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1946: un anno cruciale per la storia di Ribera

Scritto da il 30 Nov 2010/ 07:00. Letto 4.604 volte. Registrato sotto In evidenza. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

Reanato Guttuso: Occupazione delle terre incolte

In seguito all’emanazione nell’ottobre del ’44 del decreto legge del ministro Fausto Gullo, che consentiva l’assegnazione delle terre incolte e mal coltivate alle cooperative dei contadini senza terra, i braccianti e i contadini di Ribera si erano organizzati ed avevano costituito la Cooperativa Agricola “La Terra”. La cooperativa, in virtù del decreto Gullo, provvide quindi ad inoltrare le domande alla Prefettura di Agrigento per richiedere l’assegnazione delle terre incolte dei feudi Giardinello, Camemi e Donna inferiore e superiore, tutte di proprietà dell’onorevole Antonino Parlapiano Vella. Quest’ultimo, per sfuggire alla cessione dei terreni, – si legge nell’articolo di Santo Tortorici L’occupazione del feudo Giardinello, pubblicato sul n. 782 di Momenti il 18/09/2005 – ricorse all’espediente di costituire una fantomatica cooperativa chiamata “F. Crispi”, alla quale mediante una semplice scrittura privata, concedeva quei terreni nella forma dell’enfiteusi.

Tale stratagemma venne a conoscenza dei contadini, i quali supportati dalla cooperativa “La Terra”, dalla Camera del Lavoro e dalle Sezioni del PCI e del PSI, decisero di occupare il feudo Giardinello il 16 settembre del 1946, al fine di esercitare delle pressioni sulla Prefettura di Agrigento ed esigere la concessione dei terreni già richiesti [ibidem, p. 17].

Tra le ragioni dei contadini riuniti in cooperative e le preoccupazioni di Parlapiano di perdere i propri terreni, l’ago della bilancia penderà poi a favore del fronte compatto costituito dai contadini organizzati e senza terra, quali legittimi destinatari del decreto Gullo, in luogo della cooperativa “F. Crispi”, composta quasi tutta di gabellotti e coltivatori per conto dell’on. Parlapiano, come risulta dal verbale dei carabinieri di Ribera, pubblicato sul n. 966 di Momenti, che documenta la successiva occupazione dell’ex feudo Donna Inferiore del 17 ottobre 1946. A tale occupazione partecipano stavolta non soltanto la cooperativa “La Terra”, ma anche la cooperativa “La Bonifica”, guidata dal reg. Franco Di Leo e composta di lavoratori della terra, i quali, a seguito della prima occupazione del feudo Giardinello, mugugnavano per il timore di rimanere esclusi dalla concessione dei terreni. Il fronte compatto dei contadini delle tre cooperative, “La Terra”, “La Bonifica” e “La Riforma”, si ritroverà quindi, senza distinzioni di credo politico, ad occupare i terreni dell’ex feudo Donna Inferiore, contesi anche dai 300 contadini della cooperativa “F. Crispi” presenti sul luogo.

È plausibile ritenere questa seconda occupazione come l’ulteriore goccia che convinse il prefetto Di Castri a disporre l’assegnazione delle terre incolte dell’on. Parlapiano alla cooperativa “La Terra”, il 18 ottobre 1946, come risulta dal seguente documento rivenuto presso l’Archivio centrale di Stato, qui di seguito pubblicato:

Nel mentre la commissione per le terre incolte del Tribunale di Sciacca decideva il destino del feudo dell’on. Parlapiano, la cooperativa “La Terra”, comunista, le occupava di nuovo. Il prefetto Di Castri scriveva quindi al ministero dell’Interno il 18 ottobre 1946: “Intanto, vista la gravità della situazione per l’agitazione dei contadini e il serio pericolo di gravi perturbamenti, anche in considerazione dell’imminenza del tempo utile alla esecuzione dei lavori preparatori dei terreni, ho disposto la concessione dei terreni sopraindicati per anni uno, salvo successivo espletamento della normale procedura prevista dalla vigente legislazione, alla cooperativa “La Terra” che per prima aveva richiesto i terreni stessi. Preciso che non risulta che i terreni in contestazione erano stati ceduti dal proprietario alla cooperativa “F.Crispi”, tanto è vero che detta cooperativa ha richiesto l’assegnazione dei terreni suddetti alla competente commissione delle terre incolte”.

Intanto, l’on Parlapiano, non riuscendo a far valere le sue ragioni su quelle dei contadini usurpatori delle sue terre, gioca l’ultima carta a sua disposizione, invocando l’intervento dell’autorità giudiziaria, come da documento allegato:
L’on. Parlapiano, tramite la prefettura di Agrigento, faceva pervenire al ministero dell’Interno un telegramma in data 21 ottobre 1946: “Per istigazione di turbolenti elementi locali, favoriti dall’insufficienza degli organi di polizia, sono state invase arbitrariamente le mie terre sottoposte a regolare coltura, dirette da onesti lavoratori appartenenti alla cooperativa “F. Crispi”, costretti ad abbandonare i lavori campestri. Gli onesti cittadini sono disorientati per il ripetersi di delittuose invasioni di terreni, avvenute nonostante le tassative e reiterate proibizioni del governo. Denunzio il grave fatto invocando l’intervento dell’autorità giudiziaria”
Ignorando le ragioni di Parlapiano, il Prefetto di Agrigento emetterà comunque, il 2 novembre del 1946, il decreto con il quale si assegnavano i 300 ettari di terreno alle cooperative “La Terra” e “La Bonifica”. Alla decisione presa dal prefetto pare abbia contribuito in maniera determinante il geometra Michele D’Amico il quale autorevolmente, nella sua veste di Segretario Provinciale della Federazione Comunista di Agrigento, ha premuto sul prefetto Di Castri affinché emettesse il decreto di assegnazione delle terre alla cooperativa “La Terra, in base all’art. 19 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che prevedeva la possibilità di assegnare ai contadini le terre occupate, ove vi fossero gravi motivi di ordine pubblico – scrive Santo Tortorici nel suo articolo pubblicato sul n. 782 di Momenti, che desidero ringraziare per il prezioso contributo dato a questa ricostruzione storica.

La pubblicazione dei documenti inediti, invece, è stata possibile grazie alla collaborazione di Gianpaolo Ferraioli, ricercatore puro prima ancora di essere docente di Storia delle relazioni internazionali presso la Seconda Università di Napoli. Animato da autentico spirito di ricerca, che non teme il confronto diretto con le fonti, Ferraioli ha saputo spulciare tra le carte di Gabinetto del fondo del Ministero dell’Interno per fare luce su di un anno cruciale per la storia di Ribera, il 1946, nel corso del quale venne riconosciuto ai contadini un diritto fondamentale: la terra a chi la lavora.

Cronologia dei fatti e dei documenti relativi all’anno 1946; in neretto corsivo le date dei documenti inediti pubblicati sul numero 976 di Momenti:

16 aprile 1946: Camera del Lavoro di Ribera scrive al prefetto di Agrigento per protestare contro gli sfratti arbitrari eseguiti dai proprietari terreni per rappresaglia politica a seguito delle elezioni amministrative;

23 maggio 1946: Di Castri scrive al Ministero dell’Interno per comunicare gli sfratti di 10 gabellotti eseguiti dal sig. Parlapiano Vella per mancato pagamento dell’estaglio;

16 settembre 1946: occupazione del feudo Giardinello (vedi Momenti n. 782 del 18/09/2005, articolo di Santo Tortorici dal titolo L’occupazione del feudo Giardinello);

17 ottobre 1946: occupazione del feudo Donna Inferiore (cfr. Momenti n. 966 del 31/05/2009, articolo del sottoscritto dal titolo Oltre mille contadini occupano l’ex feudo Donna Inferiore);

18 ottobre 1946: Di Castri scrive al Ministero dell’Interno in merito alla concessione dei terreni da lui disposta in favore della cooperativa La Terra per motivi di ordine pubblico;

21 ottobre 1946: telegramma dell’onorevole Parlapiano al Ministero dell’Interno per lamentare l’arbitraria invasione delle sue terre;

2 novembre del 1946: Di Castri emette il decreto di assegnazione dei 300 ettari di terreno alle cooperative “La Terra” e “La Bonifica” (cfr. Momenti n. 782 del 18/09/2005, p.18, articolo di Santo Tortorici dal titolo L’occupazione del feudo Giardinello).

I documenti che narrano gli antefatti dei mesi di aprile e maggio del ’46:
– La Camera del Lavoro di Ribera aveva già scritto al prefetto di Agrigento, in data 16 aprile 1946: “La lega dei contadini protesta contro gli sfratti arbitrari eseguiti dai proprietari terrieri per rappresaglia politica a seguito delle elezioni amministrative. Si distinguono il latifondista Parlapiano Vella in merito a questi sfratti. Urge intervento per calmare le masse agitate”.

– Di Castri scriveva perciò al ministero dell’Interno, il 23 maggio 1946: “Si comunica che successivamente al risultato delle elezioni amministrative il sig. Parlapiano Vella ha sfrattato 10 gabellotti per mancato pagamento dell’estaglio. La Prefettura di Ribera, adita per la risoluzione della controversia tra il proprietario e i gabellotti suddetti, ha emesso un giudizio favorevole nei confronti dei gabellotti che si sono impegnati davanti al Pretore a soddisfare gli obblighi derivanti dai contratti agrari”.

Articolo di Davide Cufalo, pubblicato sul n. 976 del settimanale “Momenti di vita locale” nell’agosto del 2009.

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