli abitativi e socio- sanitari legati al vivere quotidiano fino alle necessità riguardanti il reinserimento nella società.
L’ADA svolge azioni progettuali finalizzate a promuovere la coesione sociale e la costituzione di reti di protezione e di solidarietà che incentivino l’inclusione sociale delle diverse fragilità a rischio, oltre all’attivazione di reti di assistenza per una migliore gestione della non autosufficienza di alcuni soggetti in condizioni di trattamento domiciliare.
Grande attenzione è riservata al contrasto della solitudine, fenomeno che costituisce uno tra i disagi più rilevanti per la contemporaneità, e non solo per gli anziani.

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