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La Cronaca dell’anno 2011, di Angelo Ruoppolo

Scritto da il 29 Dic 2011/ 15:50. Letto 7.589 volte. Registrato sotto Agrigento, Aragona, Caltanissetta, Cammarata, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Cianciana, Cronache, Enna, Favara, In evidenza, Lampedusa, Licata, Lucca Sicula, Menfi, Palermo, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, Sambuca di Sicilia, Sciacca, Siculiana, Villafranca Sicula. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 gennaio, rissa a Porto Empedocle. In via Nino Bixio, alle ore 4 della notte di San Silvestro. Scontro insolito tra due ragazze, a cavallo dei 20 anni, che si sono prima insultate, poi ‘’ ammuttate ‘’, poi schiaffi e tirate di capelli. Per colpa di chi ? Un ragazzo conteso tra le due, che si conoscono, ed una occhiata di troppo di una che ha scatenato la reazione dell’altra. Una e’ fuggita prima di essere acciuffata dalle Forze dell’ordine, l’altra e’ stata soccorsa alla Guardia medica empedoclina e poi all’Ospedale di Agrigento.

2 gennaio, Capodanno insanguinato. Agrigento, la frazione balneare di San Leone. Qui, alla rotonda, verso l’ingresso al Viale dei Pini. Antonio Frenda, 13 anni di eta’, e tra 11 giorni sarebbero stati 14, e’ morto. Perche’ ha viaggiato seduto passeggero sulla sella di uno scooter, e’ precipitato, la testa violentemente contro l’asfalto, ed il trauma cranico e’ stato fatale. Il conducente del mezzo a due ruote ha lanciato l’allarme. Il 118, l’ambulanza, la corsa disperata al ‘’ San Giovanni di Dio’’. Antonio Frenda, residente con la famiglia al Villaggio Mose’, e’ deceduto appena dopo il soccorso.

2 gennaio, i Carabinieri di Casteltermini, agli ordini del capitano Alessandro Trovato, hanno arrestato Vincenzo Lo Manto, 54 anni, di Casteltermini ma domiciliato da anni in provincia di Como, muratore, sorpreso in flagranza di reato all’ interno dell’abitazione della ex moglie da cui e’ separato. Lo Manto ha danneggiato i mobili, ha aggredito il figlio con violenza, tra pugni ed un morso all’avambraccio provocandogli ferite con 6 giorni di prognosi, ed ha minacciato di morte l’ex moglie con un coltello. Gia’ in passato Lo Manto tento’ di incendiare la palazzina popolare dove abita la sua famiglia liberando le manopole  del gas dei fornelli della cucina  ribaltata a terra. I Carabinieri intervennero tempestivamente chiudendo il gas ed arieggiando i locali prima dell’esplosione.

4 gennaio, grave atto intimidatorio ai vertici amministrativi della Provincia regionale di Agrigento: ignoti hanno appiccato il fuoco all’abitazione, a Marina di Palma di Montechiaro, del Presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi. I danni sono ingenti. Ed inoltre,  buste contenenti proiettili ed un messaggio di minacce sono state  recapitate ancora al Presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, oltre al Direttore e segretario generale Giuseppe Vella, al direttore dell’Ufficio finanze e bilancio, Fabrizio Caruana, ed al direttore delle risorse umane, Aldo Cipolla. Per D’Orsi, da novembre sotto scorta per decisione del Comitato per l’ ordine e la sicurezza pubblica, si tratta dell’ennesima intimidazione. Indaga la Polizia. Numerosi sono gli attestati di solidarieta’, dai vertici delle Istituzioni, le Forze sociali ed il personale della Provincia di Agrigento : ‘’ con sdegno e preoccupazione esprimiamo solidarieta’ a D’Orsi, Vella, Caruana e Cipolla, e condanniamo con fermezza l’episodio, auspicando che le indagini della Polizia portino alla rapida individuazione degli autori del grave gesto”.

4 gennaio, a Campobello di Licata un corriere di Catania, D O, di 56 anni, impegnato a trasportare medicinali, ha subito una tentata rapina da parte di 4 malviventi armati che lo hanno costretto ad addentrarsi col suo autocarro tra impervie zone a sud del territorio di Campobello di Licata. Dopo alcune ore di ricerche, l’uomo e’ stato rintracciato in contrada Favarotta. Il furgone, impantanato, e’ stato rimorchiato con un trattore gommato ed un carro attrezzi.

4 gennaio, incidente stradale lungo la statale 122 che collega Canicatti’ a Serradifalco . Scontro frontale tra un furgone ed un’automobile. L’uomo, Giuseppe La Mantia, 62 anni, di Canicatti’, alla guida di una Fiat Uno bianca , e’ morto.

5 gennaio, il Giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Alfonso Pinto, ha condannato ad 1 anno di reclusione Vincenzo Lo Manto, 54 anni, di Casteltermini ma domiciliato da anni in provincia di Como, muratore, arrestato dai Carabinieri lo scorso 2 gennaio perche’ sorpreso in flagranza di reato all’ interno dell’abitazione della ex moglie da cui e’ separato. Lo Manto ha danneggiato i mobili, ha aggredito il figlio con violenza, tra pugni ed un morso all’avambraccio, ed ha minacciato di morte l’ex moglie con un coltello. Vincenzo Lo Manto e’ stato assistito dall’avvocato Anna Americo.

5 gennaio, lungo la strada statale 115, tra Porto Empedocle e Realmonte, nei pressi di un cantiere, le fiamme, di origine incerta, hanno bruciato un escavatore di una impresa di Cammarata, impegnata in alcuni lavori nell’interesse dell’imprenditore agrigentino, Salvatore Moncada.

5 gennaio, a Licata, in via Palma, due banditi, travisati al volto ed armati di pistola, hanno rapinato il supermercato ‘’ Paghi poco ‘’. I rapinatori hanno arraffato il denaro dalle casse e sono fuggiti a bordo di un motociclo insieme ad un complice.

5 gennaio, ad Agrigento, nel centro storico, in via Duomo, le fiamme, di origine incerta, hanno bruciato un’automobile, una Mini Cooper, di proprieta’ di un commerciante. Le fiamme si sono estese anche ad altre due vetture.

6 gennaio, escalation di microcriminalita’ ad Agrigento citta’. Tra le ore 5 e le 6 del mattino due giovani non armati sono irrotti dentro 3 abitazioni del centro cittadino e minacciando i proprietari avrebbero rapinato somme di denaro. Le vittime, sotto shock, ed alcune anche picchiate perche’ sorprese in possesso di pochi soldi, hanno denunciato quanto accaduto alla Polizia.

8 gennaio, la sigla della pericolosa malattia e’ TBC. E’ tubercolosi o tisi. E’ una infezione da batteri, che assale i polmoni, e poi si estende. E’ contagiosa. Ecco perche’ adesso vi e’ allarme nel centro storico di Agrigento. Pero’ l’ Azienda sanitaria provinciale raccomanda ragionevolezza. Infatti, solo due, su di una trentina di extracomunitari che abitano una delle tante case precarie della zona e che sono stati esaminati, sono positivi al test antitubercolosi.

8 gennaio, a Palma di Montechiaro. Accoltellamento nel cuore del paese del Gattopardo. Un romeno di 23 anni, Eusebio Georghe Feraru, nell’oscurita’ della mezzanotte della notte, nel vortice furibondo di una rissa, e’ stato trafitto da una lama nel fianco sinistro. Sono salvi gli organi vitali, ma lui e’ ricoverato in prognosi riservata all’ Ospedale ‘’ San Giacomo d’Altopasso ‘’ di Licata.

8 gennaio, Agrigento, via Gioeni, innanzi alla Mensa della Solidarieta’, gestita dalla Caritas e dalla Comunita’ Porta Aperta, e sulla saracinesca di una macelleria in piazza Ravanusella. Scritte ingiuriose contro i neri… “Neri di merda”, “Neri fate puzza”, “L’Italia agli italiani”……..poi anche alcune svastiche ed altre scritte…. “Gas ai neri”, “Dux mea lux” e “White power”.…Indaga la Polizia.

9 gennaio, a Racalmuto, nel centro storico, tra le piazze Carmelo e San Francesco, un incendio, di origine incerta, ha danneggiato 4 automobili. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco. Indagano i Carabinieri. Ed a Casteltermini, in via Diaz, ancora le fiamme hanno danneggiato l’automobile, una Fiat Punto, di una casalinga, N B, ecco le iniziali del nome, di 50 anni.

9 gennaio, scorribanda vandalica a San Leone, frazione balneare di Agrigento. Verosimilmente durante la notte tra sabato e domenica, ignoti hanno forzato alcuni infissi del lido balneare “Aster” e quando sono entrati dentro si sono scatenati un una festa a base d’alcol. La Polizia scientifica di Agrigento, che ha compiuto i rilievi, ha scoperto sul posto tante bottiglie di superalcolici.

10 gennaio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca ha condannato a 17 anni di carcere Onofrio Centinaro, 45 anni, di Alessandria della Rocca, imprenditore edile, che lo scorso 8 febbraio avrebbe scagliato 7 coltellate mortali al petto di Antonio Mendola, 37 anni, colpevole di avere inveito contro il figlio di Centinaro, Giuseppe, di 16 anni. Non sono state riconosciute le attenuanti generiche ma e’ stata esclusa l’aggravante dei futili motivi. Il pubblico ministero Salvatore Vella, in requisitoria ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione. L’imputato e’ difeso dagli avvocati Nino e Vincenza Gaziano. All’Ufficio del Pubblico Ministero sono stati trasmessi gli atti di alcuni dichiaranti, in riferimento ad eventuali ipotesi di falsa testimonianza.

10 gennaio, i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato il vice preside della scuola media “Manzoni” di Ravanusa, Pino Calogero Bona, 58 anni. L’insegnante, accusato di concussione, avrebbe ricevuto in consegna 500 euro da un commerciante che vende prodotti alimentari all’interno della scuola minacciandolo che se non gli avesse consegnato almeno 300 euro al mese lo avrebbe costretto a chiudere l’attivita’. L’arresto e’ scattato dopo la consegna dei soldi. Le indagini dei Carabinieri sono iniziate a seguito della denuncia del commerciante, che ha raccontato di avere ricevuto la richiesta di denaro. L’inchiesta, coordinata dal Procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, dall’aggiunto Ignazio Fonzo, e dal sostituto Andrea Bianchi, mira adesso ad accertare l’ eventuale complicita’ di altre persone.

11 gennaio, a Fontanelle, frazione di Agrigento, un bambino di 7 anni e’ stato investito da un’automobile appena fuori la scuola elementare ‘’ Verga’’, in via Alessio Di Giovanni. Il piccolo e’ stato trasportato in ambulanza all’ Ospedale ‘’ San Giovanni di Dio ‘’, ed ha subito traumi ed una frattura. Sul posto, per i rilievi di rito, ha lavorato la Polizia municipale.

11 gennaio, il Tribunale di Sciacca ha condannato 5 dei 6 imputati al processo cosiddetto ‘’ Face off ‘’, dal nome del blitz antimafia dei Carabinieri nella Bassa Quisquina del 15 luglio del 2008. 13 anni di carcere sono stati inflitti a Luigi Panepinto, 14 anni e 6 mesi a Maurizio Panepinto, 10 anni a Marcello Panepinto, tutti e 3 di Bivona, poi 13 anni e 3 mesi a Giovanni Favata, di Alessandria della Rocca, e 15 anni e 9 mesi a Domenico Parisi, di Santo Stefano di Quisquina. Assolto Vincenzo Ferranti, anche lui di Santo Stefano di Quisquina. Gli imputati avrebbero controllato e pilotato in modo capillare gli appalti pubblici della zona della Bassa Quisquina.

12 gennaio, lungo la strada provinciale tra la frazione agrigentina di Montaperto e Realmonte, in contradaa Fauma, le fiamme, di origine incerta, si sono scatenate all’interno di un capannone adibito come deposito di vinaccia, utilizzata per la centrale a biomassa di proprieta’ dell’imprenditore agrigentino, Salvatore Moncada. Subito si e’ attivato l’impianto antincendio dopodiche’ sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco. Indagano i Carabinieri.

13 gennaio, a Licata i Carabinieri della locale Compagnia, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Giovanni Corvo. Il ragazzo, 20 anni di eta’, si e’ imbattuto nella paletta rossa dei militari ad un posto di blocco. La sua automobile e’ stata perquisita. E sotto uno dei sedili anteriori sono stati scoperti 96 grammi di hashish. Si sospetta che verosimilmente la droga sia stata acquistata a Palermo. E che Corvo fosse impegnato nel viaggio di rientro nella sua citta’. Indagini in corso alla ricerca di eventuali complici.

13 gennaio, la Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Claudio Dall’Acqua, ha assolto i 9 imputati, tra cui 5 agrigentini, nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta ‘’ Afrodite ‘’, dal nome del blitz dei Carabinieri di Agrigento del 30 maggio del 2002 contro i presunti protagonisti di un giro di sfruttamento della prostituzione lungo l’asse Italia – Polonia. In primo grado i giudici del Tribunale di Agrigento, il 20 aprile del 2006, hanno condannato 8 dei 9 imputati. Adesso sono stati tutti assolti : la polacca Ewa Stupak, 40 anni, poi Gianfranco Burgio, 54 anni, originario di Serradifalco. Antonio Buttice’, 52 anni di Porto Empedocle. Salvatore Cirino, 31 anni, di Grotte. Francesco Zappala’, 28 anni, di Catania. Giovanni Cammisano, 55 anni, di Cattolica Eraclea. Buryn Edita, 35 anni, di Bialystok in Polonia. Giuseppe Morreale, 31 anni, di Grotte. E Paolo Zarelli, 53 anni, di Cattolica Eraclea.

13 gennaio, i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Canicatti’, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno arrestato Benedetto Cassaro, 46 anni, di Canicatti’, perche’ sorpreso in possesso di 13 dosi di hashish. I militari, nel corso di una perquisizione domiciliare, hanno scoperto lo stupefacente all’interno di una bottiglia, nascosta dietro un cumulo di mattoni. Benedetto Cassaro rispondera’ inoltre di furto di energia elettrica perche’, manomettendo il proprio contatore, si e’ allacciato abusivamente alla corrente.

15 gennaio, a Menfi, in via Goldoni, ignoti attentatori hanno appiccato il fuoco al portone d’ ingresso della sede della Cgil. Sul posto sono intervenuti tempestivamente i Vigili del fuoco, che hanno scongiurato cosi’ gravi danni, e la segretaria provinciale della Cgil di Agrigento, Mariella Lo Bello, che afferma : ‘’ paghiamo lo scotto del nostro fermo impegno contro la privatizzazione dell’acqua “. Solidarieta’ alla Cgil esprime il sindaco di Menfi, Michele Botta, che dichiara : ‘’ questi fatti sono molto strani ed inquietanti, specie in un comune come Menfi in cui non ci sono mai state forti tensioni sociali ne’, tanto meno, scontri tra sigle sindacali. Occorre che la politica si stringa tutta attorno al sindacato barbaramente colpito “.

15 gennaio, due imbarcazioni, con a bordo 7 e 24 extracomunitari, sono state intercettate poche miglia a largo di Lampedusa dalla Capitaneria e dalla Guardia di Finanza. I clandestini sono stati trasferimenti provvisoriamente a Porto Empedocle. Attivate le procedure di rimpatrio.

15 gennaio, il Presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi, sempre piu’ bersaglio di intimidazioni ed attentati, e non solo lui ma anche la sua famiglia. Infatti, intervenendo alla seduta straordinaria del Consiglio comunale di Ribera, convocata per esprimergli solidarieta’, Eugenio D’Orsi ha rivelato : ‘’ mi hanno pestato un figlio. Finora non l’ho detto perche’ non voglio mettere mio figlio nelle condizioni di subire queste cose ‘’.

16 gennaio, i Carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato in flagranza di reato due braccianti agricoli incensurati, Domenico Lumia, 20 anni, e Giuseppe Calafato, 30 anni, accusati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. I due sono stati sorpresi dai militari a bordo di un’ automobile intenti a cedere ad altre persone della sostanza stupefacente. Nascosti nell’ automobile sono stati scoperti 10 grammi di hashish pronti per essere venduti, 2 coltellini utilizzati per tagliare la sostanza, e 45 euro in banconote di piccolo taglio. A casa di uno degli arrestati sono stati sequestrati 95 semi di cannabis e 3mila e 400 euro.

16 gennaio, al Tribunale di Agrigento ha patteggiato la sentenza di condanna, ad 1 anno di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena, Davide Pace, 19 anni, di Cattolica Eraclea, operaio, imputato di omicidio colposo allorche’ il 18 luglio scorso, a bordo della propria automobile fuori controllo, ha investito ed ucciso la pensionata Domenica Micciche’, seduta innanzi alla propria abitazione, in via La Loggia, a Cattolica Eraclea.

18 gennaio, a San Leone, peraltro in un’area videosorvegliata, ignoti hanno piazzato una busta gialla con dentro 2 proiettili calibro 38, un ritaglio di giornale con la sua foto e la scritta 2011, sul parabrezza dell’ automobile, una Mercedes classe A, del sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto. Indaga la Polizia.

18 gennaio, a Licata, in via Diaz, due malviventi, a bordo di uno scooter, hanno esploso un colpo di pistola contro Calogero Spiteri, 36 anni, di Licata. La vittima ha sollevato la mano per difendersi ed il proiettile ha colpito l’arto, scongiurando la morte della vittima. Indagini in corso.

19 gennaio, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato Pietro Carra, 23 anni, di Palermo, presunto responsabile, insieme ad un complice, della rapina a danno della Banca San Francesco di Aragona del 21 maggio scorso che frutto’ circa 20mila euro. Le indagini della sezione rapine della squadra mobile di Agrigento, che procede all’ analisi dei fotogrammi degli episodi criminosi, la cosiddetta ‘’Banca dati rapine’’, sono diffuse a tutte le Questure di Italia, e cosi’ i colleghi dell’antirapina della squadra mobile di Palermo hanno riconosciuto Pietro Carra perche’ lo hanno gia’ arrestato in passato per altre rapine.

20 gennaio, sono stati ricercati e scoperti dalla Digos e sono stati denunciati a piede libero dalla Questura di Agrigento, e subiranno anche il Daspo, gli aggressori, tutti di Agrigento e tifosi dell’Akragas, della troupe di Tv Alfa Licata, il giornalista Vincenzo Montana ed il cameraman freelance, Ignazio Savone, colpiti con calci e pugni nei pressi dello stadio Esseneto, subito dopo la partita d’Eccellenza Akragas – Licata, domenica 16 gennaio. Si tratta di due minorenni G.S. 17 anni, D.D.F. di 16 anni, e dei fratelli F.B. 22 anni e D.B. di 28 anni, che hanno gia’ un altro fratello sottoposto al Daspo. Un gruppetto di tifosi hanno prima inseguito, poi accerchiato ed aggredito il giornalista Vincenzo Montana e il cameraman Ignazio Savone, e dopo hanno distrutto la telecamera dell’operatore. I facinorosi hanno anche danneggiato l’auto di servizio di Tv Alfa.

20 gennaio, l’ onda lunga delle intimidazioni nell’agrigentino. A Palma di Montechiaro, in via Cangiamila, ignoti hanno appiccato il fuoco all’ingresso del garage e dell’ abitazione di Giuseppe Vinciguerra, 56 anni, avvocato ed assessore comunale di Palma di Montechiaro, e della moglie, Fatima Celona, Commissario di Polizia a Licata e vice Questore aggiunto. Le fiamme si sono auto estinte. Indaga la Polizia. Gia’ in passato, una molotov e’ stata lanciata contro lo stesso obiettivo.

20 gennaio, incidente stradale mortale lungo la statale 189 Agrigento – Palermo, nei pressi del bivio per Milena, al confine tra i territori di Casteltermini e Campofranco, dove, probabilmente a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia, si sono scontrati un’automobile Lancia Y ed un furgone adibito al trasporto di pasti caldi della ditta ‘’ Contino ‘’ di Favara. Il violento impatto ha scaraventato il furgone in una scarpata. Il mezzo si e’ ribaltato ed e’ morto un passeggero, Salvatore Vella, 29 anni, di Favara. I due conducenti sono feriti. Uno dei due e’ Francesco Scannella, 29 anni, di Campofranco, alla guida della Lancia Y, ed e’ ricoverato all’Ospedale di Agrigento con fratture alle gambe. Scannella e’ figlio di un Consigliere comunale a Campofranco. Sul posto hanno lavorato i Vigili del fuoco del Distaccamento di Mussomeli e del comando provinciale di Agrigento. Sul posto per i rilievi di rito hanno operato i Carabinieri di Campofranco.

20 gennaio, ancora intimidazioni nell’agrigentino, ed ancora nel bersaglio, dopo aver subito altri recenti episodi dello stesso genere, il sindaco di Menfi, Michele Botta. Il primo cittadino del paese costiero agrigentino ha ricevuto una busta contenente una lettera con minacce di morte. Solidarieta’ ed incoraggiamento al sindaco di Menfi, Michele Botta, esprimono i componenti della Giunta ed i Consiglieri comunali di Menfi, tramite il il presidente, Antonino Buscemi.

20 gennaio, atto intimidatorio contro l’avvocato Gaetano Cardella di Licata. Ignoti malviventi, armati di martello e scalpello, hanno rimosso una pesante grata in ferro su una finestra del villino balneare di Cardella, poi pero’ non sono entrati all’interno dell’ immobile. L’avvocato, gia’ bersaglio di altri atti intimidatori, come l’incendio dell’auto, ha presentato denuncia.

21 gennaio, i Carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, su ordine del Gip del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, hanno arrestato Neculai Gradinariu, 52 anni, domiciliato a Camastra ed originario della Romania, accusato di violenza sessuale a danno di una bimba di tre anni. I familiari della piccola hanno presentato denuncia e le indagini, coordinate dal Procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, e dall’aggiunto Ignazio Fonzo, avrebbero riscontrato quanto denunciato. Sotto esame adesso vi sono delle ipotesi di corresponsabilita’.

21 gennaio, a Lampedusa sono approdati 13 migranti clandestini, presumibilmente originari della Tunisia. I nordafricani sono stati sorpresi gia’ a terra dai Carabinieri. Attivate le procedure di rimpatrio.

21 gennaio, al Tribunale di Sciacca, Costel Patrona, 45 anni, originario della Romania e residente a Ribera, ha patteggiato la condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione per rapina aggravata di una sigaretta, lesioni personali e minacce a danno di un connazionale allorche’ lo scorso 13 dicembre, a Ribera, per procurarsi  una sigaretta, ha minacciato di uccidere il connazionale se non gliela avesse offerta, poi lo ha strattonato con violenza minacciandolo ancora con un coltello a serramanico.

21 gennaio, i Giudici del Tribunale di Agrigento hanno emesso la sentenza al processo ordinario nell’ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Agora’ ’’, contro ipotesi di speculazioni occulte di Cosa Nostra sulla costruzione del Centro commerciale di Castrofilippo. 9 anni di reclusione sono stati inflitti a Vincenzo Leone, 40 anni, di Canicatti’, accusato di associazione mafiosa. Leone e’ stato assolto dall’ accusa di intestazione fittizia di beni, ipotesi di reato per la quale sono stati assolti nel merito altri due imputati, i cugini omonimi Antonio Di Bella, 32 e 30 anni, di Canicatti’.

21 gennaio, ancora intimidazioni in provincia di Agrigento. A Camastra, una donna di 45 anni, M D C, ecco le iniziali del nome, ha denunciato ai Carabinieri di avere scoperto sul balcone della propria abitazione un involucro con 5 cartucce ed una lettera intimidatoria.

22 gennaio, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato 3 migranti clandestini sbarcati a Lampedusa il 19 gennaio scorso e sospettati di essere rientrati clandestinamente in Italia dopo una prima espulsione. Si tratta dei tunisini, Hassan Falouchi di 27 anni, Hamdi Farjalla di 23 anni e Fakri Zbaida di 26 anni.

23 gennaio, a Palma di Montechiaro, i poliziotti del locale Commissariato, agli ordini di Angelo Cavaleri, subito dopo una segnalazione telefonica per rissa, si sono precipitati in via Castellino dove hanno arrestato 3 romeni, braccianti agricoli ed incensurati. Florin Mihaita Chiriac, 21 anni, Costantin Ciprian Iacob, 22 anni, e Gheorghe Iorga, 41 anni. I 3 risponderanno di violazione di domicilio, lesioni personali, danneggiamento e del tentato omicidio di Costantin Carlin, 29 anni, anche lui romeno e domiciliato a Palma di Montechiaro, che e’ stato letteralmente scaraventato dal balcone al terzo piano di una palazzina. Denunciati anche altri 3 romeni, presunti complici della violenta aggressione.

23 gennaio, i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Francesco Cardillo, 19 anni, di Calamonaci, accusato di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio allorche’ e’ stato sorpreso in possesso di 2 ovuli di eroina ed altri 8 grammi della stessa sostanza. Cardillo e’ stato anche denunciato per guida senza patente e porto abusivo di un coltello di genere vietato. Per detenzione e spaccio di droga e’ stata denunciata una minorenne colta insieme a Cardillo.

23 gennaio, a Naro, in via Archeologica, il malfunzionamento di un climatizzatore ha provocato un incendio in una casa. Sul posto sono intervenuti tempestivamente i Vigili del fuoco. Una donna di 87 anni, Vincenza Santacroce, intossicata dal fumo e salvata da due vicini, e’ stata ricoverata in Ospedale, al ‘’ Barone Lombardo ‘’, a Canicatti’.

23 gennaio, ad Agrigento un uomo di 65 anni al volante di un’automobile, una Peugeot 106, contromano lungo la via Giovanni Volpe, tra la via 25 aprile ed il viadotto Akragas, ha provocato un grave incidente perche’ si e’ scontrato frontalmente contro un ciclomotore Piaggio Liberty. Il centauro, di 16 anni, difeso dal casco, ha subito delle fratture e adesso e’ ricoverato in Ospedale. I Vigili urbani hanno ritirato la patente al 65enne che paghera’ anche una pesante multa.

23 gennaio, a Favara, in piazza Giglia, due banditi, travisati al volto ed uno dei due armato, hanno minacciato i dipendenti ed hanno rapinato l’incasso, 450 euro circa, al supermercato “Hard Discount”. I rapinatori sono fuggiti a piedi attesi, forse, da un complice in automobile.

23 gennaio, non si placa l’escalation di crolli nel centro storico di Agrigento, nella zona di piazza Ravanusella, a sud della via Atenea. Altro cedimento in via Vallicaldi, dove si e’ sbriciolata al suolo una palazzina a due piani disabitata da tempo, vittima, forse, anche delle infiltrazioni piovane. Nessun ferito, e sul posto si e’ ripetuto il rituale copione dell’intervento dei Vigili del Fuoco, la Protezione civile e le Forze dell’Ordine, tutti impegnati a recuperare sicurezza ed il transito.

24 gennaio, a Naro, in via Padre Favara, e’ stato forzato l’ingresso di un palazzo di 4 piani, sul vano ascensore e’ stata versata benzina e poi e’ stato appiccato il fuoco. La cabina al quarto piano e’ crollata. Le 8 famiglie abitanti nell’ immobile sono state evacuate in attesa che i Vigili del fuoco spegnessero l’ incendio. I Carabinieri privilegiano l’ipotesi di una intimidazione contro uno dei condomini.

24 gennaio, a Lampedusa i Carabinieri hanno sorpreso gia’ sulla terraferma 9 maghrebini, appena sbarcati. Attivate le procedure di rimpatrio.

24 gennaio, paura e panico a Ribera, in via Termine, dove una donna di 39 anni, Francesca Di Napoli, sposata con un tunisino e da sola in casa, ha tentato il suicidio lanciandosi alcol addosso ed appiccando il fuoco. La sventurata ha corso per strada ed e’ stata salvata dagli operatori del 118. Un elicottero ha trasferito Francesca Di Napoli all’ Ospedale civico di Palermo dove e’ ricoverata al Reparto gravi ustioni.

25 gennaio, e’ morta e la figlia disabile l’ ha vegliata per due giorni. A Palma di Montechiaro, in via Modigliani, i Vigili del fuoco ed i Poliziotti hanno scoperto morta dentro casa sua Giuseppa Fichera, 72 anni, morta da due giorni per cause naturali e che e’ stata vegliata dalla figlia disabile, di 38 anni, che, se pur a letto immobilizzata, ha chiesto con insistenza aiuto, ma non e’ stata sentita purtroppo da passanti e vicini. Poi un panettiere ambulante, insospettito dall’assenza della sua cliente, ha lanciato l’allarme.

25 gennaio, a Realmonte, in via Liberta’, un incendio e’ divampato all’interno di un deposito di zolfo della ditta ‘’ SolfoChimica’’ dei fratelli Incardona. I Vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento hanno lavorato 4 ore per spegnere le fiamme. Ingenti i danni. Indagano i Carabinieri.

25 gennaio, giallo infuocato dalla polvere da sparo a Siculiana. Infatti, durante la notte, alcuni colpi d’arma da fuoco, verosimilmente una pistola, sono stati esplosi contro un’ automobile parcheggiata in sosta nel centro cittadino. Indagano i Carabinieri.

25 gennaio, “ Sindaco Graci, smettila di rompere la mi… con le case abusive. Finiscila o muori ‘’. Cosi’ e’ stato scritto su di un biglietto che e’ stato lanciato fuori da un’ automobile in corsa. A Licata, in via Marocco. E Graci e’ Angelo Graci, sindaco di Licata dalla primavera del 2008, anche se l’estate e’ durata poco, poi l’ inverno dell’ arresto, poi l’autunno della scarcerazione, adesso il processo e, come se non fosse sufficiente, una violenta intimidazione. Infatti. Dalla stessa automobile, innanzi alla sede della Polizia municipale, e’ saltato in strada anche un involucro. Dentro un macabro contenuto. 3 proiettili calibro 9 per 21 ed una cartuccia di fucile da caccia calibro 12. La Comandante dei Vigili urbani, Giovanna Incorvaia, non ha esitato un solo momento. Subito e’ stato informato il sindaco Graci, poi e’ stata scritta e spedita una dettagliata relazione alla Procura di Agrigento, che adesso coordina le indagini di Polizia e Carabinieri. L’interrogativo perche’, anche se il messaggio degli attentatori svela il movente : le case abusive. Infatti, Angelo Graci ha avviato dopo Natale un censimento degli immobili abusivi che sono stati gia’ giudicati insanabili e, pertanto, sono stati acquisiti al patrimonio del Comune. I proprietari non hanno mai consegnato le chiavi delle case, e le abitano ancora. Il censimento, pero’, non e’ mirato alla demolizione degli edifici, che sono complessivamente 154, ma al pagamento dei canoni di affitto e delle tasse. Angelo Graci commenta : ‘’ si tratta di attivita’ obbligatorie, altrimenti il Comune rischia una denuncia per omissione. Io non lascio, non mi faccio intimidire, rimango al mio posto, al servizio della citta’ ‘’.

25 gennaio, ad Agrigento i Carabinieri hanno arrestato, e non e’ la prima volta, Zakaria Noussaria, 24 anni, marocchino, privo del permesso di soggiorno, gia’ arrestato il 9 settembre scorso dalla Polizia perche’ accusato di violenza privata, oltraggio e aggressione a pubblico ufficiale. Noussaria e’ stato sorpreso nella sua residenza in vicolo Finazzi in flagranza di furto di energia elettrica. Il pregiudicato si e’ allacciato abusivamente per la terza volta, ed altrettante sono state le denuncie, alla rete Enel. A carico di Zakaria Noussaria vi sono numerosi precedenti penali tra cui furto, spaccio di droga e tentato omicidio, e gli e’ stato imposto l’obbligo di firma giornaliero in Questura.

26 gennaio, 14 migranti clandestini sono sbarcati a Lampedusa, in due gruppi, uno con 9 ed un altro con 5 su di una seconda imbarcazione. Dopo il trasferimento a Porto Empedocle sono state attivate le procedure di rimpatrio. Nel frattempo, a Sciacca i Carabinieri e la Capitaneria hanno sorpreso sulla spiaggia di Renella, in contrada San Marco, 8 migranti maghrebini appena approdati con una piccola imbarcazione, stremati dalla traversata del Canale di Sicilia, disidratati ed infreddoliti. Gli 8 sono stati soccorsi in Ospedale ed uno e’ stato arrestato perche’ ritenuto lo scafista.

26 gennaio, il Giudice monocratico della sezione penale del Tribunale di Sciacca, Enzo Agate, ha assolto, con la formula “per non avere commesso il fatto”, Antonio Di Giovanna, 44 anni, di Sciacca, accusato di trattamento abusivo di dati personali perche’ avrebbe pubblicato su internet un video che ritrae la sua presunta amante durante un incontro amoroso clandestino nella periferia di Sciacca, dentro un’automobile, nel 2007. Il video e’ stato prima diffuso e trasferito da telefonino in telefonino, e poi e’ approdato su internet. Durante il rapporto sessuale con l’amante, la donna avrebbe telefonato al marito a casa invitandolo a porre le lenticchie fuori dal frigorifero perche’ sarebbero servite per la cena. La donna ha denunciato l’uomo e, costituendosi in giudizio Parte civile, ha chiesto un risarcimento danni di 50mila euro.

27 gennaio, blitz dei Carabinieri e della Procura di Agrigento. 10 arresti e 2 obblighi di dimora per droga, truffe, furti e rapine, tra Agrigento e la provincia. Ecco gli arrestati, in carcere : Giacomo Luca Lauricella, inteso “Jachinu Musuluni”, 50 anni, di Favara. Filippo Salamone, inteso “Remi’ ”, 40 anni, di Agrigento. Gianluca Infantino, inteso “u catanisi”, 25 anni, originario di Agrigento e residente a Raffadali. Giuseppe Infantino, 30 anni, di Agrigento. Castrenze La Barbera, inteso “Puffo”, 45 anni, di Agrigento. Francesco Renato, inteso “Ciccio Biondo”, 56 anni, originario di Canicatti’ e residente ad Agrigento. Calogero Meli, 46 anni, di Agrigento. E Calogero Vella, inteso “Tarara’ ”, 36 anni, di Agrigento. Poi, ai domiciliari sono ristretti : Giovanni Mendola, 30 anni, originario di Agrigento e residente a Favara. Ed Eleonora Salamone, intesa “Lola” , 23 anni, di Favara. Infine, l’obbligo di dimora nel Comune di residenza e’ stato imposto a Mario Fuca’, 26 anni, di Agrigento. E ad Eugenio Gibilaro, 46 anni, di Agrigento. Ebbene, loro, i 12, sarebbero ‘’ i soliti ignoti ‘’, una presunta gang impegnata, a vario titolo, nello spaccio di stupefacenti, truffe, furti e rapine, tra Agrigento e provincia. Ed infatti il blitz dei Carabinieri e’ stato intitolato come il titolo del film di Mario Monicelli, ‘’ I soliti ignoti ‘’, con Vittorio Gassman nei panni di “Peppe er pantera”. Le indagini : hanno lavorato i Carabinieri della Compagnia di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, e la Procura di via Mazzini, del capo Renato Di Natale, dell’aggiunto Ignazio Fonzo, e del sostituto Luca Sciarretta. Tra le pagine delle ordinanze cautelari si legge detenzione e spaccio di cocaina, tra Agrigento, Aragona e Favara, dove i Carabinieri della locale Tenenza, agli ordini di Gabriele Treleani, hanno svelato anche numerose truffe a danno di alcuni commercianti di prodotti e attrezzature per l’agricoltura. Poi, ancora ad Agrigento, rapine e furti contro commercianti e privati cittadini. Nel mirino delle ruberie, ad Agrigento, un negozio in via Gioeni, l’ Agenzia Aci, l’ Agenzia assicurativa Fondiaria Sai, la macelleria di Tommaso Infantino, ed un deposito di pesce di Giuseppe Vaianella. Poi sono stati bersaglio di furto inermi cittadini e case private. Ad alcuni degli indagati sono contestati anche i reati di detenzione di banconote false e rissa.

27 gennaio, i Carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato, ai domiciliari, Vincenzo Pinella, di Sciacca, dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Al figlio, Salvatore Pinella, e’ stato imposto l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. I Pinella sono accusati di concussione in concorso allorche’ Vincenzo Pinella, nell’ emettere una serie di autorizzazioni e pareri igienico sanitari finalizzati alle attivita’ del complesso alberghiero “Verdura Golf Resort” di Sciacca, avrebbe ingiustificatamente ritardato l’adozione degli stessi provvedimenti per costringere o indurre i responsabili del Gruppo economico “The Rocco Forte Collection”, ad assumere il figlio, Salvatore, presso l’ Hotel “de Russie” di Roma, di proprieta’ del gruppo del magnate inglese, sir Rocco Forte, garantendo al figlio anche una promozione lavorativa. Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Sciacca tramite il Sostituto Procuratore, Salvatore Vella.

28 gennaio, la Guardia di Finanza di Agrigento, agli ordini del tenente colonnello Vincenzo Raffo, ha denunciato 103 braccianti agricoli per falso e truffa aggravata perche’ sarebbero stati assunti fittiziamente da due imprese agricole di Licata al fine di percepire indebitamente dall’ Inps i contributi assistenziali relativi all’indennita’ di disoccupazione. Le indagini hanno sollevato il velo su due imprese agricole, cosiddette cartiere, appositamente costituite con il solo scopo di presentare all’Inps una falsa documentazione che attestasse i rapporti di lavoro. Secondo quanto accertato le giornate di lavoro dichiarate e mai effettuate dai dipendenti delle due aziende ammontano a 11mila e 58, a fronte delle quali l’ Inps ha pagato 212mila e 980 euro a titolo di indennita’ di disoccupazione. Le due aziende agricole inoltre avrebbero dichiarato retribuzioni per complessivi 564mial e 934 euro, omettendo di versare contributi per complessivi 108mila e 770 euro. I braccianti agricoli, oltre a fruire indebitamente delle indennita’, avrebbero anche goduto di contributi ai fini pensionistici.

28 gennaio, i Carabinieri hanno arrestato Luigi Viola, 45 anni, di Campobello di Licata, accusato di tentato furto in concorso e di reiterate violazioni delle prescrizioni imposte dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Su ordine dell’ Ufficio esecuzioni penali del Tribunale di Agrigento, Luigi Viola scontera’ la pena definitiva a 9 mesi di reclusione.

28 gennaio, a Menfi i Carabinieri hanno arrestato Francesco Milici, 30 anni, pregiudicato, inseguito da un mandato di cattura della Procura di Sciacca. Milici scontera’ ai domiciliari 3 anni di reclusione perche’ responsabile di detenzione a fini di spaccio di stupefacenti e gia’ arrestato il 19 maggio del 2010 nel corso dell’operazione antidroga cosiddetta ‘’ Bacchanalia ‘’.

28 gennaio, a Santa Margherita Belice, in esecuzione di ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Sciacca, i Carabinieri hanno arrestato Stefano Saladino, 50 anni, pregiudicato, responsabile dei reati di danneggiamento e percosse commessi a Santa Margherita Belice il 19 settembre del 2007.

29 gennaio, i Carabinieri del Reparto operativo di Agrigento, agli ordini del maggiore Salvo Leotta, hanno arrestato Marcello Panepinto, 36 anni, di Bivona, condannato lo scorso 11 gennaio dal Tribunale di Sciacca a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa, nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Face off”. Panepinto e’ stato ammanettato a Noceto, in provincia di Parma, dove si e’ trasferito da alcuni mesi.

29 gennaio, una motovedetta del gruppo aeronavale della Guardia di Finanza di Trapani ha intercettato, 8 miglia a largo di Lampedusa, un’ imbarcazione di circa 30 metri con a bordo 15 tunisini. L’ equipaggio non ha obbedito all’ alt ed ha speronato la motovedetta dei finanzieri. Si e’ scatenato un inseguimento, a cui ha partecipato anche un’altra motovedetta delle Fiamme Gialle. 20 miglia a sud dell’isola la barca fuggitiva e’ stata agganciata e rimorchiata a Lampedusa. Gli investigatori ipotizzano che dalla stessa barca siano sbarcati 13 migranti clandestini, tra cui un bambino di 10 anni, sorpresi sulla terraferma in mattinata a Lampedusa.

29 gennaio, altra, ennesima, intimidazione a danno di Amministratori Pubblici nell’agrigentino. Una lettera con minacce di morte ed un proiettile e’ stata recapitata al sindaco di Siculiana, Maria Giuseppa Bruno, eletta lo scorso mese di maggio a capo di una lista civica intitolata “Siculiana a colori”. Maria Giuseppa Bruno si e’ insediata alla guida del Comune di Siculiana dopo un periodo di commissariamento prefettizio seguito allo scioglimento dell’ Amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose in riferimento agli esiti dell’ inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Marna ‘’. Indagano i Carabinieri.

29 gennaio, i Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato in flagranza di reato un uomo originario del Marocco, Abdellatif El Hachimi, 21 anni, incensurato, responsabile di lesioni personali e danneggiamento aggravato. Il marocchino e’ stato sorpreso al culmine di una violenta lite nel centro cittadino, intento a colpire e ferire un connazionale con il collo rotto di una bottiglia, dopo avere, peraltro, danneggiato il lunotto posteriore di un’ automobile parcheggiata in zona.

29 gennaio, i Carabinieri della stazione di Castrofilippo hanno arrestato Simone Pletto, 53 anni, di Favara e residente a Castrofilippo. Pletto scontera’, per reati pregressi, 3 mesi di reclusione ai domiciliari nella sua abitazione di residenza.

29 gennaio, i Carabinieri hanno imposto l’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza e la permanenza domiciliare notturna a Nicolo’ Argento, 19 anni, di Joppolo Giancaxio. Denunciato inoltre un minorenne, A G, ecco le iniziali del nome, originario di Pantelleria ed ospite di una Comunita’ per minori a Joppolo Giancaxio. I due, nel centro storico di Joppolo Giancaxio, approfittando della porta di casa aperta, avrebbero aggredito una vedova di 91 anni, da sola nell’abitazione, scippandole una collana d’oro dal collo. La refurtiva, gia’ ricettata da Argento, per 300 euro, in un negozio di compravendita di oro usato ad Agrigento, e’ stata recuperata.

29 gennaio, i Carabinieri della stazione di Realmonte, in collaborazione con i colleghi della stazione di Porto Empedocle, hanno arrestato tre persone originarie della Romania : Florin Iordan, 23 anni, residente a Napoli, Mirel Victor Iordan, 21 anni, domiciliato ad Agrigento, e Ionut Memetel, 29 anni, domiciliato anche lui ad Agrigento. I tre sono stati sorpresi a trasportare abusivamente, a bordo di un autocarro Ford Transit, 600 chili di materiale ferroso di vario genere. Si tratta, pertanto, di materiale pericoloso, peraltro di incerta origine, per il trasporto del quale occorrono delle autorizzazioni. L’autocarro e il materiale sono stati posti sotto sequestro.

30 gennaio, i Carabinieri della stazione di Campobello di Licata hanno arrestato un cittadino di nazionalita’ romena, Nazare Ionut, 25 anni, residente a Roma, perche’ sorpreso a rubare su un’ automobile posteggiata in sosta.

30 gennaio, Santa Elisabetta, nelle campagne, sotto il nero delle tenebre della sera. Un’automobile, una Jeep Suzuki, e’ in marcia, al rientro in paese dopo una scampagnata in una masseria a Sant’Angelo Muxaro. Da una collinetta sovrastante, ad almeno un centinaio di metri di distanza, sono sparate due scariche di fucile a pallettoni, due rose da 9 pallini ciascuna. Una grandinata. Vetri frantumati e carrozzeria sforacchiata. Un pallino, o, forse, una scheggia ferrosa dell’automobile, si conficca nella testa di un bambino di 6 anni, Salvatore La Porta. Sono colpiti di striscio e feriti lievemente, all’addome, un braccio ed al cuoio capelluto, i due zii del bimbo, Vincenzo Marotta, 30 anni, ed il fratello, Carmelo Marotta, 17 anni. Prognosi di 20 e 15 giorni. Il bambino, Salvatore, e’ stato soccorso all’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dove e’ stato operato d’urgenza. Poi e’ stato trasferito con l’elicottero del 118 all’ospedale Civico di Palermo. Un altro delicatissimo intervento chirurgico, alla zona fronte – temporale sinistra. Poi il ricovero al Reparto di Prima Rianimazione, diretto da Giorgio Fabbri. Le condizioni di Salvatore La Porta sono definite ‘’ gravi ma stabili ‘’. Non e’ esclusa nessuna ipotesi, nemmeno l’incidente durante una battuta di caccia. Il Procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo : ‘’ l’ inchiesta, almeno per il momento, resta alla Procura di Agrigento perche’ allo stato non sono emersi elementi che riconducano ad un agguato di stampo mafioso”. Il padre di Salvatore La Porta, Giovanni, e’ un imbianchino. La madre, Rosetta Marotta, sorella di Vincenzo e Carmelo, e’ casalinga.

31 gennaio, i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato in carcere Zakaria Noussaria, 25 anni, originario del Marocco, responsabile di evasione dagli arresti domiciliari, a cui e’ detenuto dal 25 gennaio scorso per violenze e danneggiamenti, perche’ sorpreso fuori dalla propria abitazione per le vie della citta’.

31 gennaio, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 6 anni e 6 mesi di carcere Gioacchino Cinquemani, 50 anni, di Castrofilippo, macellaio, arrestato lo scorso 24 febbraio dai Carabinieri della Compagnia di Canicatti’ perche’ sorpreso in casa, nel corso di una perquisizione domiciliare, in possesso di 7 chilogrammi di marijuana nascosta all’interno di un sacco di plastica nero, un fucile calibro 22 detenuto illegalmente, e 150 cartucce di vario calibro.

1 febbraio, a Lampedusa sono approdati 94 migranti clandestini. Prima un gruppo di 32 sedicenti tunisini, sorpresi dai Carabinieri sulla spiaggia di Isola dei Conigli. Poi un barcone carico di altri 62 extracomunitari e’ stato intercettato a poche miglia dalla costa, e scortato fino al molo Favarolo da una motovedetta della Capitaneria. Attivate le procedure di rimpatrio.

1 febbraio, il Tribunale di Agrigento ha condannato i 12 imputati al processo cosiddetto ‘’ Concorsopoli ” . Le imputazioni sono legate a 3 concorsi all’ ex Azienda sanitaria locale di Agrigento, che sarebbero stati truccati e pilotati tramite le raccomandazioni. 3 anni e 6 mesi sono stati inflitti ad Armando Savarino, ex direttore sanitario della stessa Azienda sanitaria ed attuale sindaco di Ravanusa. 2 anni e 2 mesi alla figlia di Armando, Giusy Savarino, gia’ deputato regionale dell’Udc. 8 mesi all’ex Consigliere provinciale di Agrigento, ex segretario politico di Giusy Savarino, ed attuale assessore comunale di Ravanusa, Calogero Gattuso. 2 anni e 2 mesi a Salvatore Puccio, libero professionista. 2 anni e 4 mesi a Michele Pellegrino, dirigente dell’Azienda sanitaria e presidente di Commissione d’esami. 2 anni ciascuno ad Enzo Oreste Falco, dirigente dell’ Asl, Francesca Maria Camilleri, e Maria Rita Safonte. Poi 1 anno e 6 mesi ciascuno a Francesco Micciche’, Salvatore Caracappa, ed Alessandro Felice, tutti dipendenti dell’Asl. 8 mesi a Calogera Maria Smecca, casalinga. Tutti sono accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, rivelazione di segreto d’ufficio e voto di scambio.

2 febbraio, Antonio Giordano, 52 anni, di Cattolica Eraclea, impiegato come operaio all’ Eas, l’ Ente Acquedotti siciliani, e’ morto. Si e’ ucciso sparandosi un colpo di pistola in bocca. E testimoni sono stati 4 Carabinieri. In piazza. E perche’ ? Perche’ ha convissuto con una donna di Cattolica, Antonella Sciascia, 27 anni di eta’. Poi la coppia si e’ separata. Lei avrebbe intrattenuto una relazione con un uomo di 25 anni, un extracomunitario originario dell’Egitto. Antonio Giordano e’ tormentato dalla gelosia e non si rassegna. Questa mattina attende che i due siano fuori casa, e li incontra nei pressi di un bar del paese. I tre discutono, brevemente. Poi Giordano impugna una pistola calibro 9, detenuta legalmente, e spara. La donna ed l’egiziano scappano, e si rifugiano a casa, a 50 metri dal bar. Una corsa affannosa e disperata fino al secondo piano. Antonio Giordano li insegue e spara ancora. Due colpi feriscono l’extracomunitario, ad un braccio e ad una mano. Poi Giordano punta la pistola contro la donna. Sono attimi che trattengono il fiato ed arrestano il battito cardiaco. Altre persone presenti, testimoni dell’inseguimento, gridano : ‘’ no, non sparare, non sparare, stanno arrivando i Carabinieri ‘’. Giordano intasca la pistola e corre in strada. Poi, innanzi ai Carabinieri, si spara un colpo di pistola in bocca. Morto. Nel frattempo l’egiziano e la ragazza sono soccorsi all’ Ospedale di Ribera. Lei e’ in stato di choc. L’ immigrato ha subito le ferite ma non e’ in pericolo di vita.

2 febbraio, Armando Lo Cascio, 45 anni, di Porto Empedocle, e’ stato condannato dal Tribunale di Agrigento a 2 anni di reclusione per stalking e molestie. L’imputato sarebbe stato autore, per almeno 2 anni, di atti persecutori, svelati dalle indagini del Commissariato di Porto Empedocle diretto da Cesare Castelli, a danno di una compaesana, che si e’ costituita in giudizio parte civile tramite l’avvocato Giuseppe Arnone.

2 febbraio, vi sono anche due grottesi tra gli arrestati nell’ambito di una maxi operazione antidroga in Sicilia della Squadra mobile di Ragusa che ha sgominato 3 presunte bande impegnate nel traffico e nello spaccio di stupefacenti nell’ isola. 35 sono le ordinanze cautelari, ed a Grotte sono stati arrestati Giuseppe Boscarino, 32 anni, e Stefano Terrana, 27 anni.

2 febbraio, a Ribera 3 banditi a volto scoperto sono entrati dentro la casa, in via Luigi Capuana, di una donna di 72 anni, Angela La Barbera, l’hanno aggredita e le hanno rubato alcuni oggetti preziosi ed anche gli orecchini indossati.

2 febbraio, i Carabinieri della Compagnia di Canicatti’, agli ordini di Salvatore Menta, hanno eseguito 22 perquisizioni nel Comune di Castrofilippo per la ricerca di armi. Sono stati arrestati tre nomadi pregiudicati:  Gaetano Ragaccio, 46 anni, l’omonimo Gaetano Ragaccio, 46 anni, e Salvatore Ragaccio, 34 anni, accusati di furto di  energia. Per lo stesso reato sono state denunciate a piede libero altre due persone. Tre  automobili sono state sequestrate perche’ prive di copertura assicurativa.

2 febbraio, i Carabinieri della stazione di Porto Empedocle, su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e del Tribunale di Agrigento, hanno arrestato Giuseppe Filippazzo, 52 anni, perche’ ha violato la misura cautelare a cui e’ sottoposto non presentandosi per due volte ai Carabinieri del Comune di residenza per firmare sul registro. Filippazzo adesso e’ detenuto ai domiciliari. L’empedoclino e’ imputato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso a danno dei familiari di Giuseppe Adorno, l’operaio di Porto Empedocle di 25 anni ucciso il 25 agosto del 2009.

3 febbraio, a Gela, in contrada Manfria, in una villetta, i Carabinieri hanno scoperto cadavere Calogero Lo Coco, 40 anni, originario di Campobello di Licata, disteso sul letto. Calogero Lo Coco sarebbe stato soffocato da un panetto di burro o margarina in bocca. Sono stati arrestati l’ ex moglie, Rosaria Nicosia, 38 anni, di Gela, e l’amante di lei, Gaetano Biundo, 38 anni. Il movente del delitto sarebbe passionale.

3 febbraio, i Carabinieri della Compagnia di Canicatti’, agli ordini di Salvatore Menta, hanno arrestato in flagranza di reato Francesco Milanese, 26 anni, di Canicatti’, sorpreso, nel corso di una perquisizione domiciliare, in possesso di 20 panetti di sostanza stupefacente del tipo hashish, per un peso complessivo di due chili. La droga, venduta al dettaglio, avrebbe fruttato circa 20 mila euro.

3 febbraio, i Carabinieri della stazione di Aragona hanno arrestato Santo Lucchese, 46 anni, di Aragona, responsabile di danneggiamento, resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale allorche’, in stato di ebbrezza alcolica, ha danneggiato la vetrina di un bar del luogo, minacciando il titolare. Lucchese, appena condotto in caserma, si e’ scagliato anche contro i Carabinieri.

3 febbraio, rapina a Licata, bottino 4 euro ! Un pensionato di Licata, Vincenzo Lauria, 81 anni di eta’, e’ stato rapinato in casa, in un appartamento in via Bandiera, da due banditi che hanno racimolato un bottino di appena 4 euro. Lauria e’ stato sorpreso innanzi al garage, e’ stato strattonato all’interno ed immobilizzato. Poi i malviventi, travisati al volto, hanno arraffato il contenuto del portafogli dell’anziano, con dentro pochi spiccioli.

4 febbraio, i Carabinieri della stazione di Cattolica Eraclea hanno arrestato Sebastiano Spagnolo, 53 anni, disoccupato, sorpreso, nel corso di una perquisizione domiciliare, in possesso di un fucile da guerra calibro 303 e un fucile calibro 12, perfettamente funzionanti, poi decine di armi giocattolo ed un notevole quantitativo di munizioni, nonche’ pistole a salve ed occorrente per il confezionamento di cartucce. Il tutto e’ stato sottoposto a sequestro.

4 febbraio, al Tribunale di Sciacca, il Giudice per le udienze preliminari, Giuseppe Miceli, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 30 anni di reclusione ciascuno i tre imputati accusati dell’omicidio di Michele Cangialosi, l’operaio di Sciacca, di 30 anni, ucciso barbaramente e poi sepolto in campagna, a pochi chilometri dal centro abitato, la notte tra il 20 e il 21 aprile del 2009. Si tratta della moglie della vittima, Celeste Sajeva, 24 anni, il suo amante Nicola Piazza, anche lui di 24 anni, e Paolo Naro, 21 anni, tutti e 3 di Sciacca.

4 febbraio, incidente stradale mortale ad Agrigento, in contrada San Giusippuzzu, in via Unita’ di Italia, dove uno studente di 18 anni, Igor D’Alessandro, abitante in contrada San Michele, a bordo di uno scooter Honda Sh, per cause in corso di accertamento, si e’ schiantato contro la parte posteriore di un autobus di linea della ditta “Lattuca”, e’ sbalzato dalla sella ed ha sbattuto violentemente la testa contro la parte anteriore di un’ automobile, una Opel Meriva, in marcia nella corsia opposta. Igor D’Alessandro, difeso da un casco a scodella, e’ stato soccorso in Ospedale ad Agrigento ed e’ morto poche ore dopo il ricovero.

4 febbraio, i Giudici della Corte d’ Appello di Palermo hanno confermato la condanna a 5 anni di reclusione  inflitta in primo grado, il primo aprile del 2010, dal Tribunale di Agrigento, a carico di Angelo Savio Volpe, 24 anni, di Castrofilippo, accusato di tentato omicidio allorche’ il 31 marzo del 2009 accoltello’ un romeno al culmine di una lite dentro una sala giochi del paese. Durante il processo di primo grado l’imputato ha risarcito con 10mila euro la vittima che ha rinunciato a costituirsi Parte civile.

5 febbraio, incidente stradale ad Agrigento, in via Papa Luciani, dove un’automobile, una Fiat 600, e’ sbalzata fuori dalla carreggiata, ha infranto una rete metallica, e’ precipitata nel confinante boschetto, e si e’ incendiata a seguito dell’ impatto violento contro un albero. I Vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere le fiamme ed all’interno dell’auto hanno scoperto il cadavere carbonizzato di una donna. Si tratta di Antonella Alfano, 34 anni, di Favara e residente al Villaggio Mose’, madre di una bambina di 10 mesi ed impiegata come commessa in un Centro commerciale. I rilievi di rito sono stati compiuti dai Carabinieri.

5 febbraio, incidente mortale lungo la strada statale 123, in territorio di Campobello di Licata, dove, per cause in corso d’accertamento da parte dei Carabinieri, un’automobile Fiat Marea con a bordo 3 giovani e’ precipitata in una scarpata. Paolo Alaimo, 34 anni, di Naro, dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Licata, e’ morto. Feriti gli altri due passeggeri dell’auto, soccorsi all’ospedale Barone Lombardo di Canicatti’.

5 febbraio, i poliziotti del Commissariato di Palma di Montechiaro, agli ordini di Angelo Cavaleri, hanno arrestato Gesu’ Salvatore Amato, 23 anni, di Palma di Montechiaro, e Giuseppe Brunco, 28 anni, di Canicatti’, residente a Camastra, sorpresi a bordo di un’automobile, lungo la statale 122, nei pressi del bivio per Canicatti’, in possesso di 30 grammi di cocaina, lanciati fuori dal finestrino dell’auto, dentro un involucro, nel tentativo di nascondere la droga.

5 febbraio, ancora altre frasi razziste contro gli africani e i romeni sono state scritte ad Agrigento sui muri in piazzetta San Francesco, nei pressi di via Atenea. Si tratta del terzo episodio in un mese, dopo gli episodi alla Mensa della Solidarieta’, gestita dalla Caritas, in via Gioeni, e sulla saracinesca di una macelleria, gestita da un extracomunitario, in piazzetta Ravanusella. Indaga la Digos.

5 febbraio, i Carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini di Gaetano La Rocca, hanno arrestato Stefano Vinci, 44 anni, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla locale Procura della Repubblica. Vinci scontera’ 4 anni di reclusione a seguito di una condanna per detenzione e spaccio di droga. Infatti, Stefano Vinci e’ stato inquisito ed arrestato nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “ Mata Hari ”, perche’ ritenuto il capo di una banda impegnata nello spaccio di droga nella zona tra Ribera, Sciacca e la Valle del Belice.

5 febbraio, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, ha condannato ad 1 anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa, Francesca Cimino, 40 anni, di Racalmuto, accusata di omicidio colposo e lesioni personali gravi allorche’ il 22 luglio del 2009 sarebbe stata causa di un incidente stradale lungo la Statale 640 Agrigento – Caltanissetta nei pressi del distributore Esso. Lo scontro tra l’auto della donna ed uno scooter provoco’ la morte di Maurilio Argento, 23 anni, di Canicatti’, ed il ferimento di un altro passeggero dello scooter.

5 febbraio, a Sciacca, in via Cappuccini, una donna di 82 anni e’ stata scippata da due malviventi a volto scoperto. I banditi le hanno strappato la borsa, la donna ha tentato una timida reazione e poi, strattonata, e’ precipitata a terra subendo delle lievi contusioni.  L’anziana e’ stata soccorsa in Ospedale. La prognosi e’ di 5 giorni, a meno di complicazioni. Magro il bottino: 15 euro ed il telefonino cellulare.

8 febbraio, blitz antidroga cosiddetto ‘’ Hardom ‘’ della Squadra mobile di Agrigento e della Dda di Palermo. 11 arresti tra Porto Empedocle e Favara. Vi e’ il sospetto che i presunti spacciatori e trafficanti di droga lo siano stati nell’interesse di Cosa nostra, e che si siano associati tra di loro. Ecco perche’ le indagini e poi gli arresti sono firmati non solo dalla Squadra mobile di Agrigento di Alfonso Iadevaia ma anche dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo di Francesco Messineo, Vittorio Teresi e Teresa Principato. Ed infatti, a parte le presunte contiguita’ mafiose, tra gli arrestati vi sono parentele con mafiosi o presunti tali. Giuseppe Grassonelli, di Porto Empedocle, e’ figlio di lui, Gigi Grassonelli, vittima della prima strage di Porto Empedocle, il 21 settembre del 1986. Poi altro empedoclino, Salvatore Prestia, che e’ cognato di Fabrizio Messina, fratello del boss Gerlandino. Poi, ancora a Porto Empedocle, in manette Roberto Romeo, fratello di lui, Maurizio Romeo, arrestato dai Carabinieri lo scorso 11 novembre perche’ accusato di essere uno degli esattori del pizzo imposto da Gerlandino Messina. Poi a Favara e’ stato arrestato Antonio Russello, figlio di Gaetano, l’imprenditore e presidente dell’Akragas calcio ucciso il 9 luglio del 1992. Ed Antonio Russello e’ il proprietario del magazzino in via Primo Maggio a Favara che sarebbe stato un covo di Gerlandino Messina durante la latitanza prima dell’arresto. I dettagli, in carcere, a Porto Empedocle : Salvatore Prestia, 31 anni. Giuseppe Grassonelli, 29 anni. Alfonso Sanfilippo, 39 anni. Roberto Romeo, 30 anni. Alfonso Lauricella, 45 anni. Salvatore Radio, 46 anni. Salvatore Miliziano, 22 anni. Salvatore Di Betta, 31 anni. Giuseppe Salemi, 28 anni. E Giuseppe Cefalu’, 24 anni. Poi a Favara, Antonio Russello, 26 anni. Gli 11 rispondono di associazione a delinquere per trasportare, detenere e spacciare stupefacenti, tra cocaina, hashish, marijuana ed anfetamine. A capo del business vi sarebbe stato Salvatore Prestia, impegnato nell’approvvigionamento e nella distribuzione della droga da rivendere poi al dettaglio. Prestia, insieme a Grassonelli e Romeo, si sarebbe occupato ad incassare il denaro dai clienti, somme anche oltre 20mila euro, rivendicate a volte con minacce e violenze fisiche a danno dei debitori. Gli altri, Lauricella, Russello, Radio, Miliziano, Di Betta, Salemi, Sanfilippo e Cefalu’ sarebbero stati impegnati nel commercio della droga nel territorio. A carico di Salvatore Prestia sarebbe emersa la disponibilita’ di armi da fuoco, tra una pistola ed un fucile a canne mozze, non denunciati.

8 febbraio, i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato,  in esecuzione di una ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Agrigento, Gaetano Mendolia, 57 anni, di Favara, accusato di avere violato gli arresti domiciliari a cui e’ sottoposto nell’ambito dell’ inchiesta contro presunti casi di sfruttamento della prostituzione cosiddetta ‘’ Velvet ‘’.

8 febbraio, i Carabinieri della stazione di Santa Margherita di Belice hanno arrestato Giuseppe Colletti, 36 anni, di Santa Margherita, gommista, accusato di violenza a pubblico ufficiale, maltrattamenti in famiglia e danneggiamento aggravato.

8 febbraio, insolito furto a Licata. Ignoti hanno rubato due delle tre campane della chiesa di San Paolo, dove al momento sono in corso dei lavori di restauro. I malviventi, approfittando del buio della notte, si sono introdotti all’interno dei cantieri e hanno rubato le campane, custodite dentro l’edificio in attesa di essere rimontate sul campanile. Ad accorgersi del furto sacrilego e’ stato il parroco, don Gaspare Di Vincenzo, che ha denunciato quanto accaduto ai Carabinieri.

8 febbraio, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 6 mesi di reclusione ciascuno 4 dipendenti della Mediterranea Cavi di Canicatti’, Pietro Curto, Giuseppe Delfino, Salvatore Milioto e Calogero Puma, imputati a seguito di una denuncia per furto di cavi elettrici, per 60mila euro, presentata dal titolare della ditta, Calogero Romano. Il Tribunale, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Annalisa Russello ed Angelo Farruggia, ha invece assolto Roberto Picone, amico degli stessi dipendenti che sono stati condannati.

8 febbraio, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Valerio D’Andria, ha assolto il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, accusato di istigazione all’odio razziale allorche’ nel settembre del 2008 avrebbe dichiarato al quotidiano “La Repubblica” : ‘’ non voglio essere razzista, ma la carne dei negri puzza anche quando e’ lavata “. Secondo il Giudice non vi sarebbe prova che testimonierebbe che Bernardino De Rubeis ha pronunciato la frase incriminata.

9 febbraio, a Lampedusa sono approdati un primo gruppo di 25 extracomunitari, intercettati dalla Guardia di Finanza nei pressi di Cala Francese. Altri 12 maghrebini sono stati intercettati su un gommone a poche centinaia di metri dalla costa. Poi altri 48 migranti hanno lanciato l’ancora al porto vecchio dell’ isola. Altri 13 extracomunitari sono stati sorpresi dai Carabinieri a Linosa. Ed infine 107 clandestini sono sbarcati ancora in localita’ Cala Francese, sempre a Lampedusa.

9 febbraio, due agrigentini, P C, 40 anni, e C M, 21 anni, sono stati denunciati dalla Polizia stradale di Agrigento, agli ordini di Calogero La Porta, per truffa a danno del Comune allorche’ i due, presentandosi come parcheggiatori nelle due aree di parcheggio nella via Gioeni, hanno venduto agli automobilisti le Park Card pre – pagate, del valore di 50 centesimi ed 1 euro, per posteggiare l’automobile nelle zone di sosta blu. La Polizia stradale ha sequestrato un centinaio di tagliandi di parcheggio gia’ utilizzati in piu’ occasioni ed artefatti con cancellature e scritture con inchiostro cancellabile al fine cosi’ di utilizzare piu’ volte lo stesso tagliando.

9 febbraio, sono stati assolti gli imputati al processo cosiddetto ‘’ Marna bis ‘’, contro l’ ipotesi di abuso d’ufficio ed interruzione di pubblico servizio, con l’aggravante dell’articolo 7, contestati, in riferimento alle attivita’ nella discarica di Siculiana da parte dell’ impresa Catanzaro, a carico di alcuni ex Amministratori e tecnici comunali di Siculiana. Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Sergio Ziino, ha disposto il non luogo a procedere, perche’ il fatto non sussiste, a favore dell’ ex sindaco di Siculiana Giuseppe Sinaguglia, di Luigi Meli, ex responsabile del servizio discarica del Comune, e Pasquale Amato, ex dirigente dell’ Ufficio tecnico comunale. I 3, se rinviati a giudizio, sarebbero stati giudicati con il rito ordinario. E’ stato assolto, perche’ il fatto non sussiste, l’ex comandante della Polizia municipale Giuseppe Callea, giudicato con il rito abbreviato. Il collegio difensivo dei quattro imputati assolti e’ stato composto dagli avvocati Nino e Vincenza Gaziano, Giuseppe Piro, Enrico e Fabio Quattrocchi.

9 febbraio, una donna di 61 anni, Leonarda Cacioppo, di Menfi e’ stata scippata da un malvivente in bicicletta lungo Corso dei Mille. La menfitana e’ stata anche strattonata a terra ed e’ stata costretta a ricorrere alle cure dei medici. Ferite e prognosi di 5 giorni.

9 febbraio, un imbianchino di 46 anni, Nicola Maggio, di Sciacca, e’ stato arrestato dai Carabinieri in esecuzione di un ordine di carcerazione. Maggio scontera’ 20 giorni di reclusione inflitti a seguito di una condanna per false dichiarazioni a Pubblico ufficiale.

9 febbraio, la costruzione di un Centro commerciale, il gia’ Agora’, a Castrofilippo, pilotata da Giuseppe Falsone e da imprese contigue a Cosa nostra. Il blitz Agora’. Gli arresti della Squadra mobile di Agrigento e della Direzione distrettuale antimafia di Palermo il 6 dicembre del 2008. La sentenza di primo grado, il 18 marzo del 2010, firmata dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Lorenzo Matassa. 6 imputati giudicati con il rito abbreviato e condannati, anche fino a 10 anni di carcere. Adesso la sentenza della Corte d’Appello. E’ stato assolto Calogero Costanza, 27 anni, di Favara, gia’ condannato dal Tribunale ad 8 anni di carcere. Confermati invece gli 8 anni inflitti ad un altro favarese, Gerlando Morreale, 44 anni, ed i 10 anni di carcere a carico di Angelo Di Bella, 56 anni, di Canicatti’. A favore di Calogero ‘’ Lillo ‘’ Di Caro, 66 anni, di Canicatti’, la condanna e’ stata ridotta da 6 a 3 anni perche’ i giudici non hanno riconosciuto l’aggravante dell’articolo 7 dell’ avere favorito Cosa nostra. Riduzione, da 10 anni ad 8 anni ed 8 mesi, anche per Luigi Messana, 52 anni, di Canicatti’. Confermato infine 1 anno di reclusione al pentito di Racalmuto, Beniamino Di Gati, 45 anni, fratello di Maurizio. La Corte ha dissequestrato le imprese dell’ assolto Calogero Costanza, la “Ares” e la “S.C Costruzioni” .

10 febbraio, la sezione del Tribunale di Sciacca, presieduta da Enzo Agate, ha emesso la sentenza di primo grado al processo ordinario nell’ambito della maxi inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Scacco matto ‘’. 12 anni a Vito Bucceri, di Menfi. Assolto Rosario Cascio, di Santa Margherita Belice. 12 anni e 6 mesi a Vitino Cascio, di Santa Margherita Belice. 13 anni e 4 mesi a Giovanni Campo, di Menfi. 12 anni a Filippo Campo, di Menfi. 14 anni e 8 mesi a Pasquale Ciaccio, di Santa Margherita Belice. 4 anni a Giuseppe Clemente, di Sciacca. 11 anni a Mario Davilla, di Burgio. 15 anni a Giovanni Derelitto, di Burgio. 9 anni e 3 mesi a Michele Di Leo, di Sciacca. Assolto Nicolo’ Di Martino, di Ribera. 10 anni e 6 mesi a Giuseppe Falsone, di Campobello di Licata. 12 anni e 6 mesi a Francesco Fontana, di Partanna. 14 anni a Giuseppe La Rocca, di Montevago. Assolto Antonino Maggio, di Sambuca di Sicilia. 6 anni a Tommaso Militello, nato Palermo e domiciliato a Menfi. 11 anni a Giuseppe Monreale, di Sciacca. 12 anni e 6 mesi ad Antonio Perricone, di Burgio. Assolto Biagio Smeraglia, di Ribera. Ed assolto Domenico Sandullo, di Sciacca, Consigliere comunale, al quale, come persona “informata sui fatti”, e’ stato contestato l’avere reso o omesso notizie in modo da agevolare l’associazione mafiosa.

10 febbraio, non si placa la recrudescenza improvvisa di sbarchi clandestini a Lampedusa. Altri 78 extracomunitari sono stati intercettati dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di Finanza su un barcone a circa 16 miglia a sud di Lampedusa. Ed ancora, sono approdati altri 132 clandestini, in due gruppi, da 77 e 65. Attivate le procedure di rimpatrio. Nel frattempo, il Ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, ha ribadito che il Centro d’accoglienza di Lampedusa e’ e sara’ chiuso, e che gli extracomunitari saranno smistati verso altri Centri di accoglienza.

10 febbraio, ad Agrigento, all’ Ospedale San Giovanni di Dio, una donna di 32 anni, Caterina Farruggia, di Agrigento, all’ottavo mese di gravidanza, e’ morta. La sventurata e’ stata sottoposta ad un controllo, poi all’interno dell’Ospedale ha subito un malore ed e’ deceduta. I medici hanno salvato il nascituro eseguendo un taglio cesareo. Il direttore sanitario dell’Ospedale, Antonello Seminerio, afferma : ‘’ il cesareo ha consentito di far nascere il bimbo che e’ stato ricoverato in terapia intensiva neonatale. Adesso dovranno essere valutati eventuali danni dovuti ad ipossia. La donna, secondo i primi accertamenti, avrebbe avuto una emorragia interna all’utero, dovuta probabilmente ad un aneurisma. Non e’ stata aperta un’ inchiesta interna all’ospedale ‘’.

10 febbraio, l’ex sindaco di Santa Margherita Belice, Giorgio Mangiaracina, 50 anni, e’ stato assolto dal Tribunale di Sciacca dall’accusa di abuso d’ufficio. Secondo la Pubblica accusa, nel 2004, Mangiaracina, sindaco di Santa Margherita e presidente della Commissione delegata alla ricostruzione post terremoto, avrebbe operato in modo tale da ostacolare l’ottenimento di un contributo di 300 mila euro per la ricostruzione di un’abitazione al concittadino Calogero Maggio, revocando due delibere che avrebbero autorizzato il contributo, ritardando inoltre l’approvazione del progetto.

10 febbraio, Giuseppe Alaimo, 52 anni, di Favara, accusato, nell’ambito dell’inchiesta antidroga cosiddetta ‘’ Bistrot ‘’, di essere stato il capo della banda che avrebbe importato cocaina dal Belgio attraverso i pullman di linea, e’ stato condannato dai giudici della sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Franco Messina, a 7 anni di reclusione. A conclusione della requisitoria il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna di Alaimo a 21 anni di carcere.

10 febbraio, l’agrigentino Eugenio Gibilaro, 44 anni, parcheggiatore abusivo, e’ stato condannato dal Tribunale ad 1 anno e 6 mesi di reclusione per detenzione e spendita di banconote false. Il coimputato, Mario Fuca’, 25 anni, anche lui di Agrigento, e’ stato assolto. I due sono stati arrestati dai Carabinieri il 10 marzo del 2009 perche’ sorpresi a bordo di un’ automobile in possesso di alcune banconote di vario taglio tutte contraffatte. La perquisizione si estese anche all’abitazione di Gibilaro, dove sono state scoperte altre 10 banconote false.

11 febbraio, non si placa la recrudescenza improvvisa di approdi clandestini a Lampedusa. Sono quasi 1000 i migranti, quasi tutti tunisini, sbarcati nel corso della notte sull’isola agrigentina. Un primo gruppo di 500 clandestini e’ approdato verso le 3. Altri sbarchi, con altri 200 extracomunitari circa, si sono susseguiti durante la notte. Poco dopo le 5 un’altra imbarcazione con altri 300 migranti e’ stata intercettata poco a largo di Lampedusa. Altre centinaia di migranti sono sbarcati oggi.
Ed il Ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, a seguito della emergenza sbarchi esplosa a Lampedusa, afferma : ‘’ vi e’ il rischio di una vera e propria emergenza umanitaria. La grave crisi del Maghreb, in particolare dalla Tunisia e dall’Egitto, sta portando ad una fuga di massa verso l’Italia. Stanno arrivando centinaia di persone sulle coste italiane e stiamo mettendo in campo tutte le forze per fronteggiare una vera e propria crisi umanitaria “.

11 febbraio, gli agenti della Polizia locale di Agrigento, agli ordini di Cosimo Antonica, nel corso dello sgombero di un’ abitazione, in via Cannameli, nel centro storico, hanno scoperto una vera e propria centrale di masterizzazione. Scoperti e sequestrati 3496 compact disk, di cui 2250 cd musicali, poi 1175 films in dvd  e 20 giochi per Play station, oltre che un computer con 7 masterizzatori utilizzato per la riproduzione illegale. Sono in corso indagini per ricercare i responsabili dell’attivita’ illecita, e per accertare l’eventuale coinvolgimento dei proprietari dell’intero immobile oggetto di ordinanza di sgombero per motivi di pubblica incolumita’.

11 febbraio, i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno fermato, perche’ indiziato di delitto, Vincenzo D’ Angelo, 50 anni, impiegato al Consorzio di bonifica ” Agrigento 3 “, di Cattolica Eraclea. I militari, indagando su altro, hanno ascoltato le intercettazioni da cui e’ emersa l’intenzione di D’Angelo di vendicarsi di chi ha rubato nella sua casa rurale . Vincenzo D’Angelo e’ stato quindi fermato prima che potesse utilizzare un’arma clandestina calibro 7,65. Al momento e’ indagato per porto e detenzione abusiva d’arma clandestina.

11 febbraio, i Carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato i fratelli di Menfi, Filippo e Giovanni Campo, entrambi imprenditori, e Tommaso Militello, nato a Palermo e domiciliato a Menfi. I 3, come si ricordera’, giovedi’ scorso sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Sciacca nell’ambito della maxi inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Scacco matto ‘’. Nel dettaglio, 6 anni di carcere a Tommaso Militello, 13 anni e 4 mesi a Giovanni Campo, e 12 anni a Filippo Campo.

11 febbraio, i Carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato, ai domiciliari, Bartolomeo Grisafi, 52 anni, ed Antonio Cangemi, 43 anni,  entrambi di Menfi, sorpresi in flagranza di reato di furto aggravato di cavi elettrici nella localita’ Porto Palo. Grisafi e Cangemi sono stati colti in possesso di circa 400 metri di cavi della rete pubblica Enel appena tranciati, e che sono stati restituiti all’ente proprietario.

11 febbraio, la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di primo grado emessa il 14 ottobre del 2009 dal Tribunale di Agrigento a carico di Calogera Sferlazza, 49 anni, di Favara, casalinga, reo confessa del tentato omicidio di Giovanni Alonge, 63 anni, anche lui di Favara. L’8 luglio del 2008, a Favara, in contrada Giarrizzo, Calogera Sferlazza, al culmine di una violenta discussione, sparo’ 3 colpi di pistola calibro 38 contro Alonge, ferito alle gambe e ad un fianco. La donna sarebbe stata ossessionata dalle insistenti attenzioni che le avrebbe riservato Alonge, suo vicino di casa, e gli avrebbe sparato non per ucciderlo ma per spaventarlo.

12 febbraio, assume proporzioni bibliche l’ ormai esodo di massa dal nord Africa verso le coste agrigentine. Sono circa 4mila i migranti sbarcati a Lampedusa nel corso degli ultimi quattro giorni. Un barcone carico di migranti in partenza si e’ ribaltato poco a largo dalla Tunisia provocando un morto, un disperso e 3 feriti. In Sicilia il Governo nazionale ha disposto l’ intensificazione dei ponti aerei per i trasferimenti ed il montaggio di tendopoli, ad opera della Protezione civile, per garantire provvisoria accoglienza.

12 febbraio, ad Agrigento, in via Unita’ di Italia, due banditi, con il volo travisato ed armati di pistola, hanno rapinato il supermercato “Iperte”. Il bottino, frutto dell’incasso della giornata, ammonta a circa 12mila euro. La Polizia ha scoperto nella zona, in contrada Minaga, un’automobile Fiat Uno rubata a Favara ed utilizzata dai rapinatori per la fuga. Infatti, all’interno e’ stato scoperto un sacchetto di plastica con delle monete dentro.

12 febbraio, i Carabinieri della stazione di Racalmuto, in collaborazione con il personale del Nucleo cinofili di Palermo, hanno arrestato, in flagranza di reato, Massimiliano Puma, 32 anni, di Racalmuto, perche’, nel corso di una perquisizione all’interno della sua abitazione, sono state scoperte e sequestrate 4 pistole e munizioni, tutte in perfetto stato di conservazione, detenute illegalmente.

12 febbraio, vi sono anche 2 agrigentini tra 5 studenti incriminati, tra arresti e denunce, dalla Squadra mobile a Ozzano, frazione di Bologna, perche’ nella loro abitazione e’ stata scoperta una serra adibita alla coltivazione di marijuana. In manette, perche’ sorpresi a confezionare lo stupefacente, Davide Ferranti, 20 anni, di Canicatti’, e Fabio Calogero Zagarrigo, 25 anni, di Agrigento. I due sono stati scarcerati in attesa del processo per direttissima. Il giudice gli ha imposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza.

14 febbraio, il Giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Sara Marino, ha condannato a 4 mesi di reclusione ciascuno, pena sospesa, i medici Giovanni Moscarelli, 64 anni, di Roccamena in provincia di Palermo, Mario Pira, 55 anni, e Giuseppe Greco Polito, 57 anni, entrambi di Licata. Assolti sono stati i medici Pietro Bonino, Bruno Pinzello e Michele Cannarozzo. I 6 imputati, gia’ in servizio nel reparto di Ginecologia dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso a Licata, sono stati accusati di lesioni colpose gravissime in concorso allorche’ il 10 febbraio del 2006 ad una donna di origine cinese, a seguito di un intervento chirurgico eseguito nel reparto di Ginecologia – Ostetricia, sarebbe stata provocata la sterilita’.

15 febbraio, lungo la statale 115, tra Porto Empedocle e Realmonte, nei pressi del bar La Sosta, Pietro Napoli, 27 anni, di Agrigento e residente a Realmonte, impiegato in banca, a bordo della sua automobile, un’ Alfa Romeo 147, ha invaso la carreggiata opposta e si e’ schiantato contro una pala meccanica parcheggiata. Pietro Napoli e’ morto sul colpo. Inutili i soccorsi. Polizia e Carabinieri indagano per accertare se la presenza della pala meccanica e del cantiere, impegnato in lavori di scavi, sia stata adeguatamente segnalata.

15 febbraio, la Direzione investigativa antimafia ed il Tribunale di Agrigento hanno sequestrato beni per un valore di oltre 500mila euro a Salvatore Imbornone, 51 anni, detenuto, presunto capo della famiglia e del mandamento mafioso di Lucca Sicula, gia’ condannato in primo grado, il 18 febbraio del 2010, ad 11 anni e 4 mesi di reclusione, per associazione mafiosa, nell’ambito della maxi inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Scacco matto ‘’. Tra i beni sequestrati vi sono immobili, autovetture, conti correnti bancari e libretti di deposito.

15 febbraio, i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Maurizio Carbone, 36 anni, di Ribera, gia’ sottoposto alla misura cautelare emessa dal Tribunale del divieto di avvicinamento alla ex moglie. Adesso Carbone, dopo numerose telefonate minatorie alla donna, l’ ha incontrata nel centro cittadino di Ribera ed innanzi a tanta gente l’avrebbe minacciata di morte con una pistola, che si e’ poi rivelata un’arma giocattolo. Maurizio Carbone e’ stato arrestato in flagranza dei reati di stalking e minaccia grave, e rispondera’ anche della violazione della misura cautelare gia’ disposta a suo carico.

15 febbraio, tre veterinari dell’ Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Calogero Caracappa, Michele Bono e Gino Raso, accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio e falso ideologico, sono stati assolti dai giudici della Corte d’Appello di Palermo. Il 10 aprile del 2009 il Tribunale di Sciacca ha condannato in primo grado ad 1 anno e 3 mesi di reclusione ciascuno l’ex responsabile del Distretto veterinario di Sciacca, Calogero Caracappa, ed il veterinario Michele Bono, accusati di abuso in atti d’ufficio e falso. Sei mesi di reclusione sono stati inflitti al veterinario Gino Raso. I tre imputati, adesso assolti in Appello, avrebbero omesso verifiche igienico sanitarie in un caseificio di Santa Margherita Belice che avrebbe operato per tre anni senza le necessarie autorizzazioni.

16 febbraio, ad Agrigento, recentemente, le scritte razziste. A Favara, adesso, manifesti e scritte inneggianti alla mafia. Sui muri del centro storico sono state affisse delle locandine apologetiche alla criminalita’ mafiosa. Si tratta di 4 manifesti in cui si sottolinea la differenza, ad esempio, tra le tasse dello Stato, al 40 per cento, ed il pizzo della mafia, al 20 per cento, e quindi piu’ conveniente. Oppure le sigarette, il monopolio dello Stato, e l’opportunita’ invece di legalizzare l’hashish. Poi altri due manifesti, uno : ‘’ piu’ ricchezza ‘’, alludendo ai patrimoni mafiosi, e l’altro : ‘’ piu’ sicurezza ‘’, tra fucili e mitra.

16 febbraio, blitz antidroga della Tenenza della Guardia di Finanza a Licata. In manette Mohamed Hatan e Larbi El Hachim, originari del Marocco e da tempo residenti a Licata, sorpresi in possesso di 8 panetti di hashish. 100 grammi ciascuno, moltiplicato per 8, quindi 800 grammi di stupefacente.

17 febbraio, i Carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Mario Zirafi, 42 anni, pregiudicato, di Licata, inseguito da un ordine di carcerazione per produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti emesso dall’ Ufficio esecuzione penali della Procura di Agrigento. Mario Zirafi scontera’ una condanna definitiva a 7 anni di reclusione e paghera’ una multa di 28mila euro.

18 febbraio, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Annalisa Russello ed Angelo Farruggia, il Tribunale di Palermo ha condannato il Ministero della Sanita’ a risarcire due pazienti, di Ravanusa e Lampedusa, che hanno contratto il virus dell’epatite C, uno nel 1983 e l’altro nel 1986, a seguito di trasfusioni di sangue infetto all’ Ospedale Molinette di Torino ed al Policlinico di Palermo. Il Ministero ha eccepito che il virus dell’epatite C all’epoca dell’ infezione non era stato ancora classificato ma il Tribunale ha rilevato che al Ministero e’ oggettivamente imposta la responsabilita’ del controllo sul sangue soprattutto quando e’ importato dall’ estero. Ebbene, ad una coppia di Ravanusa e’ stato riconosciuto il risarcimento di 529 mila euro, alla donna che ha subito la trasfusione ed anche all’uomo che ha contratto il virus durante i rapporti sessuali con la moglie. E 547 mila euro sono stati assegnati ad una coppia di Lampedusa.

19 febbraio, a Favara, in via Pietro Nenni, due banditi ed uno dei due travisato al volto ed armato di pistola, hanno rapinato mille euro in una tabaccheria. Poi, verosimilmente gli stessi due malviventi, a bordo di una moto, hanno rapinato una stazione di servizio Agip. Il benzinaio e’ stato costretto a consegnare 500 euro. Indagano i Carabinieri.

19 febbraio, attentato intimidatorio contro l’ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara, dirigente di Italia dei Valori, ed autore delle denuncie che hanno partorito l’ inchiesta anti – usura cosiddetta ‘’Easy Money ‘’. I Carabinieri hanno intercettato all’ Ufficio postale una busta indirizzata a Ferrara con dentro un foglio di minacce di morte ed un proiettile.

21 febbraio, a Licata, in piazza Linares, i Carabinieri della locale Compagnia, agli ordini di Massimo Amato, hanno arrestato in flagranza di reato, Calogero Brunetto, 21 anni, disoccupato, incensurato, accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti allorche’ e’ stato sorpreso a cedere a terzi, poi fuggiti, della sostanza stupefacente. Nella tasca del jeans di Brunetto sono stati scoperti e sequestrati 7 grammi di hashish, suddivisi in dosi pronte per lo spaccio.

21 febbraio, il Giudice monocratico del Tribunale penale di Agrigento, sezione distaccata di Canicatti’, Sara Marino, ha condannato a 9 mesi di reclusione il canicattinese Angelo Sanfilippo, accusato di diffamazione per avere scritto, nel luglio del 2007, alcune frasi offensive contro una sua insegnante su un muro sotto l’abitazione della docente. La donna ha presentato denuncia, ed i Carabinieri hanno scoperto gli autori, tra Sanfilippo ed altri suoi compagni che hanno gia’ patteggiato la condanna.

21 febbraio, a Campobello di Licata, in via Roma, 3 banditi, travisati al volto ma non armati, hanno bucato una parete confinante all’ Ufficio, hanno abbattuto il muro, hanno minacciato e rinchiuso nel bagno il direttore e 3 dipendenti, ed hanno rapinato 55 mila euro alla banca Monte dei Paschi di Siena. Indagano i Carabinieri.

22 febbraio, i Carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro e della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato 5 palmesi accusati di detenzione e spaccio di droga, soprattutto hashish acquistato nel palermitano, trasportato spesso sui pullman di linea e poi rivenduto al dettaglio nell’agrigentino. In manette Salvatore Incardona, 38 anni, bracciante agricolo. Giampiero Zarbo, 24 anni, disoccupato. Angelo Vaccaro, 30 anni, disoccupato. Pietro Onorato, 42 anni, operatore ecologico. Ed Antonino Mazzanares, 23 anni, disoccupato. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati oltre 2 chili di hashish.

22 febbraio, alla periferia di Santa Elisabetta, in una grotta, i Carabinieri della Compagnia di Canicatti’, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno scoperto un fucile ed un silenziatore, molto vecchi ed in stato di abbandono.

22 febbraio, il Tribunale di Agrigento, presieduto da Antonina Sabatino, ha condannato a 2 anni di reclusione Elio Gioacchino Marino, 40 anni, di Agrigento, pastore, accusato di violenza sessuale, maltrattamenti e percosse a danno della moglie. Marino pero’ e’ stato condannato solo per il reato di maltrattamenti ed e’ stato assolto dall’accusa di violenza sessuale. Per il reato di percosse e’ stata ritirata la querela. Nel 2006 la donna, rivolgendosi al “ Telefono Aiuto ” racconto’ la sua storia e successivamente fu presentata la denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento. Marino e’ stato difeso dagli avvocati, Toto’ Pennica ed Alfonso Neri. La donna nel processo si e’ costituita Parte civile.

23 febbraio, ad Agrigento, in via Esseneto, ignoti hanno imbottito di colla Attack la serratura del Patronato Inas della Cisl. Il segretario provinciale del Sindacato, Salvatore Montalbano, ha presentato una denuncia all’autorita’ giudiziaria. Indaga la Polizia che privilegia l’ipotesi della scorribanda vandalica.

23 febbraio, a Porto Empedocle un supermercato ha ritirato dalla vendita tutte le bottiglie di acqua minerale della marca acquistata da una donna trentenne empedoclina ricoverata in Ospedale perche’ intossicata da candeggina presumibilmente contenuta nell’acqua bevuta. Nella bottiglia infatti e’ stato riscontrato un buco nel tappo. I cittadini sono invitati a controllare l’integrita’ delle bottiglie, ad esempio capovolgendole, prima del consumo.

23 febbraio, blitz antiassenteismo dei Carabinieri e della Polizia municipale al Municipio di Racalmuto. A conclusione dei controlli e’ emerso che 9 persone, tra dirigenti ed impiegati, non sono stati presenti nei rispettivi uffici nonostante avessero registrato la propria presenza. Adesso i 9 risponderanno del reato di truffa a danno dello Stato.

23 febbraio, ancora, ed e’ la quarta, una incursione vandalica a danno del Centro sociale Robadao a Naro. Adesso ignoti hanno danneggiato ed asportato gli infissi. Quanto accaduto e’ condannato da Maria Grazia Brandara, presidente del Consorzio per la legalita’ e lo sviluppo di Agrigento, che afferma : ‘’ il Centro sociale Robadao di Naro e’ costato allo Stato piu’ di un milione, grazie ai fondi del Pon Sicurezza. Malgrado la vigilanza delle Forze dell’ordine, il sito e’ stato nuovamente vandalizzato con danni notevoli. Speriamo che al piu’ presto si riesca ad utilizzare questo bene come gli altri confiscati alla mafia, facendone beneficiare le popolazioni della zona visti i fini sociali che simili iniziative si propongono “.

23 febbraio, banda del buco scatenata nell’agrigentino. A Naro, in piazza Municipio, ignoti, nottetempo, hanno bucato una parete confinante all’Ufficio, sono entrati dentro la Banca Monte dei Paschi di Siena ed hanno rubato circa 30mila euro in contanti. Un colpo con le stesse modalita’ e’ stato gia’ compiuto a Campobello di Licata, ancora a danno di un’ agenzia del Monte dei Paschi di Siena.

24 febbraio, il Tribunale per i Minorenni di Palermo ha condannato a 6 mesi di reclusione ciascuno Gerlando T ed Antonino G, oggi maggiorenni ed entrambi di Villaseta, frazione di Agrigento, colpevoli di aver aggredito a sprangate e fratturato un braccio, la sera del 4 agosto del 2007, a Francesco Ancona, 60 anni, picchiato in strada e sorpreso insieme alla sorella Graziella. I due Ancona sarebbero stati piu’ volte bersaglio di molestie ed aggressioni da parte dei due minorenni condannati.

24 febbraio, incidente mortale a Palermo, lungo la circonvallazione, dove Giuseppe Romano, 30 anni, di Licata, per cause in corso di accertamento da parte dei Carabinieri e dei Vigili urbani, si e’ schiantato con la propria auto contro un guardrail ed e’ morto. Il sinistro, forse, e’ stato provocato dalla pioggia battente che ha reso l’asfalto scivoloso.

24 febbraio, a Racalmuto, in viale Hamilton, all’ interno del Bar Tabacchi Pizzeria “Pasadena” sono entrati due malviventi armati di pistola che hanno minacciato al titolare la consegna dell’ incasso. Al culmine concitato della rapina la pistola di uno dei due bandito ha sparato un colpo per fortuna nel vuoto. Il bottino ammonta ad alcune centinaia di euro. Indagano i Carabinieri.

24 febbraio, i Carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, su ordine della Procura di Sciacca, hanno arrestato Calogero Puleo, 24 anni, di Sciacca, che scontera’ 3 anni e 6 mesi di reclusione inflittigli nell’ambito del processo antidroga cosiddetto ‘’ Bacchanalia ‘’, dal nome del blitz dei Carabinieri del 19 maggio del 2010.

24 febbraio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Michele Guarnotta, ha condannato 12 imputati nell’ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta ‘’ Bacchanalia ‘’, dal nome del blitz dei Carabinieri del 19 maggio del 2010 scatenato, soprattutto, tra Sciacca e Menfi. Inflitti 8 anni e 6 mesi a Francesco Notaro. 5 anni a Vincenzo Orsini. 4 anni a Francesco Pecora. 4 anni e 4 mesi ciascuno a Calogero Cammarata e Giovanni Titone. 3 anni ciascuno a Claudio Montalbano e Vito Mirabile. 2 anni ed 8 mesi ciascuno ad Antonella Chilla’, Maria Luisa Mergola, il nordafricano Kitar Kamel e Francesco Miceli. 2 anni e 4 mesi a Salvatore Caruso.

25 febbraio, i Carabinieri della stazione di Siculiana hanno arrestato Giuseppe Meli, 41 anni, residente ad Agrigento, accusato di avere trasportato materiale pericoloso senza autorizzazione. Meli, insieme ad un’altra persona che e’ stata segnalata all’autorita’ giudiziaria, e’ stato sorpreso a bordo di un autocarro Volkswagen carico di 300 chili di materiale ferroso di vario genere e dubbia provenienza. Giuseppe Meli e’ in attesa di giudizio direttissimo. Il materiale e’ stato posto sotto sequestro.

26 febbraio, a Licata, in via Gela, due banditi, a bordo di un’ automobile appena rubata a Licata, travisati al volto ed armati di un fucile e di una pistola, hanno minacciato il benzinaio ed hanno rapinato l’incasso della giornata al distributore di benzina Esso. Durante la fuga i malviventi hanno esploso un colpo di pistola in aria a scopo intimidatorio.

26 febbraio, un caporal maggiore del 185esimo battaglione paracadutisti della ” Folgore “, Nicola Casa’, 24 anni, di Raffadali, e’ morto vittima di un incidente nel Lazio, in territorio di Tarquinia, al chilometro 103 della via Aurelia. Il militare e’ stato a bordo di un ” Lince “, che, per cause in corso di accertamento, si e’ ribaltato lungo la strada. Nicola Casa’, in servizio dal novembre del 2005, e’ morto durante il trasporto all’ospedale di Tarquinia. Altri militari hanno subito ferite, piu’ o meno gravi. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha espresso le condoglianze alla famiglia.

28 febbraio, a Porto Empedocle, in Via dello sport, un incendio, di origine incerta, ha danneggiato il secondo piano dell’ edificio della scuola media “ Vivaldi ”. La scuola sarebbe stata in funzione da oggi, dopo i lavori di ristrutturazione, se non fosse intervenuto il fuoco, forse appiccato da ignoti dolosamente e che poi sono fuggiti. La Polizia scientifica non esclude anche l’ipotesi del corto circuito che avrebbe scatenato il rogo. Sul posto hanno lavorato i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento, che hanno spento tempestivamente le fiamme. Indagano Polizia e Carabinieri.

28 febbraio, i Carabinieri della Compagnia di Cammarata, agli ordini del capitano Alessandro Trovato, hanno arrestato Santo Perricone, 43 anni, di Cammarata, perche’ e’ sfuggito ad un posto di blocco al bivio Tumarrano a bordo di un ciclomotore privo di assicurazione e poi si e’ scagliato contro i militari con violenza. L’arresto e’ stato convalidato dal Tribunale di Agrigento, e Perricone e’ stato scarcerato in attesa del processo. Ed ancora, i Carabinieri hanno arrestato Marco Mangiapane, 25 anni, di San Giovanni Gemini, e Vito Nocera, 19 anni, di Cammarata. Denunciati a piede libero due minorenni. I quattro sono stati sorpresi a rubare una ingente quantita’ di gasolio da un deposito di una ditta impegnata nei lavori di ammodernamento del tratto ferroviario Agrigento – Palermo. Mangiapane e Nocera sono stati gia’ giudicati per rito direttissimo e sono stati condannati alla pena, sospesa, di 6 mesi di reclusione ciascuno, e 300 euro di multa.

28 febbraio, una giovane romena dopo avere partorito ha infilato il feto in un sacchetto e lo ha abbandonato lungo la statale 115 tra Licata e Palma di Montechiaro. La donna, in preda ad una emorragia, e’ stata soccorsa all’ Ospedale ‘’ San Giacomo d’Altopasso ‘’ di Licata, ed ai medici ha raccontato di avere partorito un feto gia’ morto. Le indicazioni della romena, che sarebbe stata al quinto mese di gravidanza, hanno consentito ai Carabinieri di recuperare il feto. La romena e’ stata denunciata per occultamento di cadavere. La Procura ha disposto l’autopsia. All’esame degli inquirenti vi e’ anche la posizione del compagno della donna, anche lui romeno.

28 febbraio, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, accogliendo la richiesta avanzata dal Pm e dalla difesa dell’indagato, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico del sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto, sottoposto ad indagini per il reato di voto di scambio. L’inchiesta scatto’ a seguito di una denuncia presentata presso i Carabinieri della stazione di Porto Empedocle dal rivale candidato sindaco, Orazio Guarraci, due giorni dopo il ballottaggio dell’11 giugno del 2006, quando Firetto fu eletto sindaco. Guarraci allego’ alla denuncia le dichiarazioni di 3 donne secondo le quali una signora avrebbe votato Firetto in cambio del pagamento di una bolletta dell’energia elettrica. Il difensore di Calogero Firetto, l’avvocato Angelo Farruggia, ha dimostrato l’infondatezza ed il contenuto calunniatorio delle accuse mosse da Guarraci.

28 febbraio, il Tribunale di Roma ha assolto 3 impiegate del Tribunale di Agrigento. Si tratta di due agrigentine, Anna Argento, 46 anni, Giuseppa “Giusi” Tarantino, 54 anni, e di Maria Carmela “Marika” Graceffa, 40 anni, di Aragona. Le 3 sono state imputate nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta ‘’ Matrioska ‘’. Secondo l’accusa, tanti protestati avrebbero ottenuto affidamenti bancari nonostante fossero protestati grazie ad una artificiosa, ed illecita, riabilitazione e, quindi, sanatoria dei protesti. Ebbene, Argento, Tarantino e Graceffa sarebbero state complici dell’artificio a favore di un imprenditore di Agrigento, anche lui incriminato. Il Tribunale di Roma, competente a giudicare, ha acquisito le prove che scagionano le 3 donne. I documenti che testimoniano la loro innocenza sono stati proposti dal difensore, l’avvocato Giuseppe Arnone, ed, a sua volta, dal Pubblico Ministero, che ha chiesto, dunque, l’assoluzione con formula piena.

1 marzo, i Carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini di Gaetano La Rocca, hanno arrestato Mario Li Bassi, 40 anni, e Michele La Bella, 28 anni, entrambi di Sciacca, accusati di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. Li Bassi e La Bella sono stati sorpresi, ad un posto di blocco lungo la statale 115, in possesso di 2 panetti di hashish del peso complessivo di 200 grammi nascosti dentro la loro automobile, una Lancia Y. In un garage di proprieta’ di La Bella sono stati sequestrati un bilancino digitale ed altri grammi di hashish.

1 marzo, i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Sciacca 11 persone responsabili, a vario titolo, di gestione non autorizzata di rifiuti, violazione di sepolcro e vilipendio di cadavere. 5 degli 11 indagati sono dipendenti comunali che risponderanno anche di omessa denuncia da parte di un incaricato di pubblico servizio. Le indagini sono scattate nell’estate scorsa quando in prossimita’ del cimitero comunale e nel vallone “ Ciavolaro ” furono scoperte e sequestrate 2 discariche abusive dove, tra vari rifiuti speciali o pericolosi, sono state scoperte diverse tavole in legno, parti zincate utilizzate per la costruzione di bare, e frammenti di lapidi marmoree con relative iscrizioni. Secondo quanto accertato dai Carabinieri, i loculi cimiteriali a Ribera sarebbero stati abusivamente svuotati per procedere a nuove sepolture, ed i relativi rifiuti sarebbero stati illecitamente smaltiti nei siti sequestrati.

1 marzo, dopo 3 giorni di agonia, ed il sopravvento della morte cerebrale, e’ morto, all’ Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, Emanuele Cavallaro, 20 anni, di Favara, vittima di un incidente stradale autonomo, a bordo della propria automobile Smart, che si e’ ribaltata piu’ volte, sabato scorso, 26 febbraio, alle 4 del mattino al confine tra Agrigento e Favara, nei pressi delle contrade Petrusa e Saraceno. La famiglia di Emanuele Cavallaro ha autorizzato l’espianto e la donazione degli organi, tra cornee e reni.

1 marzo, a conclusione del giudizio abbreviato il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Daniela Troja, ha emesso la sentenza nell’ambito dell’ inchiesta antimafia nell’agrigentino cosiddetta ‘’ Apocalisse ‘’, contro alcuni presunti favoreggiatori e fiancheggiatori dell’ex latitante e capo di Cosa nostra agrigentina, Giuseppe Falsone. 3 condanne e 4 assoluzioni. 4 anni di reclusione sono stati inflitti a Salvatore Paci, 63 anni, di Campobello di Licata. 3 anni ed 8 mesi a Gioacchino Francesco Cottitto, 44 anni, di Palma di Montechiaro. 3 anni e 4 mesi a Giancarlo Buggea, 41 anni, di Canicatti’. Sono stati assolti Pino Gambino, 39 anni, di Ravanusa. Ferdinando Bonanno, 70 anni, di Catania. Giovanni Marino, 44 anni, di Canicatti’, e Calogero Paci, 36 anni di Campobello di Licata. Un ottavo imputato, il canicattinese Diego Gioacchino Lo Giudice, 65 anni, sara’ giudicato con il rito ordinario.

1 marzo, condanne ed espiazione della pena. I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato, in esecuzione di ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Palermo, Gaetano Dispenza, 60 anni, di Agrigento, che scontera’ 1 anno e 2 mesi di reclusione, Calogero Salemi, 59 anni, che scontera’ 1 anno ed 8 mesi, ed Alfonso Palillo, 67 anni, di Agrigento, che scontera’ 3 anni e 4 mesi di carcere.

1 marzo, a Favara, in piazza Angelo Giglia, ancora una rapina e’ stata perpetrata a danno del Supermercato Ard Discount. Un malvivente, armato di pistola e travisato con un casco integrale, ha minacciato un impiegato e lo ha costretto a consegnargli l’incasso. Il bottino ammonta a poche decine di euro. Indagano i Carabinieri.

1 marzo, truffa dello specchietto a Palermo dove i Carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, Gioacchino Ragazzo, 22 anni, originario di Canicatti’ e residente a Castrofilippo, disoccupato. Denunciata, invece, per concorso in truffa, la moglie, G R, ecco le iniziali del nome, casalinga di 19 anni. Gioacchino Ragazzo avrebbe simulato piu’ volte di avere subito danneggiamenti allo specchietto laterale della sua automobile insistendo affinche’ altri malcapitati automobilisti gli risarcissero i danni subiti. Ragazzo e’ stato sorpreso dai Carabinieri a Villabate intento a riscuotere da un automobilista la somma in contanti di 70 euro.

1 marzo, il Tribunale di Agrigento ha assolto, “ perche’ il fatto non sussiste ”, Angelo Occhipinti, 57 anni, e i fratelli Giacomo e Carmelo Marino, rispettivamente di 38 e 32 anni, tutti di Licata, accusati di tentata estorsione aggravata a danno di uno stabilimento balneare a Licata nell’ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Lupo mannaro ‘’.

2 marzo, a Sciacca, in via Lido 96, l’ ingegnere Michele Buscarnera, titolare di un Centro di ingegneria geotecnica, ha scoperto innanzi all’ ingresso del proprio Studio professionale un sacchetto di plastica con dentro una testa di agnello mozzata. Buscarnera adesso e’ impegnato in lavori connessi agli impianti fotovoltaici, e nello Studio vi e’ anche la sede sociale della Sun e Soil, la societa’ che ha appena costruito 3 impianti fotovoltaici per un investimento di 29 milioni di euro. Amministratore unico, per circa due anni, della Sun e Soil, e’ stata  Elvira Frigerio, segretaria di Michele Buscarnera, ed oggi Consigliere comunale. Indaga la Polizia.

3 marzo, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 2 anni e 11 mesi di reclusione ciascuno, ed alla sospensione dai pubblici uffici per lo stesso periodo di tempo, l’avvocato Rosario Fiore, 36 anni, ed il medico Leonardo Di Gloria, 53 anni, entrambi di Porto Empedocle, e gia’ rispettivamente assessore e vice sindaco di Porto Empedocle. Fiore e Di Gloria sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza il 23 giugno del 2008 per concussione allorche’ avrebbero preteso ed ottenuto del denaro da alcuni imprenditori per garantire una presentazione piu’ rapida delle richieste di finanziamento comprese nei Patti territoriali. Leonardo Di Gloria, infatti, e’ stato presidente dell’Agenzia Empedocle sviluppo, e Rosario Fiore e’ stato consulente amministrativo della stessa agenzia. I due imputati sono difesi dagli avvocati Nino Gaziano e Sergio Monaco.

3 marzo, il Tribunale di Sciacca ha condannato Mohamed Naim, 46 anni, originario del Marocco, ad 1 anno ed 8 mesi di reclusione, pena sospesa, perche’ ritenuto responsabile di tentata violenza sessuale a danno di un minorenne di Montevago. Il 25 agosto del 2008, il marocchino, venditore ambulante, dopo aver contrattato il prezzo per la vendita di un coltellino a serramanico  con il minorenne, e dopo la richiesta del ragazzino di uno sconto, gli avrebbe stretto un braccio intorno al collo tentando di condurlo con forza all’interno di un bagno pubblico vicino alla bancarella. Il minorenne si svincolo’ e lancio’ l’allarme.

3 marzo, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Palermo, hanno arrestato Fabrizio Burgio, 57 anni, di Agrigento, residente a Favara. Burgio, arrestato nell’ambito dell’ inchiesta cosiddetta ‘’ Fontanelle ‘’ contro alcune truffe a danno di Agenzie finanziarie, scontera’ la condanna ad 1 anno e 9 mesi di reclusione.

4 marzo, i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato 5 persone per furto d’acqua. Si tratta di Luciano Lo Raso, 62 anni, pensionato. Maria Carmela Trizzino, 52 anni, dipendente comunale. Nicolo’ Barna, 67 anni, pensionato. Girolamo Valenti, 55 anni, dipendente comunale. Calogera Vento, 60 anni, anche lui dipendente comunale. I 5 avrebbero collegato abusivamente la loro casa all’impianto idrico pubblico.  I 5 abitano tutti in una palazzina dell’Istituto autonomo delle case popolari in via Brodolini.  Il processo sara’ celebrato per direttissima il 9 marzo prossimo.

4 marzo, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Luca D’Addario, ha applicato la pena, patteggiata, di 4 anni di reclusione a carico di Ignazio Marino, 21 anni, di Palma di Montechiaro,  accusato di rapina, porto e detenzione illegale di armi, nonche’ di tentato omicidio a danno di un maresciallo dei carabinieri, Luigi Marletta, che il 23 aprile del 2010 lo ha sorpreso, insieme ad un complice, Maurizio Manazza, intento a rapinare un supermercato a Palma di Montechiaro. Manazza sara’ giudicato con il rito abbreviato.

6 marzo, a Bivona, in provincia di Agrigento, ed in Sicilia, imperversa un interrogativo raccapricciante. Ad un convegno giuridico a Bivona, al Liceo classico Pirandello, chi e come e’ stato possibile che approfittando dell’ assenza di pochi minuti dal tavolo dei relatori di lui, il magistrato di Sciacca, Salvatore Vella, nella sua carpetta e’ stato infilato un foglio di minacce ? Si’, il riferimento alle automobili usate da Vella, e poi la scritta bum. E’ incredibile ma e’ quanto accaduto. Salvatore Vella, pubblico ministero e gia’ sotto protezione, e’ impegnato nelle inchieste antimafia nella zona ovest della provincia agrigentina, tra Scacco matto e Face off.

7 marzo, ancora minacce per il sindaco di Menfi, Michele Botta, 66 anni, medico, al quale ignoti hanno recapitato all’interno della cassetta della posta di casa sua una busta con un messaggio che ordina al sindaco di dimettersi dalla carica. Si tratta della terza lettera di minacce dello stesso genere indirizzata al sindaco di Menfi, dopo le prime due a gennaio.

7 marzo, raffica di sbarchi a Lampedusa, tra la notte ed il mattino di oggi. Approdati, in rapida successione uno dopo l’altro, 13 barconi. I profughi tunisini sono oltre piu’ di mille.

7 marzo, i carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato, in flagranza di reato, Domenico Spina, 60 anni, pastore, pregiudicato, sorpreso, nel corso di una perquisizione personale, poi estesa all’ovile di sua proprieta’, in possesso di una pistola semiautomatica marca “ Beretta ”, modello 34, calibro 7 e 65, di produzione italiana, completa di serbatoio contenente 7 cartucce dello stesso calibro, con matricola palesemente alterata, perfettamente funzionante ed in buono stato di conservazione.

7 marzo, la terza sezione della Corte d’ Appello di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti, ha emesso la sentenza di secondo grado al processo cosiddetto “ Palma Import ”, dal nome del blitz della Polizia a Palma di Montechiaro dell’ 11 gennaio 2007. Traffico di droga ed armi dalla Germania in Sicilia. L’unico assolto dal reato associativo e’ stato Giuseppe Napoli, condannato in primo grado a 15 anni di reclusione. A Giuseppe Napoli, difeso dagli avvocati Giovanni e Tanja Castronovo, sono stati inflitti 1 anno e 6 mesi di reclusione per cessione di hashish, ed e’ stato scarcerato. Ridotte altre condanne : Giuseppe Cacciatore, Aurelio Scerra e Salvatore Catania 1 anno e 6 mesi ciascuno. Giovanni Inguanta 13 anni, Salvatore Di Vincenzo 2 anni, Emanuele Ancona 14 anni e 6 mesi, Calogero Bongiorno 13 anni e 6 mesi, Francesco Gueli e Angelo Falsone 12 anni ciascuno, Antonino Pace 13 anni, Domenico Pace 25 anni e 6 mesi, Totuccio Pace e Vincenzo Scibetta 20 anni e 6 mesi ciascuno. Il collegio difensivo, composto, tra gli altri, dagli avvocati ti Francesco Scopelliti, Santo Lucia, Maria Licata, Raffaele Bonsignore, Ninni Reina e Nino Caleca ha preannunciato il ricorso per Cassazione. Alla Provincia regionale di Agrigento, parte civile in giudizio tramite l’ avvocato Daniela Posante, saranno pagate le spese processuali e del giudizio di appello.

7 marzo, a Ribera, ignoti ladri, attraverso una casa disabitata in via Porsenna, sono entrati dentro la filiale della Banca Monte dei paschi di Siena in corso Umberto primo, ed hanno razziato le casseforti. Il bottino ammonta a circa 60 mila euro.

7 marzo, i carabinieri della tenenza di Favara, agli ordini di Gabriele Treleani, hanno arrestato Lina Ragusa, 50 anni, di Naro, perche’ a Favara, nell’ abitazione di una donna, moglie di un uomo, adesso deceduto, con cui la donna di Naro ha avuto una figlia, ha preteso con furia e veemenza la restituzione della bambina e si e’ scagliata contro i carabinieri intervenuti sul posto. La bimba e’ stata affidata all’ uomo, e dopo la morte di lui alla moglie di Favara.

7 marzo, il sindaco di Sciacca, Vito Bono, e’ intervenuto in prima persona ed ha placcato un borseggiatore che, approfittando del passaggio dei carri di carnevale, ha sfilato 250 euro dalla tasca ad una persona. L’uomo, Francesco Liberato, 36 anni, di Catania, e’ stato poi arrestato dai carabinieri per furto. La persona scippata si e’ accorta del furto ed ha subito afferrato per un braccio l’uomo. Il sindaco Bono lo ha aiutato a trattenere Liberato, in attesa dei carabinieri.

7 marzo, i carabinieri della stazione di Naro, a seguito di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, hanno arrestato un pensionato, Calogero Scanio, 59 anni, di Naro, che scontera’ la condanna definitiva a 4 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni. Scanio scontera’ la pena ai domiciliari, presso la propria abitazione.

8 marzo, la Guardia di Finanza e la Dda tra Sicilia ed Emilia. Sequestrati beni per 4 milioni di euro ai fratelli Panepinto di Bivona. Si tratta di Luigi, Marcello e Maurizio Panepinto. I tre, imprenditori di Bivona, sono stati arrestati e condannati nell’ambito dell’ inchiesta antimafia dei Carabinieri cosiddetta ‘’ Face off ‘’. Le manette il 15 luglio del 2008. La sentenza di primo grado del Tribunale di Sciacca l’ 11 gennaio scorso : 14 anni e 6 mesi di carcere inflitti a Maurizio Panepinto, 13 anni a Luigi Panepinto, e 10 anni a Marcello Panepinto. Le redini degli appalti pubblici nella zona della Bassa Quisquina sarebbero state strette tra le mani dei 3 fratelli. I Panepinto avrebbero imperversato tra Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Cianciana ed Alessandria della Rocca. Il monopolio del mercato del calcestruzzo, gli appalti pilotati, i sub appalti e l’imposizione di manodopera. Il capitano Giuseppe Asti, in occasione della conferenza stampa, sottolineo’ : ‘’nemmeno una sola briciola di appalti pubblici nella zona sarebbe sfuggita all’attenzione del clan’’. Il valore dei beni sequestrati, tra Bivona e Parma, in Emilia, dove i Panepinto hanno trasferito parte delle proprie attivita’ imprenditoriali, ammonta ad oltre 4 milioni di euro. Terreni, fabbricati, imprese, impianti, mezzi, appartamenti e conti correnti bancari. I sigilli sono stati ordinati dal Tribunale di Agrigento su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Le indagini sono state coordinate dal Nucleo di polizia tributaria di Agrigento.

8 marzo, a Campobello di Licata, in via Cesare Pavese, ignoti hanno esploso alcuni colpi di pistola contro l’ingresso dell’abitazione di Santo Taibi, 58 anni, trattorista. L’ uomo ha denunciato l’atto intimidatorio ai carabinieri che hanno recuperato le ogive dei proiettili esplosi contro il portone dell’abitazione di Taibi.

8 marzo, a Licata ignoti banditi, travisati con dei passamontagna, sono entrati dentro casa di un pensionato di 80 anni, lo hanno legato ad una sedia tappandogli la bocca e malmenandolo per rapinarlo della pensione che, pero’, non e’ stata ancora riscossa dall’anziano. Dunque, i malviventi sono fuggiti e lo sventurato e’ stato soccorso in Ospedale con prognosi di 8 giorni.

8 marzo, a Racalmuto, in via Garibaldi, nei pressi della piazzetta Francesco Crispi, ignoti hanno bruciato la sirena dell’ impianto antifurto e sono entrati dentro la tabaccheria gestita da Paola Fantauzzo. I malviventi hanno razziato centinaia di stecche di sigarette. Il danno ammonta a diverse migliaia di euro. Ancora i ladri, verosimilmente gli stessi, hanno anche forzato l’ingresso di una sala giochi della zona ed hanno rubato il denaro dentro le slot machine.

9 marzo, incidente sul lavoro a Licata, in via Fratelli Bandiera, una traversa di via Gela, all’ interno del capannone ‘’ Sud Color ‘’, dove un imprenditore, Gaspare Popolo, 32 anni, intento a riparare l’ impianto elettrico della sua azienda, e’ precipitato da una scala, da un’ altezza di 3 metri, ha sbattuto violentemente la testa ed e’ morto. Inutile il soccorso del 118. Sul posto sono intervenuti carabinieri e polizia. L’ Ispettorato del Lavoro di Agrigento accertera’ se nel capannone sono state rispettate tutte le misure inerenti alla sicurezza.

9 marzo, il Tribunale di Agrigento ha condannato, pena sospesa, gli empedoclini Giacomo Lombardo, consigliere comunale, ad 1 anno e 6 mesi di reclusione, ed il figlio, Calogero  Lombardo, ad 1 anno e 3 mesi. I due sono stati processati nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga della Polizia a Porto Empedocle cosiddetta ‘’ Red Scorpion ‘’.

10 marzo, la prima volta che le mani dello Stato hanno afferrato i beni di un Putrone e’ stata il 20 aprile del 2001. In quel tempo, la Guardia di Finanza, capitanata da Giuseppe Conti, inchiodo’ i sigilli ad un fabbricato ad uso abitativo di 150 metri quadri a Porto Empedocle, in contrada ‘’Taccone’’, con terrazzo ed un altro mezzo appartamento annessi. Il proprietario e’ Luigi Putrone, allora latitante da due anni, poi arrestato il 12 agosto del 2005 e poi pentito nel settembre del 2006. Adesso ancora le Fiamme gialle, agli ordini del tenente colonnello, Vincenzo Raffo, hanno sigillato i beni di un altro Putrone, lui, Giovanni, 60 anni, fratello di Luigi, e di Giuseppe, detenuto in carcere all’ergastolo. Nell’ elenco scritto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento vi sono un appartamento in contrada Ciuccafa, un garage, un terreno ed un altro fabbricato. I beni sono intestati anche alla moglie di Giovanni Putrone, eccolo la mattina del 16 luglio del 2003. Arrestato dai Carabinieri. L’inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Fortezza ‘’. 7 anni e 4 mesi dopo, il 6 novembre scorso, la condanna in Corte d’Appello. 3 anni ed 8 mesi di carcere, per associazione mafiosa. E cosi’ anche il Tribunale di Agrigento, il 27 marzo del 2006, condanno’ Putrone a 3 anni ed 8 mesi. Poi, il 14 luglio scorso, altra sentenza, in Corte d’Appello a Palermo, al processo antimafia cosiddetto ‘’ Marna ‘’ . A Giovanni Putrone, giudicato in abbreviato, sono stati inflitti 7 anni ed 8 mesi di carcere, e cosi’ fu anche in primo grado, il 4 dicembre del 2008.

10 marzo, i Carabinieri di Agrigento, Porto Empedocle e Siculiana, e la Procura di Agrigento, hanno arrestato in carcere Giacomo Verderame, 31 anni, Lorenzo Scibetta, 41 anni, ed ai domiciliari Salvatore Di Fede, 23 anni, e Salvatore Tuttolomondo, 27 anni, tutti di Porto Empedocle. Verderame e Tuttolomondo sono accusati di due rapine commesse nel 2009 ai danni dei supermercati Gs e Forte’ di Porto Empedocle. Verderame e Scibetta rispondono invece di un furto al punto Snai di Porto Empedocle. Sui quattro grava, inoltre, l’accusa di spaccio di droga in concorso. Le indagini sono state condotte dal capitano Giuseppe Asti e dal maresciallo Roberto Narbona, e sono state coordinate dal Procuratore Renato Di Natale, l’aggiunto Ignazio Fonzo ed il sostituto Luca Sciarretta.

10 marzo, innanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha patteggiato la condanna a 2 anni di reclusione, pena sospesa, Pino Calogero Bona, 52 anni, vicepreside della scuola media Manzoni di Ravanusa, arrestato il 10 gennaio scorso dai Carabinieri per concussione allorche’, abusando dei suoi poteri, avrebbe estorto denaro, circa 300 euro al mese, ad Angelino Minacori, titolare di un’ autorizzazione a vendere prodotti alimentari all’interno della scuola.

10 marzo, la Guardia di Finanza di Agrigento, agli ordini del tenente colonnello Vincenzo Raffo, e del capitano, Claudio Falliti, hanno denunciato un odontotecnico che avrebbe esercitato abusivamente la professione di medico odontoiatra in un appartamento al Villaggio Mose’. S T, ecco le iniziali del nome, 44 anni, rispondera’ di esercizio abusivo della professione medica e della mancanza dei requisiti igienico – sanitari dei locali utilizzati per l’illecita professione. L’ ambulatorio, in condizioni fatiscenti, attrezzature e farmaci, sono stati sequestrati.

10 marzo, la Corte d’ Appello di Palermo ha confermato la condanna inflitta in primo grado ad 8 anni di reclusione a Natale Ruttazzi, 54 anni, di Licata, ritenuto responsabile dei reati, risalenti al 2007, di pedofilia,  sfruttamento della prostituzione minorile, violenza sessuale. Ruttazzi e’ stato denunciato da uno dei genitori dei 6 adolescenti presunti vittime degli abusi. Complici di Ruttazzi sarebbero stati Tommaso Martello, 61 anni, e Giuseppe Casali, 55 anni, gia’ processati con il rito abbreviato e condannati a 6 anni di reclusione ciascuno.

10 marzo, innanzi al Tribunale di Sciacca hanno patteggiato la condanna i 5 riberesi arrestati dai carabinieri lo scorso 4 marzo perche’ accusati di furto d’acqua. Maria Carmela Trizzino, 51 anni, impiegata comunale, 4 mesi di reclusione. Calogera Vento, 59 anni, impiegata comunale, 4 mesi. Nicolo’ Barna, 66 anni, pensionato, 4 mesi. Girolamo Valenti, 55 anni, impiegato comunale, 8 mesi. E Luciano Lo Raso, 61 anni, pensionato, 6 mesi. Per tutti la pena e’ stata sospesa. I cinque abitano in una palazzina dell’Istituto autonomo delle case popolari in via Brodolini a Ribera.

10 marzo, i carabinieri hanno arrestato Rita Saieva, 61 anni, di Favara, vedova, sorpresa, nel corso di una perquisizione domiciliare, in possesso di una pistola calibro 22 e 72 proiettili dello stesso calibro. Dopo la convalida dell’arresto, il Gip, su istanza dei difensori, gli avvocati Nino e Vincenza Gaziano, ha concesso alla donna gli arresti domiciliari.

10 marzo, i carabinieri della stazione di Aragona e della compagnia di Canicatti’, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno arrestato in flagranza di reato, per detenzione di arma clandestina, Carmelo Licata, 55 anni, di Aragona, sorpreso, nel corso di una perquisizione domiciliare, in possesso di armi e munizioni, tutto in perfetto stato di conservazione, detenute illegalmente. Nel dettaglio sono state sequestrate : una pistola revolver 357 magnum, con matricola abrasa, 56 cartucce dello stesso calibro, un fucile sovrapposto calibro 12, e 162 cartucce calibro 12.

10 marzo, i carabinieri della compagnia di Canicatti’, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno arrestato Salvatore Guarneri, 34 anni, di Canicatti’, sorpreso, nel corso di un servizio di controllo del territorio, in possesso di refurtiva appena rubata all’ interno di un’abitazione, tra uno stereo con telecomando e 32 cd – musicali. Salvatore Guarneri ha tentato la fuga ma e’ stato inseguito ed acciuffato. Il canicattinese e’ in attesa del processo per direttissima e rispondera’ di furto aggravato.

12 marzo, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Michelangelo Catalano, 39 anni, di Ribera, sorpreso in flagranza di reato in Viale Garibaldi intento a scassinare un distributore di sigarette di proprieta’ di una rivendita di tabacchi. Nel corso della perquisizione personale i militari hanno scoperto e sequestrato parti di un compressore rubate da un distributore di carburanti del luogo.

13 marzo, ad Agrigento, in via Acrone, i carabinieri hanno arrestato Salvatore Lombardo, 20 anni, di Agrigento, accusato di furto aggravato allorche’ e’ stato sorpreso in via Acrone intento a rubare uno scooter Aprilia di proprieta’ di un extracomunitario. Lombardo e’ fuggito a bordo del mezzo a due ruote ma e’ stato inseguito ed acciuffato dai militari nei pressi dello stadio Esseneto.

14 marzo, la Guardia di Finanza di Agrigento, agli ordini del tenente colonnello Vincenzo Raffo, ha denunciato una donna di 50 anni, accusata di truffa a danno dell’ Inps allorche’ avrebbe indebitamente percepito la pensione di reversibilita’ del marito defunto da 24 anni per complessivi 115mila euro. Della stessa pensione avrebbero beneficiato anche i figli. Dopo la morte del marito la donna si e’ risposata, ed il nuovo contratto di matrimonio determina la decadenza del diritto a percepire il trattamento di reversibilita’. I figli, secondo legge, ne beneficiano solo se minorenni, o studenti universitari e fino all’eta’ di 26 anni qualora non lavorino.

14 marzo, atto sacrilego a Ribera. Ignoti hanno frantumato una vetrata, sono entrati dentro la Chiesa della Pieta’, ed hanno danneggiato la statua di Santa Rita rompendole le mani. Il sacerdote, che ha scoperto la statua a terra, ha sporto denuncia ai carabinieri.

15 marzo, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo ha condannato a 12 anni di reclusione Francesco Fragapane, 31 anni, di Santa Elisabetta, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso e giudicato in abbreviato nell’ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Sicania ‘’ dal nome del blitz dei carabinieri del 10 maggio del 2006. Fragapane sarebbe stato organico alla famiglia mafiosa di Santa Elisabetta.

15 marzo, a Favara, in via Sant’Angelo, un bandito, travisato al volto ed armato di taglierino, ha minacciato una impiegata stringendola al collo ed ha rapinato l’ incasso del supermercato Pam. Il bottino ammonta a circa 1.500 euro. Il malvivente e’ fuggito a bordo di una moto insieme ad un complice. Subito dopo, in piazza Garibaldi, verosimilmente lo stesso bandito, pero’ armato con una pistola, ha rapinato di 100 euro una tabaccheria fuggendo ancora a bordo di una moto guidata da un complice.

15 marzo, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato un pensionato di Palma di Montechiaro, G M R, ecco le iniziali del nome, 51 anni,  invalido civile, accusato di induzione alla prostituzione minorile e cessione di sostanze stupefacenti a minori. L’uomo avrebbe adescato alcuni giovani ospiti di due comunita’ per extracomunitari, una a Palma di Montechiaro e l’altra a Naro, e in cambio di modiche somme di denaro, stupefacenti o regalando giochi per Playstation, avrebbe ottenuto prestazioni sessuali.

15 marzo, la seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Franco Messina, ha assolto, perche’ il fatto non sussiste, l’imprenditore di Porto Empedocle, Alfonso Scibetta, 43 anni, accusato di sequestro di persona ed abusi sessuali a danno di una donna di Agrigento di 40 anni, N A, ecco le iniziali del nome. Scibetta e’ stato assolto anche dalle imputazioni di molestie telefoniche e di minacce a danno della stessa donna. Si tratta di accuse per le quali Alfonso Scibetta ha subito la detenzione per 3 giorni, dall’ 11 al 14 settembre del 2007, e poi 6 mesi di obbligo di dimora fuori dalla provincia di Agrigento, oltre l’ obbligo di firma. Il collegio ha ritenuto Scibetta colpevole solo dei reati di violenza privata e di ingiurie, e lo ha condannato a 7mila e 980 euro di multa. Il difensore di Alfonso Scibetta, l’avvocato Francesco Gibilaro, proporra’ ricorso in Appello fiducioso che anche tali residue ipotesi di reato siano cancellate in secondo grado. Alfonso Scibetta commenta : ‘’ a fronte della ingiusta detenzione subita, e delle infamanti accuse che mi sono state rivolte, auspico adesso che la Giustizia proceda contro chi ha denunciato false accuse, a ristoro della mia assoluta integrita’ morale ‘’. Il caso di Alfonso Scibetta, come si ricordera’, balzo’ agli onori della cronaca locale agrigentina come l’episodio del celebre ‘’ camper dell’ amore ‘’, al cui interno si sarebbe consumato il presunto sequestro e l’abuso sessuale. Nel frattempo, l’avvocato Francesco Gibilaro ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura affinche’ si proceda contro la donna per calunnia, falsa testimonianza e false informazioni al pubblico ministero.

15 marzo, a Licata i carabinieri, agli ordini di Massimo Amato e Salvatore Manuello, hanno arrestato Salvatore Fama’, 21 anni, di Licata, sorpreso in piazza Progresso poco dopo essere stato presunto autore di un furto con scippo a danno di una donna di 61 anni insieme ad un complice a bordo di una moto sfuggito e adesso ricercato. I due avrebbero affiancato l’anziana, in compagnia della figlia all’ottavo mese di gravidanza, le hanno strappato la borsa, con dentro 250 euro ed il telefonino, e l’hanno scaraventata trascinandola per alcuni metri. La donna e’ stata soccorsa in Ospedale con prognosi di 20 giorni.

15 marzo, i carabinieri della stazione di Raffadali e della compagnia di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato Ajengui Ben Mohamed, 41 anni, originario della Tunisia e residente a Raffadali, accusato di oltraggio, minaccia, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento. I militari sono intervenuti a seguito di una segnalazione da parte di un titolare di un bar, nel centro di Raffadali, che, al culmine di un diverbio con il tunisino in evidente stato di ebbrezza, e’ stato aggredito con calci, pugni e a colpi di sedia. L’extracomunitario si e’ poi scagliato contro i carabinieri.

16 marzo, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, sezione di Canicatti’, Sara Marino, ha condannato a 1 anno di reclusione Fabrizio Cimino, 32 anni, di Porto Empedocle, bancario in servizio, nell’estate del 2008, nell’agenzia di Banca Nuova di Canicatti’. L’imputato sarebbe responsabile di un ammanco di 38.000 euro. Assolti, invece, gli altri due imputati, Luigi Cardella, 31 anni, di Agrigento, anche lui dipendente dell’ istituto di credito,  e una donna romena, Stelania Dragici, di 32 anni

16 marzo, i giudici della Corte d’ Appello di Palermo hanno assolto Angelo Gennusa, 50 anni, di Santa Margherita Belice, dipendente comunale. In primo grado, l’imputato, arrestato il primo dicembre del 2005, e’ stato condannato a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa perche’ avrebbe partecipato alla riunione di mafia del 16 giugno del 1992 a Cianciana che precedette il famoso summit di Cosa nostra agrigentina del 14 luglio del 92 in un casolare di Santa Margherita dove irruppe la Squadra mobile di Agrigento e arresto’ 15 persone in flagranza di reato.

16 marzo, a San Giovanni Gemini, lungo il corso Francesco Crispi, quattro ignoti malviventi hanno rapinato la gioielleria ‘’ Oropiu’ ‘’. Per i rapinatori sarebbe stato difficile accedere alla cassaforte, e cosi’ i banditi hanno razziato i gioielli esposti nelle vetrine. Il bottino ammonterebbe ad alcune decine di migliaia di euro.

16 marzo, a Mathi, Comune in provincia di Torino, i carabinieri hanno inseguito ed arrestato Giuseppe Gramaglia, 53 anni, di Agrigento, ammanettato subito dopo una rapina ad un Ufficio postale di Grosso, altro Comune in provincia di Torino. Gramaglia, pistola in pugno, ha minacciato la direttrice che e’ stata colta da un malore, e allora Gramaglia ha desistito e prima di fuggire ha scippato la borsa ad una cliente con dentro 500 euro.

16 marzo, a Licata, alla stazione ferroviaria, ignoti hanno prosciugato un serbatoio di gasolio rubando 1.700 litri di carburante utilizzato dal personale di Rete Ferroviaria Italiana per riempire i serbatoi dei mezzi di lavoro in stazione.

17 marzo, a Palma di Montechiaro i Carabinieri hanno arrestato una donna di 31 anni originaria della Romania, perche’, ubriaca, ha litigato con un connazionale e gli ha sferrato una coltellata al collo. Ilfana Solescu, disoccupata, rispondera’ di tentato omicidio aggravato, lesioni personali e porto e detenzione di coltello. La vittima dell’aggressione e’ un uomo di 33 anni, ferito con un coltello da cucina e ricoverato all’ospedale di Licata.

17 marzo, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato Gerlando Dalli Cardillo, 53 anni, impiegato comunale all’ Ufficio manutenzioni e cartellonistica stradale. Gerlando Dalli Cardillo e’ accusato di truffa e appropriazione indebita allorche’ si sarebbe appropriato di ingenti quantita’ di denaro prelevate dal conto di un parente omonimo, facoltoso imprenditore del settore alimentare. La truffa ammonterebbe ad alcune decine di migliaia di euro. Dalli Cardillo e’ riuscito ad accedere al conto del parente ed avrebbe prelevato periodicamente somme di denaro.

18 marzo, attentato intimidatorio a Campobello di Licata dove ignoti hanno esploso un colpo di pistola contro l’automobile di un operaio incensurato, W D , ecco le iniziali del nome, 30 anni. Il proiettile ha infranto il lunotto posteriore dell’autovettura, un’Alfa Romeo 156.

18 marzo, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Alfonso Triassi, 31 anni, accusato di danneggiamento allorche’ avrebbe appiccato un incendio alla saracinesca ed al portone di una tabaccheria in corso Garibaldi a Ribera, provocando danni per mille e 500 euro. Secondo i carabinieri, il movente delle fiamme sarebbe la vendetta di Triassi a favore di un amico, Michelangelo Catalano, arrestato dai carabinieri lo scorso 14 marzo perche’ sorpreso a scassinare il distributore di sigarette della stessa tabaccheria.

18 marzo, da un continente ad un altro. Dall’Europa al Centro America. Da Licata in Sicilia a Puerto Plata, nella Repubblica Dominicana, l’ isola del mare dei Caraibi o delle Antille, anche se Puerto Plata e’ sull’Atlantico. Il nome di lei e’ Fiorella Giuseppa Bellavia, 53 anni di eta’, originaria di Licata. Se si fosse imbarcata e avesse viaggiato, fino a destinazione, lei avrebbe vinto una scommessa da rendita vitalizia. Infatti, trasportare, ed eventualmente consegnare, 3 chili di cocaina, non e’ una semplice attivita’ postale e non e’ pagata come tale. Invece no. Lei, Fiorella Bellavia e’ stata pizzicata all’ aeroporto internazionale “Gregorio Luperon” di Puerto Plata. La Polizia di frontiera e’ intervenuta appena in tempo. La donna licatese infatti e’ stata pronta al decollo. Un aereo della Jetairfly si sarebbe sollevato in volo sul mare diretto a Bruxelles, in Europa. Invece no. Lei, Fiorella Bellavia e’ stata trattenuta all’ aeroporto Luperon perche’ nella sua valigia sono stati scoperti quasi 3 chilogrammi di cocaina. La droga e’ stata nascosta abilmente in un doppio fondo della borsa, custodita in due involucri rettangolari avvolti con della carta foderata e del nastro adesivo. I due pacchetti, complessivamente, hanno sollevato l’asta della bilancia fino a 2 chili e 800 grammi. Adesso e’ corsa alla ricerca dei complici di Fiorella Bellavia, presunta pedina di una scacchiera impegnata nel narcotraffico intercontinentale.

20 marzo, a Canicatti’, nei pressi dell’ incrocio tra via Vittorio Veneto ed il Viale della Vittoria, ignoti banditi hanno svaligiato nottetempo la tabaccheria “ Piccolo paradiso ‘’. Il bottino ammonta a 5mila euro, tra contanti, sigarette, merce varia e blocchetti di Gratta e vinci.

21 marzo, a Canicatti’, in via Nilde Iotti, un incendio, di origine incerta, ha danneggiato l’ automobile, una Lancia Y, di proprieta’ di un consigliere comunale del Popolo della liberta’, Enzo Giordano. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, e Polizia e Carabinieri per i rilievi di indagine.

22 marzo, non regge in Cassazione la contestazione dell’aggravante mafiosa per alcuni degli imputati nell’ambito dell’ inchiesta “Alta mafia”, dal nome del blitz della Polizia del 29 marzo 2004. I giudici della Suprema Corte hanno riformulato la sentenza di appello nei confronti di Vincenzo Lo Giudice, ex assessore e parlamentare regionale nonche’ ex sindaco di Canicatti’, e Salvatore Failla, ex presidente dello Iacp di Agrigento. Per entrambi i giudici hanno riconosciuto insussistente l’aggravante mafiosa e dunque i reati minori sono prescritti. In Appello, la Corte, presieduta dal giudice Sergio La Commare, ha condannato Vincenzo Lo Giudice a 11 anni e 4 mesi di carcere, e Salvatore Failla a 4 anni. A Lo Giudice in Cassazione la condanna e’ stata ridotta a 10 anni per associazione a delinquere semplice, e Failla e’ stato assolto per prescrizione dall’ accusa di corruzione. Lo Giudice e’ difeso dall’avvocato Lillo Fiorello, e Failla dall’avvocato Emanuele Li Muti.

23 marzo, la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha notificato in carcere ad Antonio Russello, 26 anni, di Favara, un’ ordinanza di custodia cautelare per favoreggiamento al boss di Porto Empedocle, Gerlandino Messina, Infatti, dentro un immobile di proprieta’ di Russello a Favara, la Squadra mobile di Agrigento ha scoperto, il 17 novembre del 2009, una lama da barba da cui e’ stato estratto un profilo genetico risultato compatibile con la madre di Messina e poi con lo stesso boss Gerlandino dopo l’arresto a Favara lo scorso 23 ottobre. Antonino Russello e’ detenuto a Caltanissetta nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta ‘’ Hardom”.

23 marzo, un giudice del Tribunale della Repubblica Dominicana ha condannato ad un anno di detenzione Giuseppa Fiorella Bellavia, 53 anni, la donna di Licata arrestata il 18 marzo perche’ sorpresa, all’aeroporto di Puerto Plata, nella Repubblica Dominicana, in procinto ad imbarcarsi su di un aereo diretto a Bruxelles, in possesso di una valigia con dentro 2 chili e 800 grammi di cocaina.

24 marzo, Agrigento infestata dai ladri. Raffica di furti. A San Leone, lido balneare della citta’, sono state svaligiate una tabaccheria ed una sala giochi al lungomare Falcone e Borsellino. I banditi hanno disinnescato il sistema d’allarme, hanno divelto una finestra sul retro all’esercizio commerciale ed hanno razziato centinaia di stecche di sigarette. Poi hanno scassinato i videopoker e le slot machine, e si sono impossessati delle monete contenute all’interno. Il danno ammonta a diverse migliaia di euro. Secondo una prima stima i ladri avrebbero rubato sigarette per un valore di 17mila euro, e monete e contanti per oltre 2mila euro. Poi, nel mirino e’ stata un’ altra sala giochi, confinante. Il bottino e’ da quantificare. Indagano i Carabinieri. Altri furti in appartamento si sono susseguiti anche a Porto Empedocle, soprattutto nella zona estiva del villaggio Bellavista.

24 marzo, la Corte d’Appello di Palermo ha condannato a 2 anni di reclusione il pentito Giuseppe Sardino, di Naro, gia’ fedelissimo del capo di Cosa nostra agrigentina, Giuseppe Falsone. Sardino e’ stato processato per associazione mafiosa nell’ ambito dell’ inchiesta della Squadra mobile di Agrigento cosiddetta ‘’ Mercurio ‘’. Giuseppe Sardino e’ stato anche condannato a risarcire il Comune di Naro e la Provincia regionale di Agrigento che si sono costituiti parte civile in giudizio.

24 marzo, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha inflitto 5 anni e 4 mesi di carcere a Salvatore Gettino, 25 anni, e 5 anni e 6 mesi a Cristian Nicosia, 29 anni, entrambi di Canicatti’, accusati del tentato omicidio di Vincenzo Adamo, 52 anni. Il 13 novembre del 2008 l’ obiettivo mortale sarebbe stato il figlio di Adamo, Michelangelo, che poco prima, insieme ad un amico, avrebbe litigato con Gettino e Nicosia a causa di una mancata precedenza automobilistica.

25 marzo, la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione inflitta dal Tribunale di Agrigento a un uomo di Cattolica Eraclea di 38 anni accusato di violenza sessuale aggravata e inosservanza degli obblighi di assistenza familiare.  Il cattolicese avrebbe costretto la figlioletta, a 4 anni di eta’, ad avere rapporti sessuali orali con lui, e non avrebbe corrisposto l’assegno mensile alla moglie da cui e’ separato. Sia la madre che la bambina si sono costituite in giudizio parte civile, ottenendo dai giudici il risarcimento dei danni.

25 marzo, i carabinieri hanno arrestato un vigile del fuoco, Pasquale Iacono, 52 anni, di Agrigento, in flagranza di reato, per il tentato omicidio della madre. L’uomo, ubriaco, dopo avere tentato di soffocare la donna, l’ ha sollevata da terra, minacciando di gettarla dal balcone della loro abitazione. Un commerciante di tendaggi, Michele Nantele, proprietario di un negozio nella zona, in via Dante, allarmato dalle urla della 75enne, si e’ precipitato nell’appartamento, fortunatamente con la porta aperta, ha strattonato il pompiere ed ha trasportato fuori l’ anziana.

25 marzo, gia’ condannato in primo grado a 2 anni di reclusione per stalking, e recidivo. I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, agli ordini di Cesare Castelli, hanno arrestato Armando Lo Cascio, 65 anni, di Porto Empedocle, destinatario di un mandato di cattura spiccato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Luca D’Addario, su richiesta del sostituto procuratore Giacomo Forte. Lo Cascio, nonostante la condanna, avrebbe mantenuto una condotta perseguitante e molestatrice a danno di una donna empedoclina vicina di casa.

26 marzo, i carabinieri della stazione di Campobello di Licata hanno arrestato Calogero Cavalcanti, 41 anni, di Campobello, fruttivendolo, sorpreso in possesso, a bordo del suo autocarro Fiat Ducato, di circa 2 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina, suddivisa in 8 dosi e pronta per essere venduta. Sequestrato inoltre del materiale utilizzato per il confezionamento dello stupefacente da spacciare.

27 marzo, ad Agrigento, nel centro storico, un uomo, forse un extracomunitario, ha tentato di introdursi, probabilmente per rubare, all’ interno di un immobile, nei pressi del Monastero di Santo Spirito, dove abita il presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi. Un militare della Guardia di Finanza, impegnato nella scorta a D’Orsi, si e’ imbattuto nel malvivente che e’ fuggito dileguandosi.

27 marzo, ad Agrigento, in contrada San Giusippuzzu, due banditi, travisati con un passamontagna ed armati di pistola, hanno minacciato un dipendente ed hanno rapinato l’ incasso della giornata, circa 20mila euro, al supermercato “Gs” .

28 marzo, il cadavere di Pietro Atria, 52 anni, di Sciacca, l’uomo affetto da disturbi psichici di cui non vi sono state piu’ tracce da sabato 19 marzo, e’ stato scoperto questa mattina a Sciacca, sotto il viadotto che collega il centro storico con la zona residenziale della Perriera. Gli investigatori privilegiano l’ ipotesi del suicidio. Pietro Atria, infatti, sarebbe morto dopo essersi gettato dal ponte, a pochi metri da via Ovidio, dove ha abitato con i genitori.

28 marzo, i carabinieri della stazione di Aragona hanno arrestato Giovanni Borsellino, 47 anni, e Claudio Pitruzzella, 34 anni, entrambi di Racalmuto. I due sono stati sorpresi nei pressi dell’ Ufficio postale dello scalo ferroviario di Aragona Caldare, intenti ad asportare cavi di rame, da 120 metri ciascuno, utilizzati come fune portante della linea ferroviaria.

29 marzo, ancora una intimidazione e danneggiamento, con furto, a danno dei fratelli Lo Brutto a Castrofilippo. Rubati tubi in acciaio per oltre 25.000 euro, utilizzati nelle strutture serricole dei Lo Brutto. Si tratta dell’ennesimo episodio di intimidazione denunziato dai Lo Brutto alle Forze dell’ordine. Quanto accade sarebbe connesso con la proprietà di terreni limitrofi al Centro Commerciale “Le Vigne”, e si protrae dal 2007 ad oggi.

30 marzo, i carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, Paolo Alaimo e il figlio Gaetano, di 68 e 31 anni, di Palma di Montechiaro, accusati di concorso in porto e detenzione illegale di armi da sparo e munizioni. I due sono stati sorpresi in possesso di un fucile calibro 12 con matricola abrasa, una pistola giocattolo calibro 38 priva di tappo rosso, 58 cartucce a pallini calibro 12, e 75 cartucce calibro 5 per pistola.

30 marzo, una misura cautelare di divieto temporaneo di esercitare l’attivita’ imprenditoriale nel settore oleario, emessa dal Gip del Tribunale di Sciacca, e’ stata notificata ad un commerciante di Sciacca. L’indagine e’ frutto di una serie di controlli compiuti dai carabinieri del nucleo antifrodi di Parma e della compagnia di Sciacca, capitanati da Gaetano La Rocca, coadiuvati dall’ufficio antifrode di La Spezia dell’agenzia delle dogane. L’imprenditore e’ accusato di frode aggravata nell’esercizio del commercio allorche’ avrebbe prodotto e commercializzato ingenti quantitativi di olio d’oliva falsamente etichettato come olio extra vergine di oliva di origine italiana quando invece si tratta di olio di oliva vergine di probabile provenienza tunisina. L’ olio contraffatto sarebbe stato venduto anche all’estero, negli Stati uniti e in Cina, oltre che nelle province di Genova, La Spezia e Bari. I carabinieri hanno sequestrato piu’ di 3 mila tonnellate di olio in prevalenza presente nello stabilimento agrigentino per un valore commerciale di almeno 10 milioni di euro.

30 marzo, a Porto Empedocle, nell’area portuale, e’ morto un marinaio russo di 25 anni. Il ragazzo, secondo la Capitaneria impegnata nelle indagini, sarebbe caduto dalla bicicletta sbattendo con violenza la testa contro la base di una gru, parcheggiata nella zona. Il marittimo, imbarcato su un mercantile battente bandiera delle isole Vanuatu attraccato nel porto, e’ stato subito soccorso ma e’ giunto cadavere al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

30 marzo, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha condannato a 16 anni e 4 mesi di carcere, piu’ una provvisionale di 100 mila euro da pagare ai familiari della vittima, Calogero Onolfo, 73 anni, di Canicatti’, pensionato, imputato dell’omicidio della ex moglie romena, Constanta Paduraru, 52 anni, assassinata a coltellate il 31 gennaio del 2010, nei pressi della chiesa di San Domenico a Canicatti’.

30 marzo, i carabinieri della stazione di Racalmuto e della Compagnia di Canicatti’, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno arrestato due cittadini di nazionalita’ serba, accusati di reati contro il patrimonio ed inosservanza dei decreti di espulsione. Si tratta di Miki Jovanovic, 36 anni, e Milan Dordevic, 31 anni. Entrambi i cittadini della Serbia Montenegro sono stati sorpresi dai carabinieri in un appartamento nel centro abitato di Racalmuto.

31 marzo, nel mirino di un sequestro della Direzione investigativa antimafia di Palermo vi sono 3 Aziende che producono e commerciano olio in Spagna. Secondo i magistrati le 3 Societa’, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro, sarebbero legate a Diego Agro’, 64 anni, originario di Racalmuto, detenuto in Italia all’ ergastolo per mafia e omicidio. Ed ecco perche’ e’ decollata una rogatoria internazionale in volo verso l’autorita’ giudiziaria spagnola. Diego Agro’ e’ fratello di Ignazio Agro’, 72 anni, anche lui al carcere a vita. E contro i due fratelli da tempo e’ stato scagliato un bombardamento patrimoniale. Il 23 febbraio del 2010 sono stati congelati i primi beni per 50 milioni di euro. Poi la seconda palla di cannone il 16 aprile del 2010, quando e’ stata sigillata un’ Azienda che opera a Fasano, la citta’ del famoso zoo, in provincia di Brindisi. Fu un sequestro per oltre 2 milioni di euro. Adesso la terza mitragliata, contro il solo Diego Agro’, e per i 3 insediamenti produttivi in Spagna. I due racalmutesi sono stati arrestati il 30 luglio del 2007 nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Domino 2 ‘’. Il 16 gennaio del 2009 la Corte d’Assise di Agrigento ha condannato all’ergastolo i fratelli Agro’ perche’ presunti mandanti dell’omicidio di Mariano Mancuso, un commerciante di Milena, che denuncio’ gli Agro’ per usura, e che fu assassinato ad Aragona il 23 settembre del 1992. Ad uccidere Mancuso, nella zona industriale al confine tra Aragona ed Agrigento, sarebbe stato Maurizio Di Gati, e per il pentito di Racalmuto fu il battesimo del fuoco. Ad ordinare la morte di Mancuso sarebbe stato il capo di Cosa nostra agrigentina dell’epoca, Salvatore Fragapane, di Santa Elisabetta. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, a chiedere l’omicidio a Fragapane sarebbero stati i fratelli Agro’.

31 marzo, una pensionata di Canicatti’ e’ stata truffata per 6mila euro da alcune persone che le hanno comunicato di aver beneficiato di un ricco dono ereditario. La donna ha pagato dopo essere stata convinta dell’ urgenza di firmare il relativo rogito dal notaio. Pero’, all’appuntamento dal notaio, la donna, che nel frattempo ha consegnato il denaro, si e’ presentata solo lei, e ha scoperto di essere stata raggirata. La malcapitata ha fornito ai carabinieri la descrizione dei truffatori, che adesso sono ricercati.

1 aprile, i carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Giuseppe Vedda, 50 anni, di Licata, incensurato, gestore di un locale pubblico, presunto corriere della droga allorche’ dentro la sua automobile, tra il sedile anteriore e posteriore, e’ stata scoperta una bombola vuota di gas e imbottita con 2 chilogrammi di hashish suddivisi in 20 panetti da 100 grammi.

1 aprile, i carabinieri della compagnia di Canicatti’, e delle stazioni di Racalmuto, Grotte, Castrofilippo e Aragona, agli ordini del capitano Salvatore Menta, nel corso di un controllo straordinario del territorio, hanno arrestato per furto di energia elettrica Giuseppe Alaimo ed i romeni Ion Ghirasam e Vasile Benedek.

3 aprile, due giovani ubriachi a bordo di un motociclo hanno investito un’ automobile ad Agrigento, in piazzale Aldo Moro, tra la Prefettura e Porta di Ponte. I due hanno aggredito il conducente dell’ auto, un quarantenne, che e’ stato brutalmente picchiato innanzi alla moglie terrorizzata. L’ uomo ha subito fratture alle mani e lesioni al volto ed alla spalla. Uno dei due aggressori, subito fuggiti, e’ stato identificato dai carabinieri. Si tratta di un extracomunitario residente ad Agrigento che e’ stato denunciato per lesioni aggravate.

4 aprile, uno studente di 15 anni di Naro, Gianluca Milazzo, e’ morto di meningite nell’ ospedale Sant’ Elia di Caltanissetta. Il ragazzo, in viaggio in ambulanza verso Catania, durante il tragitto si e’ aggravato ed e’ stato soccorso a Caltanissetta ma e’ giunto morto al pronto soccorso. I medici, per cautela, hanno ordinato lo sgombero del pronto soccorso del Sant’ Elia avviando la profilassi per le persone presenti.

5 aprile, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 4 anni di reclusione ciascuno Giuseppe Filippazzo, 52 anni, e Gerlando Distefano, 50 anni, entrambi di Porto Empedocle, imputati di tentata estorsione, nell’ambito della vendita fallimentare di alcuni appartamenti, a danno di Domenico Adorno, padre di Giuseppe Adorno, scoperto morto ucciso e carbonizzato il 3 settembre del 2009, nelle campagne di Montaperto, frazione di Agrigento. I giudici in sentenza non hanno riconosciuto le aggravanti mafiosa e recidiva.

6 aprile, naufragio nel Canale di Sicilia, 39 miglia a largo di Lampedusa. Il mare forza 6 e la burrasca imperversano con onde alte anche 3 metri. Si e’ ribaltata una carretta con a bordo circa 300 clandestini, appena agganciata da una motovedetta della Guardia costiera. Tanti dispersi, e cadaveri affiorati a galla. 53 superstiti. Tra i morti anche donne, alcune incinte, e bambini. Gli extracomunitari sono stati in viaggio da lunedi’ 4 aprile, dalla Libia, dal villaggio di Zuwarah. Eritrei e somali, su di un barcone di 13 metri, poi bara galleggiante, affondata con il suo carico umano.

6 aprile, e’ morto all’ Ospedale Sant’ Elia di Caltanissetta, al Reparto Rianimazione, il geometra Giuseppe Bordonaro, 52 anni, di Canicatti’, vittima lo scorso 21 marzo di un incidente sul lavoro allorche’ a Canicatti’, in via Oberdan, impegnato in una misurazione per la costruzione di una nuova Chiesa, e’ precipitato da un’ altezza di sei metri.

7 aprile, e’ stata emessa la sentenza al Tribunale di Agrigento nell’ ambito del processo ordinario di primo grado cosiddetto ‘’ Capo dei Capi ‘’, dal nome del blitz antidroga dei carabinieri che il 3 dicembre 2008 provoco’ 25 arresti e decine di denuncie. La condanna piu’ alta, 6 anni e 6 mesi, e’ stata inflitta ad Alessandro Losi, 33 anni, di Agrigento. Poi 9 mesi a Giancarlo Eduardo Natalello, 30 anni, di Agrigento. 8 mesi a Francesco Farruggia, 37 anni, di Agrigento. 2 anni ad Anane Koki, 35 anni, originario della Liberia, e da tempo residente ad Agrigento. 4 anni e 6 mesi a Valerio Ciulla, 21 anni, di Porto Empedocle. 6 anni a Carmelo Scilio, 35 anni, di Catania. Assolti Giuseppe Messina, 23 anni, di Agrigento, e il liberiano Denteni Gariga, 25 anni, anch’egli residente ad Agrigento. Gli imputati sono difesi dagli avvocati, Anna Americo, Daniele Re, Salvatore Collura, Giovanni Augello, Fabio Quattrocchi, Toto’ Pennica e Salvatore Cusumano.

8 aprile, “ Vendono panini e spacciano hashish ‘’. A Palma di Montechiaro i carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, il venditore ambulante di panini e bibite Carmelo Criscimanno, 29 anni, e il suo operaio, Giuseppe Bonello, 31 anni. I due, che avrebbero utilizzato l’attivita’ commerciale come copertura dello spaccio, sono stati incastrati dai carabinieri dopo mesi di indagini e appostamenti.

8 aprile, a Porto Empedocle, in via Crispi, due sorelle, rispettivamente di 94 e 78 anni, sono state rapinate in casa durante la notte. Il rapinatore e’ entrato forzando una finestra. Le due donne, svegliate dai rumori, sono state scaraventate per terra ed una delle due e’ stata schiaffeggiata. L’uomo, con il volto travisato, ha rubato 1.200 euro, la pensione prelevata poche ore prima, custoditi in una borsetta.

8 aprile, il Giudice monocratico del Tribunale di Bologna ha assolto, con formula piena, per non avere commesso il fatto, Davide Ferranti, 20 anni, di Canicatti’, arrestato lo scorso 11 febbraio dalla Squadra mobile a Ozzano, frazione di Bologna, per spaccio di stupefacenti allorche’ sorpreso, insieme ad altri ragazzi, in un’ abitazione al cui interno sono state scoperte delle piantine di marijuana. Ferranti fu subito scarcerato in attesa del processo che si e’ concluso con la sua piena assoluzione. Ad assistere Ferranti e’ stato l’avvocato Fausto Sergio Pacifico.

8 aprile, ad Agrigento e’ stato arrestato Jared Afwerkew, 21 anni, originario dell’ Eritrea, accusato di lesioni aggravate. L’ immigrato, insieme ad un marocchino, ha tentato, nei pressi di via Atenea, di rubare merce dall’ automobile di un ambulante senegalese. L’uomo si e’ accorto del tentativo di furto ed ha reagito, sostenuto da altri connazionali. Nel corso della rissa, il senegalese e’ stato ferito fra il collo e la spalla con una bottiglia di vetro rotta, rimediando 15 giorni di prognosi. Anche l’eritreo, che ha scagliato la bottigliata, e’ stato ferito ad un mano durante la colluttazione.

9 aprile, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Giuseppe Sarullo, 20 anni, per detenzione di armi da guerra e ricettazione. Nel corso di una perquisizione domiciliare, i militari hanno scoperto una baionetta da guerra, in dotazione alle forze armate, e alcuni oggetti frutto di un recente furto, un televisore a schermo piatto di 40 pollici e un lettore Dvd.

9 aprile, i carabinieri della stazione di Campobello di Licata hanno arrestato Carmelo Scarabeo, 54 anni, disoccupato, responsabile di furto aggravato allorche’ e’ stato sorpreso in via Licata Caruso intento a rubare benzina dal serbatoio di un autocarro parcheggiato. Scarabeo, in possesso di due taniche in plastica contenenti gia’ alcuni litri di carburante, e’ in attesa del processo per direttissima.

9 aprile, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 2 anni di reclusione il tunisino Ben Ammar, 25 anni. Il giovane maghrebino e’ stato imputato di tentata violenza sessuale allorche’ lo scorso 23 ottobre, ad Agrigento, in via Gioeni, avrebbe palpeggiato il sedere e tentato di abbracciare una studentessa, che riusci’ a fuggire. Il tunisino fu inseguito e acciuffato subito da due agenti di quartiere.

10 aprile, a Canicatti’, in via Carlo Alberto, un automobilista ubriaco ha travolto e ucciso un minorenne alla guida di uno scooter e ha ferito gravemente il passeggero sulla moto. La vittima e’ Angelo Porrannese, 17 anni, morto sul colpo. Il passeggero e’ ricoverato al reparto di Rianimazione dell’ Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Illeso il conducente dell’automobile, un 34enne di Delia positivo all’alcool test, denunciato per omicidio colposo, lesioni gravi, e guida in stato di ebbrezza.

10 aprile, a Licata, un sub di 19 anni, Fabrizio Barbera, sposato e padre di una bimba di pochi mesi, impegnato in una battuta di pesca nel porto, e’ annegato. Barbera si e’ immerso, senza l’ ausilio di bombole, insieme al fratello, ma non e’ piu’ risalito in superficie. E’ stato soccorso, ma i tentativi di rianimarlo si sono rivelati inutili. Inchiesta della Procura di Agrigento.

10 aprile, i carabinieri della stazione di Racalmuto hanno arrestato Beniamino Licata, 60 anni, e Aneta Albu, 55 anni, originaria della Romania. I due sono stati sorpresi nel centro storico, a bordo di una automobile al cui interno e’ stato nascosto un fucile calibro 12, frutto di un furto denunciato poco tempo prima. La coppia rispondera’, in concorso, dell’accusa di furto in abitazione e porto illegale di arma comune da sparo in luogo pubblico.

11 aprile, durante la notte ignoti hanno appiccato il fuoco al portone d’ingresso dell’abitazione del sindaco di Ribera, Carmelo Pace, in via Belmonte 23. Le fiamme sono state subito spente da alcuni vicini di casa. I carabinieri hanno scoperto sul posto una bottiglia di plastica contenente ancora liquido infiammabile. Carmelo Pace commenta : ‘’ Vado avanti con il mio lavoro ‘’.

11 aprile, il Tribunale di Agrigento ha assolto, perche’ il fatto non sussiste, i vertici amministrativi di tre banche accusati di usura aggravata a danno di una cittadina originaria del Giappone, Yoko Nakano, titolare di un negozio di profumi ad Agrigento. Assolti Giuseppe Castronovo, 53 anni, Giovanni Cimo’, 48 anni, Pietro Di Prima, 62 anni, Rosa Lo Manto, 66 anni, Luigi Goi, 70 anni, e Michele Cannatella, 56 anni. I sei, all’epoca delle accuse, risalenti al periodo tra il 1997 e il 2000, sono stati dirigenti al Credito siciliano, alla Banca mercantile e alla Banca popolare di Lodi.

11 aprile, lo scorso 6 marzo fu arrestata dai carabinieri perche’ accusata di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, minacce e lesioni allorche’ e’ andata a Favara e ha preteso la restituzione di una figlia nata nel 96 da una relazione con un uomo sposato. Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Carmelo Amoroso, il giudice ha disposto la perizia psichiatrica, e Lina Ragusa, 49 anni, di Naro, e’ stata assolta per vizio totale di mente.

12 aprile, a Licata, in contrada Piano Bugiades, le fiamme, di origine da accertare, hanno bruciato una decina di automobili, pronte per essere rottamate, nell’ Autodemolizione di Carmelo Sirone. Il rogo e’ stato spento, dopo quasi tre ore di intervento, dai vigili del fuoco. Indagano i carabinieri. Alla stessa Autodemolizione, in passato, sono stati appiccati alcuni incendi dolosi.

12 aprile, i carabinieri della stazione di Racalmuto hanno arrestato Luigi Di Naro, 34 anni, ex assessore comunale ai Lavori pubblici, gia’ arrestato il 24 giugno del 2009 nell’ambito dell’operazione antidroga cosiddetta “House Delivery”. Di Naro scontera’ una condanna definitiva a 2 anni, 7 mesi e 24 giorni di reclusione.

13 aprile, a Porto Empedocle, in contrada Durrueli, un incendio, d’origine da accertare, ha bruciato due escavatori. I mezzi sono di proprieta’ dell’impresa Arcadia, impegnata a costruire delle palazzine nella zona periferica della citta’. Indaga la polizia capitanata dal commissario Cesare Castelli.

13 aprile, i carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato a Sciacca un marocchino residente a Menfi, Amir Abdelfettah, 20 anni, con numerosi precedenti di polizia, sorpreso a rubare alcune parti meccaniche da una Fiat Panda parcheggiata in strada, in via Tommaso Rossi. A telefonare al 112 e’ stato il proprietario dell’automobile, allarmato dallo sfondamento del vetro dell’auto.

14 aprile, i carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato i licatesi Salvatore Incorvaia, 72 anni, pensionato, Angelo Cambiano, 49 anni, operaio, e Michele Vedda, 29 anni, disoccupato, accusati, in concorso, dei reati, commessi in Germania, di favoreggiamento in evasione fiscale e favoreggiamento in appropriazione indebita di salari e stipendi. All’ arresto, frutto dell’esecuzione di un mandato di arresto europeo, ha collaborato la polizia tedesca. I tre licatesi avrebbero procurato all’erario della Germania danni per circa 30 milioni di euro. Adesso Incorvaia, Cambiano e Vedda sono reclusi nel carcere di Agrigento in attesa del provvedimento di estradizione.

14 aprile, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti, ha assolto un pensionato di Agrigento che lo scorso 23 aprile fu denunciato dai carabinieri per ricettazione allorche’ nella sua abitazione i militari scoprirono 930 pezzi archeologici utilizzati, in gran parte, come arredo. Si tratto’ del maggiore sequestro di reperti archeologici degli ultimi 10 anni in Sicilia. I carabinieri sequestrarono diversi crateri a figure rosse di epoca greca, e anche reperti protostorici, bizantini, ellenistici e del basso medioevo. Il giudice ha assolto l’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Arnone, e gli ha restituito i beni sequestrati. L’avvocato Arnone ha dimostrato che il suo cliente ha ricevuto in eredita’ i reperti e ha avvisato la Soprintendenza ai Beni culturali, che ne ha avviato la catalogazione.

15 aprile, i carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, e la Procura di Agrigento, che ha coordinato le indagini tramite il capo Di Natale, l’aggiunto Fonzo e il sostituto Bianchi, hanno arrestato Giuseppe Gioacchino Mantegna,  31 anni, di Ravanusa, disoccupato. Mantegna, in concorso con altre due persone ancora da identificare, avrebbe minacciato un medico di Ravanusa con scritti anonimi e telefonate, pretendendo da lui il pagamento di 25 mila euro. E il professionista e’ stato costretto a consegnargli, alla fine del mese di marzo scorso, la somma di 2.500 euro. La vittima ha denunciato le pretese di Mantegna.

15 aprile, a Giardina Gallotti, frazione a nord ovest di Agrigento, due banditi, travisati al volto con dei caschi e armati di pistola, hanno rapinato il distributore di carburanti “Sp” in contrada Verna. I rapinatori hanno costretto il titolare a consegnare l’incasso della giornata, 250 euro circa, e sono fuggiti a bordo di un ciclomotore. Indagano i Carabinieri.

16 aprile, Loredana Giglio ed Enrico D’Elia adesso sono detenuti agli arresti domiciliari. La Guardia di Finanza agrigentina, capitanata dal tenente colonnello Vincenzo Raffo, ha notificato le due misure cautelari firmate dalla Procura di Agrigento. Lei ha 46 anni, e lui 36, e adesso risponderanno di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale. L’ obiettivo dell’ inchiesta focalizza e infuoca una concessionaria di automobili. E’ la ex Mercedes di Agrigento, che poi e’ stata la Giglio srl. E la societa’, di cui sono stati soci la moglie di Enrico D’Elia e il figlio di Loredana Giglio, e’ stata dichiarata fallita dal Tribunale di Agrigento il 14 maggio del 2009, su ricorso della Procura. Ebbene, Loredana Giglio e’ stata l’ amministratore di diritto della societa’, ed Enrico D’Elia, invece, sarebbe stato l’amministratore ex facto. Quindi le accuse : tra il 2005 e il 2008 Giglio e D’ Elia avrebbero distratto dalle casse della societa’ oltre 700 mila euro, tra somme di denaro e beni, intestandoli a familiari e prestanome. Poi i magistrati del Palazzo di giustizia di via Mazzini e le Fiamme gialle contestano irregolarita’ gestionali, contabili e alcune truffe. Il tutto a danno dei clienti che hanno acquistato automobili alla societa’ concessionaria Giglio. L’ ordine di arresto e’ stato firmato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, su richiesta del sostituto Luca Sciarretta, titolare delle indagini che proseguono al fine di accertare eventuali altre complicita’ che avrebbero agevolato le ipotesi di bancarotta.

16 aprile, i carabinieri della stazione di Castrofilippo hanno arrestato, in flagranza di reato, tre romeni domiciliari a Licata, Marcel, Zoltan e Alin Rezmuves, sorpresi a rubare carburante da un camion posteggiato nei pressi di uno dei tanti cantieri lungo la strada statale 640. I 3 hanno tentato la fuga ma sono stati acciuffati al bivio per Canicatti’.

16 aprile, i carabinieri della compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Carmelo Amatore, 57 anni, operaio, inseguito da un ordine di carcerazione per tentato furto in abitazione risalente al 9 ottobre del 2009. Il licatese scontera’ la condanna definitiva a 1 anno e 4 mesi di reclusione.

18 aprile, a Favara, in via Aldo Moro, un uomo, travisato con un casco integrale e armato di taglierino, ha minacciato la cassiera ed ha rapinato il supermercato Forte’. Il bottino, tra il denaro della cassa, ammonta a circa 600 euro. Indagano i carabinieri.

18 aprile, a Lampedusa, in via Maccaferri, una traversa di via Roma, un incendio, appiccato da ignoti vandali, ha danneggiato gravemente un edificio gia’ sede della scuola elementare di Lampedusa. L’istituto scolastico, chiuso da tempo dall’Amministrazione comunale per criticita’ strutturali, e’ stato dichiarato inagibile. Non e’ la prima volta che i teppisti bersagliano l’ex scuola. Sul posto hanno lavorato a lungo i Vigili del fuoco.

20 aprile, i carabinieri della compagnia di Licata hanno arrestato Angelo Tiso Licata, 38 anni, venditore ambulante, pregiudicato, e Aniello Attanasio, 21 anni, disoccupato, entrambi di Licata, accusati di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio allorche’ sono stati sorpresi a bordo di un’ automobile in possesso di 50 grammi di hashish, un bilancino di precisione nascosto dietro il pannello di una delle portiere laterali, e 120 euro in banconote di vario taglio, verosimilmente provento dello spaccio.

20 aprile, a Ribera i carabinieri e la polizia municipale hanno arrestato 14 immigrati, dieci tunisini, tre algerini, e un marocchino, per furto di energia elettrica e d’acqua, e per violazione delle norme in materia di immigrazione clandestina. I provvedimenti sono scattati nel corso di un blitz nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo in viale Stazione, dove gli stranieri si sono insediati abusivamente.

20 aprile, i carabinieri della Tenenza di Favara, agli ordini di Gabriele Treleani, hanno arrestato, in flagranza di reato, per tentata estorsione, violenza privata e maltrattamenti in famiglia, Francesco Castronovo, 40 anni, di Favara, disoccupato. Castronovo si e’ presentato in casa della madre per tentare, cosi’ come gia’ altre volte in passato, di ottenere del denaro con violenza. L’anziana donna ha subito lanciato l’allarme ai carabinieri.

20 aprile, i carabinieri della compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Carlo Fichera, 60 anni, di Catania, sorpreso in Corso Miraglia a Sciacca subito dopo un furto nell’abitazione di una donna che ha lanciato l’allarme. Fichera e’ stato trattenuto da alcuni passanti e poi ammanettato dai militari. Al catanese, subito perquisito, sono stati sequestrati 200 euro, orecchini, un orologio e un anello, tutto riconosciuto dalla vittima come proprio e, quindi, a lei restituito. A Fichera, gia’ autore poco tempo prima di un tentato furto, sono stati sequestrati numerosi attrezzi atti allo scasso.

21 aprile, ladri mancati, che si trasformano i piromani. E’ accaduto a Porto Empedocle, dove ignoti malviventi, impegnati a rubare dentro una villetta estiva, adesso disabitata, non hanno trovato cio’ che di prezioso avrebbero voluto trovare. E cosi’, forse perche’ preda della delusione e della rabbia, hanno incendiato l’edificio di proprieta’ di una famiglia che adesso e’ a Torino per lavoro. Indagano i poliziotti del locale commissariato, agli ordini di Cesare Castelli.

21 aprile, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Canicatti’, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno arrestato, in flagranza di reato, Salvatore Ragazzo, 25 anni, di Canicatti’, sorpreso in possesso, nel corso di una perquisizione domiciliare, di 170 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish, gia’ pronti per essere spacciati.

22 aprile, al Tribunale di Palermo, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari, Giuseppe Rizzo, ha condannato il pentito di Sambuca di Sicilia, Calogero Rizzuto, a 4 anni di reclusione per estorsione aggravata. L’imputato ha ottenuto i benefici di legge per i collaboratori. Rizzuto, tra il 2005 e il 2008, avrebbe estorto denaro ad alcune imprese impegnate nel territorio agrigentino, lungo la statale 115 nella zona di Sciacca, nella costruzione del Golf Resort Verdura, nella ristrutturazione del viadotto Carboj, nella costruzione dell’acquedotto Favara di Burgio e del metanodotto Mazara – Menfi.

22 aprile, i carabinieri della compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Mario Grasso, 36 anni, e Calogero Diliberto, 55 anni, entrambi di Sciacca, sorpresi ad asportare dall’impianto elettrico di un oleificio dismesso una ingente quantita’ di cavi in rame. Sequestrati 25 chili di cavi elettrici, un’ automobile Fiat Brava su cui e’ stata caricata la refurtiva, ed attrezzatura varia utilizzata per il furto.

22 aprile, il 7 maggio del 2009 fu il sequestro. Adesso e’ la confisca. 15 terreni, 3 fabbricati, 3 imprese agricole, 6 libretti postali, 3 titoli finanziari e 9 buoni fruttiferi. Beni per oltre 3 milioni di euro, che la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento ha strappato a Calogero Iacono, 36 anni di eta’, pastore, di Realmonte, e al padre, Giuseppe Iacono, 75 anni. I due sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Agrigento e dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo il 29 ottobre del 2007, il giorno del blitz cosiddetto ‘’Marna’’. Mafia a cavallo tra Porto Empedocle, Siculiana e Realmonte, la costa della ‘’ Marna ‘’, gia’ regno dell’ ex superlatitante di Porto Empedocle, Gerlandino Messina. I pentiti hanno inchiodato Calogero e Giuseppe Iacono. Il primo chiodo lo ha conficcato Maurizio Di Gati, di Racalmuto. Il secondo, Luigi Putrone, di Porto Empedocle. ‘’Gli Iacono di Realmonte sono affiliati a Cosa nostra e proteggono la latitanza di Gerlandino Messina. Sono anche la sua scorta armata, con fucili, mitra e pistole’’. Cosi’ hanno dichiarato Di Gati e Putrone. Il 4 dicembre del 2008, il Tribunale di Palermo ha inflitto 5 anni di carcere a Calogero Iacono, giudicato con il rito abbreviato. E il 14 luglio scorso la Corte d’Appello ha confermato i 5 anni di condanna. Il padre, Giuseppe Iacono, invece, ha scelto il processo ordinario e il 30 marzo del 2010 e’ stato assolto dal Tribunale di Agrigento. Lo scorso 12 aprile, a conclusione della requisitoria in Appello, il Procuratore generale, Salvatore Messina, ha chiesto la condanna di Giuseppe Iacono a 9 anni di carcere. Adesso e’ attesa la sentenza.

22 aprile, a Palma di Montechiaro il silenzio luttuoso del venerdi’ santo e’ stato oltraggiato dalla esplosione di 10 colpi d’ arma da fuoco, sparati con una pistola calibro 9. 7 proiettili sono stati letali e hanno ucciso Nicolo’ Amato, 63 anni. Gli altri 3 hanno ferito il figlio, Diego, 26 anni. Un debito non pagato agli Amato avrebbe infiammato la rabbia e armato la mano dell’assassino. Vincenzo Bonfanti, 54 anni, e i figli Nicola, 29 anni, e Raimondo, 25 anni, hanno affrontato gli Amato. Teatro del diverbio degenerato nel sangue e’ stata la via Pietro Nenni, innanzi al bar pizzeria “La Fontana”, che i Bonfanti hanno allestito in un magazzino di proprieta’ della famiglia Amato. Il movente del delitto sarebbe legato al pagamento di alcune bollette intestate agli Amato e che i Bonfanti non avrebbero pagato. Ecco perche’ gli Amato hanno agganciato un lucchetto all’ingresso del loro magazzino : ‘’ si’, un catenaccio, il locale e’ nostro, se non pagate non entrate piu’ ‘’. La reazione dei Bonfanti e’ stata violenta. Uno ha impugnato la pistola e ha sparato. Nicolo’ Amato e’ morto subito. Diego e’ stato ferito ed e’ stato soccorso in Ospedale, a Licata, al ‘’San Giacomo d’Altopasso”. Diego Amato e’ il testimone della sparatoria, e ha raccontato l’aggressione armata. E cosi’ anche la madre di Diego, moglie di Nicolo’, anche lei presente in via Nenni. Sul posto polizia e carabinieri. Le indagini sono coordinate dal commissario, Angelo Cavaleri, e dal sostituto di turno della Procura di Agrigento, Santo Fornasier. Vincenzo Bonfanti, fratello del sindaco del paese del Gattopardo, Rosario, e’ in stato di arresto. E cosi’ i due figli, Nicola e Raimondo.

22 aprile, i carabinieri della Tenenza di Favara, agli ordini di Giuseppe Asti e Gabriele Treleani, hanno arrestato Gerlando Blando, 26 anni, di Favara, accusato di rapine. Le indagini si sono avvalse anche di alcune testimonianze. Blando avrebbe sempre usato un casco integrale grigio per travisare il viso, un taglierino, un giubbotto rosso, una moto o una Fiat Punto. Piu’ nel dettaglio, Gelando Blando sarebbe il responsabile delle recenti rapine ai supermercati Forte’ in via Capitano Callea e in via Aldo Moro a Favara. Al vaglio degli inquirenti vi sono anche altre 7 rapine. Blando e’ difeso dall’avvocato Maria Alba Nicotra.

23 aprile, ad Agrigento, in via Scifo, tra il quadrivio Spinasanta e il viadotto Morandi, un ragazzo di 19 anni, E L, ecco le iniziali del nome, intento a rientrare a casa con in tasca l’incasso della giornata di lavoro, circa 2mila euro, e’ stato affiancato da due uomini a bordo di una moto che gli hanno puntato una pistola intimandolo a consegnare il denaro. Il ragazzo rapinato lavora in un distributore di carburanti a Joppolo Giancaxio, e ha condotto con se’ una valigetta con dentro il denaro contante.

23 aprile, a Ravanusa, in via Cavallotti, un tunisino e’ stato sorpreso in stato agonizzante con in mano un bidone di benzina. L’ immigrato avrebbe incendiato due automobili posteggiate in strada, una Bmw e una Lancia Y, e le fiamme lo hanno travolto. L’incendio e’ stato spento dai vigili del fuoco di Canicatti’. Il tunisino e’ stato prima soccorso all’ospedale Barone Lombardo di Canicatti’ , e poi e’ stato trasferito a Palermo, al reparto Gravi ustioni dell’ Ospedale Civico.

24 aprile, a Licata, i carabinieri e la polizia hanno arrestato due fratelli agricoltori, Angelo Amato, 29 anni, di Gela e residente a Licata, e Vincenzo Amato, 25 anni, di Licata, accusati di concorso in tentato omicidio e detenzione illegale di armi e munizioni. Sabato scorso, 23 aprile, a Licata, in contrada Stretto, i fratelli Amato avrebbero esploso 4 colpi di fucile calibro 12 contro Calogero Truisi, 41 anni, di Licata, imprenditore agricolo, e Angelo Truisi, 21 anni, di Licata, agricoltore. I due bersagli si sono salvati perche’ si sono nascosti dietro un camion di loro proprieta’, colpito dai colpi di arma da fuoco nella parte laterale. Il movente della sparatoria sarebbe legato a contrasti di confine per la coltivazione di terreni. Nel corso della perquisizione domiciliare, i carabinieri e i poliziotti hanno scoperto e sequestrato presso l’abitazione degli Amato una pistola marca “Walter” modello Ppk, di fabbricazione tedesca, calibro 7 e 65, con matricola abrasa, 66 proiettili dello stesso calibro, e un silenziatore.

24 aprile, a San Leone, lido balneare di Agrigento, e’ morto annegato un turista francese, Jan Luc Vasseur, 57 anni. L’uomo, in vacanza in Sicilia con moglie e figli, ha pranzato e poi, imprudentemente, si e’ tuffato in mare, peraltro agitato, alla spiaggia delle dune. Il francese e’ stato subito inghiottito dalla corrente e il cadavere e’ stato restituito dal mare poche ore dopo, a due chilometri di distanza, nei pressi della zona del Ragno d’oro.

25 aprile, da sud a nord, dalla zona della Ravanusella alla vetta della collina ovest della citta’. Prima le vie Vallicaldi e Boccerie, giu’ dalla via Atenea, adesso il cuore del centro storico. Il tonfo poco dopo l’alba del giorno della Pasquetta, alle ore 5 e 30. Il Palazzo Lo Jacono Maraventano si sbriciola e precipita. Un ammasso di macerie tra le vie Santa Maria dei Greci e San Vincenzo, lungo la salita cosiddetta Itria. La cronaca di un crollo annunciato, che poi e’ stato inesorabile, come un destino gia’ scritto. Quasi come recita il proverbio antico, il malato muore prima che il medico decida come curarlo, dal siciliano : ‘’ mentri u medicu studia u malatu si fa la via ‘’. Il cedimento non ha provocato feriti, solo danni ad alcune automobili parcheggiate nei pressi della frana. Tre famiglie sono state sgomberate, e adesso sono ospiti di parenti. Il copione dei soccorsi, ormai rituali nella Agrigento antica : i vigili del fuoco del comando provinciale, il personale del 118, la polizia, i carabinieri, Protezione civile e Ufficio tecnico comunale. Termocamere e geofoni, in dotazione ai vigili del fuoco, sono stati utilizzati per scoprire eventuali tracce di vita sotto le rovine. Esito negativo. Cosi’ e’ morto uno palazzo barocco tra i piu’ emblematici della citta’, gia’ sotto vincolo e tutela monumentale, e che venerdi’ scorso e’ stato testimone oculare della processione di Gesu’ in croce, accompagnato da un corteo di fedeli. Prossimamente si procedera’ a sopralluoghi e verifiche per monitorare lo stato di solidita’ di altri edifici circostanti. Si temono altri crolli e si incrociano le dita. Nel frattempo, dopo il collasso del palazzo di due piani, la Procura della Repubblica di Agrigento indaga. E’ inchiesta.

26 aprile, a Siculiana, in via Marconi, un presunto attentato intimidatorio e’ stato perpetrato a danno del titolare della cartolibreria – edicola Caruana. Ignoti malviventi avrebbero appiccato il fuoco alla saracinesca dell’esercizio commerciale dopo avere cosparso del liquido infiammabile. Sul posto hanno lavorato i vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento che hanno domato le fiamme prima che si propagassero all’interno del negozio. Cio’ ha limitato i danni. Indagano i carabinieri. Il titolare avrebbe dichiarato di non aver subito alcun tipo di minaccia o richiesta estorsiva.

27 aprile, ad Agrigento, in via Esseneto, durante la notte, intorno alle ore 3 e 30, un incendio ha bruciato il minimarket, panineria e salumeria “Igloo”. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri, che non hanno scoperto segni di effrazione alla porta d’ingresso. I danni, tra attrezzature e merce, sono ingenti. Le cause del fuoco sono da accertare.

27 aprile, incidente stradale lungo la statale 115, tra Sciacca e Ribera, dove una donna di Ribera, Maria Presti, 48 anni, insegnante, da tempo residente a Sciacca, a bordo di una Opel Astra, per cause in corso di accertamento, e’ volata giu’ dal viadotto Carabollace ed e’ morta sul colpo schiantandosi al suolo vittima del violento impatto. Sul posto hanno lavorato i vigili del fuoco, la polizia stradale e i carabinieri.

27 aprile, i giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Sergio La Commare, hanno assolto dall’accusa di abuso e falso gli ingegneri agrigentini Vincenzo Rizzo e Giovanbattista Platamone, imputati nell’ambito del processo su alcune presunte irregolarita’ legate all’ iter autorizzativo e progettuale del depuratore al Villaggio Peruzzo di Agrigento. Si tratta di un procedimento, inizialmente a carico di tanti altri imputati, poi prosciolti o assolti, che si e’ protratto per oltre 15 anni. La Corte d’Appello ha assolto Rizzo e Platamone, e ha condannato al pagamento delle spese processuali Legambiente, parte civile rappresentata dall’avvocato Giuseppe Arnone, e il Wwf, altra parte civile rappresentata dall’avvocato Daniela Ciancimino. Legambiente restituira’ agli imputati il risarcimento riscosso dopo la sentenza di primo grado. Lo stesso Arnone commenta : ” anche se non si conoscono le motivazioni, ritengo la sentenza di assoluzione gravemente incomprensibile ed errata. Certamente ricorreremo in Cassazione. La sentenza, che giudico errata, non mi fa mutare giudizio su Rizzo e Platamone. Talvolta nelle aule di giustizia si assumono decisioni abnormi che occorre portare innanzi alla Suprema Corte, con coraggio e determinazione. Per quanto riguarda me e Legambiente andremo fino in fondo e non ci tireremo indietro in una battaglia di legalita’ e per l’ambiente, contro un depuratore illegalmente voluto, e sottolineo illegalmente, troppo vicino alle case dei cittadini. Non solo, ma adesso dovra’ essere il Comune, con i suoi tecnici, a dire una parola chiara sul piano amministrativo in ordine alla questione delle distanze “.  Gli ingegneri Rizzo e Platamone sono stati difesi dagli avvocati Enrico Quattrocchi, Nino Mormino, Giuseppe De Felice e Francesco Gianzi.

27 aprile, lo scorso 7 febbraio, a Canicatti’, in via Nilde Iotti, un incendio ha bruciato l’automobile di proprieta’ di un maresciallo della Guardia di Finanza di 56 anni in pensione. Adesso, in un garage della stessa via Nilde Iotti, le fiamme hanno bruciato l’automobile del figlio del maresciallo, un ragazzo di 22 anni che lavora come dipendente di un Istituto di vigilanza. Indagini in corso e cause del fuoco da accertare.

27 aprile, i carabinieri della Tenenza di Favara, agli ordini del tenente Gabriele Treleani, hanno arrestato, per resistenza e minacce a pubblico ufficiale e per ricettazione, Michele Bellavia, 45 anni, di Favara. Bellavia, inseguito da un mandato di cattura perche’ avrebbe minacciato con un’arma un parente, nel corso di una perquisizione nella sua abitazione e’ stato sorpreso in possesso di Will, un cane razza Terranova di quattro anni di eta’ del quale e’ stata denunciata la scomparsa dal proprietario, un giovane di Santa Elisabetta. Will e’ stato scoperto rinchiuso in un recinto e in pessime condizioni di salute. L’animale e’ stato riconsegnato al proprietario.

28 aprile, si e’ costituito a Palma di Montechiaro in commissariato Raimondo Bonfanti, 22 anni, di Palma di Montechiaro, il manovale accusato di concorso morale e materiale nell’ omicidio di Nicolo’ Amato, 65 anni, ucciso lo scorso 22 marzo innanzi a un locale del paese al culmine di un diverbio, e del tentato omicidio del figlio Diego, 25 anni. Raimondo Bonfanti, dunque, e’ in carcere, insieme al padre Vincenzo, 54 anni, e al fratello Nicola, 29 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini, ancora in corso, sarebbe stato Raimondo a sparare contro i due Amato.

28 aprile, la Corte di Cassazione ha confermato con sentenza definitiva la condanna all’ergastolo per Franco Cacciatore, 53 anni, di Agrigento, accusato dell’omicidio di Giovanni Poni, ucciso a Villaseta il 20 novembre del 1985, e del tentato omicidio di Luigi e Salvatore Grassonelli, bersagli il 14 giugno del 1986 a Porto Empedocle.

28 aprile, la Corte d’ Appello di Caltanissetta ha confermato la condanna a 6 anni di reclusione per padre Giovanni Butera, 44 anni, il sacerdote originario di Menfi, in provincia di Agrigento, accusato di avere abusato di un ragazzo disabile di 15 anni, ospite del Villaggio del Fanciullo di Pergusa, in provincia di Enna. Gli abusi, risalenti a 14 anni addietro, sarebbero stati compiuti nella struttura di accoglienza dove il religioso, appartenente all’ordine dei frati minori, ha lavorato come educatore. La Corte d’Appello ha anche confermato le pene interdittive accessorie.

28 aprile, a Porto Empedocle, in via Pini, un incendio, di presunta origine dolosa, ha bruciato due automobili di proprieta’ di un imprenditore edile attualmente impegnato a costruire delle villette a schiera in contrada Durrueli. Un mese addietro, lungo la statale 115, fra Porto Empedocle e Realmonte, il fuoco ha danneggiato due escavatori di proprieta’ di una ditta impegnata in lavori di metanizzazione.

28 aprile, la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Anna Americo, ha annullato senza rinvio la sentenza d’appello e ha assolto Giovanni Aquilina, di Grotte, gia’ condannato a 14 anni di reclusione per il delitto di distruzione e soppressione del cadavere dell’ imprenditore di Favara, Antonio Costanza, vittima della lupara bianca tra il 24 e il 25 giugno del 2005. Secondo i pentiti, a seppellire Costanza in una cava di inerti a Milena sarebbe stato Aquilina, che avrebbe preparato una buca con un escavatore.

28 aprile, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, ha condannato Gioacchino Cavaleri, 57 anni, di Aragona, a 4 anni di reclusione per il reato, per il quale e’ stato arrestato il 29 novembre scorso, di detenzione di numerose armi comuni e da guerra. A carico di Cavaleri, difeso dagli avvocati Anna Americo e Ninni Giardina, il Pubblico ministero, Giacomo Forte, ha chiesto, a conclusione della requisitoria, la condanna a 8 anni di reclusione.

28 aprile, riecco lo spettro di acquabomber a Porto Empedocle. Dopo il primo caso, risalente allo scorso 23 febbraio, adesso un’altra donna empedoclina, T C, ecco le iniziali del nome, e’ stata intossicata dopo aver bevuto acqua contaminata con candeggina. Nella bottiglia, acquistata in un supermercato di Porto Empedocle, sono state iniettate con una siringa alcune gocce di candeggina. La vittima e’ stata soccorsa al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, e i medici le hanno riscontrato un avvelenamento da candeggina. Fortunatamente la donna ha bevuto solo un sorso. Indagano polizia e carabinieri.

28 aprile, innanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Domenico Lauria Pantano, 52 anni, titolare della Euro Calcestruzzo, societa’ di Santo Stefano di Quisquina, ha patteggiato la condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta, truffa e riciclaggio. Altri cinque imputati, l’ imprenditore Francesco Leto e i figli Ignazio, Massimo e Giovanna, nonche’ la moglie di Lauria Pantano, Maria Castellano, sono stati rinviati a giudizio per gli stessi reati e hanno scelto il rito ordinario. Gli imputati avrebbero agito illegalmente per ottenere erogazioni pubbliche a favore della Euro Calcestruzzo. In modo fraudolento sarebbe stato indotto il fallimento della societa’, con una distrazione di beni e denaro per circa un milione di euro. La ditta avrebbe anche incassato 600 mila euro di finanziamenti attraverso la legge 488, per costruire un impianto di produzione di calcestruzzo e un fabbricato.

29 aprile, i carabinieri della compagnia di Canicatti’ e la Procura di Agrigento hanno notificato 16 misure cautelari a carico di altrettante persone indagate dal 2007 in poi per detenzione e spaccio di stupefacenti non solo in Sicilia ma anche nel resto di Italia. Arresti domiciliari per Diego Giardina di Canicatti’. Poi vi sono altre misure, tra obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e obbligo di dimora.

29 aprile, il tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, nell’ambito dell’ inchiesta per mafia e turbativa di appalti cosiddetta ‘’ Sistema ‘’, ha condannato ad 8 anni e sei mesi ciascuno il boss di Santa Lucia del Mela, Pietro Nicola Mazzagatti, e Vincenzo Licata, boss di Grotte ergastolano. 6 anni e 8 mesi di carcere sono stati inflitti a un altro agrigentino, Domenico Mortellaro, di Santo Stefano di Quisquina.

29 aprile, ad Agrigento in piazza Cavour due ragazze originarie della Tunisia, entrambe minorenni, hanno violentemente litigato tanto che, al culmine del diverbio, una delle due, con un pezzo di vetro, ha ferito l’altra all’addome, in modo non grave. La ragazza ferita e’ stata soccorsa in Ospedale. La feritrice, di 17 anni, e’ stata scoperta da carabinieri e polizia grazie alle telecamere di video – sorveglianza. La ragazza, sbarcata a Lampedusa poco piu’ di un mese addietro, e ospite di una Casa d’accoglienza, e’ stata denunciata per lesioni.

29 aprile, e’ stato l’accusatore di Enzo Tortora. Adesso Giovanni Salvatore Melluso, 55 anni, inteso “ Gianni il bello ”, gia’ sottoposto a sorveglianza speciale, e’ stato arrestato a Sciacca dai carabinieri perche’ e’ stato sorpreso alla guida di una motoape senza patente di guida. A Melluso, infatti, la patente e’ stata ritirata da anni.

29 aprile, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Luca D’Addario, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 6 anni di reclusione Vasile Radu, 31 anni, originario della Romania. L’uomo, difeso dall’avvocato Domenico Romano, e’ stato processato per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile allorche’ a Licata avrebbe indotto due ragazzine romene alla prostituzione minacciandole.

29 aprile, i carabinieri della stazione di Lampedusa e della tenenza di Favara hanno arrestato Florin Pepelea, 37 anni, originario della Romania, accusato di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. I militari hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo. Il romeno scontera’ una condanna  a 4 anni di carcere. I reati contestati risalgono al periodo tra gennaio e ottobre del 2008.

30 aprile, a Licata, lungo la tangenziale est, un’automobile e’ stata bloccata da un’auto di traverso sulla carreggiata. Quattro banditi armati hanno aggredito la coppia a bordo dell’auto costretta alla sosta. Sono stati cosi’ rapinati Alfred Herzer, 71 anni, di Dusselddorf, e la moglie Anna Tuccio, di origini nissene, in vacanza a Licata. Il bottino, tra soldi e preziosi, ammonta a oltre 12mila euro. Alfred Herzer e’ stato ferito ad una mano da una coltellata sferrata da uno dei malviventi. Indagano i Carabinieri.

30 aprile, a Caltabellotta, i cavi elettrici interrati, e i quadri di comando, della stazione di sollevamento acque di contrada Favara di Burgio, in dotazione al Consorzio di bonifica Agrigento 3, sono stati rubati. Il furto ha provocato il danneggiamento di tre motori di pompaggio dell’acqua. Il danno complessivo ammonta ad oltre 10 mila euro. Indagano i Carabinieri.

30 aprile, a Menfi, in via Volpe, il cantiere edile della ditta ‘’ Arkeo restauri ‘’, impegnato nelle opere di ristrutturazione dell’istituto scolastico ‘’ Santi Bivona ‘’, e’ stato danneggiato. Ignoti hanno svuotato delle taniche contenenti catrame liquido sui materiali edili che sono adesso irrimediabilmente non piu’ utilizzabili. Indagano i Carabinieri.

2 maggio, la Corte d’ Assise di Agrigento ha assolto, per vizio totale di mente, Pietra Mancuso, 40 anni, di Palma di Montechiaro, La donna, il 16 febbraio del 2008, al culmine di un diverbio, uccise a colpi di forbice l’anziana madre, Rosaria Lumia, 74 anni, e poi incendio’ la casa. L’ assoluzione scaturisce dalle perizie effettuate sulla palmese che hanno sortito un esito certo e inconfutabile. I giudici, accertata la pericolosita’ sociale di Pietra Mancuso, ne hanno disposto il ricovero coatto per 10 anni in un ospedale giudiziario. L’imputata e’ stata difesa dall’avvocato Domenico Romano.

3 maggio, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento hanno arrestato Francesco Tropea, 57 anni, di Catania, gia’ detenuto a Velletri per rapine, accusato della rapina a danno della banca Montepaschi di Siena, ad Aragona, il 16 febbraio del 2010. Tropea e’ incastrato dalle immagini registrate dalle telecamere interne all’ istituto di credito.

4 maggio, a Siculiana, nel centro storico, in occasione della festa del Santissimo Crocefisso, si e’ scatenata una rissa e i carabinieri hanno arrestato James Burgio, 19 anni, e Umberto Ferrara, 21 anni, entrambi di Porto Empedocle, accusati di danneggiamento, resistenza, lesioni e violenza a pubblico ufficiale allorche’ 4 militari, intervenuti per sedare lo scontro, sono stati vittime di calci e pugni e sono stati medicati alla guardia medica di Siculiana.

5 maggio, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, ha condannato a 3 anni e 1 mese di reclusione Giuseppe Gioacchino Mantegna, 32 anni, a 3 anni Maurizio Brancato, 35 anni, e a 16 mesi Giuseppe Petralito, 30 anni, tutti di Campobello di Licata. I tre sono stati accusati di detenzione e porto abusivo di armi, danneggiamento di una gazzella dei carabinieri, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, allorche’, la notte fra il 7 e l’8 febbraio del 2010, lungo la strada provinciale per Riesi, i tre non si fermarono all’alt dei carabinieri, scappando e speronando l’auto dei militari.

5 maggio, a Porto Empedocle una donna 60enne ha subito uno scippo nei pressi del Municipio. Un giovane ha strattonato la malcapitata e le ha rubato la borsa con dentro appena 50 euro, i documenti personali e le chiavi di casa. Il malvivente e’ fuggito, probabilmente aiutato da un complice. La casalinga ha telefonato subito al 113.

7 maggio, i carabinieri della stazione di Montevago e della compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato, in flagranza di reato, tre tunisini. Si tratta di Seifeddine Baccar, 41 anni, Ahmed Ben Hassen, 27 anni, gia’ destinatario di un ordine di espulsione dal territorio nazionale emesso del prefetto di Trapani, e Cherif El Khaoui, 34 anni. I tre sono stati sorpresi all’interno del centro ludico comunale di Montevago, “ Citta’ dei ragazzi ”, in via Trieste, intenti a rubare vario materiale in alluminio, tra porte, radiatori e termoconvettori. I tunisini risponderanno di furto aggravato in concorso, e sono stati reclusi nel carcere di Sciacca.

7 maggio, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato Cristian Poni, 31 anni, di Agrigento, sorpreso in possesso di 104 grammi di hashish.

7 maggio, i carabinieri della stazione di Menfi hanno arrestato Lorenzo Barbera, 43 anni, di Menfi, responsabile di evasione dagli arresti domiciliari allorche’ e’ stato sorpreso dai militari in una via del centro abitato del paese agrigentino. Barbera e’ sottoposto alla misura cautelare per maltrattamenti in famiglia e adesso e’ stato trasferito in carcere a Sciacca.

9 maggio, Lampedusa ancora alla ribalta della cronaca internazionale. La mattina dell’ 8 maggio, all’alba, si e’ rotto il timone di un barcone con a bordo 527 profughi appena sotto costa. La barca ha rischiato di ribaltarsi o di infrangersi contro gli scogli. Il tempestivo, coraggioso ed efficace intervento di Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco, Protezione civile e tanti volontari, tutti aggrappati a una corda, ha scongiurato nefaste conseguenze. Tutti salvi, anche donne e bambini, almeno cosi’ si e’ creduto fino a oggi, 9 maggio, quando, invece, incastrati sotto lo stesso barcone, sono stati scoperti tre cadaveri. Si tratta di tre giovani, verosimilmente di 25 anni di eta’ circa. I sommozzatori hanno accuratamente perlustrato il fondale e il sotto barca, e si esclude che vi siano altri morti.

9 maggio, incidente mortale sul lavoro a Marsala, all’ Ospedale Paolo Borsellino, dove un geometra di 40 anni, originario di Racalmuto, Angelo Vitello, sposato e padre di un bambino di appena un mese, intento a ispezionare un’ ascensore su di un terrazzo al settimo piano, e’ precipitato ed e’ morto sul colpo.

9 maggio, altro incidente mortale sul lavoro a Ravanusa, dove un muratore di 33 anni originario di Campobello di Licata, Giovanni Tiranno, impegnato a ristrutturare il solaio di un’abitazione, e’ precipitato da un’altezza di 8 metri perche’ e’ crollato lo stesso solaio.

9 maggio, a Sciacca, un fruttivendolo di 54 anni, afflitto da problemi economici, ha tentato il suicidio all’interno del proprio negozio scagliandosi una coltellata al collo. L’uomo e’ stato prontamente soccorso e trasportato in ospedale dove e’ stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Adesso e’ fuori pericolo di vita. La strada dove e’ ubicato il negozio di ortofrutta e’ chiusa da mesi al traffico, per lavori di riqualificazione, e i negozianti della zona lamentano da tempo una drastica riduzione degli affari. Al fruttivendolo, inoltre, recentemente e’ stato negato il rinnovo dell’appalto per la fornitura di ortofrutta nel carcere di Sciacca.

9 maggio, sul treno Agrigento – Palermo, appena partito dalla stazione di Agrigento, due extracomunitari, sorpresi senza biglietto dal controllore, hanno inveito contro lo stesso controllore e poi hanno aggredito e ferito quattro poliziotti della Polizia ferroviaria intervenuti in rinforzo. I due esagitati sono stati arrestati. Si tratta di due cittadini della Nigeria, Victor Luki, 34 anni, e Uyi Austin, 28 anni, entrambi residenti a Racalmuto, e muniti di regolare permesso di soggiorno. Per i quattro agenti e’ stato necessario ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio.

10 maggio, la Corte d’ Appello di Palermo, presieduta da Biagio Insacco, ha emesso la sentenza a carico di 7 imputati nell’ambito dell’ inchiesta antimafia nell’agrigentino cosiddetta ‘’ Camaleonte ‘’. Accogliendo parzialmente l’appello proposto dall’ avvocato Giovanni Castronovo, difensore dell’ex capomafia agrigentino Giuseppe Falsone, e’ stata ridotta notevolmente la pena inflitta in primo grado dal Tribunale di Agrigento. L’ex latitante di Campobello di Licata e’ stato infatti condannato a 6 anni di carcere, a fronte dei 22 anni e 6 mesi che gli sono stati inflitti in primo grado. Castronovo ha chiesto e ottenuto che a Falsone fossero inflitte in continuazione anche le condanne dei processi antidroga Cocktail e antimafia Ghost, e, dunque, al boss e’ stata inflitta complessivamente la condanna a 28 anni di carcere. Ridotta anche la condanna inflitta a Stefano Morreale, di Favara, da 12 anni a 9 anni e 4 mesi. Confermate le altre condanne inflitte in primo grado dal Tribunale di Agrigento il 27 marzo del 2010. Quindi : Antonio Vaccaro, di Favara, 9 anni. Pasquale Alaimo, di Favara, 13 anni. Ignazio Musso, di Palermo, 6 anni, per concorso esterno alla mafia. Francesco La Rocca e Pietro Iudicello, entrambi di Catania, rispettivamente 9 anni e 8 anni, per estorsione. Il collegio difensivo e’ composto dagli avvocati Giovanni Castronovo, Giuseppe Barba, Diego Galluzzo, Daniela  Posante, Maria Alba Nicotra, Mormino e Fiorello.

10 maggio, a Cattolica Eraclea i carabinieri della locale stazione hanno arrestato Antonino Campisi, 75 anni, accusato di detenzione illegale d’arma da sparo allorche’ e’ stato sorpreso in possesso di una pistola calibro 7 e 65 con il caricatore carico.

10 maggio, romene in viaggio dalla Romania. Verso la Sicilia. Il miraggio della terra promessa. Come dall’ Africa verso Lampedusa. Le ragazze, e il sogno del matrimonio e di un lavoro. Poi, invece, la prostituzione, anche il sequestro e il ricatto. Poi una minorenne, la piu’ coraggiosa, denuncia i suoi aguzzini. Vasile Radu, 29 anni, romeno, il 7 ottobre del 2009 e’ arrestato dai Carabinieri a Licata. Lui e’ a bordo della sua automobile insieme a 2 ragazze di 16 anni, anche loro romene. Clienti nella citta’ sono in attesa delle due donne, pronti a pagare Vasile Radu, ma lui e’ ammanettato. Un mese dopo, l’ 11 novembre, una busta chiusa, con dentro un proiettile non esploso calibro 7 e 65 e un foglio di minacce, indirizzata al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, e al Sostituto procuratore, Santo Fornasier, e’ scoperta e sequestrata nel centro di smistamento della Posta nella zona industriale tra Agrigento e Favara. I due magistrati che hanno trattato il caso Vasile Radu sono minacciati. Infatti, ignoti scrivono: ‘’ liberate Radu o morte ‘’. La Procura, i Carabinieri e la Polizia rispondono l’ 11 dicembre : mandato di cattura contro due fratelli di Vasile Radu e la madre. Gicu Radu, 32 anni, Ionut Radu, 24 anni, e Cocuta Radu, 55 anni. Sarebbero stati loro, la madre e i tre figli, ad organizzare il traffico delle romene. Le ragazze, anche minorenni, ridotte in schiavitu’, segregate in casa, costrette a prostituirsi al domicilio dei clienti. Poi il ricatto vestito da riscatto: vuoi essere liberata? Paga 5mila euro e sarai libera ‘’. In carcere anche 3 presunti complici della banda familiare romena. Gioacchino Vella, 35 anni, nato in Germania e residente a Palma di Montechiaro. Poi ancora i fratelli Tommaso Grillo, 43 anni, e Angelo Grillo, 39 anni, entrambi di Licata. Adesso la sentenza del Tribunale di Agrigento e le condanne per complessivi 48 anni di carcere. Vasile Radu 12 anni. Gicu Radu 10 anni. Ionut Radu 8 anni. Cocuta Radu 9 anni e 6 mesi. Gioacchino Vella 5 anni. Angelo Grillo 2 anni. E Tommaso Grillo 1 anno e 4 mesi.

11 giugno, a conclusione del giudizio abbreviato, il Tribunale di Agrigento ha assolto Emilia Sorriso e Carmela Pintacorona, vedova Sorriso, entrambe di Licata, imputate di concorso esterno in associazione per delinquere e vari reati di bancarotta fraudolenta. Le due donne, difese dall’avvocato Salvatore Russello, sono figlia e moglie del defunto Leopoldo Sorriso, titolare di aziende per lavori edili e stradali a Licata. L’avvocato Russello ha dimostrato che ne’ la moglie dell’imprenditore Sorriso, ne’ la figlia Emilia hanno mai firmato contratti e assegni, e non hanno mai assunto alcuna decisione sulle attivita’ delle imprese. Il processo prosegue adesso con il rito ordinario in Tribunale per altri imputati.

11 giugno, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, ha condannato a 8 mesi di reclusione, pena sospesa, Antonino Fiore, 56 anni, originario di Raffadali, funzionario dell’Ufficio scolastico provinciale di Agrigento. Fiore e’ accusato di abuso in atti d’ufficio allorche’, nel dicembre del 2006, nella qualita’ di dirigente dell’Ufficio personale Ata, avrebbe favorito il figlio, sprovvisto dei necessari requisiti, affinche’ ottenesse un incarico annuale presso una scuola agrigentina alla ricerca di un assistente tecnico.

11 maggio, il Tribunale di Agrigento, sezione distaccata di Canicatti’, ha assolto, per non avere commesso il fatto, Vincenzo Mongitore, 27 anni, di Canicatti’, arrestato il 10 settembre del 2010 per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, del tipo cocaina. Il giudice monocratico ha altresi’ disposto l’immediata scarcerazione del canicattinese.

11 maggio, a Palma di Montechiaro, in via Leonardo Da Vinci, Vasali Anchidin, 43 anni, originario della Romania e residente a Palma di Montechiaro, e’ stato aggredito e rapinato da un connazionale, che gli ha rubato i documenti di identita’ e 420 euro. Lo straniero rapinato e’ stato soccorso in Ospedale a Licata.

11 maggio, Palma di Montechiaro. Sarebbe stato un raid. Una missione punitiva, culminata nel sangue e nella morte. Al Villaggio Giordano, un quartiere popolare alla periferia est del paese del Gattopardo. Un ragazzo di 16 anni e sua madre, Giuseppina Ribisi, di 37 anni, affrontano Damiano Caravotta, 25 anni, titolare di un autosalone. Il ragazzo, che e’ nipote di Caravotta, e’ armato con una pistola. La madre, che e’ cognata di Caravotta, impugna una mazza. Le intenzioni non sarebbero state pacifiche ma alquanto bellicose. Prima un diverbio, poi il litigio, e poi il raptus infuocato. Damiano Caravotta e’ morto, ucciso a colpi d’arma da fuoco, a casa sua, in via Salvador Allende. Il nipote e sua madre avrebbero rivendicato la restituzione di un prestito, Damiano Caravotta si sarebbe accorto che i due sono armati, allora una fuga, ma il minorenne lo avrebbe inseguito e gli avrebbe sparato a bruciapelo, sul pianerottolo dell’abitazione. Caravotta, agonizzante, e’ stato soccorso dai parenti ma e’ morto in ambulanza. Inutile e’ stata la corsa all’Ospedale, al San Giacomo d’Altopasso, a Licata, dove adesso e’ custodito il cadavere della vittima per i rilievi di rito. Il nipote e la cognata di Caravotta, Giuseppina Ribisi, sono stati irreperibili, poi sono stati arrestati dai poliziotti del Commissariato di Palma e della Squadra mobile di Agrigento. A Palma di Montechiaro ancora il denaro arma la mano che uccide. Lo scorso 22 aprile, il pomeriggio del Venerdi’ Santo, un commerciante, Nicolo’ Amato, 63 anni, e’ stato ucciso a colpi di pistola perche’ non avrebbe pagato le bollette intestate al proprietario di un locale affittato ad Amato e adibito a bar.

13 maggio, la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti ha confermato la condanna della docente Rosetta Scariano, 33 anni, di Favara, accusata di aver ottenuto supplenze, come insegnante di sostegno in un istituto scolastico di Caltanissetta, presentando un falso diploma di specializzazione dell’università di Macerata. La donna e’ stata condannata in primo grado a restituire al ministero dell’Istruzione circa 42 mila euro, somma corrispondente agli stipendi che sarebbero stati illegittimamente percepiti dal 2002 al 2007.

13 maggio, il Tribunale di Agrigento ha assolto Attilio De Nicola, 70 anni, originario di Viareggio, ex sottufficiale della Marina. L’imputato, difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri, e’ stato accusato di violenza sessuale ai danni di una bambina ed e’ stato arrestato il 24 novembre del 2007 dai carabinieri di Lampedusa perche’ ritenuto responsabile di attenzioni sessuali eccessive nei confronti di una bimba di 10 anni, all’epoca compagna di scuola di sua figlia. A denunciare il presunto abuso fu una zia della ragazzina. La piccola e la sua famiglia si sono costituite parte civile nel processo.

13 maggio, i giudici della Corte d’Appello di Palermo hanno condannato a 6 anni di reclusione Domenico Friscia, 47 anni, di Sciacca, imputato di associazione mafiosa nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Itaca ‘’. Friscia e’ stato condannato in primo grado dal Tribunale di Sciacca a 5 anni di carcere, che poi sono stati 6 in Appello, ma la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza. Adesso, quindi, e’ intervenuta la seconda sentenza d’ Appello. Le accuse a Domenico Friscia sono state confermate anche dal collaboratore di Giustizia, Calogero Rizzuto, di Sambuca di Sicilia.

13 maggio, i poliziotti del Commissariato di Licata hanno arrestato a Palermo, a bordo della nave in viaggio da Genova, Calogero Occhipinti, 35 anni, originario di Gela, da tempo residente a Licata, responsabile della violazione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza.

13 maggio, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 7 mesi di reclusione Anna Daniela Marino, di Licata, accusata di lesioni, e non di tentato omicidio, del carabiniere che, il 28 agosto del 2010, feri’ con un colpo di bisturi al mento. Il giudice, accogliendo la tesi del difensore, l’avvocato Calogero Meli, ha derubricato l’originaria imputazione di tentato omicidio. Determinante e’ stata la perizia del medico legale, Gianfranco Pullara, che ha definito come lieve e non mortale il colpo inferto da Marino al carabiniere.

14 maggio, ad Agrigento i carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato di furto aggravato, Rosario Tarantino, 33 anni, e Samuele Nabli, 22 anni, entrambi di Palermo, sorpresi a raccogliere meloni del tipo cantalupi presso la tenuta dell’azienda agricola Misita.

14 maggio, a Castrofilippo i carabinieri hanno arrestato Calogero Molluzzo, 77 anni, perche’ sorpreso in possesso di 2 pistole e munizionamento non denunciato.

14 maggio, miseria e indigenza. Una donna originaria della Romania, di 20 anni di eta’, ha partorito un bambino e lo ha affidato ai medici dell’ Ospedale di Licata. La madre non ha riconosciuto il neonato perche’ – ha spiegato – ‘’ non e’ in grado di sfamarlo e di crescerlo adeguatamente ‘’. Su disposizione del magistrato, il neonato e’ adesso in custodia e al piu’ presto saranno avviate le pratiche per l’affidamento ad una famiglia intenzionata ad adottarlo o ad un Istituto.

16 maggio, l’inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Sikania 2 ‘’. La Corte d’Appello di Palermo ha assolto Raffaele Fragapane, 33 anni, di Santa Elisabetta, dal reato di associazione mafiosa e lo ha condannato a 2 anni di reclusione, pena sospesa, per favoreggiamento aggravato da mafia. Confermata invece l’assoluzione per Roberto D’Alessandro, 40 anni, di Sant’Angelo Muxaro, accusato di detenzione di armi aggravata. Fragapane e D’Alessandro sono difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo, Giuseppe Barba e Massimiliano Miceli.

16 maggio, il tribunale di Agrigento ha assolto dall’accusa di bancarotta fraudolenta due imprenditori di Favara. Si tratta di Calogero e Salvatore Campanella, di 56 e 58 anni, accusati di avere sottratto somme di denaro per circa mezzo miliardo di lire dalla societa’ Se.Co.G., con sede via Che Guevara a Favara, una cooperativa impegnata nella preparazione e distribuzione di pasti caldi a vari enti, tra scuole e ospedali, fallita nel 2002. I due imprenditori sono stati difesi dagli avvocati Gerlando Vella e Dino Costanza.

17 maggio, ad Agrigento, nel quartiere di San Michele, ignoti hanno forzato la porta d’ingresso di un’abitazione e hanno trafugato oggetti d’oro, argenteria e materiale informatico per un valore di circa 10 mila euro. E lungo la statale 640, in un cantiere in territorio di Favara, ignoti hanno rubato circa 1250 litri di carburante, per 2mila euro, che sarebbe servito a rifornire i mezzi impegnati nel raddoppio della statale.

18 maggio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Lorenzo Matassa, ha condannato a 4 anni di reclusione Calogero Bellavia, 21 anni, di Favara, vivandiere del superlatitante Gerlandino Messina, arrestato a Favara lo scorso 23 ottobre. Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Giovanni Castronovo, a Calogero Bellavia non e’ stata riconosciuta l’aggravante del favoreggiamento alla mafia. Bellavia si sarebbe occupato di rifornire di cibo e bevande il capo di Cosa Nostra agrigentina nel covo di Favara, in Corso Stati Uniti. I Pubblici ministeri hanno chiesto la condanna dell’ imputato a 6 anni di carcere.

18 maggio, e’ il giorno dell’ operazione antimafia dei Carabinieri contro i clan della “Montagna” agrigentina. 4 arresti e 12 indagati. Ecco gli arrestati : Angelo Longo, 48 anni, di Cammarata e presunto reggente del paese, Mariano Gentile, 48 anni, di Cammarata e della famiglia di Castronovo di Sicilia, Giovanni Calogero Scozzaro, 53 anni, di Casteltermini, e Vincenzo Giovanni Scavetto, di Casteltermini, di 71 anni di eta’, ed e’ detenuto ai domiciliari. Il blitz cosiddetto ‘’Kamarat”, dal greco bizantino e oggi Cammarata. I Carabinieri agrigentini e di Cammarata, capitanati da Alessandro Trovato, e la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno imperversato nella ‘’ montagna ‘’, cosi’ come e’ inteso l’entroterra montano a nord della provincia di Agrigento. Il bombardamento chirurgico avrebbe reciso i vertici dei clan impegnati tra Casteltermini, San Giovanni Gemini, Castronovo di Sicilia e Cammarata. Uno degli arrestati, Angelo Longo, figlio del boss di Cammarata Luigi Longo, e’ accusato anche di avere partecipato al sequestro di Giuseppe di Matteo. Le accuse : associazione mafiosa, tra appalti e servizi pubblici, ed estorsioni a danno di imprenditori di Cammarata e Mussomeli, con l’aggravante della disponibilita’ di armi ed esplosivi. Il blitz “Kamarat” e’ stato frutto della concatenazione delle tante inchieste antimafia che si sono susseguite dal 2000 in poi, e in particolare la “Urano” e la “Cobra”. Ed e’ stata sostenuta anche dalle dichiarazioni dei pentiti Alfonso Falzone, Luigi Putrone, Maurizio Di Gati, Beniamino Di Gati, Giuseppe Vaccaro, Ciro Vara e Nino Giuffre’. Sono 12 gli indagati : Salvatore Longo, cugino di Angelo, 50 anni, di  Cammarata.  Francesco Baiamonte, 64 anni, di Casteltermini. Giovanni Chianetta, 33 anni, di Favara. Vitale Salvatore Collura, 59 anni, di Castronovo di Sicilia. Salvatore Costanza, 62 anni, di San Giovanni Gemini. Giuseppe Di Piazza, 43 anni, e Vincenzo Di Piazza, 71 anni, entrambi di Casteltermini. Salvatore Giambrone, 43 anni, di San Giovanni Gemini. Salvatore   Fragapane,   di Santa Elisabetta, 55 anni. Girolamo Lo Sardo, 60 anni, di Cammarata. Vincenzo  Mangiapane, 46 anni,  di Cammarata. E Giuseppe  Salvatore   Vaccaro,  42 anni, di Sant’Angelo Muxaro. Le indagini “Kamarat” hanno lambito, nel tentativo di svelarlo, l’ omicidio del capomafia Costantino Lo Sardo, vittima della lupara bianca a Cammarata nel 1993. Le misure cautelari sono state firmate dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Fernando Sestito, su richiesta dei Pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Vittorio Teresi, Emanuele Ravaglioli e Giuseppe Fici.

18 maggio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, ha condannato Calogero Arnone, 76 anni, di Naro, a 4 anni e 8 mesi di reclusione perche’ il 2 aprile del 2010 avrebbe accoltellato la moglie, Ignazia Cristi, 76 anni, al culmine di una lite in casa. Il Pubblico ministero ha chiesto la condanna a 6 anni. Il Giudice, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Nino e Vincenza Gaziano, ha riconosciuto ad Arnone le attenuanti generiche e la semi infermita’ di mente.

18 maggio, incidente stradale lungo la statale 117 bis Gela – Catania, tra Ponte Olivo e il bivio per Niscemi. Scontro frontale tra un autocompattatore della nettezza urbana della Dedalo Ambiente e un furgone carico di pesce. Sono morti l’autista dell’autocompattatore, Diego Uscio, 59 anni di Canicatti’, e il conducente del furgone, Pietro Bua, 41 anni, di Catania. Ferito e’ l’altro netturbino, Giuseppe Volpe, 30 anni, di Canicatti’, ricoverato al Sant’Elia di Caltanissetta.

18 maggio, i poliziotti della Squadra Volanti di Agrigento, agli ordini di Stefania Marino, hanno arrestato Angelo Caico, 21 anni, di Agrigento, perche’ responsabile di furto. Nottetempo, in via Imera, i poliziotti hanno sorpreso Caico intento a rubare un ciclomotore.

18 maggio, la Corte d’ Appello di Palermo ha ridotto, in parziale riforma della sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Sciacca, le condanne inflitte nell’ambito dell’ inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Sciacca cosiddetta ‘’ Clinkoil ”, che il 12 dicembre del 2005 culmino’ con la notifica di misure di custodia cautelare per 7 degli 11 indagati, accusati di avere sottratto il patrimonio di societa’ fallite trasferendolo ad altre aziende amiche. Ecco la sentenza d’appello : ridotta la pena per Giuseppe Miceli, 5 anni di reclusione. Calogero D’Avilla, Giuseppe Vincenzo D’Avilla e Vincenzo D’Avilla, 5 anni e 9 mesi ciascuno. Mario D’Avilla, 3 anni e 6 mesi. Confermato invece la sentenza di primo grado per Rosa D’Avilla, 2 anni, e Rosario Messina, 3 anni.

20 maggio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, ha assolto Vincenzo Falauto, 59 anni, di Agrigento, funzionario comunale, accusato di abuso d’ufficio nell’ambito dell’ inchiesta cosiddetta ‘’ Missioni istituzionali ‘’ in cui e’ imputato anche l’ex Presidente del Consiglio comunale, Carmelo Callari. Anche il Pubblico ministero, Santo Fornasier, ha chiesto l’assoluzione di Falauto.

20 maggio, i carabinieri hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Agrigento, Rosario Scibetta, 25 anni, di Siculiana, accusato di stalking allorche’ tra il settembre del 2009 e il marzo scorso avrebbe minacciato, ingiuriato, percosso e perseguitato una ragazza con cui ha intrattenuto in passato una relazione sentimentale. La donna e’ stata costretta anche a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Scibetta e’ detenuto al carcere Petrusa di Agrigento.

21 maggio, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a carico dell’ex sindaco di Agrigento ed ex senatore, Calogero Sodano, a 9 mesi di reclusione, inflitta nei primi due gradi di giudizio per falso e induzione al falso. La pena e’ condonata per effetto dell’indulto. L’inchiesta e’ frutto di una verifica effettuata dall’apposita commissione sui requisiti dei candidati in occasione delle elezioni regionali del 2006. Sodano e’ stato inserito nella “ Lista del Presidente – Aquilone”. Secondo l’accusa, pero’, non avrebbe potuto candidarsi perche’ condannato con sentenza in giudicato ad 1 anno e 6 mesi per abuso di ufficio. Sodano avrebbe omesso di rivelare la condanna con un’autocertificazione in cui invece avrebbe dichiarato di non avere subito condanne.

21 maggio, la Corte d’Assise di Agrigento, cosi’ come richiesto dal Pubblico ministero, Andrea Bianchi, ha assolto l’ imprenditore edile di Menfi, Giuseppe Leonardo Di Carlo, 31 anni, imputato per l’omicidio di Filippo Mezzapelle, 39 anni, ucciso a Menfi il 2 luglio del 2007 in un cantiere dello stesso Di Carlo dove ha lavorato come custode.

21 maggio, a Ribera, in via Ciliberto, un pensionato, Ciro Caternicchia, 87 anni, intento ad attraversare la strada, e’ stato investito e ucciso da un camion di una ditta di trasporti. Il mezzo pesante sarebbe stato in marcia indietro, nel corso di una manovra, e, forse, l’autista, un fruttivendolo, non si e’ accorto di Caternicchia. Sul posto ha operato la Polizia municipale.

21 maggio, i carabinieri della Compagnia di Canicatti’, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno arrestato Giovanni Milana, 38 anni, di Canicatti’, sorpreso, nel corso di una perquisizione domiciliare, in possesso di 30 grammi di hashish.

23 maggio, i carabinieri della stazione di Menfi e della compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Calogero Maggiore, 20 anni, di Menfi, responsabile di violazione dell’obbligo di dimora a cui e’ sottoposto per un furto in un supermercato di Menfi. Calogero Maggiore e’ adesso detenuto ai domiciliari.

24 maggio, i carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini di Gaetano La Rocca, hanno arrestato Francesco Mario Iacono, 60 anni, di Sciacca, accusato di detenzione di marijuana e coltivazione di cannabis indiana allorche’ avrebbe adibito una stanza della propria abitazione di campagna alla coltivazione di piante di canapa indiana da cui estrarre la sostanza stupefacente. I militari hanno sequestrato 9 piante dell’altezza media di circa 1 metro, 65 semi ancora da piantare e 65 grammi di marijuana gia’ essiccata. Sequestrato anche un bilancino digitale e materiale per il confezionamento.

24 maggio, a Palma di Montechiaro, lungo la statale 115, all’ ingresso del paese, 5 colpi di pistola sono stati esplosi contro l’automobile posteggiata, una Fiat Stilo, di proprieta’ di un muratore di 40 anni, Angelo Sallia. Indaga la polizia.

25 maggio, a Palermo, al porto, al molo Sammuzzo, un’ automobile e’ precipitata, per cause in corso di accertamento, in mare. I vigili del fuoco e i sommozzatori hanno recuperato il cadavere della vittima. Si tratta di Giovanni Lardeo, 78 anni, di Cattolica Eraclea. Con l’ausilio di una gru i vigili del fuoco hanno recuperato anche l’ automobile, una Lancia Y.

25 maggio, a Palma di Montechiaro, all’ interno di una villetta a poche decine di metri dalla strada statale 115, e’ stato scoperto il cadavere di un ragazzo extracomunitario, bracciante agricolo residente nel ragusano, impiccato ad un filo attaccato tra un albero e una trave. Sul posto e’ intervenuta la Polizia. Privilegiata e’ l’ ipotesi del suicidio.

25 maggio, a Racalmuto, in contrada Garamoli, ignoti hanno esploso 4 colpi d’arma da fuoco contro la casa di campagna di un imprenditore edile di Favara, Giovanni Capodici, 52 anni. I proiettili si sono conficcati in un climatizzatore fissato a parete. Indagano i carabinieri.

25 maggio, ancora spari a Palma di Montechiaro, paese recentemente alla ribalta perche’ teatro di delitti sanguinari. Infatti, in via Aldo Moro, alcuni ragazzini, tra i 14 e i 15 anni, hanno esploso 3 colpi di pistola contro l’abitazione di un uomo colpevole di averli rimproverati poco prima perche’ infastidito dal rumore dei ragazzi intenti a giocare a calcio. Dei 3 colpi sparati, un proiettile si e’ conficcato in una parete della camera da letto. Indaga la Polizia agli ordini del commissario Angelo Cavaleri.

27 maggio, Massimo Taibi, 34 anni, di Canicatti’, residente a Montecosaro, in provincia di Macerata, e’ stato arrestato nel corso di una operazione antidroga delle Squadre mobili di Pescara e Macerata. Insieme a Taibi sono stati arrestati anche due albanesi. I tre sono stati sorpresi in possesso di una valigia con dentro panetti di hashish per 17 chilogrammi.

27 maggio, blitz antidroga ad Agrigento, nella zona del Quadrivio Spinasanta, dove i poliziotti delle Squadre Mobile e Volante, con cani al guinzaglio, hanno controllato oltre 20 persone sul posto. E’ stato arrestato Salvatore Infantino, 19 anni, di Agrigento, accusato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio allorche’ e’ stato sorpreso in possesso di circa 5 grammi di cocaina, un bilancino di precisione ed un cutter.

27 maggio, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Ezio Damizia, ha condannato a 9 mesi di reclusione, oltre al risarcimento dei danni, Giuseppe Occhilli, di Palma di Montechiaro, imputato dei reati di ingiuria e maltrattamenti in famiglia. La moglie, D. V, ecco le iniziali del nome, difesa dall’avvocato Barbara Garascia, nel processo si e’ costituita parte civile.

27 maggio, la Corte d’Appello di Palermo ha rigettato l’appello proposto dal consigliere comunale di Agrigento, Giuseppe Arnone, ed ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Agrigento l’ 8 aprile del 2010, quando il Giudice monocratico, Valerio D’Andria, ha condannato Giuseppe Arnone a pagare una sanzione di 2mila euro, piu’ il danno civile da liquidarsi in separata sede, per diffamazione a danno dell’ex assessore comunale di Agrigento, Salvatore Falzone, che e’ difeso dall’avvocato Santo Lucia. Nel 2004 Arnone sollevo’ il caso ‘’ Falzone ‘’ nella Giunta comunale di Agrigento, additando lo stesso Falzone, che si dimise, come foriero di interessi illeciti. Salvatore Falzone ha avanzato una richiesta di risarcimento non inferiore ad 1 milione di euro.

29 maggio, incidente stradale lungo la statale 576 tra Agrigento e Naro dove, nei pressi di contrada Borgo La Loggia, in prossimita’ di una curva, un centauro a bordo di una Yamaha R1, Alberto Turco, 29 anni, di Piazza Armerina e residente a Mazzarino, ha sbandato ed e’ morto sul colpo, nonostante indossasse il casco, schiantandosi su di un muro e poi sull’ asfalto reso viscido, forse, da una chiazza d’ olio dispersa da un mezzo pesante. Inutile e’ stato il soccorso degli altri amici motociclisti in viaggio insieme ad Alberto Turco. Sul posto hanno lavorato carabinieri e polizia.

1 giugno, la Guardia di Finanza ha sequestrato a Lampedusa uno yacht di lusso risultato di proprieta’ dell’ex presidente della Repubblica di Tunisia Ben Ali, in esilio in Arabia Saudita dallo scorso mese di gennaio. Il provvedimento di sequestro della lussuosa imbarcazione, ormeggiata nel porto dell’isola e formalmente di proprieta’ di un nipote dell’ex presidente tunisino, e’ stato emesso dalla Corte di Appello di Roma dopo complessi accertamenti patrimoniali svolti da finanzieri del nucleo di Polizia Tributaria di Roma. L’ attivita’ delle Fiamme Gialle e’ frutto di una rogatoria internazionale, in base a una convenzione stipulata nel 1967 fra Italia e Tunisia, tramite cui l’ Autorita’ giudiziaria tunisina ha chiesto ai magistrati italiani di individuare e sequestrare i possedimenti dell’ex Capo dello Stato nordafricano e dei suoi familiari, in quanto ritenuti beni di proprieta’ del popolo tunisino. I militari sono cosi’ risaliti al natante, un Atlantique 43 lungo 14 metri e del valore di circa un milione di euro, al quale sono stati apposti i sigilli.

2 giugno, ad Agrigento, furto nella parrocchia Sacro Cuore di Gesu’, al Quadrivio Spinasanta, dove ignoti sono entrati nei locali dell’oratorio, adiacenti alla Chiesa, e hanno rubato televisore, un mixer ed altri materiali. Il bottino e’ di scarso valore, ma la comunita’ e’ in allarme. Indaga la Polizia.

2 giugno, episodi di autolesionismo al Centro d’accoglienza di Lampedusa dove 6 immigrati tunisini hanno ingoiato lamette e si sono feriti sul corpo per protestare contro il rimpatrio. I sei sono stati trasferiti all’ospedale Cervello di Palermo dove sono stati ricoverati. Anche il giorno prima, l’ 1 giugno, altri quattro tunisini, con ferite da autolesionismo, sono stati trasferiti all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

2 giugno, i poliziotti del Commissariato di Palma di Montechiaro, agli ordini di Angelo Cavaleri, hanno arrestato Angelo Alaimo, 40 anni, di Palma di Montechiaro, ammanettato in flagranza di reato di evasione allorche’, nonostante fosse sottoposto alla misura detentiva degli arresti domiciliari per maltrattamenti in famiglia, si e’ allontanato arbitrariamente dalla propria abitazione. Poi invece, Angelo Alaimo, si e’ presentato in Commissariato ed ha ‘’ candidamente ‘’ chiesto : ‘’ arrestatemi, riportatemi in carcere, perche’ a casa soffro di solitudine ‘’.

3 giugno, i carabinieri della compagnia di Sciacca e della tenenza di Ribera, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Giuseppe Caramanno, 60 anni, di Ribera, sorpreso a Ribera, in corso Umberto primo, in possesso di una pistola calibro 6 e 35 con matricola abrasa, caricata con 7 cartucce. Denunciato anche un quarantenne perche’ in possesso di un taglierino. Ed a Sciacca i carabinieri hanno arrestato un minorenne di 17 anni, C D, che, in via De Gasperi, e’ stato sorpreso in possesso di un panetto di hashish per 41 grammi.

3 giugno, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Rizzo, ha emesso la sentenza nell’ambito del processo cosiddetto ‘’ Family ‘’, dal nome della operazione antimafia dei carabinieri dello scorso 22 settembre contro la famiglia mafiosa di Castrofilippo. 10 anni di reclusione sono stati inflitti ad Angelo Alaimo, di 64 anni, 8 anni ciascuno ad Angelo Alaimo, di 54 anni, e Giuseppe Arnone, anche lui di 54 anni. Accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Giovanni Castronovo e Giuseppe Barba, il Giudice ha escluso la recidiva contestata dal Pubblico ministero ad Angelo Alaimo di 54 anni, e cosi’ gli ha ridotto la condanna a 8 anni a fronte dei 12 chiesti dall’accusa. Nel frattempo, sono stati rinviati a giudizio Antonino Bartolotta e l’ex sindaco di Castrofilippo, Salvatore Ippolito, che hanno scelto il rito ordinario. Prima udienza al Tribunale di Agrigento il 19 settembre. Durante il giudizio abbreviato e’ stata riconosciuta una provvisionale per il risarcimento dei danni a favore delle parti civili costituite, rappresentate dagli avvocati Faro e Bevilacqua.

3 giugno, ad Agrigento, in contrada Piano Gatta, un incendio ha bruciato l’ impianto elettrico della fabbrica ” Laterizi Akragas “. Sulle cause che hanno scatenato il rogo indagano i carabinieri. I danni ammontano a circa 7 mila euro. Recentemente la stessa fabbrica, che si occupa di produzione e commercio di laterizi, ha subito altri due danneggiamenti.

3 giugno, blitz della Polizia locale di Agrigento, agli ordini di Cosimo Antonica, al mercato settimanale di piazzale Ugo La Malfa. Trenta commercianti ambulanti, su 118, sono stati sorpresi senza alcuna autorizzazione ne’ licenza commerciale. Agli abusivi i Vigili urbani hanno sequestrato anche tutta la merce esposta.

3 giugno, ancora episodi di autolesionismo al Centro d’accoglienza di Lampedusa. Due tunisini sono adesso ricoverati all’ ospedale “Cervello” di Palermo perche’ hanno ingoiato alcune lamette da barba. Sono complessivamente una trentina i tunisini che nel corso degli ultimi giorni hanno attuato tale forma di protesta per evitare di essere rimpatriati.

3 giugno, il padre di una studentessa di un Liceo di Agrigento ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ‘’ Presidente la prego di intervenire per far conoscere alla mia famiglia, a distanza di tre anni, quali determinazioni abbia assunto, se sono state assunte, dal ministero. Denunciando quanto accaduto a mia figlia, io, cittadino del sud, ho superato la soglia dell’omerta’, ma lo Stato, in tutto questo tempo, e’ rimasto in silenzio ‘’. La studentessa ha denunciato presunte vessazioni da parte di una docente provocando l’apertura di un’inchiesta del ministero della Pubblica istruzione. Nell’ ottobre del 2008 e’ stata ascoltata dall’ispettore ministeriale Cataldo Salerno insieme con i suoi genitori. Ad oggi, pero’, la famiglia non ha ancora ricevuto alcuna risposta. Per questo motivo, il padre dell’ormai ex studentessa, ha scritto al presidente Napolitano.

3 giugno, a Canicatti’ , i carabinieri della locale compagnia, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno arrestato Claudio Cigna, 18 anni, sorpreso in possesso di 30 grammi di hashish.

5 giugno, a Ravanusa, in via Principe Amedeo, nei pressi della Chiesa Madre, ignoti hanno appiccato il fuoco al portone di casa del capogruppo dell’Udc al Consiglio comunale di Ravanusa, Filippo Messana. Indagano i carabinieri.

6 giugno, i carabinieri della Tenenza di Favara, agli ordini di Gabriele Treleani, hanno arrestato Gaetano Pirrera, 46 anni, di Favara, accusato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale allorche’, al culmine di una lite con la moglie, si e’ scagliato contro i militari intervenuti in casa per sedare lo scontro.

6 giugno, i carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi e della stazione di Vicari hanno arrestato tre persone di Porto Empedocle, tutti di 23 anni. Si tratta di Pierluigi Aleo, attualmente sottoposto alla Sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza. Salvatore Lombardo e Calogero Formica, entrambi con precedenti penali in materia di stupefacenti. Ad Aleo e’ contestata anche l’evasione della misura e la guida senza patente, che gli e’ stata revocata a seguito di precedenti penali. I tre empedoclini sono stati sorpresi ad un posto di blocco, in prossimita’ del bivio con la Statale 121 in territorio di Vicari, a bordo di un fuoristrada Honda Crv, in possesso di 5 panetti di hashish da 100 grammi ciascuno. D’Aleo, Lombardo e Formica hanno tentato la fuga, violando lo stop, ma sono stati inseguiti e arrestati nonostante il tentativo di disfarsi della droga, lanciata fuori dal finestrino durante la corsa.

6 giugno, un ambulante di Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, GM, ecco le iniziali del nome, di 38 anni, del quale non vi e’ stata piu’ nessuna traccia da sabato scorso, e’ stato scoperto in contrada Fondacazzo, ad Agrigento. L’uomo e’ stato sorpreso dai carabinieri a terra, privo di sensi. E’ stato trasportato in ospedale, al San Giovanni Di Dio, dove, appena ha riacquistato conoscenza, ha eluso i controlli dei medici e si e’ lanciato dal secondo piano dell’ ospedale procurandosi la frattura della teca cranica ed una vasta emorragia. L’ uomo e’ stato subito trasferito con l’ elisoccorso all’ ospedale Sant’ Elia di Caltanissetta, dove e’ stato ricoverato in Rianimazione. La prognosi e’ riservata. Indagano i carabinieri.

7 giugno, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, cosi’ come richiesto dalla Procura, ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta su presunte irregolarita’ legate alla gara d’appalto per la conclusione del primo stralcio del parcheggio pluripiano di via Garibaldi, a Porto Empedocle.  89 delle 90 ditte partecipanti alla gara hanno presentato lo stesso ribasso del 7,3152 per cento, su una base d’asta di 788mila e 168 euro. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati 156 persone, tra imprenditori e funzionari comunali. Secondo la tesi sostenuta dal Pubblico ministero, Giacomo Forte, e accolta dal Gip Davico, non vi sarebbe stato alcun accordo tra le ditte partecipanti alla gara d’appalto, bensi’ si sarebbe verificata una “collusione ambientale”, che induce le imprese, e non e’ la prima volta che accade, a presentare lo stesso ribasso.

7 giugno, ad Agrigento, in via Atenea, ignoti hanno forzato un ingresso laterale e hanno rubato all’ interno del palazzo della Camera di Commercio numerosi computer, contenenti, tra l’altro, dati sensibili e contabili di imprese e aziende. Indagano i carabinieri.

7 giugno, movida notturna sempre movimentata a San Leone, frazione balneare di Agrigento. Un ragazzo di 21 anni e’ stato ricoverato in Ospedale con il volto tumefatto perche’ in un locale, affollato da decine di coetanei, e’ stato aggredito e picchiato forse al culmine di una rissa.

7 giugno, a Montallegro ignoti ladri hanno forzato un ingresso e hanno rubato 300 euro in contanti e merce per altri 300 euro in una stazione di servizio Agip lungo la Strada statale 115. Indagano i carabinieri.

8 giugno, ad Agrigento, un pensionato di 87 anni, S C, ecco le iniziali del nome, e’ stato rapinato all’ interno dello studio medico del figlio, in via Garibaldi, da due malviventi travisati al volto, che lo hanno costretto a consegnargli i soldi in tasca. Magro il bottino : 50 euro. Indaga la polizia.

8 giugno, ad Agrigento la polizia ha arrestato Salvatore Messina, 42 anni, accusato di evasione perche’, nonostante fosse agli arresti domiciliari per una lite condominiale, e quindi impossibilitato a mantenere altri contatti se non con i familiari che abitano con lui, ha litigato ancora con i vicini di casa che hanno avvertito la polizia.

8 giugno, i carabinieri della stazione di Realmonte hanno arrestato Leonardo Fiannaca, 27 anni, di Realmonte, inseguito da un ordine di arresto emesso dalla Corte di Appello di Torino perche’ condannato, con sentenza definitiva, a 2 anni di reclusione, per il reato di rapina aggravata risalente al 2010.

9 giugno, Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere, e anche nelle patrie galere. Si’, infatti, condanne severe al processo ‘’ Venere della notte ‘’. E’ stato il nome di un locale notturno alla periferia di Ribera, la prostituzione tra l’oscurita’, e al buio la villana e’ bella quanto la dama. Ragazze dell’ est Europa, la Romania, costrette a vendersi, 50 euro per 15 minuti. Il 6 giugno del 2006 gli arresti della polizia. Il 12 giugno del 2009 quattro condannati in abbreviato. Adesso al Tribunale di Sciacca la sentenza in ordinario. 12 anni e 6 mesi di carcere sono stati inflitti a Giuseppe Di Giorgi, 35 anni. Poi, 7 anni e 4 mesi a Giovanna Panebianco, 32 anni. E 6 anni e 6 mesi a Michele Barna, 48 anni. Assolti Salvatore Giuseppe Failla, Giuseppe Fallea e Giovanni Indelicato.

9 giugno, al Tribunale di Sciacca una madre presunta degenere e’ stata condannata in primo grado a 2 anni di carcere. Lei, la donna, M C, sono le iniziali del nome, a Ribera, nel 2003, avrebbe maltrattato il figlioletto di 5 anni di eta’. Il bambino sarebbe stato costretto in stato di abbandono e di incuria, e la madre sarebbe stata anche indifferente a che il figlio assistesse ai rapporti sessuali di lei con piu’ uomini.

9 giugno, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Annalisa Russello e Angelo Farruggio, il Tribunale di Agrigento ha assolto Lorenzo Terranova, 33 anni, di Favara, fruttivendolo, accusato di violenza sessuale reiterata, violenza privata reiterata e lesioni. Vittima dei presunti abusi, risalenti al 2006, sarebbe stata la moglie di un carabiniere, originaria di Palma di Montechiaro ma da anni residente ad Agrigento. Il pubblico ministero, Antonella Pandolfi, ha invocato la condanna dell’imputato a 5 anni di carcere.

9 giugno, il pomeriggio del 19 luglio del 2001, dentro l’aula bunker del carcere “Petrusa” di Agrigento, il presidente della Corte d’ Assise di Agrigento, Luigi Patronaggio, affiancato dal giudice a latere, Luisa Turco, legge la sentenza di primo grado al maxi processo antimafia “Akragas”. Condanne e 21 ergastoli, e Pasquale Fanara, e’ tra le prime file, ad ascoltare. Il giudice lo condanna a 6 anni di carcere, poi confermati anche dalla Cassazione. Adesso Pasquale Fanara, dopo la confisca di un appartamento e un garage in via Livatino a Favara, che poi gli sono stati restituiti, e’ ancora “mascariato”, tra virgolette, dai pentiti, per una sparatoria nel novembre del 1995, a Favara. Se a un pregiudicato di Favara gli avessero sparato il colpo di grazia la vittima sarebbe morta, e lui, Fanara, adesso, sarebbe accusato di omicidio come componente del commando di fuoco. Invece lo hanno creduto morto, ed e’ sopravvissuto, e cosi’ lui, Pasquale Fanara, risponde di presunto tentato omicidio. Fanara, 52 anni di eta’, e’ stato arrestato dai carabinieri del Reparto operativo di Agrigento, agli ordini del maggiore Salvo Leotta. Ha indagato la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, tramite l’ aggiunto Vittorio Teresi e il sostituto Emanuele Ravaglioli.

9 giugno, a Favara i carabinieri, capeggiati dal capitano Giuseppe Asti e dal tenente Gabriele Treleani, hanno arrestato Calogero Quaranta, 74 anni, pensionato, incensurato, sorpreso in possesso a casa sua di un fucile calibro 12 a canna mozza, rubato, e di una pistola calibro 10, e poi anche alcune targhe di automobili e motociclette.

10 giugno, il Tribunale di Agrigento ha condannato Giovanni Vella, 45 anni, di Palma di Montechiaro, a 3 anni e 6 mesi di reclusione per abusi sessuali su minorenne risalenti al 2008. L’uomo si sarebbe isolato con una dodicenne, probabilmente invaghita di lui, per una ‘’ fuitina ‘’, come si suol dire in siciliano, di un giorno, e per un rapporto sessuale. Al rientro a casa la ragazzina ha raccontato tutto ai genitori, parte civile al processo.

10 giugno, gli avvocati difensori annunciano ricorso in appello. Il pubblico ministero ha invocato la condanna a 5 mesi, gli imputati sono stati condannati a 4 mesi di reclusione ciascuno, e la pena e’ stata sospesa. Al Tribunale di Agrigento e’ stato sentenziato il palazzo Lo Jacono – Maraventano. Non si tratta dell’ inchiesta partorita dal crollo del palazzo nobiliare all’alba dello scorso 25 aprile. L’indagine e’ ancora contro ignoti. E’ invece il processo a carico dei proprietari dell’ immobile e bene monumentale, rovinato a terra il giorno della Pasquetta. Sono nove, e sono Celestina Alaimo, Giuseppe Piscopo, Lucia Maria, e poi Giuseppina, Salvatore, Mario, Gerlando, Filippa e Calogero Russo. Secondo il giudice monocratico che ha giudicato, Rossella Ferraro, sono colpevoli perche’ non hanno obbedito ad una ordinanza del sindaco risalente al 2008. Marco Zambuto ha intimato ai privati di recuperare la sicurezza dell’ immobile rimediando alle parti pericolanti. Cosi’ non e’ stato. Ecco il perche’ della responsabilita’ penale, ribadita anche in requisitoria dal pubblico ministero, Salvatore Caradonna.

10 giugno, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Canicatti’, agli ordini di Salvatore Menta, hanno arrestato Giuseppe Sorce, 34 anni, di Canicatti’, accusato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio allorche’, nel corso di una perquisizione domiciliare, e’ stato sorpreso in possesso di 91 semi di canapa indiana, 5 piante invasate di marijuana di 35 centimetri, e 344 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

11 giugno, a Palma di Montechiaro, in via Catania, tre giovani, con un marcato accento campano e uno dei tre armato di pistola, hanno rapinato la gioielleria di Rosaria Meli, 43 anni. Bottino da quantificare. Indaga la polizia.

11 giugno, a Menfi, sulla spiaggia al Lido Fiori, tre bambini sono stati azzannati da due cani. I tre, salvati dall’ intervento della madre di uno di loro, hanno dai 9 ai 12 anni, e due sono stati medicati pronto soccorso per ferite non gravi.

11 giugno, i carabinieri della compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, a seguito di controlli eseguiti insieme al personale della Girgenti acque, hanno arrestato, in flagranza di reato, sei persone perche’, nelle rispettive abitazioni, dopo aver asportato il sigillo della Girgenti acque, si sono allacciate abusivamente alla rete idrica, aspirando l’acqua con una motopompa.

12 giugno, A Licata, in contrada Monte Pizzuto, ha subito un incendio il cancello esterno dell’azienda agricola di proprieta’ di Amedeo Peritore, 52 anni, medico.

12 giugno, a Sciacca, la proprietaria di una cartolibreria in via De Gasperi, Maria Cottone, 41 anni, ha denunciato di aver scoperto della colla nella serratura della porta di ingresso del negozio.

12 giugno, i carabinieri della stazione di Menfi hanno arrestato Santo Tavormina, 46 anni, di Menfi, accusato di lesioni personali aggravate a danno della ex coniuge, violazione di domicilio, danneggiamento e porto ingiustificato di coltello. Tavormina e’ detenuto agli arresti domiciliari. Ancora a Menfi i carabinieri hanno arrestato un minore, ospite attualmente di una Comunita’ di recupero del luogo, perche’ presunto responsabile di una rapina commessa a Palermo in concorso con altri giovani. Il ragazzo e’ stato recluso nell’istituto di pena minorile Malaspina di Palermo.

13 giugno, e’ stata depositata la perizia medico – legale. Antonella Alfano, 34 anni, di Favara, commessa, morta il 5 febbraio scorso, un sabato, carbonizzata all’ interno della sua automobile bruciata, una Fiat 600, in un burrone lungo la via Papa Luciani, al confine tra Agrigento e Favara, non e’ stata vittima di un incidente stradale bensi’ e’ stata uccisa. La donna e’ stata scoperta con una castagna in bocca, non masticata, che sarebbe servita a giustificare l’assenza di fuliggine e fumo nei suoi polmoni. La perizia ha accertato che il rogo dell’ automobile e’ stato provocato e non e’ stato accidentale, perche’ la donna e’ stata gia’ cadavere quando e’ stata avvolta dalle fiamme. Al vaglio della Procura di Agrigento vi e’ un carabiniere di 34 anni, Salvatore Rotolo, compagno di Antonella Alfano. Dal rapporto tra i due, che nel corso degli ultimi mesi prima della morte sarebbe stato burrascoso, e’ nata una bambina che oggi ha 16 mesi. Il carabiniere Salvatore Rotolo e’ stato notato da alcuni testimoni sul luogo subito dopo l’incidente, ed e’ stato indagato per omissione di soccorso.

14 giugno, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Angelo Nicotra, il Giudice del Tribunale di Agrigento, Damizia, ha assolto i funzionari dell’ Ufficio tecnico del Comune di Agrigento, Giuseppe Milia e Giuseppe Vaiana, accusati di avere redatto falsamente una relazione di sopralluogo del 2004 nell’ambito dell’attivita’ di vigilanza edilizia sull’edificio della ditta Edilfin, tra il viale della Vittoria e via Giovanni 23esimo ad Agrigento. Dopo una lunga istruttoria, il Pubblico ministero, Lucia Brescia, ha chiesto l’assoluzione per mancanza di dolo. Il Giudice ha accolto la richiesta del difensore, l’avvocato Angelo Nicotra, di assoluzione perche’ il fatto non sussiste. Anche il progettista Giuseppe Forte e l’imprenditore Massimo Campione, difesi dagli avvocati Giuseppe Scozzari e Nicola Grillo, sono stati assolti dall’accusa di presunte irregolarita’ perpetrate nell’ambito dell’ iter progettuale e di costruzione dell’ immobile.

15 giugno, sacrilegi nell’agrigentino. Lungo la strada provinciale tra Cattolica Eraclea e Raffadali, ignoti hanno incendiato la cappella rurale di Gesu’ Redentore. Inoltre, e’ stata rubata la statua della Madonna collocata vicino a Colle Rotondo ad Eraclea Minoa, dove, nel corso di un raid, sono state imbrattate con scritte sataniche le pareti interne ed esterne della chiesa di Sant’Antonio Abate. L’arciprete di Cattolica Eraclea, don Nino Giarraputo, ha denunciato tutto ai carabinieri.

15 giugno, la maxi inchiesta antidroga cosiddetta ‘’ Il Capo dei Capi’’, il blitz e gli arresti, il 3 dicembre del 2008, poi i processi, adesso la sentenza della Corte d’Appello di Palermo a carico di 9 imputati agrigentini giudicati con il rito abbreviato. Copia e incolla : i giudici palermitani hanno confermato la sentenza che i colleghi agrigentini hanno sentenziato poco dopo le ore 13 del 2 aprile del 2010 : Meli Giacomo 5 anni e 4 mesi. Cusumano Sergio 8 anni. Orsolino Calogero 6 anni e 2 mesi. Gambino Giulio Gaetano 5 anni e 4 mesi. Sammartino Fausto 2 anni e 10 mesi. Passarello Fabrizio 2 anni e 10 mesi. Bacino Lauro 2 anni e 10 mesi. Puntorno Katiuscia 1 anno. Bonaccolta Gianluca 4 mesi.

15 giugno, ad Agrigento la polizia ha arrestato 5 romeni, a conclusione di un movimentato inseguimento per le strade del centro. I 5 hanno rapinato una tabaccheria in via Dante e i poliziotti, appena intervenuti sul posto, invece di inseguire l’automobile dei malviventi, fuggita contromano, hanno cavalcato due scooter in prestito da alcuni motociclisti in transito, e hanno braccato i romeni fino in via Venezia. I cinque, fra cui due donne, sono saltati fuori dall’automobile e hanno tentato la fuga a piedi ma sono stati acciuffati e arrestati. I 400 euro, bottino del colpo, sono stati recuperati. Un plauso alla polizia di Agrigento e’ espresso dal sindacato Uil Polizia di Stato tramite il segretario nazionale, Antonino Alletto.

16 giugno, “ne bis in idem”. Salvatore Failla e Salvo Iacono sono stati giudicati per lo stesso reato. E pertanto non sono processabili una seconda volta, bis, ancora per la stessa imputazione, idem. Dunque, prosciolti. Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Agostino Cristina, non ha esitato piu’ di tanto e ha dichiarato il non luogo a procedere a favore dell’ ex presidente dell’ Istituto autonomo case popolari di Agrigento, il canicattinese Failla, e dell’ ex capo del Genio civile di Caltanissetta ed ex consigliere provinciale di Agrigento, il nisseno Iacono. Entrambi sono stati inquisiti nell’ ambito della maxi inchiesta cosiddetta ‘’ Alta mafia ‘’. Il 29 febbraio del 2008, al Tribunale di Agrigento, la presidente della prima sezione penale, Antonina Sabatino, ha emesso la sentenza di primo grado, e ha condannato Salvatore Failla a 6 anni e 4 mesi di carcere, e Salvo Iacono a 4 anni e 4 mesi. Inoltre, la stessa Sabatino trasmise gli atti alla Procura ipotizzando il reato di concorso esterno all’associazione mafiosa a carico di Failla e Iacono. Ecco dunque il procedimento ‘’ Alta mafia bis ‘’, risolto con il non luogo a procedere perche’ si tratta delle stesse contestazioni gia’ sollevate contro i due imputati.

16 giugno, al Palazzo di Giustizia di Palermo, la sezione della Corte d’Appello presieduta da Raimondo Lo Forti ha confermato le condanne che il 27 maggio del 2010, a conclusione del giudizio abbreviato, ha inflitto il Gup del Tribunale, Giuseppe Sgadari. 5 anni e 4 mesi di reclusione al presunto capomafia di Palma di Montechiaro, Nicola Ribisi, 32 anni, arrestato il 18 settembre del 2009 per associazione mafiosa. E 3 anni e 4 mesi di carcere, in continuazione con una precedente condanna, allo zio di Nicola Ribisi, Ignazio Ribisi, 53 anni. I due palmesi, accusati di aver tramato per ricostruire la famiglia di Cosa nostra di Palma flagellata dalla guerra contro la Stidda, sono stati difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo e Daniela Posante.

16 giugno, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, su richiesta del Procuratore Renato Di Natale, dell’ Aggiunto Ignazio Fonzo, e del sostituto Giacomo Forte, i carabinieri e la Squadra mobile di Agrigento hanno arrestato Salvatore Rotolo, 38 anni, di Agrigento, il carabiniere compagno di Antonella Alfano, la commessa di 34 anni originaria di Favara scoperta morta carbonizzata all’interno della sua automobile, una Fiat 600, lo scorso 5 febbraio, ad Agrigento, in un dirupo lungo la via Papa Luciani. Salvatore Rotolo, brillante carabiniere, impegnato anche nella cattura il 23 ottobre scorso del latitante Gerlandino Messina, avrebbe ucciso Antonella Alfano strangolandola o soffocandola violentemente, provocando la morte della donna per asfissia al culmine di una lite. Rotolo infatti ha subito dei graffi al viso. Per occultare il cadavere, Rotolo si sarebbe servito dell’aiuto di un secondo soggetto, al momento ignoto. Rotolo avrebbe simulato un incidente stradale ed il conseguente incendio della Fiat 600 spingendo l’automobile giu’ per la scarpata della via Papa Luciani, in contrada Caravonne Baiata. Rotolo ha inserito nel retrobocca del cadavere una castagna secca in modo da simulare un soffocamento autonomo di Antonella Alfano, e avrebbe, usando una miscela di benzina e gasolio, incendiato l’ automobile, con dentro il corpo della donna, al fine di cancellare tutte le tracce del delitto. La Procura di Agrigento ha contestato a Salvatore Rotolo i reati di omicidio volontario, incendio e distruzione di cadavere, e false dichiarazioni all’autorita’ giudiziaria. Il Gip invece ha emesso un’ordinanza per omicidio preterintenzionale : il carabiniere avrebbe ucciso la sua convivente al culmine di una lite, ma senza averne l’intenzione.

17 giugno, incidente stradale lungo la statale 115, tra Licata e Gela, nei pressi del lido Bellia, dove ieri sera, poco prima delle ore 22, si sono scontrate, per cause in corso di accertamento, una Renault Clio e un Suv Bmw X 5. A bordo della Renault, condotta da Angela Cammilleri, 28 anni, di Licata, gravemente ferita, sono morte le due figlie della donna, Chiara e Alessia Bruna, di 4 e 10 anni. Chiara e’ morta subito e Alessia durante il trasporto in Ospedale. Altri 4 sono i feriti a bordo del Suv Bmw e sono stati ricoverati tra gli ospedali di Licata e Gela. Indagano i carabinieri.

18 giugno, a Burgio i carabinieri hanno arrestato, ai domiciliari, Enzo Perricone, disoccupato del luogo, perche’, querelato per stalking dalla ex fidanzata, ha violato l’ammonimento dell’autorita’ giudiziaria a non avvicinarsi alla casa e ai luoghi frequentati dalla stessa ragazza.

18 giugno, a Canicatti’ i carabinieri hanno arrestato Rosario Lo Verme, 34 anni, perche’ avrebbe minacciato di uccidere la sorella e poi l’avrebbe picchiata a schiaffi. Sono stati i vicini di casa, che hanno ascoltato le urla disperate d’aiuto della donna, a lanciare l’allarme. Rosario Lo Verme ha agito in preda ai fumi dell’alcool.

18 giugno, a Palma di Montechiaro, in via Salaparuta, due ignoti malviventi, travisati con un passamontagna e armati di pistola, hanno rapinato il supermercato Caizzi, di proprieta’ di Mario Caizzi. I due, per sbrigarsi e non correre rischi, hanno scippato e rubato il registratore di cassa. Il bottino ammonta a circa 300 euro. Indaga la polizia.

18 giugno, a Palma di Montechiaro i carabinieri hanno arrestato Gaspare Incardona, 44 anni, disoccupato, responsabile di maltrattamenti in famiglia, minacce e violenza privata. Incardona scontera’ una condanna definitiva a 2 anni e 5 mesi di reclusione. I reati sono stati commessi, a danno della convivente dell’ uomo, fra l’aprile del 2006 e il giugno del 2007.

18 giugno, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Luca D’Addario, ha condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione Giuseppe Infantino, 30 anni, di Agrigento, presunto responsabile di una rapina compiuta lo scorso 29 novembre a danno di una tabaccheria a San Leone, lungo il viale Viareggio.

19 giugno, incidente stradale, ad Agrigento, a San Leone, frazione balneare della citta’, lungo la viale delle Dune, intorno alle ore 5 del mattino, quando, per cause in corso di accertamento da parte della Polizia, Salvatore Pio Sorce, 17 anni, di Favara, a bordo di un ciclomotore, Piaggio Liberty, si e’ ribaltato a terra. Il ragazzino e’ morto poco dopo l’ingresso al pronto soccorso dell’Ospedale.

20 giugno, a Ribera i carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato Gioacchino Licata, 25 anni, di Ribera, e hanno denunciato un minorenne di 16 anni, perche’ sorpresi in via Trionfo, dopo avere tentato di nascondersi, in possesso di 11 grammi circa di sostanza stupefacente, tipo hashish, e della somma in contanti di 323 euro, verosimilmente provento dell’attivita’ di spaccio.

21 giugno, altro sequestro antimafia nell’ambito dell’ inchiesta “Scacco matto”. La Dia sigilla i beni di Gino Guzzo e Francesco Fontana, per oltre 2 milioni di euro. Gino Guzzo e’ stato giudicato in abbreviato e condannato, il 18 febbraio del 2010, 21 anni e 2 mesi di carcere. Poi, il 7 aprile del 2010, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha firmato a suo carico il 41 bis. E adesso la Direzione investigativa antimafia di Palermo ha sequestrato i suoi beni. Stessa sorte il destino giudiziario ha riservato a Francesco Fontana, anche lui, come Guzzo e Rizzuto, arrestato il 4 luglio del 2008, il giorno del maxi blitz antimafia ‘’ Scacco matto’’, che ha terremotato i clan di Ribera, Sciacca e del Belice. Gino Guzzo, e’ nato a Sciacca ed e’ residente a Montevago, oggi ha 52 anni. Francesco Fontana invece, 74 anni di eta’, e’ di Partanna, in provincia di Trapani, e lui, presunto affiliato alla famiglia di Santa Margherita Belice, e’ stato giudicato in ordinario e condannato in primo grado dal Tribunale di Sciacca il 10 febbraio scorso : 12 anni e 6 mesi di carcere per associazione mafiosa. Tra i beni sequestrati vi e’ anche un oleificio, per un valore di 1 milione e 100mila euro. Poi sigilli a immobili, terreni, conti correnti bancari e libretti di deposito, per oltre 2 milioni di euro. I provvedimenti sono stati firmati dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento su proposta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, e sono stati eseguiti dalla Direzione investigativa antimafia.

21 giugno, i carabinieri della stazione di Campobello di Licata hanno arrestato Cristian Drago, 19 anni, e due ragazzi minorenni, tutti di Campobello, perche’ ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso, lesioni personali e porto di coltelli di genere vietato. Lo scorso 8 aprile i 3 avrebbero rapinato una tabaccheria a Campobello di Licata, armati di 2 coltelli e con il volto travisato. Quando si sono accorti della cassa vuota avrebbero ferito ad un braccio uno dei titolari, e, prima di fuggire, avrebbero rubato un blocco di “gratta e vinci” del valore di oltre 1000 euro.

21 giugno, blitz antidroga dei poliziotti della Squadra mobile di Agrigento e del Commissariato di Licata che a Licata hanno arrestato Vincenzo Russotto, 24 anni, marinaio dell’Esercito italiano in servizio alla Capitaneria di porto di La Spezia, Salvatore Marzullo, 23 anni, e Vincenzo Iacopinelli, 30 anni. Russotto e’ stato sorpreso all’interno di un appartamento nel centro di Licata, insieme a Marzullo e Iacopinelli, in possesso di 40 grammi di cocaina e di due bilancini di precisione, posti sotto sequestro.

21 giugno, brutale triplice omicidio nel nisseno, a Butera, in contrada Desusino, dove i carabinieri hanno scoperto tre cadaveri vittime di numerosi colpi di arma da fuoco. Si tratta di Filippo Militano, 48 anni, agricoltore, la moglie, Giuseppa Carlino, di 45 anni, e il figlio Salvatore, di 13 anni. La famiglia e’ originaria di Licata, dove risiede in via Napoli, e nella casa in campagna a Butera si trasferisce per le vacanze estive. La donna e il figlio sono stati uccisi dentro il casolare, mentre l’ uomo, sorpreso dai killer intento ad arare un terreno a bordo di un trattore che si e’ ribaltato, e’ stato scoperto morto, crivellato di colpi, nelle campagne circostanti. Filippo Militano e’ descritto come una persona per bene, solo casa, famiglia e lavoro, nessun precedente. Secondo gli inquirenti ad uccidere la famiglia sarebbe stato un parente, Giuseppe Centorbi, 31 anni, di Licata, che gia’ in passato si e’ scontrato con i Militano per questioni legate al possesso e ai confini dei terreni di campagna. Il presunto assassino, che soffre di disturbi psichici, e’ al momento ricercato, e non si esclude che sia coinvolto anche un complice.

22 giugno, il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Rossella Ferraro, ha condannato a 2 mesi di reclusione, pena sospesa, Alfonso Pomo, 31 anni, di Favara, accusato di atti osceni in luogo pubblico perche’ in piu’ occasioni avrebbe bussato ad alcune abitazioni e quando qualche donna si affacciava si sarebbe abbassato pantaloni e slip mostrando le parti intime.

22 giugno, viaggiano anche tante donne, anche incinte, e bambini. La traversata della speranza nel Canale di Sicilia verso le coste agrigentine. E per una donna della Tunisia, l’acqua del mare blu cobalto del Mediterraneo si e’ trasformata in deserto di sabbia, della violenza e della disperazione. Si’, perche’ la ragazza e’ stata violentata. Un suo connazionale l’avrebbe stuprata, approfittando dell’ isolamento di lei, da sola, sballottata in alto mare. E lei, terrorizzata, e’ stata costretta anche a dichiararsi moglie del suo violentatore, per mascherarlo. E lui sarebbe stato recidivo, e avrebbe approfittato di lei anche dentro il Centro d’accoglienza di Lampedusa, ‘’ tanto sono suo marito ‘’. Adesso il presunto aguzzino e’ recluso nel carcere di Agrigento, in contrada Petrusa. Ed insieme a lui anche altri 3 tunisini arrestati per favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina. I 4 sono sbarcati insieme a Lampedusa lo scorso 15 giugno. 19 migranti, tra cui 6 donne, e una delle 6 sarebbe stata la violentata. Il violentatore sarebbe stato l’organizzatore del viaggio, e gli altri 3 i suoi complici. I 4 sono stati ammanettati dai poliziotti della Squadra mobile agrigentina. L’ arresto a Lampedusa, poi a bordo della nave di linea della Siremar verso Porto Empedocle, poi la tappa in Questura ad Agrigento per i rilievi di rito, e poi la traduzione in cella. Cio’ che sarebbe accaduto testimonia quanto denuncia ormai da tempo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati : ‘’ le violenze e gli stupri sulle donne sono la piaga piu’ nascosta ma piu’ sanguinolenta delle odissee dei profughi e dei clandestini ‘’. E nel frattempo, dopo una tregua di oltre una settimana, adesso, complice il favore del tempo, si susseguono altri sbarchi di immigrati a Lampedusa. Nottetempo hanno lanciato l’ancora 411 su due barconi, sul primo 158 e sul secondo 253, soccorsi da Guardia Costiera e Guardia di Finanza.

23 giugno, a Licata, la locale tenenza della Guardia di Finanza, agli ordini del tenente colonnello Vincenzo Raffo, ha scoperto e denunciato 3 falsi ciechi che da circa 10 anni avrebbero percepito indebitamente l’indennita’ di accompagnamento per invalidi, truffando all’ Inps oltre 165mila euro. I 3 sono stati bersaglio di appostamenti, pedinamenti e telecamere, e sono stati sorpresi a svolgere atti di vita quotidiana come normali persone vedenti. Uno dei 3, addirittura, a bordo di una minicar di sua proprieta’, ha provocato un incidente stradale.

23 giugno, ad Agrigento, un uomo si e’ presentato ad un’anziana che abita in via Marsala come un impiegato comunale incaricato a riscuotere la tassa sui rifiuti, e quando e’ entrato dentro casa le ha rubato circa 700 euro. Indaga la polizia.

23 giugno, Lampedusa, isola galleggiante nel Mediterraneo, oggi si e’ risvegliata piu’ carica del peso dei 1251 migranti clandestini sbarcati ieri. Prima i 411 su due barche, e poi il macigno di 840 viaggiatori soccorsi su di un barcone in avaria e rimorchiati a riva. Poi, questa mattina, altri 27, tra cui una donna, sono stati sorpresi dai carabinieri sulla spiaggia di Isola dei Conigli. Nel frattempo a Sciacca e’ ancora corsa alla ricerca degli extracomunitari fuggiti dopo lo sbarco di ieri pomeriggio. 15 sono stati acciuffati subito e il cadavere di un altro, un egiziano tra i 14 e i 16 anni, morto durante lo sbarco, e’ stato recuperato in tarda serata. L’africano, partito dalla Libia pagando un biglietto di mille euro, forse e’ annegato, ha subito delle ferite, verosimilmente provocate dalle eliche del motore. E’ stata disposta l’autopsia. A bordo della barca approdata sulla spiaggia saccense di contrada Lumia, al confine con Ribera, avrebbero viaggiato circa 60 persone e altri 25 fuggitivi sono stati intercettati in giornata.

23 giugno, i carabinieri della Tenenza di Favara hanno arrestato Giuseppe Bellavia, 47 anni, di Favara, accusato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio allorche’ nella casa di campagna del favarese i militari hanno scoperto, tra gli arbusti del giardino, una piantagione di marijuana composta da 29 piantine.

24 giugno, i carabinieri hanno arrestato Giuseppe Centorbi, 40 anni, originario di Licata, accusato di avere ucciso a colpi di pistola, martedi’ scorso, 21 giugno, nelle campagne di Butera, in contrada Desusino, i vicini di casa, anche loro di Licata, Filippo Militano, la moglie, Giuseppa Carlino, e il figlio tredicenne, Salvatore. Il movente del delitto sarebbe legato a questioni di confini di terreni. La notte scorsa, Centorbi, armato con 3 pistole calibro 7 e 65, si e’ recato sotto la casa della famiglia Militano e ha sparato numerosi colpi contro l’abitazione e le auto in sosta. Poi e’ fuggito lungo la statale 117 bis verso piazza Armerina sulla sua automobile. I militari lo hanno inseguito e arrestato. All’interno della cascina di Centorbi sono state scoperte altre armi e munizioni.

24 giugno, tentato sequestro di una bambina di 10 anni sulla spiaggia di Villa Romana, tra Realmonte e Porto Empedocle. I carabinieri arrestano il responsabile, Lorenzo Terranova, 33 anni, fruttivendolo, di Favara. E lo scorso 9 giugno e’ stato assolto dal Tribunale di Agrigento. Si’, lui e’ stato arrestato dalla Polizia il 26 luglio del 2010, perche’ avrebbe perseguitato una donna di 31 anni, originaria di Palma di Montechiaro e residente ad Agrigento, moglie di un carabiniere, minacciandola, aggredendola e pretendendo da lei oltre 5mila euro per non disturbarla piu’. I giudici lo hanno assolto, nonostante il Pubblico ministero, Antonella Pandolfi, avesse invocato la condanna dell’ imputato a 5 anni di carcere. Adesso Lorenzo Terranova e’ rientrato in cella, al Petrusa di Agrigento. Si’, perche’ avrebbe tentato di sequestrare una bambina, forse per ritorsione, provocata da contrasti con i genitori della piccola. La spiaggia di Villa Romana, tra Realmonte e Porto Empedocle, affollata di villeggianti. Lorenzo Terranova sarebbe piombato felinamente sulla sabbia alla ricerca della sua preda, poi con uno scatto felino ha afferrato la bimba, in braccio, e si e’ incamminato lungo la via di fuga. Il caldo afoso e’ offuscante, ma l’attenzione dei tanti bagnanti sul posto non e’ scemata, anzi. Si sono accorti, e hanno prima allarmato i genitori della bambina e poi hanno telefonato ai carabinieri. Lorenzo Terranova ha capito, ha accelerato il passo, poi ha rinunciato alla sua preda, poi e’ fuggito da solo. Si e’ scatenata la caccia all’uomo, e Terranova e’ stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Agrigento, capitanati da Giuseppe Asti. Adesso rispondera’ di tentativo di sequestro e sottrazione di minorenne.

24 giugno, a Siculiana marina, al lungomare, le fiamme hanno bruciato il deposito dello stabilimento balneare, bar e ristorante, “Lustro di Luna”. Il fuoco, che si e’ scatenato prima all’esterno, ha poi aggredito e incenerito all’ interno tutti gli arredi per attrezzare la spiaggia e ha danneggiato i locali adibiti a bar e ristorante, provocando danni per circa 30 mila euro. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri. Indagini in corso sulle cause dell’ incendio. Gia’ il 6 maggio del 2007 lo stesso locale ha subito un altro incendio.

24 giugno, incidente stradale a Butera, in contrada Desusino. Scontro tra una Fiat Punto e una Citroen C 3. Una pensionata di 85 anni di Licata, Giuseppina Lombardo, e’ morta a seguito delle gravi ferite subite. Inutile e’ stato il ricovero all’ ospedale “San Giacomo d’Altopasso” di Licata. I rilievi sono stati compiuti dalla polizia stradale di Gela.

24 giugno, due nigeriani sono stati arrestati dalla polizia di Agrigento e Caserta perche’ accusati di essere gli scafisti della barca di 18 metri che lo scorso primo maggio e’ approdata, con 253 immigrati a bordo, a Lampedusa. Si tratta di Hilary Nwuka, 23 anni, e Samuel Okonkwo, 34 anni. Il mandato di cattura e’ stato firmato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Giacomo Forte. Uno dei migranti a bordo della barca, appena giunto a Lampedusa, ha raccontato di riti propiziatori effettuati dagli scafisti per agevolare la traversata con violenze su donne e persone gettate in mare.

24 giugno, i Carabinieri della Tenenza di Ribera e della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Stefano Conticello, 42 anni, di Ribera, che scontera’ una condanna definitiva a 7 mesi di carcere per detenzione illecita di armi e di sostanze stupefacenti. I reati risalgono al 19 maggio del 2007, quando Conticello fu arrestato perche’ ha coltivato nel giardino della propria abitazione 26 piante di cannabis indiana gia’ alte circa un metro e 50. Furono sequestrati anche alcuni semi di hashish e cartucce calibro 12 detenute illegalmente.

24 giugno, si e’ concluso in primo grado uno stralcio del processo cosiddetto ‘’ Globe Trotter ‘’, dal nome del blitz della Polizia tra Licata e Palma di Montechiaro del 22 luglio 2009. 4 condanne e 3 assoluzioni. Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento – sezione di Licata, Ezio Damizia, ha condannato a 5 anni di reclusione il palmese Calogero Giancone, di 47 anni. Poi, 4 anni a Calogero Antona, di 40 anni, di Licata. 8 anni di reclusione a Nicola Fabrizio Marino, di 33 anni, di Licata. E 6 anni a Michele Giovanbattista Cavaleri, di 33 anni, di Licata. Assolti i licatesi Andrea Spiteri, di 41 anni, Gaspare Antona, di 27 anni, e Giacomo Bondi’, di 33 anni.

24 giugno, a Cattolica Eraclea i carabinieri hanno sequestrato un Centro di scommesse e hanno denunciato il gestore, G. M, ecco le iniziali del nome, di 35 anni, per esercizio abusivo di attivita’ di gioco e scommesse. Il Centro scommesse sarebbe irregolare perche’ affiliato a una societa’ austriaca non autorizzata dai Monopoli di Stato ad esercitare l’attivita’ nel territorio nazionale italiano e cio’ avrebbe favorito puntate piu’ elevate.

25 giugno, ancora paura nel centro storico di Agrigento. Durante la notte, tra la salita San Vincenzo e il cortile Sopo, nei pressi delle macerie del Palazzo Lo Jacono, si e’ sbriciolato al suolo un solaio e una parte del tetto di un fatiscente edificio disabitato e pericolante da anni. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i poliziotti della sezione Volanti. Dopo un sopralluogo dell’ Ufficio tecnico comunale, e’ stata transennata l’area interessata, inibendo il transito pedonale.

25 giugno, i carabinieri della Compagnia di Canicatti’ hanno arrestato Salvatore Casella, 32 anni, di Canicatti’, accusato di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale allorche’, recatosi presso l’ospedale Barone Lombardo, avrebbe aggredito il medico responsabile del pronto soccorso.

25 giugno, a Sciacca la polizia ha arrestato due egiziani, sbarcati clandestinamente lo scorso 22 giugno. Si tratta di Mohamed Sayied Ibrahim, 30 anni, e Elprrins Rshad, 27 anni. I due sono accusati di essere stati, in concorso con altri al momento ignoti, gli scafisti dell’ imbarcazione. Durante l’ approdo e’ morto annegato un 15enne egiziano.

25 giugno, i carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini di Massimo Amato, hanno arrestato Salvatore Paraninfo, 26 anni, di Licata, sorpreso a rubare, dopo avere forzato la vetrina di ingresso, dentro il cassetto del ricevitore fiscale installato sul bancone di un bar in Corso Vittorio Emanuele.

26 giugno, nome Sergio, cognome Interlandi, eta’ 43 anni, residente ad Agrigento, al Villaggio Peruzzo, in via San Paolo, presunto coltivatore diretto. Si’ perche’ ad Agrigento, al Villaggio Peruzzo, in via San Paolo, la polizia ha scoperto le piante di marijuana in una stanza dell’ appartamento di Sergio Interlandi. Sono stati contati 10 alberelli, con fusto alto circa 1 metro e 30 centimetri. Poi anche lampade alogene e ventilatori. Interlandi e’ stato arrestato e tre persone sono state sorprese insieme a lui : due, giovani, sono stati segnalati alla Prefettura come assuntori di stupefacenti, e un minorenne e’ stato denunciato perche’ in possesso di una modica quantita’ di droga.

27 giugno, a Naro, in contrada Giantonina, nottetempo, ignoti hanno tentato di incendiare alcune bobine in legno, solitamente usate per avvolgere i cavi di rame, custodite all’ interno di un cantiere dove la Moncada Energy dell’imprenditore agrigentino Salvatore Moncada e’ impegnata a costruire un impianto fotovoltaico. Un metronotte di guardia, della ‘’ Folgore ‘’, avrebbe costretto i tre malviventi alla fuga. Il gruppo Moncada ha presentato denuncia ai carabinieri. Nel frattempo, lo stesso Salvatore Moncada ribadisce l’ intenzione di trasferire altrove il baricentro organizzativo delle proprie attivita’ produttive. Infatti, al piu’ presto, saranno in funzione gli Uffici della Moncada Energy a Milano.

27 giugno, al tribunale di Agrigento, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, ha inflitto 3 anni e 8 mesi di carcere ad Abdelhafid Kebbaci, 55 anni, algerino, residente a Canicatti’, accusato di violenza sessuale a danno di un minorenne residente in citta’. Il 14 luglio scorso l’ algerino e’ stato arrestato dalla polizia perche’ accusato di avere adescato nei pressi della stazione ferroviaria di Canicatti’ e abusato sessualmente di un ragazzino appena quattordicenne del luogo.

28 giugno, ad Agrigento, a San Leone, frazione balneare della citta’, al Piazzale Aster, e’ stato compiuto un grave atto intimidatorio. Infatti, due colpi di fucile, caricato a pallettoni, sono stati sparati durante la notte contro la Sala giochi ‘’Aster Game ‘’. Oltre alla vetrata, in frantumi, sono stati danneggiati anche alcuni dei videogiochi. Indagano i carabinieri che hanno acquisito le immagini del circuito di videosorveglianza. I colpi sarebbero stati esplosi, a distanza ravvicinata, da un’ automobile corsa. In contrada Caos, al confine tra Agrigento e Porto Empedocle, e’ stata scoperta bruciata una Fiat Brava, di proprieta’ di un senegalese. L’auto, forse, e’ stata rubata per compiere l’intimidazione. E non solo alla sala giochi Aster Game. Anche contro la saracinesca del bar gelateria “Le Cuspidi”, in piazzale Aster, sono stati esplosi due colpi di fucile caricato a pallettoni. I titolari del locale pero’ si sono accorti dei fori quando hanno sollevato la saracinesca, 20 ore circa dopo l’attentato.

28 giugno, il Tribunale di Agrigento ha assolto Michele Cimo’, 60 anni, di Agrigento, e Adele Galfo Ansaldi, 47 anni, di Modica, imputati di sfruttamento della prostituzione nell’ambito dell’ inchiesta cosiddetta ‘’ Pretty Woman ‘’ che il 10 novembre del 2009 ha provocato 5 arresti per un business di squillo nell’agrigentino.

28 giugno, e’ originario di Palma di Montechiaro Gioacchino Farruggio, 45 anni, il ristoratore che a Desenzano sul Garda, in provincia di Brescia, ha ucciso, a colpi di pistola nel suo ristorante ‘’ Il Gattopardo ‘’, un marocchino di 19 anni, dipendente del locale e poi in contrasto con i titolari.

28 giugno, i carabinieri hanno arrestato Giuseppe Nocera, 35 anni, di Raffadali, accusato di furto ed evasione perche’, nonostante fosse sottoposto agli arresti domiciliari, e’ stato sorpreso insieme ad un quattordicenne intento a rubare alcuni materiali all’interno della scuola media “Galilei” in via Venezuela a Raffadali.

29 giugno, “Spiaggia dorata e tanto divertimento in un angolo paradisiaco del Mediterraneo”. Si legge così nella pagina Facebook dell’ Herbesso Village di Siculiana Marina. E poi ancora, bar e ristorante con terrazza panoramica sul mare. Ed e’ la verita’. Adesso pero’ si indaga su di un’ altra verita’. E’ vero, come i carabinieri e i marinai della Capitaneria ritengono che sia vero, che veramente l’ Herbesso Village sia privo delle autorizzazioni necessarie ? Secondo gli investigatori si’, e cosi’ al campeggio sono stati martellati i sigilli. Piu’ nel dettaglio, le violazioni contestate sono mancanza delle autorizzazioni sanitarie e costruzione abusiva. L’ Herbesso Village, a poche centinaia di metri dalla riserva marina di Torre Salsa, sarebbe mancante delle concessioni per la costruzione di un chiosco in legno e cemento di circa 130 metri quadrati costruito sul demanio marittimo, e delle autorizzazioni sanitarie per la vendita di alimenti e bevande. Dunque, il proprietario della struttura, Gerlando Caruana, e’ stato multato per diverse migliaia di euro, ed e’ stato denunciato ai sensi dell’ articolo 1161 del Codice della navigazione, che sanziona l’ occupazione abusiva di spazio del demanio. Il titolare del camping si e’ impegnato a sgomberare il chiosco abusivo entro 7 giorni.

29 giugno, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Agostino Gristina, ha condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione Antonino Russello, 26 anni, di Favara, arrestato lo scorso 23 marzo perche’ accusato di favoreggiamento della latitanza del boss di Porto Empedocle, Gerlandino Messina. Russello avrebbe ospitato Messina in un suo magazzino di Favara, in via Bruccoleri.

29 giugno, i poliziotti della Squadra Volanti di Agrigento, agli ordini di Stefania Marino, hanno denunciato a piede libero un minorenne di 15 anni originario del Marocco accusato di sequestro di persona a scopo di rapina a danno di un uomo di 67 anni di Agrigento. L’ extracomunitario avrebbe prima rinchiuso l’anziano in uno sgabuzzino vicino casa sua, e poi gli avrebbe rubato i soldi, circa 4mila euro, dalla cassaforte.

29 giugno, a Licata i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato un uomo di 29 anni originario della Romania, operaio, incensurato, sorpreso in contrada Torre di Gaffe, vestito con una tuta mimetica di tipo militare, in possesso di una pistola semiautomatica calibro 7 e 65 di produzione cecoslovacca, e di 12 cartucce, risultata perfettamente funzionante e in buono stato di conservazione. Arma e munizioni sono sotto sequestro.

29 giugno, per gestire i viaggi della speranza dal Nordafrica a Lampedusa sarebbe ricorso all’uso delle armi per intimidire chiunque si azzardasse a ribellarsi. Ecco perche’, a seguito dei racconti di alcuni migranti e delle indagini a riscontro, i poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento hanno arrestato il tunisino Mondher Benzina, 40 anni. L’extracomunitario e’ accusato di essere stato lo scafista di 249 stranieri sbarcati a Lampedusa lo scorso 22 giugno, ed in concorso con altri soggetti, al momento ignoti, avrebbe minacciato con le armi i migranti che avrebbero osato protestare.

30 giugno, una studentessa universitaria originaria di Agrigento e’ ricoverata in gravissime condizioni all’ ospedale “Maggiore’’ di Bologna dove ha tentato il suicidio lanciandosi dalla finestra al quarto piano di un palazzo. La ragazza, che ha perso un braccio, e’ stata operata d’ urgenza. E’ fuori pericolo di vita ed e’ stata trasferita nel reparto Ortopedia.

30 giugno, a Sciacca, nei pressi del lungomare Cristoforo Colombo, la Guardia costiera ha sequestrato, in esecuzione di una misura cautelare disposta dal Gip del Tribunale di Sciacca, il cantiere navale “Luigi Rizzo”. Le indagini, coordinate dalla Procura di Sciacca, hanno accertato che il proprietario e i gestori del cantiere, tutti denunciati, si sarebbero resi responsabili di usurpazione di fondi e occupazione di suolo del demanio marittimo in assenza di regolare licenza, e di falso materiale.

30 giugno, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha condannato a 16 anni di reclusione il commerciante Calogero Arnone, 46 anni, di Favara, accusato di concorso nell’omicidio di Francesco Gambacorta, commerciante, di Camastra, ucciso il 26 gennaio 2006 tra Agrigento e Favara, in contrada San Benedetto. Per lo stesso delitto, dal movente passionale, e’ gia’ stata condannata a 15 anni di reclusione, con sentenza definitiva, Giuseppina Attardo, 44 anni, di Favara. Parte civile si sono costituiti i familiari della vittima.

30 giugno, a San Leone, lungo il Viale Viareggio, nottetempo, ignoti hanno scardinato una finestra ed hanno rubato attrezzature e bigiotteria all’ interno di una parrucchieria. Indaga la polizia.

30 giugno, il tribunale di Agrigento ha inflitto 1 anno e 3 mesi di reclusione a Filippo Cacciatore, di Cammarata, imprenditore zootecnico, accusato di estorsione aggravata. Cacciatore e’ stato denunciato nel 2007 da un vicino di casa il quale avrebbe acquistato un appartamento che e’ stato di proprieta’ di Cacciatore e che poi e’ stato venduto all’asta a seguito di problemi finanziari dell’ imprenditore. Dunque, Cacciatore, usando anche delle minacce, avrebbe costretto l’acquirente dell’immobile a desistere dall’aggiudicazione dell’asta e a cedere la proprieta’ legittimamente acquisita partecipando alla procedura di vendita del Tribunale di Agrigento. La vittima si e’ opposta al ricatto e ha denunciato Cacciatore.

1 luglio, si e’ insediato il nuovo Questore di Agrigento. E’ Giuseppe Bisogno, da Nocera Superiore.

1 luglio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, ha condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione Pasquale Inglima, 42 anni, di Porto Empedocle, pastore, arrestato il 10 giugno del 2010 per abusi sessuali a danno di una ragazza minorenne alla quale Inglima avrebbe promesso di sposarla.

1 luglio, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 16 anni di reclusione Adrian Morariu, 29 anni, e a 10 anni Valentin Leahu, 28 anni, entrambi romeni, arrestati e sotto processo per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione allorche’, usando minacce e violenza, avrebbero costretto alcune connazionali a prostituirsi in alcune abitazioni del centro di Agrigento.

1 luglio, a Lampedusa, in contrada Cala Madonna, Giovanni Albero, 19 anni, e’ morto vittima di un incidente stradale autonomo a bordo di una Golf che si e’ ribaltata. Il conducente dell’ auto ed un altro ragazzo, rispettivamente di 21 e 23 anni, sono stati trasportati in elisoccorso all’ ospedale Villa Sofia, a Palermo, e non sono in pericolo di vita.

1 luglio, a Favara un pensionato di 80 anni e’ stato derubato in casa di circa 10mila euro in contanti e oggetti in oro per 2mila euro da una donna che si e’ presentata come una lontana parente. Indagano i Carabinieri.

1 luglio, i poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, agli ordini di Cesare Castelli, indagano a seguito di numerosi colpi di pistola che nottetempo sono stati sparati da ignoti contro un camion del soccorso stradale parcheggiato sul Lungomare Nettuno.

1 luglio, a Favara, in via Cile, un ignoto malvivente, travisato al volto e armato di pistola, ha rapinato il negozio Acqua e Sapone. L’ uomo ha minacciato la commessa e ha rubato dalla cassa circa 1.700 euro. Indagano i carabinieri.

2 luglio, sarebbero responsabili di avere procurato e trasportato le armi che poi sarebbero state utilizzate per uccidere l’imprenditore originario di Sommatino, Giuseppe Monterosso, vittima di un agguato il 6 maggio del 2009 nei pressi di Varese. I giudici di Busto Arsizio hanno condannato a 5 anni di reclusione Gaetano Ribisi, 41 anni, di Palma di Montechiaro,  a 3 anni e 4 mesi Calogero Palumbo, di 49 anni, e a 2 anni e 4 mesi Giuseppe Luparello, entrambi agrigentini. Per lo stesso delitto sono gia’ stati condannati l’empedoclino Andrea Vecchia, e l’aragonese Alessio Contrino, rispettivamente a 20 e 18 anni di reclusione.

2 luglio, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione l’imprenditore Mauro Salvatore Marchica, 41 anni, agrigentino, accusato di bancarotta perche’, nel 2003, avrebbe sottratto una ingente somma di denaro alla ditta dallo stesso Marchica amministrata, e che e’ stata dichiarata fallita dal Tribunale civile di Agrigento,  e di avere soppresso i libri contabili.

2 luglio, il Tribunale di Termini Imerese ha condannato Salvatore Lombardo, Calogero Formica e Pierluigi Aleo, tutti di Porto Empedocle e di 23 anni, per spaccio di sostanze stupefacenti, allorche’ lo scorso 6 giugno sono stati arrestati lungo la strada statale Agrigento – Palermo perche’ sorpresi in possesso di un panetto di circa mezzo chilo di hashish. Lombardo e Formica hanno patteggiato la pena ad 1 anno e 8 mesi di reclusione. Aleo ha scelto il rito abbreviato ed e’ stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione.

3 luglio, a Palma di Montechiaro un grave atto intimidatorio e’ stato compiuto a danno di un pescivendolo di 58 anni, G N, ecco le iniziali del nome, al quale ignoti hanno prima rubato l’automobile e poi l’ hanno incendiata lungo la statale 115. Indaga la Polizia.

4 luglio, la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa il 21 luglio del 2010 dal Tribunale di Agrigento e ha assolto Antonino Iacono, 41 anni, di Realmonte, pastore, arrestato il 27 marzo del 2009 perche’ presunto responsabile dell’ omicidio di Pasquale Tuttolomondo, 66 anni, di Realmonte, pensionato, gia’ ferroviere, ucciso il 6 aprile del 2000. Tuttolomondo sarebbe stato ucciso colpito alla testa con un oggetto contundente perche’ Iacono lo avrebbe rapinato ed ha temuto di essere denunciato. Iacono, 9 anni dopo l’omicidio, ha confessato, poi invece ha ritrattato sostenendo di essere stato indotto a confessare il falso per paura.

4 luglio, il Tribunale di Caltanissetta ha condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione Michele Giambra, imprenditore di Ravanusa, accusato di violenza sessuale su minore. L’ipotesi di reato risale al 2007 a San Cataldo dove Giambra avrebbe abusato della donna, all’epoca minorenne, in contrada Mimiani, nei pressi di un capannone di sua proprieta’.

5 luglio, Giovanni Mazzola, 29 anni, Ignazio Cina’, 22 anni, Stefano Montalto, 32 anni, tutti di Palermo, sono stati arrestati dalla polizia a Sciacca per tentata rapina. I tre, travisati al volto, sono entrati nella locale agenzia di Banca Nuova, chiudendo a chiave in una stanza clienti e impiegati, e hanno costretto il direttore a consegnare il denaro. I poliziotti di Sciacca, in allerta a seguito di una informativa da Palermo, hanno arrestato in flagranza di reato i tre.

5 luglio, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 2 anni di reclusione Gerald Castiglione, 50 anni, di Porto Empedocle, accusato di violenza sessuale a danno di una donna empedoclina che ha denunciato Castiglione per averla palpeggiata nelle parti intime e perche’ le avrebbe danneggiato a calci l’automobile.

6 luglio, atto intimidatorio a Cattolica Eraclea, in via Professore Leonardi, dove una busta con dentro due cartucce di pistola calibro 9 e’ stata incastrata sul parabrezza dell’ automobile, una Mercedes, dell’ ex sindaco, Nino Aquilino, dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale. Indagano i carabinieri.

6 luglio, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento sequestra l’ impianto di calcestruzzi a Porto Empedocle dei fratelli Traina. L’ ordine e’ della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Maurizio Traina oggi ha 50 anni, Giorgio, 53 anni, e Alberto 59. Il 5 aprile del 2005 i tre fratelli sono stati arrestati perche’, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, avrebbero monopolizzato il mercato dei calcestruzzi nella zona di Porto Empedocle usando metodi mafiosi. Il cantiere dei Traina, in contrada San Calogero, fu sequestrato, e poi confiscato, perche’ presunto strumento del reato contestato ai titolari. Adesso, 6 anni dopo, ancora impianti Traina, lungo la statale 115, all’ ingresso di Porto Empedocle, sono stati sequestrati.

6 luglio, a Porto Empedocle, i poliziotti del locale Commissariato, agli ordini di Cesare Castelli, indagano sull’incendio, in via Francesco Crispi, nella zona Cannelle, di una motrice di camion posteggiata, che e’ di proprieta’ di una impresa, la “ Mnr Lampedusa ”, impegnata in trasporti edili verso Lampedusa.

6 luglio, tre extracomunitari, presunti scafisti dell’imbarcazione approdata a Lampedusa lo scorso 19 maggio con a bordo 494 migranti, sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Agrigento. Si tratta di Abdelrouf Salem, 49 anni, originario del Bangladesh, l’algerino Arbi Boudiaf, di 27 anni, e il marocchino Mustapha Mecmachi, 32 anni.

7 luglio, i carabinieri della stazione di Naro hanno arrestato in flagranza di reato Paolino Bello, 48 anni, bracciante agricolo, incensurato, sorpreso in possesso di un coltello a scatto di 28 centimetri e di una pistola semiautomatica marca “Beretta”, calibro 7.65, con matricola abrasa, di produzione italiana, funzionante e in buono stato di conservazione, con un serbatoio contenente 7 cartucce dello stesso calibro.

7 luglio, una casalinga di Licata di 59 anni, G B, ecco le iniziali del nome, e’ morta nel Centro gravi ustionati dell’ospedale Civico di Palermo dopo avere tentato il suicidio nella sua villetta, a Licata, dove si e’ rinchiusa nella propria camera da letto, si e’ sdraiata sul letto, si e’ cosparsa di liquido infiammabile e poi ha appiccato il fuoco. Ignoto, almeno per il momento, il movente del gesto.

7 luglio, a Camastra, in via Bellini, ha subito un incendio un furgone, da tempo non utilizzato, di cui e’ comproprietario il vicesindaco Gaetano Provenzani. I danni ammonterebbero a circa 5mila euro. Indagano i carabinieri.

7 luglio, ad Agrigento, nel centro storico, Giuseppe Provenzano, 71 anni, ha scoperto per caso, durante i lavori di ristrutturazione di una vecchia casa, un libretto bancario, che risale al 1947, ed in cui il padre, alto funzionario dell’Esercito, deposito’ 7 mila lire. Il libretto oggi vale, fra interessi, rivalutazione monetaria e capitalizzazione, circa 1 milione e 600 mila euro. L’ avvocato Marco Angelozzi, che assiste Provenzano, afferma : ‘’ il libretto bancario era stato smarrito e soltanto nei giorni scorsi e’ stato ritrovato. Provenzano ha deciso di richiedere quella somma, tramite il nostro studio legale che si occupa del recupero delle somme dei libretti bancari antichi ‘’.

8 luglio, ad Agrigento, nella chiesa di San Calogero, un extracomunitario maghrebino e’ stato arrestato dalla polizia perché, in preda ai fumi dell’alcol, ha inveito contro i fedeli ed ha danneggiato una statuetta in gesso raffigurante il Santo.

8 luglio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Ezio Damizia ha condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno i palmesi Luciano Scerra, 25 anni, Nunzio Spina, 35 anni, e Saro Morgana Gioacchino, 25 anni. I tre, che hanno patteggiato la pena, sono stati imputati di rapina, sequestro di persona e danneggiamento allorche’ il 28 agosto hanno rapinato un’anziana pensionata di Palma di oltre 130 mila euro in denaro contante.

9 luglio, i poliziotti della squadra amministrativa della Questura di Agrigento hanno notificato a C T , ecco le iniziali del nome, 41 anni, di Favara, amministratore del locale “Baia del Sol” al Viale delle Dune a San Leone, il provvedimento di chiusura dello stesso locale emesso dal Questore di Agrigento, Giuseppe Bisogno. Il favarese avrebbe gestito l’esercizio pubblico senza la prescritta autorizzazione di Polizia, ed inoltre, all’ interno del locale avrebbe organizzato una serata danzante senza autorizzazione di polizia e senza essere in possesso del certificato di agibilita’.

9 luglio, a Favara due banditi, travisati e armati di pistola, hanno rapinato il supermercato Pick-up, gestito dalla societa’ Barba. Un dipendente ha reagito ed e’ stato bersaglio di pistolettate. L’ uomo e’ stato ferito ad un piede. Il bottino, l’ incasso della giornata, ammonta ad alcune migliaia di euro.

9 luglio, al Palazzo di Giustizia di Palermo, la Corte d’Appello, presieduta dal giudice Luzio, in riforma della sentenza di primo grado, ha condannato i favaresi Enzo Quaranta e Rosario Pompeo, gia’ condannati in primo grado a 4 anni di carcere per favoreggiamento a Maurizio Di Gati, a 6 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno per il reato piu’ grave di associazione mafiosa.

9 luglio, ad Agrigento, in via Papa Luciani, i carabinieri della Tenenza di Favara, agli ordini di Gabriele Treleani, hanno arrestato Filippo Aleo, 41 anni, di Mazzarino ma residente a Barrafranca, accusato di furto allorche’, approfittando della distrazione dei proprietari, ha rubato il bagaglio da un’automobile. Aleo e’ stato sorpreso dai militari in possesso del borsone e in atteggiamento sospetto. La telefonata dei proprietari al 112, per la denuncia del furto, ha fugato ogni dubbio.

9 luglio, a Ribera, in Corso Umberto primo, due ignoti malviventi a viso scoperto, armati di taglierino, hanno minacciato una cassiera ed hanno rapinato la banca Monte Paschi di Siena. Bottino da quantificare. Indagano i carabinieri.

9 luglio, gli investigatori indagano a Licata per scoprire chi ha selvaggiamente picchiato una ragazza di 20 anni, costretta a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso. La ragazza sarebbe stata aggredita con pugni e calci al volto ed alla testa, subendo contusioni facciali, nasali e craniche. Nel corso dell’interrogatorio non ha fornito informazioni utili alle indagini.

11 luglio, incredibile, quanto tragico e raccapricciante. A Canicatti’, in via Diaz, nel quartiere Oltreponte, un bambino di 8 anni, Angelo Loretta, e’ stato scoperto impiccato alla tenda della sua cameretta. Il piccolo sarebbe stato intento a giocare con la stessa tenda che poi, casualmente, lo avrebbe avvolto al collo e strozzato. I genitori hanno subito trasportato il bambino all’ospedale “Barone Lombardo” di Canicatti’, incorrendo anche in un incidente stradale, forse provocato dalla velocita’. I medici hanno riscontrato la morte. I genitori, Luigi Loretta, 40 anni, camionista e bracciante agricolo, e la moglie Irene Laromella, anche lei quarantenne, hanno raccontato la macabra scoperta del loro figlio unico, ormai cianotico e con la tenda al collo, oggi pomeriggio, dopo pranzo.

11 luglio, a San Giovanni Gemini, in via Dionisio Alessi, due banditi armati di taglierino hanno rapinato la banca Unicredit. Il bottino ammonta a circa 13 mila euro. I due sono fuggiti su uno scooter.

11 luglio, uno stralcio del processo antimafia ‘’ Marna ‘’ in Appello. La Corte d’Appello di Palermo ha condannato a 7 anni di carcere Giuseppe Iacono, 74 anni, assolto in primo grado, poi 4 anni a Calogero Bruno, 33 anni, a fronte dei 5 subiti in Tribunale, e 8 anni, anziche’ 10, a Roberto Renna, 32 anni. I tre sono di Siculiana.

11 luglio, i carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano, Massimo Amato, hanno arrestato S S, ecco le iniziali del nome, 30 anni, originario della Romania e senza fissa dimora, accusato di furto aggravato allorche’ e’ stato sorpreso lungo la linea ferroviaria nel quartiere “Fondachello” intento a tranciare i cavi elettrici collocati alla base dei binari.

11 luglio, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, in collaborazione con la polizia belga, hanno arrestato Francesco Renato, inteso “Ciccio Biondo”, 56 anni, originario di Canicatti’ e residente ad Agrigento, sfuggito alla cattura lo scorso 25 gennaio nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “I soliti ignoti” contro presunti casi di spaccio di droga, furti e rapine. Renato e’ stato scovato ed arrestato nella citta’ belga di Mons, e’ stato estradato in Italia ed e’ recluso nel carcere di Regina Coeli a Roma.

12 luglio, maxi blitz antidroga “Il Capo dei capi 2” dei Carabinieri e della Procura di Agrigento. 35 indagati nel mirino. Ricostruita la mappa dello spaccio in citta’. L’ inchiesta risale all’ estate del 2007, e nel corso del tempo, tra intercettazioni telefoniche, ambientali, pedinamenti e appostamenti, ha svelato un’ampia e allarmante ragnatela di traffico di sostanze stupefacenti, tra cocaina, hashish, marijuana, ed anche droghe sintetiche. Work in progress, durante il lavoro di indagine sono state arrestate 12 persone in flagranza di reato, sorprese in possesso di droga, anche in quantita’ elevate. Infatti, sono stati sequestrati 1 chilo e 500 grammi di hashish, 200 grammi di marijuana, 50 grammi di cocaina ed anche pasticche di subutex. Il blitz alle 3 del mattino di oggi, 150 carabinieri al decollo dalla nuova caserma a Porto Empedocle. 50 perquisizioni domiciliari. I pusher si sarebbero riforniti a Palermo. Poi ad Agrigento la droga sarebbe stata spacciata nella zona della stadio Esseneto, ritenuta nevralgica, baricentro della vendita, poi nei pressi della via Atenea e nel centro storico, dove sarebbero stati operativi e predominanti i maghrebini, poi piazzale Rosselli e, ovviamente, San Leone. In carcere Mohamed Belhaj, 23 anni, marocchino, Alfonso Capraro, 34 anni, di Agrigento, Angelo Cammilleri, 28 anni, di Agrigento, Ivan Crisà, 36 anni, di Palermo, Salvatore Gallo, 23 anni, di Agrigento, Marco Inguanta, 31 anni, di Agrigento, Mohammed Mekkaoui, 53 anni, marocchino, Salvatore Pitrone, 27 anni, di Agrigento, Francesco Prinzivalli, 31 anni, di Agrigento, Pasquale Sanzo, 28 anni, di Palermo, Alessandro Calogero Trupia, 22 anni, di Agrigento, Davide Dispensa, 29 anni, di Torino. Arresti domiciliari : Luigi Craparo, 22 anni, di Agrigento, Nabil El Ganadi, 23 anni, marocchino, Alfonso Indelicato, 38 anni, di Agrigento, Dario Micalizio, 29 anni, di Favara, Roberto Chinnici, 23 anni, di Palermo. Sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di Agrigento: Calogero Gambino, 27 anni, di Agrigento, Abdelaziz Mahfoudhi, 37 anni, tunisino, Salvatore Vizzini, 23 anni, di Palermo. Sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria : Maurizio Capraro, 37 anni, di Agrigento, Vito Giuca, 24 anni, di Agrigento, Nizar Harabi, 23 anni, tunisino, Angelo Infantino, 21 anni, di Agrigento, Mario Lauricella, 26 anni, di Licata, Salvatore Lentini, 24 anni, di Agrigento, Salvatore Lombardo, 20 anni, di Agrigento, Marco Passarello, 24 anni, di Agrigento, Nacer Snidi, 33 anni, tunisino, Angelo Domenico Volpe, 26 anni, di Agrigento.

12 luglio, l’incidente sul lavoro, nel corso di opere fognarie ed idriche, a Sciacca, il 3 dicembre del 2008, che ha provocato la morte dell’operaio Accursio La Bella, 35 anni. A conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Michele Guarnotta, ha condannato, per omicidio colposo, ad 1 anno di reclusione ciascuno Antonio Zelanda e Giampietro Ganci, dipendenti dell’impresa Albesco,  e ad un risarcimento danni, in solido con il legale rappresentante della stessa ditta Albesco, Maurizio Guglielmo, per complessivi 1milione e 704mila euro. Il giudice ha condizionato la sospensione della pena al pagamento del risarcimento dei danni a favore delle parti civili.

12 luglio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Daniela Troja, ha condannato a 6 anni di reclusione Maurizio Romeo, 40 anni, di Porto Empedocle, arrestato l’11 novembre scorso perche’ accusato di essere un esattore del boss Gerlandino Messina, ed imputato di tentativo di estorsione aggravata a danno di Giuseppe Misuraca, imprenditore di Mussomeli impegnato anche in lavori edilizi tra Porto Empedocle e Realmonte, e parte civile in giudizio tramite l’avvocato Nicola Grillo.

13 luglio, la Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, ha arrestato ai domiciliari Alessandro Paino, 38 anni, di Agrigento, accusato di rapina aggravata e lesioni personali a danno di alcune persone anziane, nel mirino dello stesso Paino la notte del 6 gennaio 2011. Paino, approfittando di essere conosciuto, perche’ impegnato nella consegna a domicilio di bombole del gas, sarebbe entrato in alcune abitazioni della citta’, insieme ad un minorenne, ed avrebbe picchiato e rapinato gli anziani inquilini malcapitati. L’ impronta digitale del minorenne ha consentito di scoprire il complice, gia’ assicurato alla Giustizia, e adesso, le successive indagini, coordinate dall’ aggiunto Ignazio Fonzo, e dalla sostituto Antonella Pandolfi, hanno incastrato Paino.

13 luglio, e’ stato arrestato dai carabinieri di Agrigento uno dei tre ricercati nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta “Il Capo dei capi 2”. Si tratta di Giuseppe Sottile, 24 anni, di Agrigento, adesso recluso in carcere, al “Petrusa” di Agrigento.

13 luglio, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Giovanni Gallo Afflitto, il Tribunale di Agrigento ha assolto, con formula piena, tre carabinieri, Gaetano D’Aula, Giuseppe Portelli, e Giuseppe Agozzino, imputati nell’ ambito di una inchiesta antidroga frutto di un blitz dei carabinieri di Favara risalente al 6 dicembre del 2004. Ai tre militari e’ stato contestato l’ acquisto simulato, senza autorizzazione, di sostanze stupefacenti, detenzione e trasporto delle stesse, e, nel corso della requisitoria, il Pubblico ministero ha invocato severe condanne a carico dei 3 militari. Il difensore, l’avvocato Giovanni Gallo Afflitto, commenta : ‘’ l’assoluzione e’ ancora piu’ significativa per le pesanti condanne richieste dal Pubblico ministero, per le gravose ed affliggenti decine di udienze che hanno caratterizzato tutto il processo, per la disperazione di tre famiglie che, con stenti, sono andate avanti sostenendo i propri cari, vittime di infamanti accuse provenienti dai personaggi che gli stessi Carabinieri oggi assolti hanno arrestato precedentemente per detenzione e spaccio di stupefacenti” . E nel corso dello stesso processo e’ stato assolto anche Vincenzo Fallea, di Favara, difeso dall’ avvocato Maria Alba Nicotra.

13 luglio, nelle campagne di Canicatti’, in un casolare, in contrada Madonna dell’ Aiuto, i carabinieri hanno arrestato Cesare Genova, 50 anni, originario di Delia, in provincia di Caltanissetta, condannato all’ergastolo per omicidio e latitante da un anno, da quando, nell’ aprile del 2010, approfittando di un permesso premio concessogli per ottima condotta in occasione della Pasqua, e’ evaso dal carcere di Rebibbia a Roma.

13 luglio, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato 3 extracomunitari ed un canicattinese accusati di avere aiutato i tunisini destinati al rimpatrio a fuggire dal Centro d’accoglienza di Lampedusa, fornendogli un nascondiglio ed accompagnandoli fino al confine francese. Il tutto dietro il pagamento di 3mila euro. I 4, che risponderanno di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono Maria del Rosario Marquez, 36 anni, nata in Honduras ma residente a Lampedusa, Rhida Trabelsi, 47 anni, tunisino, residente ad Agrigento, mediatore culturale, poi Faouzi Zouabi, tunisino 47 anni, residente a Lampedusa, e Antonio Insalaco, 64 anni, di Canicatti’. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Giacomo Forte.

13 luglio, i carabinieri della compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Angelo Licata Tiso, 38 anni, pescivendolo, condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione, e adesso scontera’ la pena, per produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. I reati contestati risalgono al febbraio del 2008.

14 luglio, operazione della Squadra mobile di Agrigento e della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Arrestati 10 presunti fiancheggiatori del boss Giuseppe Falsone. E’ stato il blitz antimafia cosiddetto “Maginot”, e la linea Maginot fu la torre fortificata costruita dalla Francia nel 1928 per proteggere i confini francesi da Belgio, Germania, Lussemburgo, Svizzera e Italia. Dunque, adesso “Maginot” sarebbe la torre fortificata da Giuseppe Falsone per blindare la sua latitanza in terra di Francia. Ed infatti, le manette della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, e della Direzione distrettuale antimafia, sono state strette ai polsi di 10 presunti fiancheggiatori dell’ ex capo di Cosa nostra agrigentina. 5 sono gli indagati a piede libero. Arrestati, ad Agrigento, Carmelo Cacciatore, 46 anni, titolare di uno stabilimento di demolizioni lungo la statale 640, Francesco Caramazza, 38 anni, e Liborio Parello, 41 anni. A Ribera, gli imprenditori Carmelo Marotta, 41 anni, e Giovanni Vinti, 41 anni. Poi, Giuseppe Maurello, 42 anni, di Lucca Sicula, e Antonino Perricone, 41 anni, di Villafranca Sicula. A Favara, Salvatore Morreale, 42 anni, Calogero Pirrera, 59 anni, e Antonino Pirrera, al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari per l’eta’, 73 anni. Sarebbe stata ricucita la fitta ragnatela che ha protetto e sostenuto l’ uomo ragno di Campobello di Licata, arrestato a Marsiglia in Francia, ancora dalla Squadra mobile di Agrigento, il 25 giugno del 2010. L’ inchiesta ha svelato l’identita’ dei picciotti di Falsone, che hanno favorito la sua latitanza, e che gli hanno consentito, da latitante, di occuparsi di appalti, opere pubbliche e centri commerciali. Gli indagati, presunti rappresentanti delle famiglie di Favara, Ribera, Sciacca e Agrigento, rispondono di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. Ordinato il sequestro di 15 aziende, per un valore di circa 7 milioni di euro, tutte operanti nel settore edile e del movimento terra, e strumento per infiltrarsi e condizionare opere pubbliche e private della provincia di Agrigento. Ad esempio, la ricostruzione della rete fognaria di Favara, la costruzione del Centro commerciale di Villaseta ad Agrigento, della condotta idrica Favara di Burgio, ed i lavori di interconnessione dei laghi Gammauta – Prizzi – Castello. Giuseppe Falsone, dalla Francia, avrebbe impartito le proprie direttive anche tramite l’invio di mail, ricevute da Carmelo Marotta in un bunker blindato e schermato, per evitare cosi’ intrusioni elettroniche da parte delle forze di Polizia. E lo stesso Carmelo Marotta, insieme a Salvatore Morreale di Favara, avrebbe procurato a Falsone le due carte di identita’ false utilizzate in Francia. I documenti sono stati falsificati con i nomi di due ignari dipendenti delle imprese di Marotta e Morreale. Il clan avrebbe garantito a Falsone anche i covi a Naro, Ribera ed a Palazzo Adriano, gli ultimi prima della trasferta a Marsiglia. Le estorsioni ed i danneggiamenti : ad esempio, Morreale, Pirrera e Parello avrebbero piazzato una bottiglia di benzina nel cantiere per la ricostruzione della rete fognaria di Favara. L’intimidazione sarebbe stata compiuta per costringere il titolare di una impresa ad assumere gli operai segnalati dalle cosche. Ed ancora, Salvatore Morreale, Giuseppe Maurello ed Antonio Perricone, cosi’ come sarebbe scritto in un pizzino sequestrato il 5 novembre del 2007 nel covo di Giardinello a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, avrebbero pressato per ottenere i subappalti ai lavori di interconnessione dei laghi Gammauta, Prizzi e Castello. Ed ancora, Giovanni Vinti, si sarebbe intestato un escavatore da 50 quintali di proprieta’ di Falsone.

14 luglio, “ e’ l’ extracomunitario che, in preda ai fumi dell’alcol, ha danneggiato una statuetta di San Calogero all’ interno della Chiesa di Agrigento lo scorso 8 luglio ”. Il Giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Valerio D’Andria, ha applicato ad Ales Halis, 31 anni, originario del Ghana, la pena concordata di 1 anno di reclusione.  L’ uomo, incensurato, e’ stato scarcerato.

14 luglio, ancora sviluppi a seguito della cattura, nelle campagne di Canicatti’, del latitante ergastolano, originario di Delia, Cesare Genova. I carabinieri hanno arrestato due presunti favoreggiatori della latitanza del ricercato. Si tratta di Vincenzo Noto, 61 anni, e della moglie, Carmela Savina Forte, 54 anni, entrambi di Agrigento, sorpresi dai carabinieri all’interno dello stesso casolare dove si e’ nascosto Genova. Ed ancora nel casolare di contrada Madonna dell’ Aiuto, i carabinieri hanno scoperto 3 serbatoi per pistola, 24 cartucce calibro 7.65, 6 cartucce calibro 9, 7 cartucce calibro 12, ed un coltello di genere vietato di 16 centimetri. Poi una carta d’identita’ contraffatta, una parrucca e diversi telefoni cellulari e schede telefoniche. Denunciate altre 3 persone, sorprese anche loro nel casolare, e si tratta dei proprietari dell’ immobile.

15 luglio, a Licata, in contrada Comuni, un incendio ha danneggiato la cabina di guida di un’ autocisterna a servizio degli stabilimenti della ditta Mar Cementi, impegnata nell’ importazione e commercializzazione del cemento e di leganti idraulici. Ingenti i danni. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha scongiurato conseguenze piu’ gravi. Indagini in corso.

15 luglio, il Tribunale di Agrigento ha condannato 2 imputati di Naro, Santo Cangemi, 26 anni, a 6 anni e 4 mesi di reclusione, e Antonino Rodo, 28 anni, a 4 anni e 2 mesi. Gaetano Vaccaro, 23 anni, anche lui di Naro, e’ stato assolto. I tre sono stati arrestati l’11 marzo del 2008 dai carabinieri per spaccio di stupefacenti

15 luglio, a San Leone, in mare, nella zona della terza spiaggia al Viale delle Dune, uno dopo l’altro, sono stati assaliti e travolti dai flutti due ragazzi. Uno ha invocato aiuto ed e’ stato soccorso e trascinato a riva. Lo stesso ha poi lanciato l’allarme a favore dell’ altro ragazzo. Anche il secondo e’ stato recuperato, pero’ in condizioni gravi. Immediato e’ stato il trasporto in Ospedale, dove, purtroppo, Emanuele Veneziano, 16 anni, di Favara, e’ morto, nonostante i disperati tentativi di mantenerlo in vita.

16 luglio, i carabinieri hanno sequestrato immobili ed attività imprenditoriali, per un valore di 900 mila euro, a Giuseppe Capizzi, 45 anni, esponente di spicco della famiglia mafiosa di Ribera, attualmente detenuto in regime di 41 bis. I beni sequestrati, che sono anche legati ad alcuni familiari del boss, sono ubicati a Ribera, tra un’azienda agricola, una boutique di abiti da cerimonia, 7 appezzamenti di terreno, per un totale di 25 ettari, coltivati ad uva ed agrumi, e un fabbricato.

16 luglio, raid vandalico a Porto Empedocle dove  ignoti hanno danneggiato l’impianto per la videosorveglianza che monitora la villa comunale Luca Crescente. I vandali hanno rotto una telecamera, e una seconda e’ stata divelta e rubata. Uno solo sarebbe stato l’autore del danneggiamento, mentre gli altri componenti della banda, due o forse tre, si sarebbero limitati ad osservare da palo. Indaga la Polizia, agli ordini del commissario, Cesare Castelli, nel tentativo di identificare i responsabili che, peraltro, hanno scritto su di un muretto della stessa villa : ‘’ ora vediamo se riuscite a riparare le telecamere”.

16 luglio, incidente sul lavoro in Svizzera, nel paesino di Schwaezegg, dove un operaio di Favara, Calogero Alba, 61 anni, emigrato dal 2009, e’ morto in Ospedale a causa delle ustioni subite a seguito dell’esplosione di un impianto del metano. Alba, intento a lavorare in una casa privata, e’ stato ricoverato con ustioni di quarto grado sul 90 per cento del corpo.

16 luglio, i carabinieri della compagnia di Agrigento, agli ordini di Giuseppe Asti, hanno notificato un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere a Dario Sciacca, 34 anni, di Palermo, attualmente detenuto nella casa circondariale Ucciardone. Dario Sciacca e’ accusato di truffa e ricettazione di assegni allorche’ avrebbe acquistato capi di abbigliamento ed altri oggetti di valore pagando con assegni risultati rubati. Sono stati numerosi i commercianti di Agrigento e Porto Empedocle truffati dal palermitano.

16 luglio, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Damizia, ha assolto Graziella Ancona, e il fratello Francesco, accusati di avere distrutto una panchina a Villaseta a colpi di spranga la sera del 5 agosto del 2007. Come si ricordera’, gli Ancona sarebbero stati bersaglio di un’ aggressione a sprangate da parte di due minori del luogo, che fratturarono un braccio a Francesco Ancona, e che sono stati gia’ condannati a 6 mesi di reclusione ciascuno. Gli stessi minori hanno denunziato gli Ancona sostenendo che fossero stati loro ad aggredirli a sprangate, e che poi, con la stessa spranga, avrebbero distrutto anche la panchina. Gli Ancona, assolti, sono stati difesi dall’ avvocato Giuseppe Arnone che esprime soddisfazione per l’esito della vicenda.

16 luglio, a Ribera i carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato Baldassare Sicurella, 27 anni, di Ribera e residente a Milano, sorpreso in possesso di poco meno di 5 grammi di cocaina gia’ divisi in 10 dosi.

16 luglio, i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Antonina Sabatino, hanno assolto dall’accusa di associazione per delinquere  e condannato per il solo reato di truffa,   ad 1 anno e 2 mesi di reclusione,  Settimo Enrico, 51 anni. Il collegio, accogliendo le argomentazioni difensive dell’avvocato Daniela Posante, ha escluso che Settimo Enrico fosse un componente dell’organizzazione criminosa sgominata il 29 aprile del 2007 nell’ ambito dell’ operazione cosiddetta “Inganno”.  Il pubblico ministero Luca Sciarretta aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi anche per l’ associazione a delinquere.

16 luglio, ad Agrigento, in via Atenea, a poca distanza dal Comando provinciale della Guardia di Finanza, un extracomunitario, spalleggiato da un complice, ha scippato una collana d’oro ad una donna di 45 anni, scaraventandola a terra. I due sono fuggiti dileguandosi. La donna, in compagnia di un’amica, ha raccontato quanto subito agli investigatori.

16 luglio, ad Agrigento, a Fontanelle, in contrada Serra Ferlicchio, un incendio ha bruciato 3 automobili e ha danneggiato un ciclomotore. Due delle tre auto, una Fiat Punto e una Skoda, sono di proprieta’ di un pensionato, Gerlando Sollano, 74 anni, di Agrigento, residente nella zona ed attualmente sottoposto alla misura del divieto di soggiorno ad Agrigento ed all’obbligo di firma per essere stato processato e condannato per reati legati alla prostituzione.

17 luglio, la causa scatenante e’ stata una ragazza contesa. Storia di amori e di coltelli, anzi di cacciavite, a Canicatti’, citta’ dell’ uva Italia, e adesso alla ribalta italiana, per un cacciavite conficcato in testa ad un ragazzo di 24 anni. La vittima e’ Calogero Giardina, figlio di un macellaio. Calogero ha litigato con Angelo F, 17 anni. Teatro dello scontro e’ stata la movida notturna, nel centro cittadino, innanzi ad un bar. Il movente dell’ aggressione sanguinaria e’ legato ad una ragazza. Il minorenne ha estratto il cacciavite e lo ha scagliato contro la testa del rivale. Il 17 enne e’ stato arrestato da Polizia e Carabinieri. Adesso e’ recluso nel carcere minorile ‘’Malaspina’’ di Palermo. Le indagini : Angelo F avrebbe scoperto che Calogero Giardina frequenta la sua ex ragazza. Allora, accecato dalla gelosia e dalla rabbia, entra dentro il bar e invita Calogero Giardina a uscire fuori, per un “chiarimento”. Poi, l’epilogo, violento ed efferato, e il cacciavite in testa. Il minorenne e’ fuggito. Quando e’ stato rintracciato ha confessato e ha raccontato di avere colpito Calogero Giardina con un mazzo di chiavi. Poi, invece, ha ammesso la verita’, e ha consegnato il cacciavite, ancora insanguinato. Gli investigatori indagano perche’ forse altre due persone sarebbero state complici del raid punitivo. Calogero Giardina e’ stato subito soccorso. Il ragazzo e’ stato ricoverato all’ Ospedale ‘’ Giovanni Paolo secondo ‘’ di Sciacca in gravi condizioni. Sul suo profilo Facebook i messaggi degli amici, che lo incoraggiano a vincere la lotta contro la morte.

18 luglio, a Favara, in contrada Pioppo, due ignoti malviventi, a bordo di una moto, travisati con i caschi integrali e armati di pistola, hanno affiancato, costretto alla sosta e rapinato un corriere della ditta “Sda”, diretto al deposito di Agrigento. Il bottino ammonta a circa 400 euro, oltre due cellulari. Indagano i carabinieri.

19 luglio, in Lussemburgo, in localita’ Strassen, sono morti, vittime di un incidente stradale, due coniugi originari di Agrigento, Maurizio Russello e Carmela Savarino, rispettivamente di 48 e 46 anni. La coppia, insieme ai figli, e’ stata diretta a La Louviere, in Belgio, dove risiedono da tempo, dopo un periodo di vacanza trascorso in Sicilia. La famiglia, a bordo di una Citroen, si e’ schiantata contro il guard-rail della corsia di emergenza. I due agrigentini, illesi dall’impatto, appena fuori la loro automobile sono stati investiti e uccisi da una seconda automobile, una Ford, in transito lungo la stessa carreggiata.

19 luglio, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini di Giuseppe Asti e Cosimo Vizzino, hanno arrestato Giuseppe Frenna, 38 anni, e Gaetano Rizzo, 57 anni, entrambi di Favara, accusati di furto aggravato allorche’ sono stati sorpresi a rubare gasolio da alcuni mezzi di una impresa di Messina, custoditi all’ interno del parcheggio dell’ area di servizio Erg, lungo la statale 640, in territorio di Agrigento. I militari hanno sequestrato una tanica di gasolio di 20 litri, e altro materiale usato per il rabbocco.

19 luglio, a Racalmuto, in contrada Roccarossa, ignoti hanno sparato alcuni colpi di fucile contro due betoniere parcheggiate all’ interno dell’ area della ditta “Beton 640” di Racalmuto, che produce calcestruzzo per lavori privati. A lanciare l’allarme sono stati alcuni operai dell’azienda. Indagano i carabinieri.

19 luglio, le squadre mobili di Agrigento e Messina hanno arrestato Pasqualino Lombardo, 32 anni, residente a Naro, per detenzione di 205 grammi di cocaina. L’arrestato, sorpreso in possesso dello stupefacente in territorio messinese, e’ adesso recluso in carcere a Messina.

20 luglio, i carabinieri di Agrigento, su ordine del Tribunale del capoluogo e della Direzione distrettuale antimafia, hanno sequestrato terreni e fabbricati, per un valore di 300 mila euro circa, ad Ignazio Accascio, 72 anni, di Campobello di Licata , arrestato il 22 giugno del 2006 nell’ambito dell’ operazione antimafia “Gost 2”. Accascio e’ gia’ stato condannato, per associazione mafiosa ed estorsione, a 10 anni di reclusione.

20 luglio, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento e del Commissariato di Licata, agli ordini di Alfonso Iadevaia e Fatima Celona, hanno arrestato Luigi Cassaro, 43 anni, di Licata, sorpreso, nel corso di una perquisizione nella sua abitazione in contrada Cannavecchia, di una pistola marca beretta modello 70, calibro 7,65 con matricola abrasa e con relativo munizionamento. Poi, una pistola marca Carl Walther, calibro 9, con relativo munizionamento e priva di punzonatura. Ed un camion ed un escavatore modello bob cat provento di furto commesso il 17 luglio scorso a Canicatti’, ai danni di una ditta di Termini Imerese impegnata nella costruzione di un impianto di video sorveglianza del territorio di Canicatti’.

20 luglio, a Licata, la Guardia di Finanza ha scoperto e denunciato 57 braccianti agricoli assunti in modo fittizio da due imprese agricole inesistenti, al fine di percepire indebitamente i contributi assistenziali relativi alle indennita’ di disoccupazione agricola e di malattia erogate dall’Inps. Le giornate di lavoro dichiarate e mai effettuate dai dipendenti delle due aziende fantasma ammontano a 2.749 e sono costate all’Inps 367mila e 989 euro a titolo di indennita’ di disoccupazione e 23mila e 119 euro come indennita’ di malattia. Dall’inizio dell’anno, la Guardia di Finanza ha gia’ scoperto in provincia di Agrigento altri 152 braccianti agricoli assunti fittiziamente da 4 imprese costituite con il solo scopo di presentare all’Inps la falsa documentazione per 15 mila giornate di lavoro dichiarate e mai effettuate, per un danno di oltre 547 mila euro.

21 luglio, a Licata, in contrada Montagna, ha subito una grave intimidazione un vigile urbano di 41 anni, A M, ecco le iniziali del nome. L’ uomo ha scoperto impiccato al cancello della sua proprieta’ un cane corso con due proiettili inesplosi in bocca e il muso legato con un filo di ferro.

21 luglio, severe condanne del Tribunale di Agrigento a carico di tre presunti protagonisti di una pittoresca truffa a danno di medici e infermieri dell’ Ospedale. Tra i corridoi e le stanze dell’ Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento hanno navigato anche le tre caravelle della truffa, che hanno promesso l’ America. Adesso Nina, Pinta e Santa Maria hanno navigato al Tribunale di Agrigento, e sono state condannate. Nina e’ Pietro Marchica, gia’ arrestato per armi, 7 anni di carcere. Pinta e’ Salvatore Cefalu’, e sarebbe il segretario di Marchica, nel senso che se Marchica sarebbe stato la volpe, lui, Cefalu’, e’ il gatto, accompagnatore e persona di fiducia. E Cefalu’ e’ stato condannato a 3 anni di reclusione. Santa Maria invece e’ un medico, Giuseppe Messina, e gli sono stati inflitti 4 anni. Se fossero stati 2 no, e invece sono 3, quindi, codice penale, e’ associazione a delinquere. Il fine sono le truffe, a danno di medici e infermieri dell’ ospedale. Giuseppe il medico sarebbe stato il Cicerone. “Io sono io, mi conoscete, e io vi presento lui, Pietro, che e’ un “alto funzionario del tribunale”. Si occupa di fallimenti, e quindi vende automobili, motociclette, ville e case, approfittatene, acquisti a prezzi vantaggiosi’’. Lo spot della truffa ha ingannato tanti, che hanno creduto senza provare, nonostante Aiazzone abbia sempre predicato “provare per credere”. Lui, Marchica, si e’ anche procurato della carta intestata del Tribunale, firmando le ricevute. Ad una dottoressa e’ proposta una villa a mare a Porto Empedocle, lei e’ sul posto a vedere la casa, ma e’ chiusa, e le spiegano che e’ chiusa perche’ e’ ancora sequestrata per il fallimento. Poi, il medico, piu’ coraggioso, scavalca la recinzione, e decanta le virtu’ della casa, “guardi come e’ bella, e’ veramente bella, pero’ serve un acconto di 22mila euro”. Poi, ancora, un’ automobile, una fiammante Volvo, “gia’ scontata, 7 mila euro, anzi’ no, 4mila e 500, addirittura, pero’ paga subito, prima che il computer corregge l’errore. Ma l’automobile dove e’ ? E’ a Termini Imerese, l’ ho vista io, e’ bella, veramente bella, anche i sedili in pelle. Dai, andiamo a Termini Imerese, cosi’ la vedi anche tu. No, oggi non posso partire, domani, anzi dopodomani, e non e’ stato mai”. Marchica e Messina avrebbero diviso da compagni di merenda gli assegni frutto delle truffe. Poi, l’epilogo. Nel 2008 un medico e due infermieri denunciano la truffa, e bussano alla porta dello studio legale dell’ avvocato Giuseppe Arnone. Il processo, Arnone e’ parte civile delle tre vittime, e l’avvocato Giovanni Crosta rappresenta un altro infermiere. Le condanne, inflitte dalla sezione penale presieduta da Antonina Sabatino. I primi sospetti sono stati sollevati quando Pietro Marchica e’ stato arrestato per detenzione di armi, e la sua foto e’ stata pubblicata dalla stampa. E tanti si sono chiesti : “ma lui non e’ l’ alto funzionario del Tribunale di Agrigento presentato dal dottor Messina ? ”.

21 luglio, tre condanne ed una assoluzione al processo frutto dell’ inchiesta dei carabinieri cosiddetta “Eracle”, per droga e attentati incendiari tra Cattolica Eraclea e Ribera. Il Tribunale di Agrigento ha condannato a 6 anni di carcere ciascuno i cattolicesi Aurelio Nicolosi, 44 anni, muratore, e Claudio Mazzola, 28 anni, operaio. Condannato ad 1 anno, pena sospesa, Giuseppe Spagnolo, 34 anni, operaio. Assolto Calogero Sicurella, 44 anni, impiegato, difeso dall’avvocato Carmelita Danile e imputato solo del reato di avere commissionato l’ incendio di un’automobile.

21 luglio, a Ribera un incendio ha bruciato l’automobile, una Lancia Libra, del comandante della polizia municipale, Antonino Novara. Il rogo e’ stato spento dai vigili del fuoco. Indagano i carabinieri.

21 luglio, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione Gioacchino Giuseppe Turco, 37 anni, originario di Campobello di Licata e residente a Naro, accusato di tentato omicidio a danno di Roberto Barbera, di Licata. Accogliendo le argomentazioni dei difensori, gli avvocati Maria Lina Faraci e Maurizio Salvatore Buggea, il giudice ha derubricato il reato in lesioni personali. Il Pubblico ministero ha invocato invece la condanna a 6 anni di carcere per tentato omicidio.

21 luglio, incidente stradale a Santa Elisabetta, in corso Umberto primo, nei pressi della caserma dei carabinieri, dove Ivano Militello, 16 anni, studente, a bordo di un ciclomotore, e’ morto schiantandosi, per cause in corso di accertamento, contro un camion carico di materiale edile. Militello e’ morto appena soccorso in Ospedale. Il padre del ragazzo e’ titolare di un centro di analisi cliniche ed e’ molto conosciuto  in paese.

21 luglio, la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di primo grado e ha condannato i fratelli Mario e Francesco Rizzo, di 24 e 28 anni, entrambi di Agrigento, accusati di furto, ricettazione ed estorsione ai danni di una loro zia in servizio nella Polizia municipale di Agrigento. A Mario Rizzo sono stati inflitti 3 anni e 4 mesi di reclusione. Francesco Rizzo, accusato solo di concorso in estorsione, e’ stato condannato a 2 anni e 4 mesi. Le ipotesi di reato sono legate al furto della pistola d’ordinanza della Vigilessa alla quale sarebbe stato poi chiesto un riscatto di 800 euro per la restituzione.

21 luglio, l’ inchiesta antidroga cosiddetta ‘’ Borotalco ‘’, frutto dell’ omonimo blitz dei carabinieri tra Sciacca e Ribera il 20 luglio del 2010. A conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Michele Guarnotta, ha condannato Mario Gallo, 28 anni, di Ribera, a 6 anni e 4 mesi di reclusione. Poi Sonia Hakouna, di 31 anni, romena,  a 4 anni e 4 mesi. Andrea Ciraolo, di  44 anni, di Ribera, a 2 anni e 8 mesi. Salvatore Failla, di 35 anni, di Ribera, a 4 anni. Sono stati assolti  Tommaso Chetta, 25 anni, di Ribera, e Rosa Maria Gallo, 24 anni, di Ribera.

22 luglio, la Guardia di Finanza della Tenenza di Porto Empedocle e’ stata impegnata in serrati controlli contro il lavoro nero ed irregolare in alcune imprese operanti nel settore della ristorazione e turistico -alberghiero. E’ stata rilevata la presenza di  8 dipendenti  in nero, in evasione di ogni forma di contribuzione ed assicurazione. Le violazioni contestate sono state segnalate agli Uffici competenti per l’irrogazione delle sanzioni. Dall’inizio dell’anno, la Guardia di Finanza ha gia’ scoperto 54 lavoratori non in regola, di cui 29 completamente in nero e 25 irregolarmente assunti.

22 luglio, i carabinieri hanno arrestato Angelo Sortino, 48 anni, di Licata, accusato di furto in abitazione, violazione di domicilio e tentata rapina aggravata in concorso. Si tratta di reati commessi a Santa Elisabetta il 4 agosto del 2008. Sortino scontera’ la condanna definitiva ad 1 anno di reclusione.

22 luglio, i carabinieri hanno arrestato Luciano Vecchio, 35 anni, di Licata, accusato di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Vecchio scontera’ una condanna definitiva a 3 anni e 6 mesi di reclusione.

22 luglio, i carabinieri della stazione di Menfi hanno arrestato, Liborio Zito, 30 anni, di Menfi, accusato di danneggiamenti alle automobili di una famiglia di menfitani compiuti la notte del 24 giugno scorso. L’atto vandalico sarebbe stato solo l’ apice di una lunga serie di vessazioni che col tempo hanno assunto i contorni di una vera e propria persecuzione contro le vittime. Zito rispondera’ di stalking e danneggiamento aggravato.

22 luglio, i carabinieri della compagnia di Cammarata, agli ordini del capitano Alessandro Trovato, hanno arrestato Vincenzo Giovanni Scavetto, 71 anni, di Casteltermini, gia’ arrestato il 18 maggio scorso nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Kamarat. Scavetto, detenuto ai domiciliari, avrebbe piu’ volte evaso la misura cautelare, e, dunque, su richiesta della Procura, il Tribunale di Agrigento ha applicato la misura di affittiva dell’ arresto in carcere dell’ uomo, tradotto al “Petrusa”.

22 luglio, il Tribunale di Agrigento ha condannato Francesco Condello, 38 anni, di Canicatti’, a 3 anni e 2 mesi di reclusione. Condello e’ imputato di tentata rapina, lesioni personali aggravate e porto ingiustificato di coltello di genere vietato. Lo scorso 15 novembre, Condello e’ stato arrestato dai carabinieri perche’, armato di coltello, ha tentato di rapinare un salone da barba in via Piave, nel centro storico di Canicatti’. Il titolare, nonostante fosse ferito alla mano sinistra ed al volto, e’ scappato ed ha lanciato l’allarme al 112. Poi e’ stato soccorso in Ospedale con 10 giorni di prognosi.

22 luglio, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, e dello Sco, il Servizio centrale operativo, hanno arrestato 4 extracomunitari accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I 4, gia’ detenuti nel carcere di Agrigento, sarebbero stati gli scafisti della barca con circa 300 clandestini a bordo approdata a Lampedusa domenica scorsa. Si tratta dei tunisini Tahar Touati, 25 anni, Kamel Zaira, 40 anni, e Karim Ghrigi di 31 anni, e del ghanese Abdulmutalib Ahmed, 32 anni.

23 luglio, il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Agrigento ha sequestrato beni per un valore di circa 1 milione di euro ad Antonio Bellavia, 54 anni, presunto affiliato a Cosa nostra della famiglia di Favara, e gia’ condannato ad 8 anni di carcere per associazione mafiosa. Secondo gli atti giudiziari, dal 2001 al 2007 Bellavia avrebbe garantito i contatti tra l’organizzazione mafiosa e i latitanti Maurizio Di Gati e Giuseppe Falsone. Piu’ in particolare, Antonio Bellavia si sarebbe occupato della latitanza di Di Gati, provvedendo al suo mantenimento logistico ed alla consegna di messaggi e direttive verso altri associati. Inoltre, avrebbe gestito, nell’ interesse dei due latitanti, Di Gati e Falsone, attivita’ economiche e lavori in sub appalto. Nel mirino del sequestro vi sono diversi rapporti bancari di conto corrente, 11 appezzamenti di terreno, due ville ed un fabbricato di quattro piani siti nei territori di Agrigento, Favara e Naro.

23 luglio, il Tribunale di Agrigento ha disposto il sequestro cautelare di alcuni beni di proprieta’ di Diego Gioacchino Guarneri , di Canicatti’, indagato e poi assolto nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Alta mafia” del 29 marzo 2004. I sigilli sono stati apposti ad una impresa agricola, terreni, case ed attrezzature, per un valore di circa un milione di euro. Guarneri e’ nipote di Diego Guarneri ucciso il 14 ottobre del 2000 e ritenuto rappresentante locale di Cosa nostra.

25 luglio, a Palma di Montechiaro, 6 colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro il portone di ingresso secondario dell’abitazione, in via Velasquez, di un ristoratore domiciliato a Berlino. Sul posto sono stati scoperti 11 frammenti di ogive, legati ai sei colpi.

25 luglio, il questore di Agrigento, Giuseppe Bisogno, ha sospeso per dieci giorni l’attivita’ del locale “Magaria”, sulla spiaggia di San Leone, uno dei piu’ gettonati della costa agrigentina, al Viale delle Dune. Oltre alla denuncia, il titolare e’ stato multato. La sospensione e’ stata provocata dall’avere organizzato una serata danzante senza le necessarie autorizzazioni di Polizia.

25 luglio, a Licata, in via Rosselli, una bomba incendiaria gettata in un cassonetto per i rifiuti e’ esplosa quando un autocompattatore ha sollevato il contenitore per svuotarlo. Il mezzo, di proprieta’ della Dedalo Ambiente, l’azienda per la raccolta dei rifiuti, e’ stato avvolto dalle fiamme, poi spente dai vigili del fuoco. Indagano i carabinieri.

25 luglio, i carabinieri della Compagnia di Agrigento, agli ordini di Giuseppe Asti, hanno arrestato Giancarlo Edoardo Natalello, 32 anni, di Agrigento, destinatario di una misura cautelare, e ricercato dallo scorso 12 luglio, nell’ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta “Il capo dei capi 2’’.

26 luglio, a Licata i carabinieri hanno arrestato Angelo Antonino Giganti Cannizzaro, 44 anni, di Licata, accusato di tentato omicidio aggravato e di porto e detenzione illegale di arma da sparo. L’uomo, in uno stabilimento balneare di Mollarella, al culmine di una lite scatenata da futili motivi, ha esploso diversi colpi di pistola contro un suo dipendente. La vittima e’ stata ferita alla coscia sinistra da 2 colpi calibro 7.65, e’ stato sottoposto ad un intervento  chirurgico in Ospedale, e guarira’ in 40 giorni.

26 luglio, ad Aragona i carabinieri hanno arrestato un romeno di 21 anni, Costantin Florica, accusato di aver tentato di violentare una giovane casalinga allorche’, con un pretesto, e’ entrato nel giardino di casa della vittima e avrebbe tentato di violentarla dopo averla bloccata, scaraventata a terra e denudata. A lanciare l’allarme sono stati i vicini, a seguito delle grida della donna che hanno provocato la fuga l’uomo. La donna, soccorsa all’ Ospedale di Agrigento, ha subito un trauma contusivo ed escoriazioni in varie parti del corpo.

26 luglio, a Porto Empedocle, al Centro commerciale ‘’ Le Rondini ‘’, ignoti malviventi hanno disattivato il sistema di allarme, poi utilizzando alcuni attrezzi per il giardinaggio, esposti in vendita, hanno scassinato una cassaforte, e hanno rubato circa 3 mila euro oltre alcune macchine fotografiche. Nessun segno di effrazione agli ingressi. Non e’ esclusa l’ipotesi che i malviventi si sarebbero nascosti all’interno della struttura, in attesa della chiusura del centro commerciale, per poi agire. Indagano i poliziotti del locale Commissariato, agli ordini di Cesare Castelli, che hanno acquisito le immagini del servizio di videosorveglianza.

26 luglio, i poliziotti della Squadra Volanti di Agrigento, agli ordini di Stefania Marino, hanno denunciato a piede libero un tunisino di 30 anni, residente ad Agrigento, perche’ sarebbe l’ autore di due scippi compiuti la notte tra il 15 e il 16 luglio scorsi. Il primo al viale della Vittoria, dove ad un uomo e’ stato scippato un borsello, e il secondo poco piu’ tardi, in via Atenea, dove una donna ha subito lo scippo di una collana d’ oro al collo.

26 luglio, a Porto Empedocle, ignoti malviventi hanno rubato numerosi metri di cavi di rame ad una impresa di lavori edili. I cavi sono serviti ad alimentare di corrente elettrica gli uffici della ditta. Il danno ammonta a circa 500 euro. Indaga la polizia.

27 luglio, a Porto Empedocle, in via Luigi Sturzo, un muratore di 37 anni, Calogero Colombo, e’ morto vittima di un incidente stradale allorche’, secondo i primi accertamenti della polizia, si sarebbe ribaltato a bordo del proprio ciclomotore. Colombo infatti e’ stato scoperto a terra sull’asfalto a pochi metri dal due ruote, ed e’ morto durante il tragitto in Ospedale.

27 luglio, i carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi hanno arrestato Vincenzo Nocera, 21 anni, e Michele La Tona, 19 anni, entrambi di Cammarata, sorpresi lungo la statale 189, a bordo di un’ automobile, in possesso di un panetto di 100 grammi di hashish e di 1 grammo e mezzo di cocaina. I due hanno violato il posto di blocco, hanno tentato la fuga lanciando fuori dal finestrino dell’ auto la droga, ma sono stati inseguiti e acciuffati.

27 luglio, i poliziotti del Commissariato di Palma di Montechiaro, agli ordini di Angelo Cavaleri, hanno arrestato Salvatore Scopelliti, 42 anni, accusato di tentato omicidio allorche’, in casa, nel centro storico del paese, ha aggredito a coltellate la madre, Carmela Ribisi, 82 anni, ferita alla gola e adesso ricoverata all’ Ospedale di Licata. Dopo un intervento chirurgico, la prognosi sulla vita e’ riservata. Recentemente Scopelliti e’ stato sottoposto a delle cure per problemi psichiatrici.

27 luglio, la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Antonina Sabatino, ha condannato i presunti usurai denunciati dal commerciante di automobili di Favara, Giuseppe Vita, e dai suoi familiari. Nove anni di reclusione ciascuno sono stati inflitti a Sergio Nobile e Salvatore Simone, imputati, oltre che di usura, anche di estorsione, percosse e lesioni. Poi, Lillo Chianetta e’ stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione. Rita Onolfo, Giuseppe Schillaci e Antonio Cinquemani hanno beneficiato della prescrizione. Giuseppe Vita e la moglie, Calogera Scime’, sono stati difesi dall’ avvocato Giuseppe Arnone, ed il figlio Salvatore e la figlia Annalisa sono assistiti, rispettivamente, dagli avvocati Daniela Ciancimino e Giuseppe Zucchetto. Il Tribunale ha disposto il risarcimento del danno nei confronti delle parti civili costituite.

28 luglio, e’ morto oggi all’alba, al Reparto Rianimazione dell’ Ospedale di Sciacca, Calogero Giardina, 24 anni, di Canicatti’, aggredito a colpi di cacciavite alla testa da un ragazzino di 17 anni, adesso in carcere, lo scorso 17 luglio. Il minorenne, che si sarebbe scagliato contro Giardina infiammato dalla gelosia per una ragazza, rispondera’ di omicidio aggravato.

28 luglio, le unita’ cinofile della Guardia di Finanza di Agrigento hanno scoperto, sotto un sedile del pullman in viaggio da Palermo verso Agrigento, tre panetti di hashish confezionati, del peso complessivo di 50 grammi, probabilmente abbandonati da un pusher alla vista dei militari.

28 luglio, i carabinieri hanno arrestato Andrea Grimaudo, 26 anni, e Antonio Tarallo, 22 anni, entrambi di Monreale, accusati del furto ad una tabaccheria della stazione di servizio Agip lungo la Palermo – Sciacca risalente ad un mese addietro. I due avrebbero sfondato la porta di ingresso dell’esercizio commerciale e rubato 80 chili di sigarette, 70 paia di occhiali da sole, 350 euro in contanti e tagliandi “Gratta e Vinci” gia’ incassati, per un valore di circa 7.500 euro.

28 luglio, i carabinieri della stazione di Porto Empedocle hanno arrestato Giovanni Carbone, 26 anni, di Porto Empedocle, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Agrigento. Carbone scontera’ una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione per spaccio di sostanze stupefacenti. L’ empedoclino e’ stato inquisito e condannato nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta “ Red Scorpion ‘’.

28 luglio, a Favara, in contrada Malvizzo, ignoti malviventi hanno rubato circa 400 metri di cavi elettrici in rame, provocando il black out in un’ ampia zona del territorio comunale, anche tra ripetitori radio e televisivi. Interrotti numerosi collegamenti telefonici. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Indagini in corso.

28 luglio, i carabinieri della stazione di Campobello di Licata hanno arrestato Angelo Romano, 31 anni, di Campobello, responsabile di inosservanza della misura della sorveglianza speciale, che gli e’ stata imposta a causa di alcuni precedenti giudiziari. I militari hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Agrigento. Romano e’ stato condannato alla pena definitiva di 1 anno e 4 mesi di reclusione perche’ in piu’ circostanze avrebbe violato le prescrizioni impostegli dall’Autorita’ giudiziaria.

29 luglio, a Lampedusa, la Guardia di Finanza ha arrestato, Domenico Agosto, 44 anni, originario di Anzio, residente a Lampedusa, accusato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio allorche’, nel corso di una perquisizione nella sua abitazione, i finanzieri hanno scoperto un “orto domestico” con alcune piante di marijuana. Le piante sono state sequestrate.

29 luglio, i carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato un uomo di 40 anni di Sciacca, T S, ecco le iniziali del nome, accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata nei confronti del figlio minore.

29 luglio, i carabinieri della stazione di Camastra hanno arrestato Rosario Frisina, 40 anni, di Camastra, accusato di furto aggravato. I militari hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dall’ Ufficio esecuzioni penali della Procura presso il Tribunale di Agrigento. Frisina scontera’ una condanna definitiva a 6 mesi di reclusione. A Naro, nel gennaio del 2007, nel corso di un controllo, l’ uomo fu sorpreso dai carabinieri intento ad effettuare un allaccio abusivo alla condotta idrica.

30 luglio, un incendio, e le cause sono in corso di accertamento, si e’ scatenato a danno della concessionaria di automobili usate dei fratelli Luigi, Vincenzo e Salvatore Generoso, lungo la statale 115, fra Licata e Palma di Montechiaro. Le fiamme hanno danneggiato parte della struttura adibita alla vendita, una Mercedes e una Porche Cayenne. Indagano i carabinieri.

1 agosto, macabra odissea di circa 300 migranti clandestini soccorsi e approdati a Lampedusa. A bordo anche 25 morti verosimilmente di asfissia. Altri cadaveri forse in mare. Il barcone, che ha lanciato l’allarme e che e’ stato soccorso 35 miglia a sud dall’ isola dalla Guardia costiera e di Finanza , e’ approdato a Lampedusa dopo il trasbordo a causa di un guasto. Il carico di vivi e di morti. 271 migranti clandestini, tra cui 36 donne e 25 bambini, partiti dalla Libia, e 25 cadaveri. Tutti uomini, di giovane eta’, nella stiva. Forse sono morti asfissiati, vittime della ressa. La barca, di 15 metri, stracolma di persone. Il soffocamento. Testimoni raccontano che i morti sono stati scoperti stipati nella sala macchine, e, forse, sono stati i primi a salire sulla barca, ed ecco perche’ sono stati costretti ad indietreggiare, fino ad essere ristretti cosi’ in fondo. L’unico accesso alla stiva, che e’ stata la loro bara, e’ una botola larga appena 50 centimetri. Durante il viaggio, i gas provocati dal motore hanno investito e ucciso i clandestini, impossibilitati ad uscire fuori. La traversata si e’ protratta almeno 3 giorni, e i corpi sono gia’ in parziale decomposizione, forse perche’ morti da piu’ di 48 ore. Le salme sono state sollevate, trasportate, e poi composte sul molo di Lampedusa. Un rito macabro, gia’ ripetuto in altre occasioni, epilogo di sciagure e di naufragi, di cui spesso e’ stato teatro il Canale di Sicilia. E non solo : alcuni testimoni hanno raccontato che un uomo e’ stato scaraventato in mare da altri tre africani, al culmine di un litigio che si e’ scatenato a bordo perche’ la vittima, anche lui nella stiva, ha tentato di risalire su per salvarsi la vita. Il 5 agosto sono arrestati 6 migranti che sarebbero stati al timone della bara galleggiante. I 6 presunti scafisti, 4 somali, un marocchino ed un siriano, sono reclusi al carcere di Agrigento, in contrada Petrusa. Le testimonianze sono numerose e concordanti : gli scafisti avrebbero picchiato, anche con bastoni, due dei profughi che hanno tentato di risalire su dalla stiva per salvarsi la vita. E le autopsie hanno confermato le lesioni mortali. Poi, un altro ancora sarebbe stato scaraventato in mare, colpevole di essere riuscito a fuggire dalla stanza della morte. Due dei sei arrestati rispondono di omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli altri 4 di lesioni e morte come conseguenza di altro reato, oltre il favoreggiamento.

1 agosto, a Linosa, isola sorella minore di Lampedusa, un sub, Fabrizio Barozzi, 58 anni, di Poggio Rusco, in provincia di Mantova, e’ morto durante una immersione nelle acque antistanti la spiaggia di Secchitella. L’ uomo si e’ immerso insieme ad un gruppo di appassionati, ed e’ risalito a galla dopo 10 minuti perche’ in preda ad un malore. Gli amici gli hanno praticato la respirazione bocca a bocca dopo averlo caricato su un gommone, ma al molo, dove lo hanno atteso i medici, e’ giunto cadavere.

1 agosto, i carabinieri della compagnia di Sciacca e della stazione di Cattolica Eraclea, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Giuseppe D’Amico, 24 anni, di Cattolica Eraclea, Andrea Castellino, 25 anni, di Palma di Montechiaro, e il cittadino romeno, Alexandre Padula, 19 anni. I tre sarebbero stati gli autori di un tentato furto ai danni di un distributore automatico all’interno dell’ospedale di Sciacca. I tre sarebbero stati sorpresi da un vigilante e poi bloccati dai carabinieri. I tre, residenti a Cattolica Eraclea, sono stati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

1 agosto, a Sciacca, tra la via Campidoglio e piazza Duomo, nel centro storico, un tunisino e’ stato arrestato, ai domiciliari, perche’ si e’ denudato innanzi a decine di persone, e perche’ ha opposto resistenza alle forze dell’ ordine.

1 agosto, a Sciacca, i carabinieri hanno arrestato Francesco Sclafani, 33 anni, accusato di stalking a danno di una ragazza, sua ex fidanzata. Sclafani sarebbe stato protagonista di continue persecuzioni, spesso sfociate in aggressioni fisiche ed anche in minacce se la giovane non si fosse rassegnata a ricucire il rapporto. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Alessandro Moffa.

1 agosto, i carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato per furto aggravato e danneggiamento, Andrea Finocchio, 56 anni, operaio, residente a Porto Empedocle e sorpreso a San Leone, al Viale delle Dune, all’interno di un’automobile Fiat 600, a cui ha asportato il vetro posteriore lato sinistro.

2 agosto, tentato omicidio a Sciacca dove i carabinieri, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Salvatore Pagano, 34 anni. In contrada San Giorgio, nei pressi di uno stabilimento balneare, al culmine di una lite, scatenata da futili motivi, Pagano, dipendente dello stabilimento, ha colpito alla testa con una mazza da baseball un cliente, un uomo di 30 anni, adesso ricoverato in coma all’ospedale Villa Sofia a Palermo.

3 agosto, il giudice monocratico del tribunale di Sciacca, Cinzia Alcamo, ha emesso la sentenza al processo cosiddetto ‘’ Mata Hari ‘’, frutto dell’ omonima inchiesta antidroga tra Sciacca e Ribera. Sette condanne e 3 assoluzioni : 4 anni e 6 mesi di reclusione sono stati inflitti a Calogero Sedita, di Ribera. 3 anni e 9 mesi ad Alberto Bilella, di Sciacca. 3 anni e 3 mesi a Giuseppe Arasi, di Sant’Agata Militello. 1 anno e 6 mesi a Simona Gentile, di Ribera. 1 anno a Calogero Puleo, di Castelvetrano. 6 mesi ciascuno per Giuseppe Frazzetta, di Ribera, ed Antonio Bono, di Sciacca. Lo stesso Bono e’ accusato di avere danneggiato una microspia collocata dagli agenti all’interno di un bar del centro di Sciacca dove gli spacciatori si sarebbero incontrati. Tre gli imputati assolti: Salvatore Montalbano, Diego Sabella e Giuseppe Di Giorgi.

4 agosto, ignoti hanno appiccato il fuoco agli uffici dell’ imprenditore Giuseppe Catanzaro a Siculiana, in contrada Matarana, dove il vicepresidente di Confindustria Sicilia e presidente provinciale dell’ Associazione degli Industriali di Agrigento gestisce due delle piu’ capienti discariche dell’ isola. Numerose le testimonianze di solidarieta’.

4 agosto, ieri 500 in due sbarchi, ed oggi pomeriggio altri 300 clandestini circa, alla deriva da oltre un giorno, sono stati soccorsi a largo di Lampedusa dalla Guardia costiera e di Finanza, e sono stati trasbordati. Alcuni dei migranti sono in precario stato di salute, e tanti di loro hanno raccontato che altri compagni di viaggio sono morti durante la traversata e sono stati gettati in mare. Un cadavere e’ stato scoperto a bordo.

4 agosto, due romeni ed un italiano sono stati arrestati dai carabinieri a Naro perche’ sorpresi nei pressi della diga San Giovanni a tagliare e caricare su un camion rami di eucaliptus, che sarebbero stati destinati al mercato della legna da ardere. Gli arrestati sono i romeni Petrudan Dragicenau, di 26 anni, Ion Dascalu, di 43 anni, e Stefano Intorre, 35 anni, di Campobello di Licata. I tre risponderanno di tentativo di furto.

4 agosto, nottetempo, a San Leone, frazione balneare di Agrigento, in Via Eolo, tra il Viale dei Pini ed il Lungomare Falcone e Borsellino, in una zona scarsamente illuminata, ignoti hanno forzato una Fiat Uno ed hanno rubato i sedili, sia anteriori che posteriori, e i pannelli posti sugli sportelli.

4 agosto, furto ai danni dello stabilimento balneare, bar, ristorante e pizzeria “Lido Bellevue” sulla terza spiaggia di Eraclea Minoa. Ignoti malviventi si sarebbero introdotti all’interno del locale tagliando il telone della veranda. Poi avrebbero tranciato i fili elettrici del registratore di cassa e asportato circa 1000 euro. Indagano i Carabinieri.

5 agosto, i carabinieri della Tenenza di Favara e del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini di Giuseppe Asti e Gabriele Treleani, hanno arrestato tre romeni, sorpresi a rubare in un cantiere, in contrada San Benedetto, di proprieta’ della ditta Agrigento Costruzioni, impegnata nei lavori di raddoppio della statale 640. Si tratta di Abel Liviu Rezmuves, 26 anni, residente a Barrafranca, Alexandru Pedra, 29 anni, residente a Catania, e Andrei Ovidiu Varga, 22 anni, residente a Racalmuto. Recuperata la refurtiva : circa 500 litri di carburante gia’ asportati dai mezzi parcheggiati nel cantiere.

5 agosto, notte infuocata ad Agrigento dove un piromane improvvisato Nerone si e’ divertito ad incendiare numerosi cassonetti della nettezza urbana, anche a Porto Empedocle. Le forze dell’ ordine, che hanno catturato il responsabile, e i vigili del fuoco hanno contato una ventina di contenitori in fiamme.

6 agosto, ad Agrigento, in via Imera, due banditi, travisati con dei passamontagna e armati di pistola, hanno rapinato la macelleria Baiamonte. Il titolare e’ stato costretto a consegnare i soldi nella cassa, circa 1000 euro. Indaga la Polizia.

6 agosto, a Licata i carabinieri hanno denunciato un uomo di 36 anni, F P D, ecco le iniziali del nome, accusato di furto aggravato allorche’ avrebbe rubato 25 rubinetti dei servizi igienici dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso. Il furto, oltre a provocare un danno di circa 2mila euro, e’ stato causa di non pochi disagi all’utenza.

6 agosto, nel mare di Palma di Montechiaro i carabinieri hanno sequestrato un motoscafo, con motore da 90 cavalli, perche’ privo della necessaria documentazione di bordo. Il conducente e’ stato sorpreso sprovvisto della patente nautica, ed il proprietario e’ stato multato per 5000 euro.

8 agosto, a Campobello di Licata, nottetempo, una scorribanda ha intimidito l’ assessore comunale alle Attivita’ produttive, Carmelo Mule’. Lungo il Corso Vittorio Emanuele, una bottiglia di vetro e’ stata lanciata contro la finestra dello studio di Mule’, 35 anni di eta’, ingegnere, originario di San Cataldo ma residente nel paese agrigentino amministrato dal sindaco Michele Termini.

8 agosto, a Favara, alle Poste, un impiegato postale ha ricevuto per posta un attentato. Si’, l’ uomo e’ stato destinatario di un pacco con dentro due cartucce calibro 9 ed una lettera di avvertimento. Indagano i carabinieri, e plico, proiettili e missiva sono adesso in analisi nei laboratori scientifici dell’ Arma.

8 agosto, a Licata, Girgenti Acque, che gestisce la rete idrica in contrada Ponticelli, ha denunciato ai carabinieri che l’ impianto e’ stato sabotato. Il pozzetto sarebbe stato danneggiato da ignoti che hanno anche rubato le aste di manovra, provocando cosi’ l’interruzione del servizio.

9 agosto, i Carabinieri hanno arrestato Carmelo Panepinto, 40 anni, di San Giovanni Gemini, perche’ a San Giovanni, innanzi ad un bar, in Largo Nazareno, avrebbe accoltellato un ragazzino di 16 anni, sorpreso a passeggiare insieme a due amici. Il minorenne e’ stato soccorso al presidio sanitario territoriale di Cammarata, ed ha subito ferite all’ascella e al braccio sinistro, guaribili in otto giorni. Sequestrata l’arma del delitto, un coltello a serramanico, di 7 centimetri.

10 agosto, la Cassazione ha emesso la sentenza al processo in abbreviato nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia nell’ agrigentino cosiddetta ‘’ Camaleonte ‘’. E’ stato parzialmente confermato il verdetto emesso dalla Corte d’Appello di Palermo il 15 dicembre del 2009. Nel dettaglio, a Cesare Lombardozzi, di Agrigento, la condanna e’ stata ridotta da 15 anni a 13 anni e 6 mesi. A favore di Vincenzo Sorce, di Favara, difeso dall’avvocato Angelo Nicotra, ed a favore di Antonio Bellavia, anche lui di Favara e difeso dall’ avvocato Giovanni Castronovo, la sentenza e’ stata annullata con rinvio all’ Appello che rideterminera’ la pena escludendo pero’ l’aggravante dell’ articolo 7, ossia il favoreggiamento alla mafia. Invariate le altre condanne. A Favara : Calogero Costanza 6 anni, Francesco Morreale 6 anni e 2 mesi, Gioacchino Licata 8 anni e 8 mesi, Vincenzo Cipolla 5 anni, Francesco Cipolla 3 anni, e Giuseppe Rizzo 6 anni e 2 mesi. Poi Calogero Di Gioia, di Canicatti’, 6 anni, e Antonio Giaccone, di Agrigento, 5 anni. Nel collegio difensivo lavorano anche gli avvocati Rosalba Di Gregorio, Raffaele Bonsignore, Franco Marasa’, Giuseppe Barba, Roberto Tricoli, Antonino Gaziano, Lillo Fiorello, Daniela Posante, Salvatore Pennica e Nino Mormino.

10 agosto, a Ribera, in via Marconi, un incendio ha danneggiato un Centro scommesse. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco ed i Carabinieri. E’ privilegiata l’ipotesi investigativa del rogo doloso allorche’ sarebbero state scoperte tracce di liquido infiammabile. I danni sono ancora da quantificare.

10 agosto, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato Adama Zeba, 29 anni, del Burkina Faso, e Mamadou Amadou Diallo, 46 anni, della Mauritania, accusati di essere stati gli scafisti di un barcone con a bordo 284 clandestini approdato a Lampedusa lo scorso 12 luglio. Al fine di procedere e’ stata necessaria l’autorizzazione del Ministero della Giustizia perche’ il barcone e’ stato rintracciato in acque internazionali, a 43 miglia da Lampedusa.

10 agosto, a Casteltermini, ad un posto di blocco lungo strada provinciale 20, in contrada Fabbrica, i carabinieri hanno arrestato Carmelo Piazza, 25 anni, di Casteltermini, ed il romeno, Dumitru Gherghisan, 27 anni, sorpresi a bordo di una Fiat Uno, intenti a lanciare un involucro dal finestrino in prossimita’ dei militari. Nel bagagliaio dell’ automobile sono stati scoperti due moschetti marca Carcano modello 91 calibro 6,5. Le armi, anche se vetuste, hanno i meccanismi di scatto ben oliati e funzionanti. Dentro l’ involucro e’ stato invece scoperto uno straccio avvolgente 20 cartucce calibro 7,62 Smi, da guerra, e 39 cartucce calibro 6,50 Smi, tutte complete d’ogiva.

10 agosto, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Angelo Caramanno, 43 anni, di Ribera, responsabile di violazione degli obblighi connessi alla misura della sorveglianza speciale e dell’ obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. Caramanno, infatti, e’ stato sorpreso alla guida di una moto, sprovvisto della patente di guida, che gli e’ stata revocata nel 1990. Al riberese sono stati concessi gli arresti domiciliari.

10 agosto, non vi e’ pace tra le condotte idriche di Licata. Girgenti Acque, la societa’ che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento, ha denunciato un altro sabotaggio nella zona. Infatti, le valvole poste nel pozzetto di distribuzione della rete idrica, in contrada Stagnone, sono state danneggiate provocando non poche difficolta’ di approvvigionamento idrico nel territorio circostante. Indagini in corso.

11 agosto, i carabinieri della stazione di Bivona hanno arrestato Francesco Puzzuto Balluzzo, 28 anni, di Santo Stefano di Quisquina ma residente a Bivona, accusato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti allorche’ e’ stato sorpreso a bordo della sua automobile, una Fiat Uno, in contrada Canfuto, alla periferia di Bivona, in possesso di 7 flaconi di metadone da 280 mg ciascuno. A casa di Puzzuto Balluzzo sono stati scoperti altri 4 flaconi di metadone da 280 mg ciascuno, 1 siringa contenente 4 ml di liquido incolore verosimilmente metadone, e 1,6 grammi di marijuana.

11 agosto, ad Agrigento, nel centro cittadino, in via Acrone, una donna di 50 anni e’ stata affiancata da un extracomunitario solitario che le ha strappato la collana d’oro dal collo ed e’ fuggito. La donna non ha subito ferite ed in preda ad uno stato di shock ha denunciato il furto ai carabinieri. Indagini in corso.

12 agosto, i carabinieri della stazione di Casteltermini hanno arrestato Antonio Di Piazza, 32 anni, di Casteltermini, che scontera’ una condanna residua di 5 anni e 4 mesi di reclusione per i reati di tentato omicidio, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di arma da sparo. A Casteltermini, il 21 settembre del 2008, Di Piazza, in un bar, durante una festa di karaoke, per futili motivi, sparo’ fucilate contro il DJ, Nicolo’ Milioto, 25 anni, di Favara.

12 agosto, i carabinieri della stazione di Casteltermini hanno arrestato Giuseppe Di Marco, 51 anni, di Palermo, residente a Casteltermini, accusato di evasione dalle misure cautelari che gli sono state imposte allorche’ il 9 agosto scorso, nel corso di un controllo dei carabinieri, Di Marco e’ stato sorpreso all’ interno di un Centro commerciale, in contrada Sant’ Isidoro, a Cammarata. L’ uomo e’ adesso recluso nel carcere di Agrigento.

12 agosto, ennesimo grave attentato intimidatorio contro l’ ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara. Al cancello della sua abitazione, busta con 3 proiettili, un mazzo di fiori, ed un messaggio.

15 agosto, a Licata, chi ha sparato avrebbe premuto il grilletto per uccidere. Infatti, Vincenzo Cusumano, 26 anni di eta’, e’ stato ferito al basso ventre da 2 colpi di pistola. Teatro del tentato omicidio e’ stata la localita’ Mollarella, la frazione balneare della citta’. Vincenzo Cusumano e’ stato soccorso in Ospedale, al ‘’ San Giacomo d’Altopasso ‘’. Le ferite non sono gravi. Non e’ in pericolo di vita. Indagano i carabinieri. Ignoto il movente della sparatoria. Inspiegabile anche secondo lo stesso Cusumano. Forse, ipotizzano gli investigatori , la sparatoria si e’ scatenata al culmine di una lite in uno dei locali della zona.

15 agosto, a Licata, il mare innanzi alla spiaggia di Marianello ha ucciso un extracomunitario. La vittima e’ Kwabena Tuffour, 25 anni, originario del Ghana. I suoi compagni lo hanno recuperato cadavere poco dopo il tuffo in acqua. Forse un malore, o una imprudenza. Il ghanese e’ stato ospite della comunita’ di don Gaspare Di Vincenzo, il centro 3P, Padre Pino Puglisi. Kwabena Tuffour ha atteso dallo scorso 14 luglio il permesso umanitario per il soggiorno. Adesso e’ inutile.

15 agosto, a Montallegro e Cattolica Eraclea, forse lo stesso scippatore, quasi come un serial killer, ha scippato due donne. A Montallegro, in via Agrigento, e’ stata vittima una pensionata di 72 anni, strattonata a terra da un ragazzo a bordo di uno scooter, travisato con il casco, e che le ha strappato la borsa. Poi a Cattolica Eraclea, in via professore Leopardi, dove bersaglio e’ stata un’anziana di 79 anni, anche lei rapinata della borsa da un motociclista.

15 agosto, furibonda lite a San Leone, culminata con una brutale aggressione. Un avventore ha litigato con il gestore di uno stabilimento balneare, e con un morso gli ha strappato il lobo dell’ orecchio sinistro. Poi ha colpito con una sedia alla testa un pizzaiolo accorso in aiuto del gestore. Entrambi sono stati soccorsi in Ospedale, e dimessi con prognosi di 15 e 10 giorni. Indaga la polizia alla ricerca dell’ aggressore, che avrebbe emulato il gesto del pugile Mike Tyson.

15 agosto, non solo a San Leone. Anche a Licata, sulla spiaggia Pisciotto, un uomo ha aggredito un 18enne di Campobello di Licata, emigrato e residente in Germania, e gli ha strappato l’orecchio sinistro dopo averlo colpito con una testata che gli ha fratturato 3 denti. Il ragazzo e’ adesso ricoverato nel reparto di chirurgia dell’ospedale “Civico” di Palermo. Indaga la polizia alla ricerca dell’ aggressore.

16 agosto, ad Agrigento, al Villaggio Mose’, ignoti malviventi hanno rubato all’ interno del supermercato “Paghi poco ‘’. I ladri hanno forato una parete, poi hanno asportato una cassetta di sicurezza con dentro circa 2mila euro in monete, e poi hanno tentato di forzare la cassaforte ma hanno desistito perche’ e’ intervenuta la polizia e sono fuggiti.

16 agosto, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato due extracomunitari, accusati di avere colpito a calci e pugni un connazionale e, dopo averlo immobilizzato, gli avrebbero rubato dal portafogli 330 euro. Risponderanno di rapina e lesioni personali in concorso, Aidi Haitham, 25 anni, e Jelassi Samira, 21 anni, entrambi residenti ad Agrigento.

17 agosto, tentata violenza sessuale a Licata, nel quartiere cosiddetto “Sette Spade”, dove due marocchini hanno assalito una ragazza romena di 20 anni ed hanno tentato di violentarla. Lei si e’ svincolata gridando ed e’ fuggita. I due sono ricercati da polizia e carabinieri.

17 agosto, a Canicatti’, i carabinieri hanno arrestato un nigeriano di 24 anni, Elvis Onyewuchi, perche’ nel corso di un controllo ha aggredito a calci i militari e rispondera’ dei reati di resistenza, violenza a pubblico ufficiale e inosservanza del decreto di espulsione.

18 agosto, i Vigili urbani di Licata hanno denunciato alla Procura di Agrigento numerosi abitanti del quartiere Villaggio dei Fiori perche’ si sarebbero allacciati abusivamente alla condotta idrica comunale. Sono stati contati 182 allacci abusivi nel quartiere a ridosso di via Gela. Il comandante, Giovanna Incorvaia, ha gia’ inviato una relazione alla Procura. L’ipotesi di reato contestato e’ furto d’acqua e danneggiamento della condotta idrica.

18 agosto, i carabinieri della Compagnia di Cammarata hanno arrestato Ivan Miceli, 31 anni, di Agrigento, commerciante, e Calogero Grimaldi, 19 anni, di Palermo, disoccupato, entrambi residenti a Casteltermini, per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Miceli e Grimaldi sono stati sorpresi a bordo di un’automobile Fiat 500 in possesso di 8,4 grammi di marijuana, suddivisa in 7 dosi, e di 415 euro, in banconote di vario taglio. A casa dei due sono stati scoperti un bilancino elettronico e involucri vuoti di carta stagnola con residui di marijuana, e uno spinello in parte consumato.

19 agosto, i carabinieri della Compagnia di Sciacca e della stazione di Menfi, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, e la Procura di Sciacca, hanno arrestato un uomo di 57 anni, G G, ecco le iniziali del nome, accusato di violenza sessuale a danno di un minorenne di 10 anni. Le indagini sono state avviate poco piu’ di una settimana addietro, a seguito della denuncia da parte della madre del bambino.

19 agosto, nottetempo, a Santo Stefano di Quisquina, un extracomunitario di 24 anni, originario del Bangladesh, e’ stato gravemente ferito da una esplosione nella cucina di un’ azienda agricola dove e’ ospite, insieme ad altri 45 richiedenti asilo politico, della cooperativa Misericordia. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco di Agrigento. L’immigrato e’ stato ricoverato all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento e poi trasferito al reparto Gravi ustioni dell’ospedale Civico di Palermo dove i medici gli hanno diagnosticato ustioni sul 65 per cento del corpo. Indagano i carabinieri.

19 agosto, a Palma di Montechiaro, la Guardia di Finanza ha arrestato Calogero Napoli, 20 anni, di Palma di Montechiaro, sorpreso in una traversa del centro cittadino intento a lanciare a terra un involucro subito recuperato dai Finanzieri, in servizio in abiti civili. Dentro l’ involucro le Fiamme gialle hanno scoperto hashish in dosi gia’ pronte per essere spacciate, un panetto di hashish ed un coltello a serramanico per il taglio dello stupefacente.

19 agosto, a Ribera, un incendio di presunta origine dolosa, ha bruciato un cassonetto contenente materassi usati al Centro di raccolta dei rifiuti ingombranti. L’ impianto e’ gestito dalla Sogeir, la societa’ dell’ Ato rifiuti Agrigento 1. Indagano i carabinieri.

20 agosto, a Canicatti’, nel quartiere Borgalino, nella piazzetta antistante la chiesa di Santo Spirito, dove si radunano i bambini per giocare, un cane randagio, forse perche’ infastidito dallo schiamazzo dei piccoli, ha ferito alla testa una bambina di 6 anni. La bimba e’ stata soccorsa in Ospedale e le sono stati cuciti dei punti di sutura. La Polizia municipale e’ a lavoro per rimediare al fenomeno del randagismo.

20 agosto, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento e la Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno congelato i beni di Vladimiro Gueli. Al figlio dell’ ex sindaco di Campobello di Licata, adesso defunto e assolto in Cassazione dall’accusa di mafiosita’, sono stati sigillati alcuni milioni di euro, tra mobili e immobili, di cui 4 in provincia di Milano, poi conto correnti bancari ed anche due imprese di costruzioni. Vladimiro Gueli, 45 anni di eta’, sconta una condanna definitiva a 7 anni e 6 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e per estorsione aggravata, perche’ avrebbe tentato di dirottare ad una impresa contigua alla mafia una parte dei lavori di costruzione di 22 villette nel territorio di Campobello di Licata. I magistrati antimafia palermitani, competenti sul territorio agrigentino, hanno invocato il sequestro anche di alcuni beni intestati al fratello di Vladimiro, Fidel. Il provvedimento pero’ e’ stato rigettato. Vladimiro Gueli e’ stato destinatario di un mandato di cattura in carcere il 22 giugno del 2006, il giorno del secondo blitz dei carabinieri cosiddetto “Ghost”, il fantasma, ed il fantasma all’epoca e’ stato l’ ex latitante Giuseppe Falsone, boss di Campobello e capo di Cosa nostra agrigentina. Vladimiro Gueli fu irreperibile, e poi, il 24 giugno, si consegno’ alla caserma della stazione dei carabinieri di Campobello e fu subito trasferito all’ Ucciardone a Palermo.

20 agosto, i carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, in collaborazione con i colleghi di Monreale, hanno arrestato Antonio Tarallo, 22 anni, e Daniele Massaro, 20 anni, entrambi di Monreale, perche’ presunti autori del furto perpetrato durante la notte fra il 25 ed il 26 luglio scorsi a danno del bar di un distributore di carburanti a Sciacca in via Pompei. I due avrebbero forato una parete, ricavando un bottino di 10 mila euro circa, e provocando danni per 20mila euro.

20 agosto, lungo la strada provinciale 123, tra Naro e Delia, un’automobile, una Renault Clio, si e’ ribaltata, per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri e della polizia stradale, in un dirupo profondo alcuni metri. E’ morto un docente in pensione, Pietro Vella,  76 anni, di Campobello di Licata, vedovo e senza figli.

20 agosto, la Guardia di Finanza, grazie anche alle unita’ cinofile, ha scoperto e sequestrato a Realmonte 140 grammi di hashish, gia’ suddivisi in dosi pronte per essere spacciate. Indagini in corso.

21 agosto, a Licata i carabinieri hanno arrestato Francesco La Cognata, 40 anni, Fabio e Denny Bulone, di 28 e 19 anni, tutti di Licata, venditori ambulanti, accusati di furto di rame, allorche’ sono stati sorpresi intenti a tranciare la linea telefonica nei pressi di contrada Pisciotto – Foggia Gallina, in territorio di Licata. I tre, con un furgone Renault Fiorino, hanno rubato circa 800 metri di cavo. La Cognata e i due Bulone sono stati scarcerati, in attesa del processo per direttissima.

21 agosto, a Lampedusa, i carabinieri hanno arrestato Giovanni Fragapane, 31 anni, di Lampedusa, accusato di detenzione abusiva di arma clandestina, munizioni, e reperti archeologici di proprieta’ dello Stato. In un garage di Fragapane sono stati scoperti una carabina ad avancarica, gia’ ad aria compressa e modificata a carabina calibro 20  con colpo in canna, perfettamente funzionante, e 56 cartucce stesso calibro, nonche’ 10 pezzi di reperti archeologici tra colli e fondi di antiche anfore.

21 agosto, ancora uno scippo ad Agrigento, nel centro storico, a danno di una pensionata, Maria Scozzari, 65 anni. La donna ha denunciato alla polizia che due giovani di circa venti anni l’ hanno sorpresa all’ ingresso della sua abitazione, e distraendola con una domanda banale, nonostante le sbarre delle inferriate, le hanno strappato dal collo una catenina in oro con pendaglio.

21 agosto, a Licata, i carabinieri, in esecuzione di un mandato di cattura europeo emesso dal tribunale di Colonia, hanno arrestato Angelo Ornato, 34 anni, di Licata, imprenditore edile. Ornato, ai domiciliari dal 28 luglio scorso, e’ stato ricercato in Germania per aver evaso l’ Iva per un ammontare di 280 mila euro. Adesso e’ recluso in carcere in attesa di essere estradato. Angelo Ornato e’ da tempo emigrato in Germania, dove e’ titolare di una ditta.

22 agosto, un poliziotto di 38 anni, Massimo Battaglia, e’ morto nel mare di San Leone, ad Agrigento. Battaglia, impegnato insieme ad un amico in una battuta di pesca subacquea a 3 miglia dalla costa, dopo una immersione non e’ piu’ risalito in superficie. L’altro sub ha lanciato l’allarme e la Capitaneria ha scoperto e recuperato il cadavere.

23 agosto, i carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato in flagranza di reato Adbelghani El Hachimi, 33 anni, cittadino del Marocco, disoccupato, gia’ pregiudicato per spaccio di stupefacenti. L’ extracomunitario e’ stato sorpreso a bordo di un autobus di linea in viaggio da Palermo in possesso di 500 grammi di hashish, suddivisi in 5 panetti da 100 grammi.

24 agosto, non vi e’ pace tra i terreni di arbusti e sterpaglie che circondano la discarica di rifiuti a Siculiana, in contrada Matarana, gestita dalla ditta Catanzaro di Agrigento. Infatti, come gia’ lo scorso 3 agosto, adesso, una seconda volta, una mano ignota avrebbe appiccato dolosamente il fuoco ad un terreno incolto confinante con la discarica. L’ episodio e’ stato denunciato alla polizia da Fabio Catanzaro, socio e fratello di Giuseppe, che e’ presidente di ConfIndustria di Agrigento ed il vice presidente regionale dell’ Associazione.

24 agosto, in viaggio su di un pullman da Palermo ad Agrigento. A bordo un borsone con 1 chilo di hashish. La Guardia di Finanza arresta due favaresi. Gianluca Stagno, 21 anni, e Massimo Tomasi, 35 anni. La cronaca : un pullman e’ in marcia, da Palermo verso la citta’ dei Templi. Alla meta, l’ autobus e’ in sosta, qui, al Piazzale Rosselli. La Guardia di Finanza, capitanata da Vincenzo Raffo, assalta il bisonte della strada sguinzagliando i cani antidroga. I pastori tedeschi ammaestrati a fumare il fiuto dello stupefacente fiutano la droga. E scoprono un borsone. La sorpresa, dentro circa 1 chilo di hashish. I corrieri scappano correndo quando si accorgono che i cani corrono verso il pullman. Poi, i militari correndo anche loro li inseguono e li acciuffano. Piu’ nel dettaglio, Massimo Tomasi e’ stato subito trattenuto. Gianluca Stagno invece e’ stato acciuffato a Grotte, dove dorme abitualmente.

25 agosto, un aliscafo della compagnia Ustica Lines, in viaggio da Porto Empedocle a Lampedusa, si e’ schiantato contro gli scogli durante l’ approdo al molo di Linosa, tappa intermedia della traversata. Una decina di passeggeri, tra feriti e contusi, sono stati soccorsi al poliambulatorio di Lampedusa. L’ aliscafo ha subito una falla.  Indagano la Procura di Agrigento, che contesta il disastro navale, e la Guardia Costiera.  Lo stesso aliscafo, l’ “Ettore Majorana”, guidato dallo stesso comandante, Giuseppe Banano, indagato dalla Procura di Agrigento, l’8 agosto del 2008 e’ stato in collisione violentemente contro la diga foranea del porto di Trapani.

25 agosto, a Canicatti’, in via Capitano Ippolito, ignoti avrebbero tentato di appiccare il fuoco, usando carta e liquido infiammabile, a danno dell’ Euromarket Discount alimentare, specializzato anche in prodotti romeni, e adesso chiuso per ferie. Indagano carabinieri e polizia, attraverso anche le immagini registrate dalle telecamere della videosorveglianza.

25 agosto, a Sciacca, i carabinieri della locale compagnia, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Chebil Giovanbattista Ernest, 19 anni, di origini catanesi e domiciliato a Sciacca, perche’ e’ stato sorpreso in possesso di circa 10 grammi di hashish suddivisi in 5 dosi pronte per lo spaccio. Al ragazzo e’ stato anche sequestrato un bilancino digitale di precisione.

26 agosto, a Licata, nel quartiere Playa Fondachello, una bambina di 11 anni, L C, ecco le iniziali del nome, e’ stata ferita da un cane pastore maremmano che l’ha aggredita. La bimba, a passeggio con il proprio cagnolino, e’ stata assaltata dal pastore maremmano che si e’ scagliato contro il cagnolino. La bambina ha sguinzagliato il suo cane, che e’ cosi’ fuggito, e lei, pero’, e’ stata preda del cane inferocito. Il proprietario del pastore maremmano ha subito una contravvenzione di 160 euro.

26 agosto, guida sotto l’effetto dell’ alcol. Pensate, ad Agrigento, durante la notte, al bivio tra la via Cavaleri Magazzeni e la via dei Fiumi, si sono scontrate una Yaris Toyota ed una Suzuki Wagon. Ebbene, sia la donna al volante della Toyota, S D A , ecco le iniziali del nome, 46 anni, di Agrigento, sia il conducente della Suzuki, O V, 23 anni, di Favara, sono risultati positivi al test dell’ etilometro. Sono stati denunciati per guida in stato d’ebbrezza, e la patente gli e’ stata ritirata.

26 agosto, a Licata, un anziano, Domenico Casaccio, 71 anni, e’ morto annegato nella piscina dell’ hotel “Baia D’Oro” , a Mollarella, la zona balneare di Licata. L’anziano, in vasca, e’ stato forse colto da un malore, ed e’ annegato. Casaccio sarebbe stato cardiopatico. Indagini in corso.

26 agosto, a Bivona, in contrada Monte, per contrasti legati a proprieta’ terriere si sono scontrate tre persone. Un pensionato di 60 anni, B A, ha incontrato i due, li ha minacciati con un bastone e ha danneggiato l’ automobile di uno dei due. I due lo hanno pestato a sangue. Il 60enne e’ stato gravemente ferito, ricoverato all’ Ospedale di Ribera, e poi al Civico di Palermo. Prognosi sulla vita riservata. Tutti e tre sono stati denunciati alla Procura di Sciacca per lesioni personali in concorso e danneggiamento.

26 agosto, la Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, su ordine del sostituto procuratore, Andrea Maggioni, ha arrestato 3 immigrati presunti scafisti della barca con 432 extracomunitari a bordo approdata a Lampedusa lo scorso 6 agosto. Si tratta di Mohamed Khamis, egiziano di 32 anni, e dei palestinesi Eldib Haytam, 28 anni, ed Eldib Mohamed, 27 anni. I due palestinesi sono accusati anche di lesioni aggravate contro un immigrato che durante la traversata li avrebbe accusati di non essere in grado di guidare il barcone. I due lo avrebbero accoltellato. Il ferito, a Lampedusa, ha raccontato quanto accaduto ai poliziotti. Arrestato anche Omar Mohamed Benihaj, tunisino di 25 anni, presunto scafista di 110 persone sbarcate a Lampedusa il 19 agosto.

27 agosto, collabora con la giustizia Franco Cacciatore, 52 anni, di Agrigento, gia’ ai vertici della famiglia di Agrigento, condannato all’ergastolo, in Cassazione, per l’omicidio di Giovanni Poni, morto vittima di colpi di pistola calibro 7 e 65 alla schiena il 20 novembre del 1985 sotto il pino di Pirandello, al Kaos.

27 agosto, lungo lo scorrimento veloce Palermo – Agrigento, nei pressi di Castronovo di Sicilia, al culmine di un inseguimento, i carabinieri hanno arrestato due nordafricani residenti ad Agrigento sorpresi, a bordo di una Fiat Punto, in possesso di circa 160 grammi di hashish. In manette Soufiane Mouzahir, 20 anni, marocchino, e Ali’ Bdida, 28 anni, tunisino. I due hanno tentato di nascondere la droga lanciandola dal finestrino.

27 agosto, a Campobello di Licata, nel centro cittadino, al culmine di una lite, un bracciante di 19 anni, M A, ecco le iniziali del nome, ha ferito al petto con una coltellata uno studente diciassettenne. M A e’ stato denunciato per lesioni personali e detenzione e porto abusivo di coltello. Indagano i carabinieri. Il movente sarebbe legato ad un complimento che il 17enne avrebbe rivolto ad una ragazza.

27 agosto, la Guardia di Finanza ha sequestrato i beni di Carmelo Noto, 86 anni, di Bivona, condannato a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa e ad 1 anno e 6 mesi per estorsione aggravata. I sigilli sono stati apposti a 5 libretti postali, 2 polizze assicurative, di cui una dell’importo di 35 mila euro, buoni postali per un importo di poco inferiore ai 30 mila euro, e 2 conti depositi per un ammontare che sfiora i 100 mila euro. I beni, in parte intestati alla figlia, secondo la magistratura sono “ il frutto di attivita’ illecite al servizio di Cosa nostra ‘’.

28 agosto, a Campobello di Licata, in una Casa famiglia, una lite, scatenata dalla contesa per la scelta del posto a tavola, e’ culminata in un accoltellamento. Un ragazzo di 18 anni palermitano ha scagliato dei fendenti contro un minorenne tunisino, ferito non grevemente, e soccorso in Ospedale, a Canicatti’. Il 18enne e’ stato arrestato dai carabinieri.

28 agosto, ad Agrigento, lungo la statale 115, appena fuori il Villaggio Mose’ verso Palma di Montechiaro, un uomo di 36 anni, A P, ecco le iniziali del nome, di Agrigento, a bordo di un motociclo, si e’ scontrato, per cause in corso di accertamento, con un’automobile Bmw. Il centauro e’ stato trasferito all’ospedale “Cannizzaro” di Catania dove i medici sono stati costretti ad amputargli un piede.

28 agosto, i carabinieri della stazione di Campobello di Licata hanno arrestato Angelo Gammacurta, 25 anni, di Campobello di Licata, accusato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Gammacurta e’ stato sorpreso alla guida della propria automobile in possesso di 2 grammi di cocaina, suddivisi in 5 dosi.

28 agosto, a Porto Empedocle, in piazza Kennedy, violenta maxi rissa. Protagonista dello scontro sarebbe stato uno stesso nucleo familiare. Il tempestivo intervento del poliziotti del locale Commissariato, capitanati da Cesare Castelli, ha scongiurato gravi conseguenze. Gli agenti hanno denunciato 5 persone. Risponderanno di rissa aggravata. Tre feriti sono stati soccorsi in Ospedale.

29 agosto, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato i 3 presunti protagonisti di una feroce aggressione a San Leone, in uno stabilimento balneare lungo il viale delle Dune, lo scorso 14 agosto, a danno del titolare dello stabilimento. Al culmine di una lite, uno dei tre si e’ lanciato come una belva sull’ imprenditore e gli ha strappato il lobo dell’ orecchio sinistro. Il pizzaiolo dello stesso locale e’ intervenuto in aiuto ma e’ stato subito scoraggiato da uno dei tre che lo ha colpito con una sedia alla testa. Gli arrestati sono Davide Cipolla, 23 anni, Guido Vasile, 52 anni, ed il figlio Nicolo’ Vasile, 30 anni, tutti di Agrigento. Sarebbe stato Davide Cipolla con un morso a staccare il lobo dell’orecchio al titolare dello stabilimento colpevole di non avere assecondato la sua richiesta di consumare alcolici gratuitamente. Il ferito e’ ancora ricoverato al reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale Civico di Palermo. Davide Cipolla, il 9 marzo del 2003, fu coinvolto in una rissa durante cui Calogero Pitrone, 29 anni, di Villaseta, fu colpito con un cacciavite e mori’ il 27 giugno all’ Ospedale Civico di Palermo.

30 agosto, i Carabinieri della Tenenza di Ribera, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato 5 tunisini per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di Michri Hedi, 27 anni, Saidi Ramzi, 22 anni, Said Bassam, 20 anni, Said Noureddine, 35 anni, ed il cittadino irregolare Ben Moussa Chedli Ben Belgacem, di 35 anni. I 5 sono stati sorpresi in possesso di circa 200 grammi di hashish divisi in 51 dosi sigillate, e 210 euro, verosimilmente provento dell’attivita’ di spaccio.

30 agosto, a Porto Empedocle, al lido Marinella, si e’ scatenata una rissa. Secondo la polizia, capitanata da Cesare Castelli, lo scontro e’ stato provocato dall’ apprezzamento  rivolto da un 18enne a una donna in compagnia del marito. Poi calci, pugni ed anche una coltellata, scagliata dal ragazzo spalleggiato da un coetaneo. Il marito della donna e’ stato ferito per fortuna solo di striscio ad una spalla. I due ragazzi sono stati denunciati per lesioni.

31 agosto, il catenaccio finanziario dell’ inchiesta “Scacco matto” incatena i beni dei fratelli Campo. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento confiscano e congelano le proprieta’ di Filippo Campo, 49 anni, e di Giovanni Campo, 43 anni. Imprese e societa’ per il movimento terra e la vendita di calcestruzzo, fabbricati, terreni e automezzi sono gia’ stati custoditi in frigorifero allorche’ sono stati sequestrati il 15 febbraio del 2010. In quel tempo fu Roberto Scarpinato, allora Procuratore aggiunto a Palermo e capo del pool “ Criminalita’ economica ”, ed oggi Procuratore generale a Caltanissetta, ad ordinare il sigillo di circa 4milioni di euro dei due imprenditori edili di Menfi. Filippo e Giovanni Campo sono stati arrestati il 4 luglio del 2008, il giorno del blitz dei Carabinieri cosiddetto ‘’Scacco matto ‘’. Rispondono di associazione mafiosa. Il 10 febbraio scorso, la sezione del Tribunale di Sciacca, presieduta da Enzo Agate, ha inflitto 13 anni e 4 mesi di carcere a Giovanni Campo, e 12 anni a Filippo Campo. Ed il 12 febbraio, due giorni dopo la sentenza, i due fratelli sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Sciacca.

31 agosto, ad Agrigento, nel centro storico, in via Pirandello, si e’ scatenata una furibonda rissa tra extracomunitari, quasi tutti tunisini, alcuni armati di coltello ed anche di un machete. Sul posto, tra i cittadini impauriti, e’ intervenuta la Squadra Volanti e Mobile della Polizia ed i Carabinieri. I rissanti sono fuggiti, ed un ragazzo tunisino, ferito con un taglio al petto perche’ colpito da un machete, e’ stato soccorso in Ospedale.

31 agosto, grazie alla collaborazione degli elicotteri, i Carabinieri della Compagnia di Cammarata hanno scoperto una piantagione di marijuana lungo il corso del torrente “Saraceno”, nell’omonima contrada, su un terreno di proprieta’ del Demanio. Sono state contate 89 piante, dell’altezza variabile dai 120 centimetri a 4 metri, innaffiate da un sistema di irrigazione collegato al corso del fiume. Indagini in corso.

31 agosto, ad Agrigento i carabinieri della locale Compagnia, agli ordini di Giuseppe Asti, hanno arrestato un marocchino da tempo residente in citta’, Abdelkeim Kouile, 32 anni, accusato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’extracomunitario e’ stato sorpreso nel corso di un servizio di controllo al lungomare Falcone Borsellino, a San Leone, in possesso di 15 stecche di hashish per un peso complessivo di 11 grammi. La droga e’ stata sequestrata.

31 agosto, i carabinieri della Tenenza di Favara, agli ordini di Gabriele Treleani, hanno arrestato in flagranza di reato Vincenzo Lattuca, 31 anni, e Giuseppe Scarabeo, 24 anni, di Favara, sorpresi in via Caifisi, nel centro storico, intenti a caricare su una mote ape del ferro trafugato da un magazzino, un tempo adibito ad attivita’ artigianali e adesso non utilizzato. I due risponderanno di furto e sono difesi dagli avvocati Gianfranco Pilato e Salvatore Cusumano. Ed accogliendo le istanze degli avvocati Pilato e Cusumano, il Tribunale ha scarcerato Lattuca e Scarabeo e gli ha imposto l’ obbligo di firma.

31 agosto, i carabinieri della compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Gaetano Cusumano, 39 anni, di Licata, operaio, accusato di evasione, piu’ volte, dagli arresti domiciliari.

31 agosto, i carabinieri della compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Giuseppe Fazio, 50 anni, di Sciacca, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, perche’, in violazione agli obblighi della misura di prevenzione, e’ stato sorpreso alla guida di un ciclomotore senza patente ed in possesso di un coltello di genere vietato.

1 settembre, i poliziotti della Squadra Volanti della Questura di Caltanissetta hanno arrestato Giuseppe Carusotto, 25 anni, originario di Canicatti’ ma residente a Caltanissetta, accusato di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. Carusotto, nel corso di un servizio di controllo, e’ stato sorpreso in possesso di un coltello a scatto intriso di sostanza stupefacente. All’interno degli slip 3 involucri contenenti hashish per un peso complessivo di 11, 3 grammi. E presso la sua abitazione 15 involucri di hashish per un peso complessivo di 77 grammi, e 1850 euro, verosimilmente provento dell’ attivita’ di spaccio.

2 settembre, incidente sul lavoro mortale a Casteltermini, in contrada Malvello, dove un muratore pensionato di 68 anni, Girolamo Lo Manto, impegnato in lavori di ristrutturazione della copertura di una palazzina di proprieta’ del cognato, e’ morto precipitando dal tetto perche’ ha poggiato un piede su un punto scoperto ed ha perso l’ equilibrio. Inutili i tentativi di rianimazione. Indagano i Carabinieri ed il personale dell’ Ispettorato del Lavoro di Agrigento per accertare cause ed eventuali responsabilita’.

2 settembre, i carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Ignazio Cesare Bellia, 41 anni, e Carmelo Meroni, 25 anni, entrambi residenti a Gela, sorpresi a Licata, in corso Vittorio Emanuele, dopo essersi introdotti all’interno del bar Venezia per rubare il denaro custodito in cassa ed altra merce. Cesare Bellia, inoltre, si e’ reso responsabile del reato di evasione dagli arresti domiciliari, a cui e’ detenuto nel Comune di Marsala. Bellia e Meroni risponderanno, per direttissima, di tentato furto aggravato.

2 settembre, i carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia di Canicatti’ hanno arrestato Adrian Manole Narces, originario della Romania, accusato di resistenza, violenza, oltraggio e lesioni a pubblici ufficiali. Il romeno, in preda ai fumi dell’ alcol, roteando una cintura da pantalone, avrebbe tentato di colpire un pensionato al culmine di un alterco, e, quando sono intervenuti i carabinieri, Manole Narces ha reagito violentemente opponendosi all’ arresto e colpendo piu’ volte due militari, costretti poi a ricorrere alle cure del Pronto soccorso.

2 settembre, i carabinieri della compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato, in flagranza di reato, Jawad El Khayati, 31 anni, originario del Marocco, venditore ambulante, incensurato, sorpreso, nel corso di un servizio di controllo del territorio, ad approvvigionarsi furtivamente di energia elettrica tramite un allaccio abusivo dalla propria abitazione, in cui ha manomesso il contatore dell’ Enel. L’ extracomunitario rispondera’ di furto aggravato e continuato di energia elettrica.

3 settembre, i carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato Giuseppe Rizzo, 59 anni, originario di Palma di Montechiaro e residente in Germania, disoccupato, accusato di abusivismo edilizio e violazione continuata di sigilli. Rizzo e’ stato inseguito da una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo nel 2002, perche’ colpevole della violazione delle norme del Testo Unico delle Disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Il palmese e’ detenuto ai domiciliari.

3 settembre, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, hanno arrestato due extracomunitari residenti ad Agrigento. Si tratta di Nabil Kais, 27 anni, e Saber Boujlal, 31 anni, entrambi originari della Tunisia, ritenuti responsabili di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

3 settembre, a Canicatti’, un impiegato di 25 anni dipendente di una ditta che si occupa della distribuzione di prodotti per panifici e pasticceria, e’ stato sorpreso appena fuori l’azienda da quattro malviventi che hanno bloccato la sua automobile e lo hanno minacciato, costringendolo a consegnare il borsello con dentro assegni e denaro contante per diverse migliaia di euro. Indaga la polizia.

4 settembre, lungo la strada statale 123 Canicatti’ – Licata, tra i territori di Campobello di Licata e Naro, Antonio Di Vincenzo, 30 anni, originario della Svizzera e residente a Canicatti’, si e’ ribaltato fuori la carreggiata a bordo della sua automobile, una Fiat Uno, ed e’ morto. Inutili i tentativi di soccorso. Di Vincenzo e’ stato diretto a Canicatti’ dopo aver accompagnato la sua fidanzata a casa, a Campobello di Licata.

4 settembre, lungo la strada statale 189 Agrigento – Palermo, due banditi, con il volto travisato ed a bordo di una Fiat Punto, hanno rapinato il distributore di gas “Nuara” immobilizzando un dipendente e rubando l’ incasso della giornata, circa 700 euro. Indagano i carabinieri.

4 settembre, la Procura di Palermo ha ordinato l’autopsia sul cadavere di Calogero Mule’, 57 anni, di Licata, artigiano, morto a Palermo, appena fuori l’ Ismett, l’ Istituto mediterraneo trapianti e terapie, dove e’ stato sottoposto ad una visita specialistica. La famiglia si e’ rivolta alla polizia per accertare eventuali omissioni o superficialita’.

4 settembre, e’ iniziata la stagione della caccia, ed un cacciatore agrigentino di 35 anni, residente a Casteltermini, padre di famiglia, e’ ricoverato al Reparto Rianimazione dell’ Ospedale Civico di Palermo, ferito, tra l’altro, gravemente all’ occhio sinistro, allorche’ e’ stato impallinato dal fucile del cugino, in contrada Santa Maria, a Casteltermini. Il cugino e’  inciampato in una pietra ed il fucile ha esploso accidentalmente il colpo.

5 settembre, risarcimento milionario per una coppia di coniugi di Raffadali, il cui neonato, partorito nel 2001, fu vittima di un errore durante il parto, e che a seguito di cio’ e’ stato condannato alla disabilita’ permanente. A seguito di un contenzioso giudiziario, che si e’ protratto nel tempo tra esami e perizie, l’ Azienda sanitaria di Agrigento paghera’ 3 milioni di euro alla famiglia raffadalese per le lesioni causate al neonato. Si tratta di uno dei risarcimenti piu’ ingenti mai sentenziati nell’ agrigentino nell’ ambito della cosiddetta malasanita’.

6 settembre, la Guardia di Finanza ha arrestato  Cristian Giordano, 26 anni, di Agrigento,  incensurato, disoccupato, accusato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio allorche’ e’ stato sorpreso alla guida della propria automobile, in piazza Sinistra, in possesso di 13 dosi di hashish, confezionate con la carta stagnola, e scoperte grazie al fiuto dei cani antidroga del nucleo cinofilo delle Fiamme gialle.

6 settembre, ad Agrigento, al carcere “Petrusa”, un giovane detenuto originario della Romania si e’ suicidato impiccandosi con un lenzuolo. A scoprire quanto accaduto e’ stato un agente di custodia, allertato da altri detenuti. La salma e’ stata trasferita all’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio, per essere sottoposta ad ispezione cadaverica. Un folto gruppo di connazionali del giovane romeno defunto ha protestato vivacemente innanzi alla Casa circondariale.

7 settembre, ad Agrigento, maxi furto nei cantieri per il raddoppio della strada statale 640, la Agrigento – Caltanissetta. Durante la notte, in contrada Gasena, i ladri hanno rubato 6mila chili di lastre di ferro, che sarebbero servite per la pavimentazione della strada. Il danno e’ stato stimato in circa 10 mila euro. Indagano i carabinieri.

8 settembre, ad Agrigento, lungo la Panoramica dei Templi, nei pressi della fontana di Bonamorone, un’automobile, una Chevrolet Lacetti con alla guida un pensionato di 77 anni di Agrigento, si e’ scontrata, per cause in corso di accertamento, con uno scooter. La ragazza a bordo del due ruote, Francesca Alaimo, 20 anni, di Agrigento, studentessa, figlia di un Vigile del fuoco in servizio al Distaccamento di Licata,  e’ stata estratta dai Vigili del fuoco da sotto l’ automobile,  ha subito gravi ferite, e’ stata soccorsa in Ospedale, al “San Giovanni di Dio”, ed e’ morta.  Sul posto hanno operato i poliziotti della Stradale, la Volanti, e della Locale di Agrigento.

10 settembre, la Guardia di Finanza della Tenenza di Canicatti’, agli ordini del tenente Michele Filomena, nel corso di una ispezione, ha scoperto in una impresa edile di Ravanusa 15 lavoratori del tutto in nero, per i quali e’ imposta la cosiddetta “maxi sanzione” , da 1.500 a 12.000 euro per ciascun lavoratore occultamente impiegato, maggiorata di 150 euro per ogni giornata di lavoro effettivo. Altri 23 lavoratori sono risultati essere irregolari, allorche’, sebbene legalmente assunti, il datore di lavoro non ha ottemperato ai prescritti obblighi contributivi in materia previdenziale e assistenziale.

10 settembre, a Licata la Polizia ha arrestato ai domiciliari Giuseppe Cusumano, 65 anni, che scontera’ una pena residua di 8 mesi di reclusione per furto di materiale ferroso commesso nel 2008. Ai domiciliari anche Calogero Bonvissuto, 24 anni, che scontera’ una pena residua di 1 mese per detenzione di sostanze stupefacenti.

10 settembre, ad Agrigento, in via Michele Caruso Lanza, due banditi, travisati al volto ed armati di pistola, hanno rapinato il supermercato “Carrefour”. I due hanno minacciato il cassiere, ed hanno arraffato l’ incasso, circa 550 euro. Poi sono fuggiti a bordo di un ciclomotore.

11 settembre, tra Porto Empedocle e Realmonte, in contrada Villa Romana, al Villaggio Bellavista, un incendio, di presunta matrice dolosa, ha danneggiato un bobcat ed un container, adibito a deposito di materiali e spogliatoio, in un cantiere di una impresa edile con sede a Mussomeli, impegnata nella costruzione di un residence. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia capitanata dal commissario Cesare Castelli. Il titolare dell’ impresa e’ Giuseppe Misuraca, l’ imprenditore che ha denunciato un tentativo di estorsione compiuto da Maurizio Romeo, 40 anni, di Porto Empedocle, arrestato l’ 11 novembre scorso e condannato lo scorso 13 luglio in primo grado a 6 anni di carcere.

11 settembre, all’ Ospedale di Messina e’ ricoverato, vittima di una ferita da arma da taglio, un ragazzo di Ravanusa. Si tratta di Giuseppe Gianfurcaro, 23 anni, e di lui non vi e’ stata piu’ traccia nel paese agrigentino dallo scorso 5 settembre. Secondo le prime ipotesi investigative, Gianfurcaro e’ stato accoltellato ad Ali’ Terme, in provincia di Messina, al culmine di una rissa, per aver rivolto un apprezzamento ad una donna. Secondo i carabinieri sarebbe stata la donna a colpire con un coltello allo stomaco l’agrigentino.

11 settembre, a Palma di Montechiaro, in periferia, nel rione Firriato, lungo la strada Corsa – Brancatello, Antonio Manganello, 38 anni, e Luigi Rallo, 34 anni, entrambi di Palma, a bordo di uno scooter, sono stati bersaglio di almeno 12 colpi di pistola calibro 9 sparati da due sicari appostati dietro ad un’automobile. I due palmesi, feriti, sono fuggiti per altri 500 metri, poi sono stramazzati a terra e sono stati soccorsi in Ospedale, a Licata. Antonio Manganello, colpito da 5 proiettili, ha subito gravi danni al fegato e i medici lo hanno sottoposto ad intervento chirurgico. Manganello e’ stato trasferito in elisoccorso al Reparto di Rianimazione dell’ Ospedale di Enna. Meno gravi le condizioni dell’altro ferito, Luigi Rallo, colpito ad una gamba e di striscio alla pancia. Indaga la polizia.

12 settembre, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Emanuele Lo Raso, 41 anni, nato in Venezuela e residente a Ribera. Lo Raso, controllato dai militari a bordo della propria automobile in occasione di un posto di blocco, si e’ lanciato in escandescenze, rifiutandosi anche di sottoporsi al test dell’ etilometro. E’ stata denunciata a piede libero per oltraggio anche la compagna di Lo Raso, P C, ecco le iniziali del nome, 24 anni, che avrebbe insultato i carabinieri.

12 settembre, a Cattolica Eraclea, in via Rosario, una festa di battesimo, organizzata in un garage, si e’ conclusa in una maxi rissa tra parenti. Cinque romeni, Marius, Florin, Jounut, Costel e Ioan Marin, rispettivamente di 23, 27, 22, 25 e 47 anni, zii, nipoti e cugini, sono stati arrestati dai carabinieri per rissa, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Quando i militari sono accorsi in via Rosario, i cinque romeni, verosimilmente ubriachi, si sono scagliati contro di loro. Due militari feriti sono stati soccorsi in Ospedale. Nel frattempo, il Tribunale di Agrigento ha scarcerato 4 dei 5 romeni, in attesa del processo per direttissima.

13 settembre, e’ morto in ospedale, ad Enna, Lucio Antona, 64 anni, di Campobello di Licata, ferito in un incidente stradale lo scorso 11 agosto. L’anziano, nel centro urbano di Campobello di Licata, e’ stato investito da un’automobile guidata da una donna. Dopo un primo ricovero all’ospedale di Canicatti’, Antona e’ stato trasferito ad Enna dove adesso e’ morto.

14 settembre, i carabinieri della compagnia di Sciacca e della stazione di Sambuca di Sicilia, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, ad un posto di blocco a Sambuca, in via Crispi, hanno controllato un’ automobile con a bordo 5 persone. I 5, tutti di Mazara del Vallo e 3 di loro con precedenti penali, sono stati sorpresi in possesso di attrezzi atti allo scasso e sono stati denunciati alla Procura di Sciacca. Sul telefonino cellulare di uno dei 5, Francesco Scandaliato, 20 anni, sono stati scoperti dei filmati in cui Scandaliato e’ registrato mentre e’ orgogliosamente intento a pesare della marijuana su di un bilancino digitale, quasi a dimostrazione della precisione della sua illecita attivita’. I carabinieri hanno quindi perquisito la sua abitazione ed hanno scoperto e sequestrato 46 grammi di marijuana, 2 piante di canapa indiana ed il bilancino di precisione registrato nei filmati. Scandaliato e’ detenuto ai domiciliari.

14 settembre, ad Agrigento, nel quartiere Fontanelle, 3 banditi, travisati con dei passamontagna ed armati di pistola, hanno rapinato il distributore di carburante Esso dell’ l’incasso della giornata, circa mille euro. I rapinatori sono fuggiti a bordo di un’ automobile.

14 settembre, i carabinieri della compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, in collaborazione con la Guardia costiera, nel corso di un controllo in un lido balneare in contrada “Foce Gallina”, hanno arrestato Luca Santamaria, 19 anni, di Licata, sorpreso in possesso di 25 grammi di marijuana e 2 piante di canapa indiana.

14 settembre, Agrigento e randagismo. Nel centro storico, in via Neve, una donna di 50 anni e’ stata azzannata da un cane che le ha morso la gamba destra, tra panico e urla di dolore. La sventurata e’ stata soccorsa in Ospedale, medicata e vaccinata.

14 settembre, a Naro, un ingegnere di 45 anni, residente nel centro Italia ed in vacanza nel suo paese natio, e’ stato sottoposto dai carabinieri a Trattamento sanitario obbligatorio perche’, e non e’ la prima volta, ha litigato violentemente con l’anziana madre, l’ ha buttata fuori di casa e si e’ barricato dentro.

15 settembre, ad Agrigento, in via Empedocle, un uomo di 30 anni, a piedi, si e’ accorto di un motorino con a bordo due persone con i caschi in testa. Uno dei due impugna una pistola. Lui, l’ appiedato, e’ fuggito. I due sulla motocicletta hanno repentinamente invertito la marcia, e lo hanno inseguito. Una corsa movimentata, tanto che ad uno dei due inseguitori e’ volato il casco. Ed il trentenne lo avrebbe riconosciuto. Il presunto agguato e’ fallito. La presunta vittima designata e’ scappata, si e’ nascosta, poi ha bussato al Comando provinciale dei Carabinieri di Agrigento. L’ uomo di 30 anni, nel mirino in via Empedocle, alcuni anni addietro avrebbe accusato un gruppo di spacciatori di droga che poi sono stati arrestati, processati e condannati. In citta’ si e’ scatenata la caccia ai due potenziali assassini. Perquisizioni e controlli. Un ragazzo e’ stato interrogato, per due ore, sotto torchio. Nessun riscontro e prova, almeno per il momento.

16 settembre, la statale 189 Agrigento – Palermo ancora macchiata di rosso, lungo il tratto tra Agrigento e Lercara Friddi, nel territorio della Valle e del fiume Platani, alla galleria Passo Fonduto. Uno scontro, violento e funesto. Un’automobile Volkswagen Golf e un trattore con rimorchio che trasporta balle di fieno. E’ morto l’ uomo al volante dell’ automobile fabbricata in Germania. La vittima e’ Calogero Sola, 23 anni, originario di Mussomeli e da anni residente a Casteltermini. Mestiere : carrozziere. Secondo i primi rilievi dei carabinieri di Casteltermini, Campofranco e Mussomeli, i tre paesi che circondano il luogo teatro dell’ incidente, l’ impatto tra i due mezzi sarebbe stato frontale, perche’ o l’automobile o il trattore avrebbe invaso la corsia opposta. Forse una disattenzione, una imprudenza, o anche un malore, un colpo di sonno, o un avvallamento lungo l’asfalto, che ha provocato lo sbandamento improvviso. Calogero Sola e’ morto sul colpo. Il trattorista e’ solo ferito, in modo non grave.

16 settembre, incidente lungo la strada provinciale tra Raffadali e Joppolo Giancaxio. Scontro tra una Opel, una Fiat Punto ed un furgone Ducato. E’ morto l’ uomo a bordo della Fiat Punto. Si tratta di un pensionato di 75 anni, Agostino Travali, di Raffadali. Sul posto sono intervenuti polizia e vigili del fuoco.

16 settembre, i carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Mario Grasso, 36 anni, di Sciacca, perche’, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, e’ stato sorpreso in possesso di 4,2 grammi di hashish suddivisi in 16 pezzi. L’uomo e’ stato acciuffato dopo un breve inseguimento lungo il centro cittadino perche’, a bordo di un motociclo, ha tentato di sfuggire all’alt ad un posto di controllo. A Grasso e’ stata sequestrata anche la somma in contanti di 664 euro, verosimilmente provento dello spaccio.

17 settembre, incidente stradale mortale a Porto Empedocle, in contrada Ciuccafa, su di un viadotto lungo la statale 115, dove uno scooter Piaggio Liberty, per cause in corso di accertamento, si e’ schiantato contro il gard rail. Il passeggero, Marco Castronovo, 16 anni, di Porto Empedocle, e’ morto poco dopo il ricovero in Ospedale. Ferito, ma non in pericolo di vita, e’ il ragazzino che e’ stato alla guida del due ruote, anche lui di 16 anni.

19 settembre, su richiesta del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Vittorio Teresi, e dei sostituti Asaro, Fici e Fulantelli, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Iannelli, ha archiviato il procedimento a carico dell’ avvocato Nino Gaziano, presidente dell’ Ordine degli Avvocati di Agrigento, prosciogliendolo da ogni accusa di favoreggiamento alla mafia nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Maginot”. Come si ricordera’, un avviso di garanzia, che ipotizzo’ il reato di favoreggiamento aggravato all’associazione mafiosa, fu notificato a Gaziano lo scorso 14 luglio. L’avvocato sarebbe stato fortuitamente in possesso di un fascicolo da cui sarebbe emerso che vi fossero attivita’ investigative di ascolto, e avrebbe invitato alcuni indagati, sottoposti a intercettazioni, a non parlare troppo. Il difensore dell’ avvocato Nino Gaziano, il collega avvocato Giuseppe Scozzari, commenta soddisfatto : ‘’ il Tribunale ha disposto l’ archiviazione anche nel merito, e non solo sotto il profilo della mancanza del dolo ‘’.

19 settembre, i carabinieri della Compagnia di Sciacca e della tenenza di Ribera, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Paolo Menga, 20 anni, di Ribera, accusato dello scippo di una borsa contenente circa 80 euro perpetrato la sera di ferragosto a danno di una donna del luogo, e del furto in un appartamento alcuni giorni dopo in Via Pasciuta, per un bottino, tra arredi ed elettrodomestici, di alcune migliaia di euro.

20 settembre, il sindaco di Lampedusa, De Rubeis, allarmato dalla presenza all’ interno di tanti tunisini contrari al rimpatrio forzato, lo ha paventato e temuto pubblicamente : ‘’ vi e’ il rischio fondato che il Centro d’accoglienza di Lampedusa sia incendiato ‘’. Ebbene, cosi’ e’ stato. Oggi pomeriggio, un incendio di ampie proporzioni ha danneggiato il Centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa, in contrada Imbriacola. Il rogo sarebbe stato appiccato da immigrati di nazionalita’ tunisina, che da diverse settimane sono ospiti della struttura. Alcuni extracomunitari sarebbero anche fuggiti. La zona e’ presidiata dalle forze dell’ordine e dai vigili del fuoco, che hanno lavorato a lungo per circoscrivere e domare le fiamme. L’incendio, appiccato in piu’ punti, ha causato una densa nube di fumo nero sospinta dal vento verso il centro abitato. Nel centro di prima accoglienza gravitano circa 1200 tunisini, che nei giorni scorsi hanno protestato per rivendicare il trasferimento sulla terraferma. Non e’ la prima volta che il Centro di accoglienza di Lampedusa e’ preda delle fiamme.

20 settembre, il Tribunale di Agrigento ha emesso la sentenza a carico dei presunti protagonisti di una violenta rissa che si scateno’ la sera dell’ 8 giugno del 2008 a Porto Empedocle nella zona dei Lidi. A processo vi sono i due cugini omonimi, Giuseppe Grassonelli, Alessio e Giuseppe Contrino. Ebbene, 1 anno e 10 mesi sono stati inflitti ad Alessio Contrino, che durante lo scontro avrebbe usato e ferito con un coltello. Poi, 6 mesi a Giuseppe Contrino. Poi, Giuseppe Grassonelli, nato nell’ 82, e’ stato condannato a 4 mesi, ed e’ stato difeso dall’ avvocato Nino Gaziano. E’ stato assolto Giuseppe Grassonelli, nato nell’ 84, difeso dall’ avvocato Vincenza Gaziano.

21 settembre, i carabinieri di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Vincenzo Rondinella, 36 anni, di Licata, perche’, all’ interno di una sua abitazione, sono stati scoperti 81 grammi di marijuana e 4 piante di canapa indiana, coltivate in una serra.

22 settembre, Questura e Procura di Agrigento hanno arrestato 4 tunisini presunti responsabili dell’ incendio al Centro d’accoglienza di Lampedusa divampato il pomeriggio di martedi’ 20 settembre. Rispondono di incendio doloso e danneggiamento, ed e’ pendente anche l’ imputazione di strage, qualora sia dimostrato che quanto e’ stato compiuto abbia provocato un rischio alla vita di altre persone. Gli arrestati sono Hamrouni Faysal, 32 anni, arrivato a Lampedusa il 18 settembre, Ghammouri Mohamed, 29 anni, sull’ isola il 18 settembre, Saleh Mohamed, 40 anni, anche lui approdato il 18 settembre, e Fazzani Bilal, 27 anni, giunto il 15 settembre. Il fuoco e’ stato appiccato utilizzando cuscini e materassi, al fine di rendere inservibile la struttura, ed ostacolando, quindi, le operazioni di rimpatrio in Tunisia.

22 settembre, ad Agrigento, in via Mazzini, nottetempo, ignoti ladri hanno rubato computer, monitor, tastiere, mouse e stampanti nell’ Ufficio del Catasto. Il valore della refurtiva ammonta a diverse migliaia di euro. All’interno dei computer sono custodite soprattutto pratiche catastali. Indaga la polizia.

22 settembre, tre scippi negli ultimi cinque giorni a Ribera. L’ultimo, in ordine di tempo, e’ stato perpetrato da un malvivente a bordo di un ciclomotore in una traversa della centrale via Marconi. La vittima e’ una donna che e’ stata scaraventata a terra. Altre due donne anziane sono state scippate ancora nel centro storico, tra la via Crispi, la via Chiarenza e la via Roma.

23 settembre, a Lampedusa ha subito un incendio l’ automobile di Cono Galipo’, amministratore di “Lampedusa accoglienza”, che e’ la societa’ cooperativa impegnata nella gestione del Centro d’accoglienza di Lampedusa incendiato lo scorso 20 settembre dai tunisini ospiti della struttura. La Ford di Galipo’ e’ stata posteggiata vicino l’hotel Medusa. Indagano i carabinieri.

23 settembre, maxi blitz antidroga dei carabinieri della Compagnia di Canicatti’ e della Procura di Agrigento. Spaccio di eroina, cocaina e hashish. 23 ordinanze di custodia in carcere. E’ stata l’ operazione cosiddetta “Panis’’, in riferimento ai panetti di hashish. E non solo, anche eroina e cocaina, tra Canicatti’, Grotte e Racalmuto, e oltre il confine della provincia agrigentina, sul versante nisseno, a San Cataldo. Spaccio al dettaglio, e, soprattutto, al minuto, “cash and carry”, dall’ inglese “paga e porta via”. Le indagini sono scattate ai primi mesi del 2010. Appostamenti, pedinamenti, e, sempre preziose, le intercettazioni ambientali e telefoniche. Il mosaico del gruppo gravitante nella zona, impegnato nel commercio degli stupefacenti, e’ stato ricostruito un tassello dopo l’altro, fino alla raffica delle ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, e dal sostituto, Giacomo Forte. Gli arrestati sono Daniele Lodato, 28 anni, di Canicatti’. Maria Pia Piazza, 44 anni, di Canicatti’. Lina Licata, 31 anni, di San Cataldo. Hosni Ben Brahem, 29 anni, tunisino. Moncef Ben Dhafer, 36 anni, tunisino. Gioacchino Amato, 32 anni, di Canicatti’. Lillo Lodato, inteso “Luigi”, 30 anni, di San Cataldo. Alessandro Vincenzo Maurici, 31 anni, di San Cataldo; Giuseppe Lo Cicero, 30 anni, di Racalmuto. Vincenzo Mongitore, 27 anni, residente in Germania. Alfonso Mantione, 23 anni, di San Cataldo. Antonio Alfano, 23 anni, di Agrigento. Biagio Campanella, 26 anni, di Agrigento. Antonio Guarneri, 31 anni, di San Cataldo. Diego Guarneri, 30 anni, di San Cataldo. Francesco Infantino, inteso “Cicciu Muzzuni”, 48 anni, di Grotte. Maurizio Cassaro, inteso “Il siciliano”, 45 anni, di Canicatti’. Calogero Arcangelo Morreale, 31 anni, di Agrigento. Calogero Gioacchino Morreale, 35 anni, di Manchester in Gran Bretagna. Alfonso Lorenzano, 26 anni, di Agrigento. Tanja Van Den Abbeele, 30 anni, di Amburgo in Germania. Samuela Puma, 25 anni, di Canicatti’. Giuseppa Nobile, 50 anni, di Canicatti’.

23 settembre, i poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, agli ordini di Cesare Castelli, hanno arrestato Salvatore Racinello, 18 anni, di Porto Empedocle, perche’, per vendetta, in via Giotto, avrebbe incendiato l’ automobile, una Fiat Stilo, dei genitori della sua ex ragazza, ritenendoli responsabili della conclusione del rapporto con la figlia. Racinello e’ stato incastrato anche dalle videocamere di sorveglianza installate dal proprietario dell’ automobile, che gia’ a fine agosto ha subito l’ incendio di un’altra automobile, una Peugeot.

23 settembre, giallo ad Agrigento allorche’ nel tratto di mare antistante la spiaggia di Zingarello, a sud est della citta’, e’ stato recuperato un cadavere. Si tratta di Vincenzo Lauria, 46 anni, di Palma di Montechiaro. L’ unica ferita visibile sul corpo dell’ uomo e’ un graffio sotto lo zigomo sinistro. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle sezioni Volanti, Mobile e Scientifica della polizia. Indagini in corso.

23 settembre, la Corte di Appello di Palermo ha assolto due cittadini tunisini, Bayoudh Abdelkarim e Zenzri Abdelbasset, difesi dagli avvocati Leonardo Marino e Giacomo La Russa del foro di Agrigento, arrestati l’ 8 agosto del 2007 dopo essere sbarcati con 2 pescherecci a Lampedusa con 44 clandestini a bordo. Il Tribunale di Agrigento, il 18 novembre del 2009, condanno’ a 2 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno i due tunisini, comandanti dei pescherecci, per resistenza a Pubblico ufficiale perche’ avrebbero violato l’ordine delle Autorita’ marittime di mantenersi a largo di Lampedusa. Ebbene, come ribadiscono gli avvocati La Russa e Marino, i due imputati, pescatori di professione, hanno agito per salvare 44 migranti naufragati in alto mare nel Canale di Sicilia, e non per traghettarli speculativamente. Ecco il perche’ della sentenza di assoluzione.

23 settembre, i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato 3 cittadini extracomunitari sorpresi nel tentativo di entrare in un’abitazione in Via Termine. A lanciare l’allarme telefonando al 112 e’ stato il proprietario di casa, svegliato bruscamente dai rumori alla finestra. Il rapido intervento della pattuglia ha incastrato i tre ladri. Si tratta dei tunisini Imad Sassi, 19 anni, Belhani Khlifa, 27 anni, entrambi senza permesso di soggiorno, e Michri Hedi, 27 anni, gia’ arrestato dai carabinieri lo scorso 29 agosto perche’, insieme ad altri 4 connazionali, e’ stato sorpreso in possesso di 51 dosi di hashish per complessivi 200 grammi.

23 settembre, a Licata, in Ospedale, al “San Giacomo d’ Altopasso, una donna ha partorito una bambina e, a causa delle ristrettezze economiche, l’ ha affidata alle cure dei medici e del personale dell’ospedale, esercitando il diritto, sancito dalla legge, di partorire e non riconoscere il nascituro. La neonata, in ottima salute, e’ stata affidata al dottor Vincenzo Asaro, direttore sanitario dell’ ospedale, in attesa che i magistrati della Procura dei minori di Palermo dispongano il trasferimento in un istituto per minori o l’ affidamento ad una famiglia.

23 settembre, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato, per furto aggravato in concorso, Calogero Contino, 27 anni, Gerlando Salvaggio, 19 anni, e Claudio Di Maria, 34 anni, tutti di Porto Empedocle. I tre sono stati sorpresi in via Gerlando Scime’, in flagranza di reato, intenti a rubare da una abitazione in costruzione alcuni tubi in rame e altro materiale ferroso, ed a caricare il tutto su di un autocarro Iveco di proprieta’ di Claudio Di Maria, il quale, tra l’altro, si sarebbe giustificato simulando di avere subito il furto del mezzo.

24 settembre, a Favara, in via Sant’ Angelo, un bandito, travisato con un casco integrale e occhiali scuri, ha rapinato il supermercato Pam. Il bottino ammonta a circa 2mila euro. Il malvivente e’ fuggito a bordo di uno scooter senza targa. Indagano i carabinieri.

24 settembre, a conclusione del giudizio abbreviato, il Tribunale di Palermo ha condannato tre egiziani imputati nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta ‘’ Taxi driver ‘’ che ha svelato un traffico di migranti clandestini in approdo sulla costa di Ribera e poi, dopo un breve soggiorno altrettanto clandestino, smistati altrove attraverso dei taxi o pullman appositamente allestiti. Si tratta di Elsobny Mohamed, 5 anni di carcere, e poi Ahmed Mohamed Abourezk Maher ed ElsayedSaad Mohamed ElsakaRagab, 5 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno.

25 settembre, a Bivona i carabinieri hanno arrestato Giovanni Messina, 39 anni, operaio, originario di Monreale ma domiciliato a Bivona, sorpreso a bordo di un pullman di linea in viaggio da Palermo in possesso, all’interno di uno zaino, di due involucri in cellophane, contenenti due panetti di hashish, per un peso complessivo di 250 grammi.

25 settembre, una scossa di terremoto di magnitudo 2.2 e’  stata registrata alle ore 9.18 nella Valle del Belice tra le province di Palermo, Trapani e Agrigento. La scossa, che non ha provocato danni, non e’ stata avvertita dalle popolazioni. I Comuni, entro i 20 chilometri dal punto in cui e’ stato registrato il sisma, sono gli stessi colpiti tra il 14 e 15 gennaio 1968 dal violento terremoto del Belice che rase al suolo le cittadine di Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e Montevago.

26 settembre, la stazione ferroviaria di Porto Empedocle, un impianto adesso parzialmente in attivita’ dopo un ventennio di chiusura, e’ stata danneggiata da un raid vandalico. Sono state distrutte le vetrate di un fabbricato e della sala d’attesa, cosi’ come anche un vecchio carrello a motore Fiat 500. I danni, secondo una stima approssimativa, ammontano a diverse migliaia di euro. Indaga la Polfer di Agrigento. ” Esterrefatti ‘’ – si dichiarano i soci dell’ Associazione Ferrovie Kaos, presieduta da Pietro Fattori, che, dopo una convenzione con Rete Ferroviaria italiana e in collaborazione con Trenitalia, hanno organizzato, negli ultimi due anni, in occasione della Sagra del mandorlo e di alcuni week end primaverili ed estivi, dei collegamenti ferroviari, per famiglie e scolaresche, fra Porto Empedocle e la Valle dei Templi.

26 settembre, si e’ concluso al Tribunale di Agrigento il processo di primo grado contro presunte irregolarita’ legate alla gestione dell’ appalto comunale per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani tra il 97 ed il 2004. La sezione penale presieduta da Antonia Sabatino ha condannato l’ ex sindaco di Agrigento, Calogero Sodano, a 2 anni e 6 mesi di reclusione per truffa, e lo ha assolto per intervenuta prescrizione del reato di abuso d’ufficio. Sodano e’ difeso dall’avvocato Salvatore Tirinnocchi. Cosi’ come richiesto dalla Procura, sono stati assolti, per non avere commesso il fatto, gli ex assessori comunali Mario Baldacchino e Carmelo Settembrino, difesi rispettivamente dagli avvocati Nino Gaziano e Dino Alonge. In giudizio si e’ costituita Parte civile Legambiente tramite l’avvocato Giuseppe Arnone.

26 settembre, la Guardia costiera di Licata e la Polizia marittima di Porto Empedocle hanno scoperto capovolta, a largo di Marina di Palma di Montechiaro, la barca del palmese Vincenzo Lauria, 46 anni, ripescato cadavere venerdi’ pomeriggio 23 settembre nelle acque antistanti la spiaggia di Zingarello, ad Agrigento. Sull’ imbarcazione non vi sono tracce di urto, e cio’ avvalora ancora di piu’ l’ipotesi dell’incidente di pesca. Forse per una manovra improvvisa, oppure per un movimento brusco a bordo, l’uomo sarebbe cascato in mare.

27 settembre, a Lucca Sicula i carabinieri hanno arrestato ai domiciliari Roberto Dangelo, 30 anni, di Ribera, perche’ sabato scorso, 24 settembre, avrebbe investito con la sua automobile una pensionata di 91 anni e non l’avrebbe soccorsa. La donna e’ ricoverata nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Sciacca ed ha subito fratture giudicate guaribili in 30 giorni.  Dangelo e’ stato identificato a seguito di alcune testimonianze. Peraltro, e’ stato alla guida dell’ auto senza la patente, che gli e’ stata revocata a seguito di una condanna per stupefacenti.

27 settembre, la Direzione investigativa antimafia di Palermo impasta, inforna e sforna il primo sequestro antimafia di autunno nell’ agrigentino. Il braccio investigativo del Ministero degli Interni assale le maxi inchieste “Scacco matto”, 34 arresti dei carabinieri il 4 luglio del 2008, ed “Alta mafia”, 43 arresti della polizia il 29 marzo del 2004. Nel mirino sono in tre. Due per la “Scacco matto”, Pietro Antonio Derelitto, 48 anni, di Burgio, ed Antonio Giuseppe Perricone, 57 anni, di Burgio, che e’ detenuto in carcere. E per “Alta mafia”, Diego Gioacchino Guarneri, 43 anni, originario di Canicatti’. Tra i beni sequestrati vi sono 5 appartamenti, appezzamenti di terreno, 3 imprese, 12 rapporti bancari e alcuni autoveicoli. Pietro Antonio Derelitto e’ stato giudicato in abbreviato e assolto dal Tribunale di Palermo il 18 febbraio del 2010. Il 28 aprile scorso, a conclusione della requisitoria, la Procura generale ha invocato la sua condanna a 12 anni di carcere. E Pietro Antonio Derelitto, nato a Sciacca e residente a Burgio, presunto affiliato alla famiglia locale, e’ in attesa della sentenza. Antonio Giuseppe Perricone, anche lui presunto mafioso burgitano, e’ stato giudicato in ordinario ed e’ stato condannato il 10 febbraio scorso, in primo grado, dal Tribunale di Sciacca, a 12 anni e 6 mesi di reclusione. Diego Gioacchino Guarneri, imprenditore, investito dal ciclone “Alta mafia”, e’ stato arrestato e poi assolto. Guarneri e’ nipote di Diego Guarneri, ucciso il 14 ottobre del 2000, ecco la sua automobile a batteria crivellata di colpi d’arma da fuoco, e ritenuto rappresentante locale di Cosa nostra.

27 settembre, la Procura di Palermo ha avviato una inchiesta sulla morte di Grazia Lo Iacono, 73 anni, originaria di Ribera, morta all’ospedale Ingrassia. L’anziana e’ stata in coma dal 20 settembre scorso, dopo essersi sottoposta nello studio di un fisiatra ad una iniezione a base di cortisone come terapia per una lombo – sciatalgia. Il medico e’ stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo. Grazia Lo Iacono e’ stata colta da malore subito dopo la somministrazione del farmaco ed e’ stata ricoverata gia’ in gravissime condizioni all’ospedale Ingrassia dove e’ morta.

28 settembre, a Porto Empedocle, in via 4 novembre, due malviventi con il volto travisato hanno tentato di rapinare una donna di 77 anni all’interno della sua abitazione dove vive da sola. L’anziana ha morso la mano che il rapinatore ha infilato nella sua bocca per evitare che gridasse, e lo ha costretto alla fuga insieme al complice.

28 settembre, il Tribunale di Canicatti’ ha condannato a 2 mesi di reclusione, pena sospesa, una ostetrica in servizio all’ Ospedale di Canicatti’, Laura Tagliarini, 41 anni, di Porto Empedocle, accusata di omicidio colposo perche’ avrebbe sottovalutato il tracciato del feto, e la donna, al nono mese di gravidanza, e’ rientrata a casa. La neonata poi e’ morta a seguito del parto in ospedale raggiunto di corsa dopo l’insorgenza delle doglie.

28 settembre, ad Agrigento, in via Giovanni 23esimo, ignoti hanno scassinato un ingresso secondario, sono entrati dentro il Poliambulatorio dell’ Azienda sanitaria, hanno forzato i distributori bar ed hanno rubato circa 300 euro in monete. Poi hanno rovistato in alcuni cassetti dei mobili, provocando danni per altri 200 euro.

28 settembre, raid vandalico allo zoo nella villa comunale a Ribera dove ignoti mascalzoni hanno ferito e ucciso 2 pavoni, una colomba e una mezza dozzina di galline. Gli animali sono stati scoperti morti dai custodi.

28 settembre, al Tribunale di Agrigento, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari, Alberto Davico, ha emesso la sentenza nell’ ambito dell’ inchiesta dei carabinieri e della Procura di Agrigento cosiddetta “I soliti ignoti ‘’, che il 27 gennaio scorso ha provocato 12 arresti per truffe, droga, furti e rapine. Castrenze La Barbera e’ stato condannato a 3 anni di reclusione, Calogero Meli a 1 anno e 8  mesi, Francesco Renato a 3 anni e 2 mesi, Filippo Salamone a 5 anni, Eleonora Salamone 1 anno e 4 mesi, Giuseppe Infantino 1 anno e 8 mesi, e Gianluca Infantino 2 anni e 8 mesi. E’ stato assolto Calogero Vella. Il Giudice ha inoltre dichiarato l’ improcedibilita’ dell’azione penale, per difetto di querela, per l’ imputato Alessandro Tuzzolino, difeso dall’ avvocato Salvatore Cusumano.

29 settembre, fratricidio a Ribera, durante la notte, in una palazzina in via Tirrito. I carabinieri hanno arrestato Vincenzo Guddemi, 59 anni, di Ribera, perche’, al culmine di una lite, ha accoltellato e ha ucciso il fratello, Giuseppe Guddemi, 57 anni, anch’egli bracciante agricolo. Vincenzo Guddemi avrebbe afferrato un coltello da cucina e scagliandosi contro il fratello gli ha sferrato alcune coltellate mortali, l’ultima alla schiena, sul balcone di casa. L’uomo, gia’ da tempo, avrebbe manifestato segni di squilibrio psichico, ed e’ stato in cura in un centro di salute mentale. L’assassino e’ stato interrogato dal sostituto di turno della Procura di Sciacca, Giovanni Lucio Vaira, ed ha confessato l’ omicidio. La vittima, Giuseppe Guddemi, e’ conosciuto con il soprannome di “Gesu’ Nazareno”, ed e’ famoso nell’ agrigentino per le sue sculture con materiale riciclato, e perche’ si e’ sempre mosso con una Fiat Ritmo color oro, con a bordo statue di figure sacre. Ecco perche’ e’ stato soprannominato “Gesu’ Nazareno”.

30 settembre, ad Agrigento, la Polizia locale, agli ordini di Cosimo Antonica, ha denunciato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale un uomo di 33 anni che in via Atenea ha picchiato un Vigile urbano colpevole di averlo invitato a spostare la sua automobile perche’ in sosta vietata. Il Vigile, Lillo Sferlazza, impegnato a scrivere la contravvenzione anche per mancata esposizione del tagliando di assicurazione, e’ stato malmenato dal 33enne, che e’ fuggito sulla stessa auto e poi e’ stato rintracciato e denunciato. Sferlazza e’ stato soccorso in Ospedale, con 25 giorni di prognosi.

30 settembre, un uomo e’ stato denunciato ai carabinieri dalla madre di un bambino di 11 anni che lo accusa di aver abusato sessualmente di suo figlio a bordo del traghetto Palladio durante la traversata da Porto Empedocle a Lampedusa. Secondo il racconto dell’ 11enne, all’interno di una cabina, l’uomo lo avrebbe molestato e avrebbe tentato un rapporto. Il ragazzino, sotto choc, e’ fuggito dalla madre. Gli indumenti indossati  dal bambino, ed il tampone prelevato dai medici, sono all’esame dei carabinieri del Ris di Messina.

30 settembre, a Racalmuto ignoti hanno sparato alcuni colpi di arma da fuoco contro tre automobili in sosta in altrettante zone del paese. Secondo i primi accertamenti, le intimidazioni non sarebbero legate alla criminalita’ organizzata. Indagano i carabinieri, ed una informativa di reato e’ stata inoltrata alla Procura della Repubblica di Agrigento.

30 settembre, al Tribunale di Agrigento, Gaetano Rizzo, 57 anni, e Giuseppe Frenna, 38 anni, entrambi di Favara, hanno patteggiato 4 mesi di reclusione ciascuno, pena sospesa. I due sono stati arrestati  dai carabinieri la notte tra il 18 e il 19 luglio scorso perche’ sorpresi a rubare gasolio dai mezzi parcheggiati nei pressi della stazione di servizio Erg, lungo la strada statale 640, a poche centinaia di metri da contrada  Petrusa, dove sono custoditi i mezzi della ditta Gr costruzioni, impegnata nei lavori di raddoppio della statale Agrigento – Caltanissetta.

30 settembre, a Licata la polizia ha identificato e denunciato 7 ragazzi di Palma di Montechiaro, e tra di loro anche dei minorenni, presunti responsabili di una spedizione punitiva innanzi ad una scuola superiore di Licata, giovedi’ 29 settembre, a danno di un ragazzo di 16 anni che e’ stato aggredito e picchiato perche’ colpevole di avere disturbato due compagne di classe, di Palma di Montechiaro.

1 ottobre, la Procura di Palermo indaga a seguito della morte di un uomo di 36 anni, originario di Casteltermini, Robert De Marco, che ha avvertito un dolore tra la spalla e il collo durante il trasporto di un mobile. Nell’ospedale di Mussomeli gli e’ stato somministrato un antidolorifico. Poi, De Marco e’ stato trasferito all’ ospedale Civico di Palermo, dove e’ giunto in gravi condizioni. Robert De Marco e’ deceduto nel reparto di rianimazione. I familiari hanno presentato un esposto, e la Procura ha ordinato il sequestro della sua cartella clinica. Forse, la morte e’ stata provocata da una embolia. De Marco e’ stato affetto dalla sindrome di Crohn.

1 ottobre, i carabinieri della compagnia di Cammarata, agli ordini del capitano Vincenzo Bulla, hanno arrestato Vincenzo Rizzo, 29 anni, di Cammarata, accusato di maltrattamenti in famiglia allorche’ avrebbe aggredito a calci e pugni la moglie di 26 anni, in presenza del figlio di 3 anni. La donna e’ stata accompagnata al Pronto soccorso di Cammarata, dove i sanitari le hanno riscontrato un trauma contusivo guaribile in 2 giorni. La vittima ha consegnato ai carabinieri altri due precedenti e recenti referti medici, frutto di altre aggressioni da parte del marito.

2 ottobre, i poliziotti del Commissariato di Licata, agli ordini di Fatima Celona, hanno arrestato Vincenzo Iacopinelli, 21 anni, di Licata, bracciante agricolo, sorpreso dentro casa in possesso di 1 fucile calibro 12 automatico, 1 fucile a canne convertito in lupara, 1 tascapane contenente 36 cartucce calibro 12, di cui 28 a pallini. Le armi, sequestrate, sono risultate perfettamente funzionanti.

2 ottobre, i poliziotti del Commissariato di Licata, agli ordini di Fatima Celona, hanno arrestato Giuseppe Cavaleri, 44 anni, di Licata, che scontera’ una condanna a 2 anni e 1 mese di reclusione per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le imputazioni risalgono al 2008.

2 ottobre, a Palma di Montechiaro, i poliziotti del locale Commissariato, agli ordini di Angelo Cavaleri, hanno arrestato due ladri sorpresi a rubare in un appartamento. In manette Davide Michael Faraci, 18 anni, di Licata, e Tony Ziccardi, 18 anni, originario di Avellino ma residente a Licata. I due hanno tentato inutilmente la fuga.

2 ottobre, ad Agrigento, al Villaggio Mose’, ignoti hanno forzato una saracinesca ed hanno rubato soldi e merce all’ interno del negozio di abbigliamento “Euphorie”. Il bottino e’ da quantificare. Indaga la Polizia, che esamina anche delle impronte.

2 ottobre, ad Agrigento, in contrada Maddalusa, in via Borghese, una coppia, lui di 29 e lei di 25 anni, entrambi di Agrigento, sono stati rapinati da due malviventi che hanno frantumato il vetro anteriore della loro automobile e si sono impossessati della borsa della ragazza, e del portafogli e del cellulare del ragazzo. Indaga la Polizia.

2 ottobre, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato Alessandro Puntorno, 42 anni, di Agrigento, gia’ arrestato nell’ ambito delle inchieste antidroga “House delivery” e “Trifoglio”. Puntorno e’ stato bloccato appena giu’ da una nave a Palermo, e poi, perquisito nella caserma di Porto Empedocle, e’ stato sorpreso in possesso di 1 chilo e 100 grammi di cocaina pura e altri 100 grammi di hashish, per un valore, al dettaglio, di oltre 200 mila euro. La droga, nascosta nell’automobile di Puntorno, sarebbe stata destinata al mercato di Agrigento e provincia.

2 ottobre, Agrigento, centro storico, la via Atenea, notte di violenza, tra sabato e domenica. Risse, feriti ed un arresto. Due scontri, alimentati anche dall’ alcol, si sono scatenati tra gruppi di ragazzi alla mezzanotte e poi alle 2. L’ intervento della Polizia ha costretto alla fuga i rissanti. Tra i tanti scalmanati e’ stato arrestato Gianluca Infantino, 24 anni, di Agrigento, anche perche’ evaso dagli arresti domiciliari a cui e’ detenuto.

3 ottobre, udienza preliminare al processo cosiddetto ‘’ Sorgente ‘’, dal nome della omonima inchiesta che il 7 ottobre del 2010 ha provocato 19 arresti. Ecco l’esito : 3 richieste di patteggiamento, 11 di abbreviato, tra cui l’ ex sindaco di Racalmuto, Petrotto, accusato di concussione, e 3 giudizi ordinari. Stralciata al per difetto di notifica la posizione dell’avvocato Calogero Mattina ex presidente del consorzio acquedottistico “Tre Sorgenti”, accusato di concussione e cessione di stupefacenti. Hanno patteggiato la condanna a 3 anni e 10 mesi Carmelo Giardina, 2 anni Fabio Li Vigni, ed 1 anno e 9 mesi Vincenzo Di Franco, tutti e 3 di Canicatti’, inquisiti per spaccio di stupefacenti. Ha scelto il rito ordinario ed e’ stato rinviato a giudizio il sindaco di Licata, Angelo Graci, accusato di istigazione alla corruzione.

4 ottobre, i carabinieri della stazione di Menfi hanno arrestato Accursio Maggiore, 25 anni, di Menfi, inseguito da un ordine di carcerazione per scontare ai domiciliari una condanna definitiva a 10 mesi di reclusione per guida senza patente ed in stato di ebbrezza alcolica. I reati risalgono al 2009 e sono stati commessi ad Agrigento.

4 ottobre, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Anna Maria Virgadamo, 27 anni, di Ribera, che scontera’ una condanna definitiva ad 1 anno e 11 mesi di reclusione per reiterate violazioni della sorveglianza speciale. I reati sono stati commessi a Ribera nel 2007.

5 ottobre, i carabinieri della stazione di Montaperto e della Compagnia di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato in flagranza di reato per estorsione Julian Feraru, 46 anni, originario della Romania e residente ad Agrigento, allorche’ avrebbe preteso con minacce somme di denaro da una sua connazionale, ed e’ stato colto in piazza Rosselli all’ atto della consegna dalla donna a lui di mille euro.

5 ottobre, i carabinieri della Tenenza di Favara, agli ordini del tenente Gabriele Treleani, hanno arrestato per furto aggravato in concorso Teodor Lacatus, 33 anni, originario della Romania e domiciliato a Licata, e Marian Cosmini Romi, 20 anni, anche lui romeno e residente a Niscemi. I due sono stati sorpresi all’ interno di un cantiere in contrada San Benedetto subito dopo avere rubato alcune taniche di gasolio, per complessivi 215 litri.

5 ottobre, i carabinieri della stazione di Racalmuto hanno arrestato Angelo Brunetto, 24 anni, di Racalmuto, responsabile di evasione dagli arresti domiciliari a cui e’ detenuto a seguito di un arresto subito per spaccio di sostanze stupefacenti. Brunetto e’ autorizzato a recarsi a Canicatti’ per sottoporsi a terapia riabilitativa dalla dipendenza dalla droga, ma i Carabinieri hanno accertato che Brunetto sarebbe stato in tutt’altro luogo.

5 ottobre, al Tribunale di Agrigento, innanzi al giudice monocratico Giuseppe Lupo, il canicattinese Gaetano Aquilino, 24 anni, ha patteggiato la condanna a 3 mesi di reclusione, pena sospesa. Aquilino, difeso dall’avvocato Gero Lo Giudice, e’ stato imputato dei reati di truffa e minacce aggravate. Nel 2009, Gaetano Aquilino, titolare di un’azienda, acquisto’ una partita di cofani funebri da un’azienda del nord Italia per 70 mila euro e avrebbe pagato con assegni privi di copertura.

5 ottobre, la Corte d’ Appello di Palermo ha ridotto da 9 a 7 anni di reclusione la condanna inflitta lo scorso 28 ottobre dal Tribunale di Sciacca a carico di Salvatore Barbera, 64 anni, di Sciacca, ex Preside dell’istituto per il commercio “Friscia” di Sciacca, accusato di violenza sessuale perche’ avrebbe palpeggiato alcune studentesse della sua scuola attirate nel suo Ufficio con vari pretesti. Alcune ragazze hanno raccontato l’episodio ai genitori che hanno presentato denuncia alla Procura. Barbera e’ stato arrestato il 21 maggio del 2009. Nel procedimento contro Barbera gli inquirenti si sono avvalsi anche di filmati girati nella stanza del dirigente scolastico.

5 ottobre, al Tribunale di Agrigento – distaccamento di Canicatti’ ha patteggiato la condanna ad 1 anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa, Nicoletta Piraino, 49 anni, originaria di Palermo e residente a Naro. La donna, come responsabile di una agenzia di una banca, si sarebbe appropriata di quasi 8 milioni di euro e ne avrebbe restituiti solo una parte. Il furto e’ stato scoperto 6 anni addietro a seguito di una ispezione della direzione centrale della banca. Nicoletta Piraino, imputata di furto aggravato, e’ stata difesa dall’ avvocato Giovanni Salvaggio.

6 ottobre, la Guardia di finanza di Agrigento ha scoperto una maxi evasione fiscale ad opera di una societa’ impegnata nel settore del commercio al dettaglio di abbigliamento, del tutto sconosciuta al fisco, con evasione di Irpef, Iva ed Irap. La verifica fiscale ha svelato un reddito nascosto pari, per gli anni d’imposta dal 2006 al 2010, a circa 4 milioni di euro.

6 ottobre, a Licata i carabinieri hanno arrestato Girolamo Ballacchino, 32 anni, perche’ ha tentato una rapina alla Banca Montepaschi di Siena minacciando un cassiere con un coltellino, e pretendendo da lui 350 euro per pagare le bollette. L’impiegato ha reagito ed ha lanciato l’allarme ai carabinieri. Ballacchino e’ stato sorpreso gia’ in possesso di 50 euro e dell’orologio del cassiere.

6 ottobre, i carabinieri hanno arrestato Eugenio Capitano, 33 anni, di Racalmuto, disoccupato, accusato di porto illegale di arma in luogo pubblico, danneggiamento a seguito di colpi di arma da fuoco e minaccia grave. Capitano, la sera del 29 settembre, al culmine di una lite familiare, avrebbe esploso alcuni colpi di pistola contro le automobili dei suoi due fratelli, parcheggiate nel centro storico.

6 ottobre, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Annalisa Russello e Angelo Farruggia, una donna della provincia di Agrigento, M S, ecco le iniziali del nome, che oggi ha 40 anni, sara’ risarcita dall’ Ospedale San Raffaele di Milano, su ordine del Tribunale di Milano, di 799mila euro per colpa medica. La sentenza e’ l’ epilogo di una battaglia processuale iniziata nel 2004, che l’agrigentina, con l’assistenza degli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, ha intrapreso contro il noto ospedale milanese per i danni, una emiparesi al lato sinistro, residuati a seguito di un intervento chirurgico al cervello effettuato nell’ormai lontano 1998.

6 ottobre, la Cassazione ha sancito la condanna penale, con sentenza definitiva, del  consigliere comunale di Agrigento, Giuseppe Arnone, reo di avere diffamato l’ingegnere Francesco Vitellaro, gia’ capo dell’Ufficio tecnico comunale di Agrigento, difeso dall’avvocato Mauro Mellini del foro di Roma.  La Cassazione ha quindi rigettato il ricorso di Arnone, al quale e’ stato pertanto imposto il risarcimento del danno a favore di  Vitellaro da liquidare nella competente sede civile. L’ingegnere Vitellaro dichiara : “ non sono scappato, non sono fuggito, come aveva ipotizzato Arnone nel  manifesto murale del 2004. L’ ho querelato ed e’ stato condannato. Sono stato assolto in tutti i procedimenti penali provocati da Arnone a mio carico finora definiti, e sono stato pure costretto, per ottenere cio’, a rinunciare alla prescrizione. La Corte  di  Cassazione ha cosi’  punito Arnone come meritava ‘’.

7 ottobre, il 15 gennaio del 2007, la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica di Agrigento hanno sgominato una presunta associazione a delinquere che avrebbe imperversato in citta’ favorendo i traffici illegali dei clandestini, anche minori. E’ stata l’ inchiesta cosiddetta “ Pascia’ ”. Adesso il Tribunale di Agrigento ha inflitto 4 condanne. 15 anni e 1 mese di reclusione all’egiziano Mihamed Abdelgalil, 8 anni al tunisino Mohamed Debbiche Helmi, 7 anni e 3 mesi a Jihad Trabelsi, 7 anni e 9 mesi a Basam Hosom, anche loro originari della Tunisia. I giudici hanno assolto Gerlando Volpe, 29 anni, di Agrigento.

7 ottobre, il Tribunale di Agrigento ha assolto l’ingegnere Antonino Gambino e gli imprenditori Gaspare Borsellino e Giuseppe Sciascia, tutti di Cattolica Eraclea, imputati di abusivismo edilizio. I tre sono stati sotto processo per la costruzione di una palazzina in via Collegio, che sarebbe stata difforme rispetto alla concessione edilizia. L’immobile e’ stato anche sequestrato dalla Polizia municipale due anni addietro. Il proprietario dell’edificio, Gaspare Borsellino, e il titolare dell’impresa che ha eseguito i lavori, Giuseppe Sciascia, sono stati difesi dagli avvocati Ignazio e Valeria Martorana, e l’ingegnere Gambino dall’avvocato Piro.

8 ottobre, nottetempo, ad Agrigento, a Porta di Ponte, ignoti hanno sfondato il vetro di protezione della tabaccheria del luogo ed hanno arraffato sigarette, gratta e vinci e poche monete dalla cassa. I malviventi infatti sono subito fuggiti perche’ allarmati dal transito di un metronotte in pattugliamento in via Atenea. Indaga la polizia.

9 ottobre, una tromba d’aria si e’ abbattuta, intorno alle ore 17, sul centro urbano di Licata. Sradicati alcuni alberi, uno e’ precipitato su un’auto in sosta, ed un altro ha ostacolato il transito lungo la statale 115. Numerosi cassonetti della nettezza urbana sono stati capovolti dal vento, e cosi’ anche sedie, tavoli ed altro materiale plastico. Un recinto in lamiera e’ stato divelto in piazza Gondar. Danni all’ agricoltura locale, strappati alcuni tunnel in plastica per la produzione di primaticci.

9 ottobre, a Licata i carabinieri hanno arrestato Francesco Di Rosa, 49 anni, netturbino, perche’ avrebbe lanciato dal balcone di casa, nel quartiere Montecatini, una lattina confezionata come se fosse una bomba molotov. Il gesto sarebbe stato una sorta di avvertimento contro dei vicini di casa con i quali non vi e’ accordo.

10 ottobre, i carabinieri della Compagnia di Sciacca e della stazione di Menfi, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato a Menfi 4 romeni perche’ sorpresi a rubare generi alimentari per un valore di 600 euro nel supermercato ‘’ Penny market ‘’. I quattro, accusati di furto aggravato in concorso, sono Ionel Colceag Ionel, 52 anni, Emilian Marius Cocleag, 27 anni, Flavius Gabriel Abuhmoaie, 23 anni, e Marian Vlasceanu, 43 anni , tutti residenti ad Alcamo, in provincia di Trapani.

10 ottobre, i carabinieri della Compagnia di Canicatti’ hanno arrestato Gianfranco Gugliotta, 33 anni, di Canicatti’, sorpreso in possesso di 64,5 grammi di hashish, 7,4 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e 10 grammi di mannite, sostanza utilizzata per il taglio della droga.

10 ottobre, i carabinieri delle stazioni di Palma di Montechiaro, Campobello di Licata e Ravanusa hanno arrestato per furto aggravato sei romeni. Si tratta di Romeo Raducan, 29 anni, Constantin Nistor, 23 anni, Ionut Nistor, 25 anni, Catalin Feraru, 23 anni, Ciprian Stoican, 28 anni, e Ionut Gelu Stoican, 25 anni. I sei, domiciliati a Palma di Montechiaro, sono stati sorpresi lungo la strada statale 126, in prossimita’ di Camastra, a bordo di due automobili, intenti a trasportare alcune bobine di cavo elettrico, del peso di 500 chilogrammi, presumibilmente per estrarre successivamente del rame. Il materiale, di proprieta’ dell’ Enel, e’ stato rubato in contrada Tintoria Agro nel comune di Ravanusa.

10 ottobre, il tribunale di Agrigento – distaccamento di Licata ha condannato a 8 mesi di reclusione, pena sospesa, il medico  Giuseppe Alaimo, gia’ in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Licata, accusato di omicidio colposo in riferimento alla morte, nel luglio 2007, del palmese Angelo Scopelliti, colto da malore, e poi morto dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso dell’ ospedale licatese. I familiari hanno presentato denuncia.

11 ottobre, ad Aragona i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato Salvatore Caruana, 56 anni, di Aragona. L’uomo, sottoposto agli arresti domiciliari, e’ stato sorpreso dai militari fuori casa e, di conseguenza, e’ stato arrestato per evasione.

11 ottobre, la Procura di Agrigento ed il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno notificato al presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, un avviso a presentarsi per rendere interrogatorio come persona sottoposta a indagini. I reati ipotizzati sono peculato, concussione e truffa. All’esame dell’ inchiesta vi sono alcuni atti compiuti dal presidente D’ Orsi, che, tra l’altro, avrebbe piantumato nella sua villa 40 palme acquistate dalla Provincia e che sarebbero state destinate a spazi di verde pubblico, aiuole di scuole e al giardino botanico. E per dirigere i lavori di piantumazione dei 40 esemplari di tipo “Washingtonia” si sarebbe avvalso di due dipendenti della Provincia utilizzandoli negli orari in cui avrebbero dovuto prestare servizio in altre mansioni. Piu’ nel dettaglio, a lavorare a casa di D’Orsi sarebbero stati l’agronomo Giovanni Alletto e l’architetto Vincenzo Buono, nominato direttore dei lavori e responsabile della sicurezza per le opere di ristrutturazione della proprieta’ di D’ Orsi. Il tutto gratuitamente, anche se l’architetto avrebbe emesso una fattura di 700 euro come acconto per un compenso mai percepito. E per concludere i lavori, il presidente D’Orsi si sarebbe servito di due imprese gia’ impegnate in appalti con la Provincia. Piu’ nel dettaglio, la “Consolida” di Gaspare Chianetta avrebbe compiuto lavori di scavo e di trasporto merce, e D’Orsi avrebbe ottenuto uno sconto del 30 per cento. E la “Manutencoop” avrebbe prestato gratuitamente opere di ristrutturazione del valore di oltre 10mila euro. Ed ancora, D’Orsi avrebbe conferito incarichi esterni per esigenze che l’ Ente Provincia avrebbe potuto fronteggiare con proprio personale. Irregolari sarebbero anche gli affidamenti dei servizi alberghieri in occasione di alcuni spettacoli del cartellone della Provincia. Le indagini, in corso da due anni, sono coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, e dal sostituto Giacomo Forte.

11 ottobre, i carabinieri della stazione di Cianciana, coordinati dal capitano Vincenzo Bulla, hanno arrestato Gaetano Santino Passafiume, 27 anni, di Cianciana, inseguito da un ordine di carcerazione firmato dalla Procura di Sciacca. Passafiume scontera’ 1 anno di reclusione per spaccio di sostanze stupefacenti allorche’ il 29 dicembre del 2009, all’interno dell’abitazione di Passafiume, gia’ detenuto ai domiciliari per tentato omicidio, sono state scoperte 3 confezioni di hashish per 40 grammi, un bilancino di precisione, ed un coltello usato per tagliare lo stupefacente.

11 ottobre, i carabinieri della stazione di Menfi e della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato, per furto aggravato in concorso, due romeni, Girbea Cristinel Costin, 23 anni, e Ciurciumano Mihai, 26 anni. I due, nel corso di un servizio di pattugliamento, sono stati sorpresi all’interno dell’ isola ecologica della societa’ Sogeir in contrada “ Mandrazzi ” in territorio di Menfi, intenti a rubare elettrodomestici e componenti in rame, ammassati sul posto.

11 ottobre, il Tribunale di Agrigento – Sezione distaccata di Canicatti’ ha condannato Calogero Schembri, residente a Camastra, a 2 mesi di reclusione, oltre al risarcimento dei danni, per avere provocato delle lesioni alla ex moglie, Loredana Melilli. Gia’ in passato, per episodi dello stesso genere, Schembri e’ stato sottoposto alla misura cautelare dell’ allontanamento dalla casa familiare.  Loredana Melilli, difesa dall’ avvocato Maria Lina Faraci, si e’ costituita parte civile rivendicando il risarcimento dei danni.

12 ottobre, sono definitive in Cassazione 12 condanne emesse nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia “Marna” contro i fiancheggiatori dell’ex latitante Gerlandino Messina. Il 3 dicembre del 2008, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo li ha condannati. Il 14 luglio del 2010, dopo 6 ore di camera di consiglio, la Corte d’Appello di Palermo ha sfornato la sentenza di secondo grado. Adesso, il timbro del giudicato, la sentenza definitiva, firmata dalla corte suprema, la Cassazione a Roma, che ha respinto i ricorsi della difesa. Dunque: 3 anni e 4 mesi di reclusione al pentito di Racalmuto, Maurizio Di Gati. 5 anni a Pasquale Di Salvo, di Siculiana. 5 anni a Bruno Doria, di Agrigento. 5 anni a Gerlando Giuseppe Gucciardo, di Siculiana. 6 anni a Francesco Gucciardo, di Siculiana. 4 anni e 6 mesi all’omonimo Francesco Gucciardo, di Realmonte. 5 anni a Calogero Iacono, di Agrigento. 7 anni e 6 mesi a Carmelo Infantino, di Agrigento. 5 anni e 4 mesi a Vincenzo Mangiapane, di Cammarata. 7 anni e 8 mesi a Giovanni Putrone, di Porto Empedocle. 4 anni e 4 mesi a Martino Dino Vitello, di Agrigento. 5 anni a Pasquale Vento, di Agrigento.

12 ottobre, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Ezio Damizia, ha condannato Eugenio Capitano e Vincenzo Milioto,  entrambi di 33 anni, di Racalmuto, accusati di porto abusivo di arma in luogo pubblico e minacce allorche’ il 14 febbraio del 2008 avrebbero esploso alcuni colpi di pistola a scopo intimidatorio all’interno di un bar di Racalmuto. Ad Eugenio Capitano sono stati inflitti 1 anno e 8 mesi di reclusione, ed a Vincenzo Milioto 9 mesi. Assolto un terzo imputato, Serafino Mendola, 30 anni, anche lui di Racalmuto.

13 ottobre, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno denunciato un tunisino di 36 anni residente a Vittoria, nel ragusano, per contrabbando di tabacchi. Infatti, l’ uomo e’ stato sorpreso ad Agrigento, al Villaggio Mose’, lungo il viale Leonardo Sciascia, a bordo di una Fiat Punto ed in possesso di un consistente quantitativo di sigarette illegali. Sequestrati 318 pacchetti di “bionde”, per un peso complessivo di 8 chilogrammi.

13 ottobre, incredibile ma vero. Ad Agrigento, ignoti, approfittando di un attimo di distrazione di un carabiniere in borghese, in servizio al Comando provinciale, gli hanno rubato il borsello contenente la pistola. Il borsello e’ stato poggiato su una sedia, innanzi ad un locale, al Viale della Vittoria, e quando il carabiniere, intento a consumare una bevanda, si e’ allontanato di pochi metri per telefonare con il cellulare, i malviventi, adesso ricercati, hanno rubato il borsello, contenente, oltre la pistola d’ordinanza, anche i documenti del militare.

13 ottobre, i carabinieri della stazione di Casteltermini, a conclusione di indagini contro i furti d’acqua scattate a seguito di una denuncia sporta dalla societa’ Girgenti Acque, hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento 10 persone, tutte di Casteltermini, accusate di furto d’acqua. Tra i 10 vi sono impiegati, pensionati ed anche un parrucchiere, tutti tra i 48 ed i 72 anni di eta’. Si sarebbero allacciati abusivamente alla condotta idrica cosiddetta “ Chirumbo”, usufruendo e approvvigionando gratuitamente di acqua potabile le proprie case rurali, terreni e villette, a danno di Girgenti Acque.

13 ottobre, i carabinieri della stazione di Casteltermini hanno arrestato Giuseppe Domenico De Marco, 51 anni, di Casteltermini, inseguito da una ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Tribunale di Sorveglianza di Agrigento, in sostituzione dell’ affidamento in prova al servizio sociale. Lo scorso 21 settembre sarebbe stata accertata la presenza di De Marco all’interno di una officina di demolizione auto, in localita’ Tumarrano – Ficuzza, e, dunque, l’ uomo avrebbe violato le prescrizioni a lui imposte dal Tribunale di Sorveglianza.

14 ottobre, l’ ex dirigente del Dipartimento Finanze del Comune di Favara, Patrizia Fatone, e l’ex presidente del Consiglio comunale, Michele Sanfilippo, sono stati condannati dalla Corte dei Conti per danno all’erario. Fatone e Sanfilippo restituiranno al Comune oltre 150 mila euro sottratti, secondo i magistrati, tra il 1999 e il 2000, usando fatture false per garantirsi spese personali, vestiti e anche vacanze all’estero. Per gli stessi reati i due sono stati gia’ condannati in sede penale.

14 ottobre, il 22 giugno del 2007, Calogero Crapanzano, 63 anni, maestro in pensione di Favara ma residente a Bonagia, frazione di Palermo, usando la corda per trainare la propria auto, ha strangolato e ucciso il figlio autistico, Angelo, di 27 anni, e poi si e’ costituito ai Carabinieri. Oggi, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha concesso la grazia a Crapanzano, attualmente detenuto agli arresti domiciliari per scontare una condanna a 9 anni e 4 mesi. Calogero Crapanzano gia’ 2 anni addietro si e’ rivolto al Capo dello Stato per ottenere la grazia, e ha spiegato : ‘’ troppe volte ho chiesto aiuto alle istituzioni, ma mi prescrivevano solo psicofarmaci per il mio ragazzo. Ero ormai esasperato da una vita d’ inferno. Angelo picchiava me e mia moglie. Qualche volta aveva anche minacciato il suicidio. Dopo l’ennesima crisi del ragazzo, che ci chiedeva di smontare un condizionatore, ho avuto un raptus. E adesso sono pentito”. Anche i giudici, nelle motivazioni della sentenza d’appello, hanno scritto : ‘’ l’ assassinio non e’ tollerabile ne’ scusabile, ma per quasi 30 anni Crapanzano ha dedicato interamente al figlio disabile la sua vita. Non fu un dramma della follia, ma dramma della malattia. Cosa fa lo Stato per curare chi e’ colpito dal male autistico ? In quale modo si tutela l’ integrita’ delle famiglie che da questo male vengono travolte ? La risposta, triste e disarmante, e’ purtroppo quella che implica l’assenza : nulla “.

14 ottobre, attentato intimidatorio a Licata, in via Palma, dove due banditi a bordo di una moto e travisati con dei caschi integrali, sono piombati nell’ area di servizio del distributore di carburante Esso, ed hanno esploso un colpo di pistola, seminando paura e panico tra il titolare e un dipendente presenti sul posto. Indaga la polizia.

14 ottobre, i carabinieri di Agrigento hanno denunciato alla Procura presso il Tribunale dei minorenni di Palermo due 16enni, residenti ad Agrigento, al Quadrivio Spinasanta. I due sarebbero i responsabili del furto del borsello, con dentro la pistola d’ordinanza, di un carabiniere, innanzi ad un locale al Viale della Vittoria, lo scorso 12 ottobre. La pistola e’ stata restituita al militare. I due sedicenni sono stati incastrati dalle immagini delle telecamere di video – sorveglianza nella zona.

14 ottobre, i carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato, in flagranza di reato, Ileana Solescu, 31 anni, originaria della Romania, casalinga, accusata di evasione dagli arresti domiciliari allorche’, nel corso di un controllo, non e’ stata presente nella propria abitazione ed e’ stata rintracciata lungo le vie del centro cittadino.

15 ottobre, a Porto Empedocle, i poliziotti del Commissariato Frontiera, agli ordini di Cesare Castelli, hanno arrestato un extracomunitario sorpreso alla guida della sua automobile, ad elevata velocita’ e contromano nel centro cittadino, del tutto ubriaco. L’ immigrato, un tunisino di 37 anni, Mahfoudhi Abdelaziz, , ha inveito e colpito con calci e pugni gli agenti, ed ha anche urinato sull’automobile della polizia.

15 ottobre, a Porto Empedocle, in contrada Vincenzella, in un terreno attiguo allo stabilimento dell’Italcementi, ignoti hanno trafugato da una cabina per l’energia elettrica circa 200 metri di rame, disabilitando di conseguenza la cabina. Grazie alla sofisticata apparecchiatura di continuita’, la produzione all’interno dell’impianto non ha subito alcun contraccolpo.

15 ottobre, i Nas imperversano in provincia di Agrigento. I carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni e sanita’ hanno sventato l’esplosione di una micidiale carica di tritolo tossico e intossicante. Infatti, nell’agrigentino, nei depositi di due aziende, e in un caseificio, i militari hanno sequestrato circa 5 tonnellate di formaggi tipici siciliani, tra caciocavallo e pecorino, perche’ in pessimo stato di conservazione, e poi perche’ non vi e’ alcuna traccia della rintracciabilita’ dei prodotti, nel senso dove sono stati prodotti, come e quando. E cosi’ anche 200 chilogrammi di salumi, scaduti, e le confezioni sono addirittura rigonfie. I titolari del caseificio e delle due aziende alimentari sono stati denunciati a piede libero alla Procura. Inoltre, nel primo deposito e’ stato chiuso il locale adibito a salagione dei formaggi, perche’ in carenti condizioni igienico sanitarie e perche’ non autorizzato. Ed ancora, nel secondo deposito e’ stata sigillata la cella frigorifera abusivamente adibita alla stagionatura dei prodotti caseari. Su alcune forme di formaggio e’ stata scoperta muffa, ed altri segni di alterazioni batteriche.

16 ottobre, a Cattolica Eraclea i carabinieri hanno arrestato Marius Marin, 23 anni, originario della Romania e domiciliato a Cattolica, allorche’ avrebbe tentato di rubare all’ interno della villa di un avvocato ad Eraclea Minoa. Il colpo pero’ e’ fallito grazie all’intervento dei carabinieri in pattugliamento nella zona. I malviventi sono fuggiti e si sono nascosti in una pineta. Uno, Marin, e’ stato localizzato e arrestato. Scoperta e sequestrata anche l’automobile usata dai ladri. All’interno sono stati scoperti diversi arnesi da scasso.

17 ottobre, i carabinieri della tenenza di Favara hanno arrestato per rissa aggravata, lesioni personali aggravate, violenza privata, violazione di domicilio aggravato, danneggiamento aggravato e porto abusivo di strumenti atti ad offendere, Salvatore Fallito, 51 anni, Bennardo Fallito, 22 anni, Maria Bennardo, 42 anni, e Vincenzo Caramazza, 46 anni.  I quattro, tutti di Favara, per cause presumibilmente passionali, legate ad una relazione sentimentale tra Bennardo Fallito e una ragazza del luogo, sono stati protagonisti, armati anche con dei bastoni, di una violenta rissa, e sono stati tutti costretti al soccorso medico prima di essere ammanettati.

18 ottobre, maxi blitz della Polizia di Canicatti’, della Squadra mobile e della Procura di Agrigento. Droga e rapine : 16 in carcere, ed 11 in divieto di dimora. E’ stato il blitz cosiddetto “Strike”, dall’ inglese colpo, battuta. E i poliziotti del Commissariato di Canicatti’, agli ordini di Corrado Empoli, e della Squadra mobile di Agrigento, capitanata da Alfonso Iadevaia, hanno colpito e battuto 27 indagati. Ai giudici risponderanno, a vario titolo, di detenzione e spaccio di droga, marijuana, hashish e cocaina, tra Canicatti’ e zone confinanti, a cavallo delle province di Agrigento e Caltanissetta. E poi anche di rapine, danneggiamenti, aggressioni ed intimidazioni. Protagonisti dell’ operazione sono stati 150 poliziotti, teleguidati a distanza dalla Procura di Agrigento, e dai titolari dell’ inchiesta, l’ aggiunto Ignazio Fonzo, ed il sostituto Andrea Bianchi. Epicentro delle prime scosse dell’ inchiesta e’ stato Canicatti’ dove, tra il 2009 e l’inizio del 2010, si sono susseguiti numerosi reati come rapine, furti, danneggiamenti, incendi di automobili e aggressioni. All’epoca, quasi sempre con le stesse modalita’, ossia banditi travisati con calza da donna, sono stati rapinati bar, benzinai, e negozi di abbigliamento. Poi anche privati cittadini, picchiati e derubati. L’escalation delle indagini ha svelato il collaterale vorticoso traffico di stupefacenti.
Ecco gli arrestati in carcere, sono 16, tutti di Canicatti’ :
Diego Paci, 29 anni.
Giovanni Magro, 33 anni.
Francesco Milanese, 27 anni.
Vincenzo La Morella, 22 anni.
Salvatore Carlo Sammartino, 23 anni.
Giacinto Corbo, 53 anni, inteso “Zzi Ginu”.
Calogero Messina, 29 anni, inteso “Rino”.
Rosario Comparato, 30 anni.
Mirko Messina, 22 anni.
Diego Cutaia, 29 anni.
Gaspare Facciponte, 36 anni.
Danilo Fazio, 35 anni.
Vincenzo Mongitore, 27 anni.
Diego Messina, 47 anni.
Poi, Emanuele Giuseppe Garozzo, 31 anni, di Misterbianco, in provincia di Catania.
E Hosni Ben Brahem, 29 anni, originario della Tunisia, e gia’ detenuto nel carcere di Agrigento.
Il divieto di dimora in provincia di Agrigento e’ stato imposto ai canicattinesi :
Vincenzo Gioacchino Tiranno, 31 anni.
Giuseppe Falzone, 40 anni.
Giovanni Milana, 28 anni.
Salvatore Ragazzo, 26 anni.
Daniele Avanzato, 26 anni.
Ivan Napoli, 21 anni.
Filippo Cutaia, 23 anni.
Luca Ivan Alaimo, 25 anni.
E Diego Scibetta, 37 anni.
Poi Sebti Ouldji, inteso Kamel, 42 anni, originario dell’ Algeria, e domiciliato a Canicatti’.
E Neji Kebaier, 22 anni, tunisino.

18 ottobre, a Canicatti’, in contrada Vecchia Dama, una donna di 27 anni, a bordo della sua automobile, ad un incrocio, e’ stata affiancata da un’altra auto, una Golf, con a bordo 3 persone, e una delle 3 armata di pistola e con il volto scoperto. I 3 hanno costretto la donna alla sosta e le hanno rubato l’automobile.

18 ottobre, ad Agrigento, lungo la Discesa Duomo, ad un’anziana pensionata e’ stata scippata dal collo una collanina d’oro. Un uomo si e’ avventato contro la donna, le ha mantenuto fermo il collo e le ha strappato la collana d’oro. Poi e’ fuggito. Indagini in corso.

19 ottobre, a Favara, in via Regione siciliana, due banditi, travisati con un casco integrale ed armati di pistola, hanno rapinato il supermercato Discount Md. I due hanno costretto il personale a consegnare l’ incasso, circa 700 euro, e sono fuggiti a bordo di un ciclomotore. Indagano i carabinieri.

19 ottobre, il Tribunale di Agrigento ha condannato Neculai Gradinariu, 52 anni, originario della Romania e domiciliato a Camastra, a 2 anni e 10 mesi di reclusione per il reato di atti sessuali con una bambina di 3 anni figlia di connazionali dello stesso Gradinariu, gia’ arrestato dai carabinieri lo scorso 20 gennaio. Su istanza del difensore, l’avvocato Loretta Severino, a Gradinariu e’ stata sostituita la misura della custodia cautelare in carcere con l’ obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Inoltre, l’avvocato Loretta Severino sottolinea che in occasione dell’ arresto del romeno, i medici dell’ Ospedale Barone Lombardo di Canicatti’, che hanno visitato la bambina nell’ immediatezza di quanto denunciato, hanno da subito escluso segni di violenza o di lesioni di qualsiasi genere sulla bambina. I genitori della piccola non si sono costituiti parte civile al processo. L’avvocato Loretta Severino e’ in attesa delle motivazioni per valutare eventuale ricorso.

19 ottobre, lo scorso 30 settembre, un uomo e’ stato denunciato ai carabinieri dalla madre di un bambino di 11 anni che lo accusa di aver abusato sessualmente di suo figlio a bordo del traghetto Palladio durante la traversata da Porto Empedocle a Lampedusa. Secondo il racconto dell’ 11enne, all’interno di una cabina, l’uomo lo avrebbe molestato e avrebbe tentato un rapporto. Il ragazzino, sotto choc, e’ fuggito dalla madre. Gli indumenti indossati dal bambino, ed il tampone prelevato dai medici, sono stati all’esame dei carabinieri del Ris di Messina che hanno depositato l’esito. Sul pigiama indossato dal bimbo vi sono tracce di liquido seminale maschile non del piccolo. Svolta, dunque, nelle indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Agrigento, Andrea Maggioni. Oggi, infatti, e’ stato arrestato il presunto responsabile. Si tratta di un Vigile del fuoco di 46 anni, sposato e padre di figli. E’ stata proprio la madre del bambino ad affidare il figlio al pompiere, amico di famiglia, per accompagnarlo durante il viaggio notturno. La donna e’ stata invece in un’altra cabina, insieme alla figlia. Il vigile del fuoco e’ stato gia’ sospeso dal servizio.

19 ottobre, la Corte d’ Appello di Palermo ha condannato l’ex responsabile provinciale dell’Anas di Agrigento, Giuseppe Pietro Clemente, al pagamento di 20 mila euro a titolo di provvisionale alla famiglia di Daniele Spitali, 24 anni, di Grotte, militare dell’esercito italiano, morto vittima di un incidente stradale il 18 settembre del 2006, lungo la statale 189 Agrigento – Palermo, nei pressi del bivio per Aragona. L’Anas e’ stata imputata di omicidio colposo perche’, cosi’ come secondo anche la famiglia di Spitali, rappresentata dall’avvocato Basilio Vella, ‘’ l’ente giuridico Anas avrebbe posto in essere un’ attivita’ omissiva ed irresponsabile che sarebbe divenuta la causa principale e diretta dell’incidente stradale in cui ha perso la vita Spitali “.

19 ottobre, i carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato Emanuele Attardo, 26 anni, e Rosa Marino, 21 anni, entrambi palmesi, sorpresi presso un alloggio popolare dove, dopo aver forzato la serranda di una finestra e la serratura dell’ ingresso, hanno rovistato tra mobili e cassetti alla ricerca, verosimilmente, di oggetti di valore.

19 ottobre, i carabinieri di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato in flagranza di reato, Vincenzo Picone, 42 anni, di Sciacca, accusato di atti persecutori, quindi stalking. Picone e’ stato sorpreso intento a molestare con minacce una donna di 37 anni al fine di convincerla ad intraprendere con lui una relazione sentimentale.

20 ottobre, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Lupo, ha assolto l’ex presidente dell’Akragas calcio, Gioacchino Sferrazza, dai reati di apologia del reato di associazione mafiosa, istigazione a delinquere e calunnia. Le accuse si riferiscono al saluto di Sferrazza al presunto mafioso di Palma di Montechiaro, Nicola Ribisi, dopo una partita vinta dall’ Akragas, il 27 settembre del 2009, ed innanzi alla Questura di Agrigento in occasione dell’ arresto di Ribisi, il 18 settembre del 2009. Poi, e’ stata contestata la presunta istigazione ai tifosi, da parte di Sferrazza, a minacciare di morte il giornalista Gerlando Cardinale che pubblico’ sul Giornale di Sicilia la notizia del saluto a Ribisi dopo la partita. La calunnia invece e’ stata contestata a seguito di una querela di Sferrazza allo stesso giornalista ed alla Direzione del Giornale di Sicilia. Gioacchino Sferrazza e’ stato difeso dall’ avvocato Daniela Posante. Il pubblico ministero, Francesco Battaglia, ha chiesto la condanna ad 1 anno e 6 mesi di reclusione.

20 ottobre, a Favara, il mezzo busto bronzeo del barone Mendola, collocato innanzi l’ omonima biblioteca comunale, in piazza Cavour, e’ stato rubato. L’opera risale al 1926. Indagano i carabinieri.

20 ottobre, a Porto Empedocle, in via Crispi, 3 rimorchi sono stati rubati, ed un altro e’ stato incendiato, nel deposito della ditta di trasporti da e per le isole Pelagie, “Mnr trasporti srl”. La stessa impresa, gia’ lo scorso 6 luglio, ha subito, sempre nello stesso deposito, l’incendio della motrice di un camion. Indagini in corso.

20 ottobre, a Canicatti’, in via Lepanto, nel centro storico, e’ crollata una palazzina di due piani. Nell’ immobile sono in corso lavori di ristrutturazione. Gli operai si sono rifugiati in salvo poco prima del cedimento. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco.

20 ottobre, a Sciacca, all’ interno del cimitero, ignoti malviventi hanno rubato, strappandole con dei taglierini dal marmo, alcune statue in bronzo di diverso peso e dimensioni collocate sopra le tombe. Il furto e’ stato scoperto dai custodi. Indagini in corso.

20 ottobre, i carabinieri della stazione di Grotte hanno arrestato Koki Anane, 37 anni, domiciliato in Grotte, e gia’ sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel territorio del comune di Grotte. Koki Anane e’ stato inseguito da un ordine di cattura spiccato a seguito delle accertate violazioni della stessa misura di prevenzione.

21 ottobre, a Sciacca, all’ interno di un’ abitazione in via Tagli, nel centro cittadino, i carabinieri ed i vigili del fuoco hanno scoperto il cadavere di un uomo riverso sul pavimento, in una chiazza di sangue. L’ uomo si sarebbe suicidato, sparandosi un colpo di pistola alla tempia.

21 ottobre, i carabinieri della stazione di Ravanusa hanno arrestato ai domiciliari Fortunato Furnari, 23 anni, e Carmelo Meroni, 25 anni, entrambi di Gela, accusati di concorso in furto aggravato allorche’ lo scorso luglio avrebbe svaligiato un bar a Ravanusa asportando diverse stecche di sigarette per alcune centinaia di euro.

21 ottobre, ad Agrigento, la scuola materna Esseneto, lungo la omonima via, e’ stata vittima di un raid vandalico. Ignoti hanno forzato gli ingressi ed hanno provocato danni tra materiale didattico e arredi. Indagini in corso.

21 ottobre, a Siculiana i carabinieri hanno denunciato un imprenditore di 50 anni, N A, ecco le iniziali del nome, allorche’ e’ stato sorpreso ad estrarre abusivamente pietra bianca, conosciuta come “ricciolino” , da una cava in contrada Baiata – Centosalme, in territorio di Realmonte.

21 ottobre, ad Aragona i carabinieri hanno scoperto e sequestrato, nel corso di due distinte perquisizioni in due abitazioni, numerosi reperti archeologici, tra 4 anfore del periodo romano, 3 ceramiche medievali, 2 anfore bizantine, e un vaso del 19esimo secolo.

21 ottobre, altra presunta intimidazione contro l’ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara. Al Tribunale di Agrigento si e’ svolta una udienza del processo cosiddetto ‘’ Easy Money’’, denaro facile. Prestiti e interessi a tassi di usura. Il blitz del 18 gennaio 2010. Le manette. L’accusatore e’ l’ex sindaco di Porto Empedocle, adesso dirigente di Italia dei Valori, Paolo Ferrara. Ebbene, a conclusione, avviandosi tutti fuori dall’ aula, una persona al momento ignota si sarebbe rivolta furtivamente contro Paolo Ferrara minacciandolo cosi’ : ‘’ t’ ammazzamu ‘’. E’ stata gia’ informata l’autorita’ giudiziaria, che adesso lavora di conseguenza.

21 ottobre, a Cattolica Eraclea i carabinieri hanno arrestato Salvatore Costanza, 39 anni, originario di Favara ma residente a Cattolica, accusato di maltrattamenti in famiglia a danno della madre che lo ha denunciato nel 2009. Piu’ volte i militari sono intervenuti in casa dei due per sedare le liti.

21 ottobre, ad Agrigento la Guardia di Finanza ha sorpreso e denunciato in via Garibaldi un cittadino senegalese intento a caricare sulla sua Ford Escort vari capi di abbigliamento contraffatti. La merce e’ stata sequestrata.

21 ottobre, l’ inchiesta antidroga a Porto Empedocle cosiddetta ‘’ Red Scorpion ‘’. E’ detenuto Alfonso Di Stefano, 27 anni, che ha patteggiato la condanna a 2 anni e 9 mesi di reclusione ma non ha ottenuto di essere ammesso all’ affidamento in prova ai servizi sociali. Di Stefano scontera’ la pena residua di 1 anno e 6 mesi ai domiciliari.

21 ottobre, il Tribunale di Agrigento ha condannato Antonino Butera, di Aragona, a 4 mesi di reclusione. Butera e’ stato imputato di aggressione a danno di Antonino e Biagio Di Giacomo e di Rosa Caci, titolari di un noto supermercato ad Aragona. Butera risarcira’ i danni in separata sede. Contestualmente, gli imputati, difesi dall’ avvocato Giuseppe Arnone, sono stati assolti dall’ accusa di avere partecipato ad una rissa, riconoscendo invece che sono stati soltanto delle vittime dell’ aggressione. Arnone commenta : ‘’ la sentenza restituisce a dei galantuomini la loro piena onorabilita’ e punisce il responsabile di azioni indegne ‘’.

22 ottobre, ad Agrigento i ladri hanno imperversato nella zona industriale, in contrada San Benedetto, a danno delle  concessionarie di automobili “Iviesse” e “Meridiano”, entrambe  di proprieta’ della famiglia Graceffa.  Una dei titolari e’ Piera Graceffa, vice presidente di ConfIndustria  Agrigento. I malviventi hanno forzato alcuni ingressi e, dopo aver rovistato dappertutto, hanno scassinato con un flex la cassaforte,  vuota,  all’ interno della  “Meridiano”. Sono state rubate solo alcune centinaia di euro dalla cassa  del negozio ricambi, e poi, all’  ” Iviesse ”  e’ stata rubata una cassetta di sicurezza contenente circa 4 mila euro.  Altri due furti sono stati compiuti  in due villette in via Olimpo, nel quartiere del Villaggio Peruzzo. Rubati gioielli e oggetti di valore. Indagini in corso.

22 ottobre, i carabinieri della Compagnia di Agrigento, agli ordini del capitano, Giuseppe Asti, hanno arrestato Francesco Randisi, 34 anni, di Raffadali, inseguito da un mandato di cattura spiccato dalla Procura per maltrattamenti in famiglia a danno della madre. Il raffadalese, gia’ sottoposto agli arresti domiciliari, e’ adesso ospite presso la comunita’ “Isola Felice 3” di Agrigento.

22 ottobre, i carabinieri del Comando provinciale di Agrigento hanno arrestato Gioacchino Salvaggio, 51 anni, di Agrigento, che scontera’ una condanna a 3 mesi di reclusione per evasione dagli arresti domiciliari.

23 ottobre, a Caltabellotta, una pensionata di 80 anni, Teresa Pace, e’ caduta dalle scale della sua abitazione, in via Intermaggio, ha sbattuto violentemente la testa ed e’ morta. La donna, da decenni negli Stati Uniti, a New York, e’ rientrata a Caltabellotta da poco piu’ di un mese per riabbracciare i familiari, tra il fratello e la sorella, e in occasione delle festivita’ dei Morti. Sorte beffarda : 6 anni addietro, un fratello di Teresa Pace, Francesco, e’ stato a New York in vacanza dalla sorella Teresa per il matrimonio di una nipote, ed anche lui e’ morto sul colpo cadendo dalle scale.

23 ottobre, ad Agrigento, in via Mazzini, all’ interno della cucina di un appartamento si e’ scatenato un incendio, forse alimentato da una presa elettrica difettosa. I proprietari hanno subito lanciato l’allarme ai Vigili del fuoco che hanno scongiurato l’esplosione della bombola del gas ed hanno domato le fiamme. Quattro famiglie, precauzionalmente evacuate, sono rientrate in casa.

23 ottobre, i carabinieri di Agrigento hanno sequestrato l’automobile, ed hanno denunciato alla Procura per guida in stato di ebbrezza, un consulente fiscale di 30 anni, M S, ecco le iniziali del nome, sorpreso a bordo della propria automobile, in via Nettuno, a San Leone, con un tasso di alcol di 1 grammo , 16 nel sangue, oltre due volte il limite consentito.

23 ottobre, a Palma di Montechiaro i carabinieri hanno arrestato Aldesouky Amhed Mahmoud, 18 anni, originario dell’ Egitto e domiciliato a Palma di Montechiaro, sorpreso nei pressi di un bar in possesso di 8 grammi di hashish, divisi in 7 dosi pronte per essere spacciate.

23 ottobre, i carabinieri della Compagnia di Cammarata hanno arrestato Giuseppe Sciavolino, 49 anni, di Valledolmo, accusato di furto aggravato e rapina allorche’ ha rapinato e derubato una profumeria e altri negozi all’ interno del centro commerciale “ La Fornace ”, al bivio Tumarrano, a Cammarata. Sciavolino ha anche minacciato una commessa della profumeria con un coltello puntato alla gola.

24 ottobre, i carabinieri hanno arrestato Orazio Giuseppe Stamilla, 25 anni, e Alfonso Moncada, 49 anni, entrambi di Licata, sorpresi a tagliare con la fiamma ossidrica i binari nei pressi della stazione ferroviaria “Favarotta” di Campobello di Licata. I militari hanno sequestrato 26 pezzi di rotaia gia’ caricati a bordo di un autocarro.

24 ottobre, ad Agrigento, nei pressi dello stadio Esseneto, ignoti ladri hanno scassinato un distributore di carburante in via Petrarca ed hanno rubato diverse confezioni di olio per auto. Ed ancora, in via Giovanni 23esimo, i ladri hanno forzato un ingresso ed hanno rubato alcune confezioni di prodotti e una macchinetta per tagliare i capelli all’ interno di una parruccheria.

24 ottobre, il questore di Agrigento, Giuseppe Bisogno, ha emesso il provvedimento di Daspo per 3 anni con prescrizione a due tifosi empedoclini, Calogero Migliara, 25 anni, e Mario Lombardo, 42 anni, responsabili di lesioni e minacce ai calciatori dell’Aquila Sammichelese, nel corso della partita dello scorso 16 ottobre contro l’Accademia Empedoclina, allo stadio “Vincenzo Collura”. Le indagini, condotte dai poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, agli ordini di Cesare Castelli, hanno accertato che un gruppo di sostenitori empedoclini hanno scavalcato la recinzione dello stadio, ed in particolare Calogero Migliara ha sferrato un pugno ad un calciatore ospite, mentre Mario Lombardo ha anche partecipato alla rissa minacciando gli atleti dell’Aquila Sammichelese. I due tifosi, ogni qualvolta l’Accademia Empedoclina giochera’, si recheranno Commissariato per la firma, due volte nel primo tempo e due volte nella ripresa.

24 ottobre, a Canicatti’, in via Zara, una casalinga, Diega Cortese, 55 anni, e’ morta dopo essere caduta dal balcone, al primo piano, della sua abitazione. La donna, intenta a spolverare i tappeti con il battipanni, si sarebbe sporta troppo. E’ stata soccorsa da un’autoambulanza ed e’ morta poco dopo il ricovero in Ospedale.

24 ottobre, ad Agrigento, al Villaggio Mose’, raid vandalico a danno della scuola Federico secondo, in via De Sica. I teppisti hanno spaccato vetri ed hanno danneggiato gli interni, tra arredi e materiale didattico, svuotando gli estintori sul pavimento e imbrattando i muri con la vernice spray. Indagini in corso.

24 ottobre, a Ribera, in viale Umberto primo, un bandito, con il volto scoperto ed armato con un corpo contundente, ha rapinato l’ agenzia della banca Monte dei Paschi di Siena. L’ ammontare del bottino si aggira intorno ad alcune migliaia di euro.

24 ottobre, in territorio di Cammarata, in contrada Ficuzza, nei pressi del bivio Tumarrano, all’interno di uno dei cantieri in corso per l’ammodernamento della linea ferroviaria Agrigento – Palermo, ignoti ladri hanno rubato cavi di rame per un valore complessivo di oltre 65mila euro.

24 ottobre, a Villaseta, frazione di Agrigento, i carabinieri, grazie anche alla collaborazione tecnica della societa’ Girgenti Acque, hanno denunciato G U, ecco le iniziali del nome, 77 anni, pensionato, e A A, 70 anni, casalinga, entrambi residenti a Villaseta, perche’ si sarebbero allacciati abusivamente alla rete idrica lungo la stessa strada.

24 ottobre, la Guardia di finanza agrigentina, agli ordini del tenente colonnello Vincenzo Raffo, ha sequestrato, per equivalente, beni del valore di 570 mila euro, nell’ambito dell’ inchiesta cosiddetta ” Used cars ” a carico di 4 rivenditori di auto usate a Sciacca. Recuperato a tassazione un imponibile di 6 milioni e 728 mila euro, e di Iva pari a 2 milioni 237 mila euro. I beni sequestrati sono un appartamento, una villetta in costruzione, uno scantinato e un appezzamento di terreno.

24 ottobre, al Tribunale di Agrigento hanno patteggiato la condanna a 9 mesi di reclusione ciascuno, pena sospesa, Tony Zaccardi e Daniele Faraci, entrambi di Licata e di 18 anni, responsabili di un tentato furto all’ interno di un appartamento di Palma di Montechiaro sventato dalla Polizia.

24 ottobre, a conclusione del giudizio abbreviato, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale per i minorenni di Palermo, Antonina Pardo, ha assolto due 17enni di Agrigento, entrambi difesi dall’ avvocato Daniela Posante. I due, R D e D A, ecco le iniziali dei nomi, sono stati  accusati  di tentata rapina e lesioni il 10 ottobre del 2009 a danno di un pensionato di Agrigento sorpreso lungo un sottopassaggio ferroviario tra la via Empedocle e la via Acrone, rovinato a terra a seguito del tentativo di scippo del borsello da parte di due giovani a bordo di un motociclo.

24 ottobre, blitz antimafia dei Carabinieri di Agrigento e della Direzione distrettuale antimafia. Arrestati 4 presunti fedelissimi di Gerlandino Messina tra Porto Empedocle e Realmonte. E’ stata l’ operazione cosiddetta “Dna”, nome scelto perche’ i 4 arrestati sono imparentati tra di loro e con boss di Cosa nostra. Nel mirino sono stati amici dell’ex latitante che avrebbero imposto e riscosso il pizzo presentando il biglietto da visita di Gerlandino. Non solo denaro, anche assunzioni di amici e parenti nelle imprese. Ecco gli arrestati : Filippo Focoso, 41 anni, di Realmonte, presunto capo della famiglia mafiosa del paese, fratello Joseph Focoso, spietato killer, esecutore materiale anche dell’ omicidio di Giuliano Guazzelli e adesso ergastolano. Maurizio Di Gati racconta che Filippo Focoso e’ stato interessato ai lavori della condotta “Favara di Burgio” e che e’ rientrato a Realmonte dalla Germania per proseguire le attivita’ criminose quando il fratello Joseph e’ stato arrestato. Ancora Di Gati dichiara che l’ albergo – ristorante “Madison” a Realmonte ha pagato il pizzo a Gerlandino Messina e adesso paga a Filippo Focoso. Poi Salvatore Romeo, 52 anni, presunto affiliato alla omonima famiglia empedoclina, e fratello di Maurizio Romeo, gia’ condannato per mafia al processo Akragas e adesso in carcere per estorsione. Poi Francesco Luparello, 37 anni, di Realmonte, affiliato alla famiglia realmontina ed alle dipendenze di Filippo Focoso. Luigi Putrone lo ricorda, tra l’altro, perche’ quando lui fuggi’ latitante nel 1998, sarebbe stato Luparello a essere suo battistrada per controllare che lungo il tragitto non vi fossero forze dell’ ordine. Poi Domenico “Nicu” Seddio, 38 anni, anche lui di Porto Empedocle e “Messiniano” di ferro, e che sarebbe stato tra i piu’ attivi, insieme a Romeo che e’ suo cugino, nelle estorsioni. Sarebbero stati loro due, Seddio e Romeo, a trattare il pizzo alla Italcementi, segnalando parenti e affiliati da assumere. Luigi Putrone ricorda che su sua segnalazione e’ stato assunto lo stesso Domenico Seddio, e poi Domenico Falzone, il fratello di Alfonso. Ed ancora Putrone rivela le estorsioni e i danneggiamenti ai commercianti di pesce Iaria, e alla ditta di surgelati Contino. E non solo : estorsione anche ad un dirigente pubblico, Lollino De Leo, a capo dell’ Ente Acquedotto, “perche’ – dichiara Putrone – pensavamo che soldi ne avesse tanti come frutto di corruzione”. I vincoli di parentela : non solo Seddio e Romeo sono cugini, poi la moglie di Francesco Luparello e’ prima cugina di Filippo Focoso, e la madre della moglie di Francesco Luparello e’ cugina della madre di Gerlandino Messina. L’ inchiesta “Dna” si avvale dunque anche delle dichiarazioni dei pentiti storici di Cosa nostra agrigentina, Maurizio Di Gati, Alfonso Falzone, Pasquale Salemi e Luigi Putrone. Poi le indagini dei carabinieri di Agrigento, capitanati dal maggiore Salvo Leotta, e coordinate dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Vittorio Teresi, e dal sostituto Rita Fulantelli. Fernando Sestito e’ stato il Gip che ha firmato i mandati di cattura.

26 ottobre, incidente stradale lungo la statale 115, nei pressi del bivio per Licata, dove un pensionato, Salvatore Saito, 71 anni, di Palma di Montechiaro, al volante di un’automobile, si e’ scontrato contro un camion ed e’ morto sul colpo.

26 ottobre, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 6 anni di reclusione Pasquale Iacono, 53 anni, di Agrigento, Vigile del fuoco, arrestato lo scorso 25 marzo, in flagranza di reato, per il tentato omicidio della madre. L’uomo, ubriaco, dopo avere tentato di soffocare la donna, l’ ha sollevata da terra, minacciando di gettarla dal balcone della loro abitazione, in via Dante. Un commerciante di tendaggi, Michele Nantele, proprietario di un negozio nella zona, allarmato dalle urla della 75enne, si e’ precipitato nell’appartamento, fortunatamente con la porta aperta, ha strattonato il pompiere ed ha trasportato fuori l’ anziana, salvandole la vita.

26 ottobre, l’ imprenditore agrigentino, Salvatore Moncada, e’ Salvatore di nome ed anche di fatto. Infatti, pensate : su un aereo decollato da Roma per New York, un uomo, alquanto nervoso, ha tentato di aprire lo sportello dell’aereo. Immediatamente, un passeggero americano, aiutato dall’imprenditore agrigentino Salvatore Moncada e dal suo consulente finanziario, Mario Mondello, hanno tentato di fermarlo. Nel corso della colluttazione, l’ americano ha subito delle contusioni, mentre Moncada e Mondello hanno schivato i colpi ed hanno trattenuto l’ uomo, un italiano, che e’ stato poi rasserenato. In ogni caso, a parte il panico a bordo, non sarebbe successo nulla di grave perche’ lo sportello ad alta quota e’ bloccato e non puo’ essere aperto.

26 ottobre, in tilt il sistema operativo del comando della polizia municipale di Agrigento, allorche’, nel registrare una sentenza di condanna per il pagamento di una multa per sosta vietata, e’ stato digitato 208 anziche’ 2008. E cosi’, alla intestataria dell’automobile, una donna di 45 anni di Agrigento, e’ stata recapitata una cartella esattoriale, aumentata dagli interessi di 2mila e 200 anni, per oltre 32 mila euro. Il comandante, Cosimo Antonica, spiega : ‘’ si e’ trattato di un errore del sistema operativo. Il computer, durante la digitazione, non ha preso lo zero, e il programma ha poi calcolato automaticamente gli interessi sulla base dell’anno inserito, non riconoscendo l’errore. L’errore e’ stato corretto, e’ stata annullata la cartella esattoriale, e la donna ha pagato solo 102 euro’’.

26 ottobre, a Ribera i carabinieri hanno arrestato Massimo Gennusa, 38 anni, panettiere, perche’ sorpreso al di fuori della propria abitazione, oltre l’orario consentito. Gennusa sconta 5 mesi di detenzione domiciliare per il tentato omicidio di un poliziotto risalente al 6 febbraio del 2002.

27 ottobre, la Corte d’Appello di Caltanissetta ha condannato ad 1 anno e 9 mesi di reclusione Marco Diana, 32 anni, di Canicatti’, gia’ condannato il 15 marzo del 2010, in abbreviato, dal Tribunale nisseno, a 3 anni di carcere, allorche’ a Caltanissetta, in ascensore, avrebbe tentato di abusare di una ragazza nissena, di 16 anni di eta’ all’epoca dell’episodio, nel maggio del 2007. A Marco Diana i giudici di secondo grado hanno concesso le attenuanti riducendogli la condanna.

27 ottobre, i militari della Compagnia della Guardia di finanza di Sciacca, agli ordini del tenente colonnello Vincenzo Raffo, hanno recuperato statue ed oggetti in bronzo rubati lo scorso 20 ottobre dalle tombe gentilizie del cimitero di Sciacca. Le opere trafugate sono state scoperte all’interno di un casolare rurale disabitato, in localita’ Sovareto, a Sciacca. Le Fiamme gialle, nel corso di un pattugliamento investigativo, si sono accorte delle tracce di automezzi lungo il terreno che conduce allo stesso casolare, e si sono insospettite.

27 ottobre, il Tribunale di Palermo ha accolto la richiesta della Procura, proposta da Vittorio Teresi e Fernando Asaro, di archiviazione del procedimento penale a carico dell’ ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto. Il professore prestato alla politica, e che si e’ dimesso a seguito dell’ insorgere dell’ inchiesta adesso archiviata, e’ stato indagato per concorso esterno all’ associazione mafiosa perche’ accusato dai racalmutesi suoi concittadini, mafiosi e poi pentiti, Maurizio Di Gati, Beniamino Di Gati e Ignazio Gagliardo. Petrotto e’ stato difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Ignazio Valenza.

27 ottobre, i giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Agrigento hanno rigettato la richiesta di confisca, proposta dalla Direzione distrettuale antimafia, a carico dei beni di Antonio Perricone, 57 anni, originario di Burgio, ordinandone quindi la restituzione. Perricone, arrestato nell’ ambito della maxi inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Scacco matto ‘’, e’ stato gia’ condannato in primo grado a 12 anni e 6 mesi di reclusione. Lo scorso 27 settembre, la Direzione investigativa antimafia di Palermo sequestro’ ad Antonio Perricone, ad Antonio Derellito di Sciacca e a Diego Gioacchino Guarneri di Canicatti’ beni per circa 2 milioni di euro.

27 ottobre, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 5 anni di reclusione Salvatore Melluso, 39 anni, di Palma di Montechiaro, accusato di rapina e sequestro di persona allorche’ il 3 settembre del 2008, ad Agrigento, al Villaggio Mose’, all’interno della gioielleria Sollami, impugnando una pistola, sarebbe entrato dentro il locale, avrebbe rinchiuso il titolare e un impiegato in un bagno, e avrebbe arraffato oggetti preziosi per circa 50mila euro.

27 ottobre, il Tribunale di Sciacca ha assolto Yanez Angel Esteban Pantoja, 54 anni, originario del Venezuela, accusato di violenza sessuale a danno di una minorenne saccense. Il presunto abuso sarebbe stato compiuto a Sambuca di Sicilia nel luglio del 2009. L’imputato e’ stato arrestato e detenuto per  9 mesi.

27 ottobre, la Corte d’Appello di Palermo ha assolto i dirigenti del Partito democratico di Agrigento Vittorio Gambino e Giuseppe Palermo, gia’ condannati in primo grado, dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, ad 1 anno di reclusione ciascuno, pena sospesa, per falso in atto pubblico allorche’ nell’aprile del 2008, durante le elezioni per le Regionali in Sicilia, Palermo e Gambino avrebbero falsificato le firme sul documento che li ha nominati rappresentanti di lista del Partito Democratico nell’Ufficio elettorale circoscrizionale centrale, allestito nel Palazzo di giustizia di Agrigento. L’ inchiesta e’ stata avviata dopo la denuncia di un candidato del Pd che non sarebbe stato eletto per pochi voti. Sulla validita’ della competizione elettorale si e’ gia’ espresso il Tar di Palermo, che ha bocciato il ricorso del candidato non eletto.

28 ottobre, a Favara, intimidazione raccapricciante, allorche’ innanzi alla sede dell’ Ufficio tecnico comunale e’ stata scoperta una bombola di gas. L’ amministrazione comunale, presieduta dal sindaco, Sasa’ Manganella, ha sporto denuncia ai carabinieri. L’episodio assume una valenza intimidatoria particolare, perche’, in coincidenza, oggi inizia a Favara la procedura per la metanizzazione della citta’.

28 ottobre, a Campobello di Licata, ignoti hanno capovolto 70 su 140 cassonetti della nettezza urbana. Si tratterebbe, a prescindere dal raid vandalico, di un gesto criminale contro la Dedalo Ambiente, la societa’ d’ambito che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani,  diretta dal commissario liquidatore Rosario Miceli. Indagano i carabinieri.

28 ottobre, a Licata la polizia ha arrestato Lidia Pop, 42 anni, originaria della Romania, domiciliata a Licata, pregiudicata, responsabile dei reati di violenza, resistenza, minaccia ed oltraggio a pubblico ufficiale allorche’, sorpresa intenta all’accattonaggio all’ingresso di un centro commerciale, all’ atto dell’identificazione ha minacciato e offeso gli agenti, aggredendoli poi con calci, pugni e colpendoli con la propria borsa.

28 ottobre, Agrigento, nei pressi dello stadio Esseneto, un diverbio tra due automobilisti, animati da una mancata precedenza e da uno scontro tra i mezzi solo sfiorato, ha provocato una violenta e brutale aggressione a danno di un 30enne, sotto gli occhi della madre del malcapitato, che e’ stato picchiato con ferocia da 5 persone. Sul posto e’ intervenuta tempestivamente la Polizia.

28 ottobre, il nucleo dei carabinieri in servizio presso l’Ispettorato del Lavoro di Agrigento ha compiuto delle ispezioni nelle contrade Cannemaschi e Grottarossa, dove sono in corso i lavori per il raddoppio della strada statale 640. Per violazioni in materia di prevenzione infortuni sono state denunciate 4 ditte, compresa la General Contractor, ed 1 coordinatore per la sicurezza. E’ stata inoltre verificata la posizione lavorativa di 20 operai, e una e’ risultata irregolare. Elevate contravvenzioni per l’ importo complessivo di 6mila euro.

28 ottobre, a Realmonte i carabinieri hanno arrestato Gaetano Pollicino, 54 anni, Tonino Pollicino, 30 anni, e Michele Pollicino, 28 anni, tutti di Agrigento, sorpresi in contrada Monterosso intenti a caricare su di un autocarro dei segmenti in ferro di rotaie, appena tranciati con l’utilizzo di un flex alimentato da un gruppo elettrogeno della linea ferroviaria dismessa di proprieta’ delle Ferrovie dello Stato.

28 ottobre, a Caltabellotta, in piazza Matrice, un incendio, di origine incerta, ha provocato ingenti danni ad un negozio di formaggi e prodotti tipici. Le fiamme si sono scatenate tra la saracinesca e l’ ingresso del locale. I vigili del fuoco hanno domato il rogo prima che si propagasse all’interno dei locali. Indagini in corso.

28 ottobre, il Tribunale di Agrigento ha emesso sentenza nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta “Overdose”, dal nome del blitz dei carabinieri del 17 luglio del 2009. A Calogero Scerra, di Palma di Montechiaro, sono stati inflitti 6 mesi di reclusione, ed a Gaetano Lazarevic 1 anno e 4 mesi.  Assolte Maria Cannizzo, Maria Carmela Lazarevic, e Stefania Li Calzi, tutte e tre di Canicatti’.

28 ottobre, i poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, agli ordini del vice questore aggiunto Cesare Castelli, hanno denunciato un 45enne di Porto Empedocle, accusato di truffa allorche’ avrebbe raggirato un gioielliere ed un negoziante d’abbigliamento di Agrigento pagando con assegni cabriolet merce, rispettivamente, per 1.700 euro e 3.500 euro. Le indagini della Polizia hanno incastrato il truffatore, recuperando anche la refurtiva, nonostante i gioielli fossero stati gia’ riciclati in alcuni negozi “Compro – oro”.

29 ottobre, i carabinieri della stazione di Raffadali e del Nucleo radiomobile di Agrigento, agli ordini del capitano Giuseppe Asti, hanno arrestato Francesco Guarraci, 19 anni, di Raffadali, sorpreso, all’ interno di una sala giochi, in possesso di 16 dosi di hashish, pronte per essere spacciate.

29 ottobre, ad Agrigento, in via Manzoni, un bandito e’ entrato dentro una farmacia travisato con una calzamaglia e armato di pistola. Titolare, dipendenti e clienti sono stati costretti a inginocchiarsi a terra. Il malvivente ha ottenuto l’incasso giornaliero ed e’ fuggito, forse con un complice a bordo di un ciclomotore. Poco piu’ tardi, in via Petrarca, due banditi, forse gli stessi, hanno tentato l’ irruzione in una tabaccheria ma hanno desistito forse perche’ intimoriti dalle grida del proprietario. Ed ancora, a San Leone, in via Caratozzolo, un incendio, di origine incerta, ha danneggiato tre automobili parcheggiate all’interno di una proprieta’ privata : una Mercedes e una Fiat Stilo di un commerciante, e un’ Audi.

29 ottobre, la Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Rosario Luzio, ha giudicato per la seconda volta 21 presunti mafiosi nell’ occhio del ciclone del blitz ‘’ Scacco matto ‘’, la raffica di arresti dei carabinieri che imperverso’ tra Ribera, Sciacca e paesi della zona il 4 luglio del 2008. Si tratta dei 21 inquisiti che sono giudicati con il rito abbreviato. Il 18 febbraio del 2010, 9 imputati sono stati assolti dal Tribunale di Palermo, e altri 12 sono stati condannati. In Appello, il Procuratore generale, a conclusione della requisitoria, il 27 aprile scorso, ha invocato 20 condanne e una sola assoluzione. Ecco la sentenza della Corte :
Gino Guzzo, di Montevago, 18 anni.
Salvatore Imbornone, di Lucca Sicula, 10 anni e 8 mesi.
Accursio Dimino, di Sciacca, 9 anni e 4 mesi.
Paolo Capizzi, 71 anni, di Ribera, 10 anni.
Paolo Capizzi 42 anni, di Ribera, 6 anni.
Giuseppe Capizzi, 45 anni, di Ribera, 6 anni.
Giuseppe Capizzi, 42 anni, di Ribera, 8 anni e 8 mesi.
Francesco Capizzi, di Ribera, 12 anni.
Michele Barreca, di Menfi, 6 mesi.
Calogero Rizzuto, di Sambuca di Sicilia, adesso pentito, 4 anni e 8 mesi.
Antonino Gulotta, di Montevago, 10 anni.
Antonio Pumilia, di Montevago, 10 anni.
Raffaele Sala, di Burgio, 9 anni e 8 mesi.
Girolamo Sala, di Burgio, 8 anni e 8 mesi.
Giuseppe Orlando, di Ribera, assolto.
Pietro Antonio Derelitto, di Burgio, assolto.
Giacomo Corso, di Menfi, assolto.
Giuseppe Barreca, di Menfi, assolto.
Leonardo Tavormina, di Menfi, assolto.
Antonino Montalbano, di Ribera, assolto.
Per Michele Giambrone, di Villafranca Sicula, e’ stata dichiarata la nullita’ della sentenza di primo grado.

29 ottobre, a Favara, in Corso Vittorio Veneto, un bandito, travisato al volto e armato di pistola, ha rapinato il supermercato Pam. Il bottino ammonta a circa 800 euro. Indagini in corso.

29 ottobre, i carabinieri della Tenenza di Ribera, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dall’ufficio del magistrato di sorveglianza di Agrigento, hanno arrestato Stefano Conticello, 42 anni, di Ribera, perche’ avrebbe violato le misure preventive legate ai domiciliari che Conticello sconta a seguito di una condanna di poco piu’ di 7 mesi per detenzione illecita di armi e sostanze stupefacenti.

29 ottobre, il Tribunale di Agrigento ha condannato Francesco Frattacci, 60 anni, di Porto Empedocle, ad 8 mesi di reclusione per tentata violenza privata ai danni di una donna di 35 anni. Frattacci avrebbe intrattenuto con lei una relazione sentimentale che poi si e’ interrotta, allorche’ lui, non rassegnandosi, avrebbe perseguitato la 35enne con telefonate moleste.

29 ottobre, a Licata, in contrada Bugiades, i carabinieri della locale compagnia, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato in flagranza di reato Orazio Giuseppe Sortino, 23 anni, e Salvatore Micciche’, 45 anni, sorpresi all’interno dei capannoni dell’ex stabilimento tessile “Halos” intenti a scardinare dalle pareti alcune lastre di rivestimento in ferro. I carabinieri hanno accertato che 12 pannelli da 35 chili ciascuno sono stati gia’ rimossi, pronti per essere caricati su una Moto Ape.

29 ottobre, i carabinieri della Compagnia di Canicatti’ e della stazione di Aragona hanno arrestato un extracomunitario, Ali’ Bdida, 28 anni, sorpreso, nel corso di una perquisizione domiciliare, in possesso di 22 stecche contenenti hashish.

30 ottobre, ad Agrigento, durante la notte a cavallo tra sabato e domenica, si sono scatenate due risse in via Pirandello, tra gruppi di nordafricani ubriachi. Polizia e carabinieri sono intervenuti tempestivamente. I rissanti sono fuggiti.

31 ottobre, ancora sviluppi nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta Kamarat, che gia’ il 18 maggio scorso ha provocato 4 arresti tra Cammarata e Casteltermini. I carabinieri della Compagnia di Cammarata, agli ordini di Vincenzo Bulla, e la Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno arrestato Vincenzo Di Piazza, 71 anni, di Casteltermini, presunto capo della famiglia mafiosa di Casteltermini, bersaglio, tra l’ altro, delle dichiarazioni del neo pentito Maurizio Carrubba, gia’ affiliato alla famiglia mafiosa di Campofranco. Di Piazza e’ stato gia’ arrestato nel 1995, e poi condannato, perche’ avrebbe favorito la latitanza dell’allora capo della provincia mafiosa di Agrigento, Salvatore Fragapane, che si sarebbe nascosto nella tenuta di Di Piazza.

31 ottobre, i poliziotti della Polizia locale di Agrigento, agli ordini di Cosimo Antonica, a seguito di una mirata indagine di polizia amministrativa annonaria, condotta tra il 2010 e il 2011 e coordinata dal commissario Alfonso Pendolino, ha riscontrato numerose violazioni alle norme sul commercio e per il corretto svolgimento della libera concorrenza. La violazione piu’ ricorrente e’ l’ ampliamento illecito del locale, rispetto alla misura dichiarata all’ atto di inizio dell’attivita’, con conseguente evasione, tra l’altro, della percentuale di tributi locali legata alla superficie di vendita. In particolare i controlli sono stati effettuati nelle vie Dante, Manzoni, Imera, viale Sciascia, viale Cannatello. Gli esercizi commerciali sono gestiti da cinesi, ucraini ed italiani. Sono state elevate sanzioni per 3.098 euro pro capite per un valore complessivo dell’operazione di oltre 27mila euro.

1 novembre, ad Agrigento la notte di Halloween e’ stata la notte dell’ incendio dei cassonetti della nettezza urbana. Ignoti vandali hanno appiccato le fiamme a numerosi contenitori dei rifiuti tra Villaggio Mose’, Villaggio Peruzzo e San Leone. E’ stata dunque una notte di inteso lavoro per i Vigili del fuoco. Un’informativa di reato e’ stata trasmessa dal personale della sezione Volanti della Questura di Agrigento alla Procura della Repubblica. All’ Ato Gesa Agrigento 2 si contabilizzano i danni.

1 novembre, ha subito l’ amputazione del braccio Calogero Sanfilippo, 21 anni, di Licata, vittima di un incidente sul lavoro a Licata, in contrada Safarello, dove, intento a pulire una macina di un frantoio, e’ stato ferito al braccio risucchiato dall’ apparecchiatura appena in funzione. Sanfilippo e’ stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all’ Ospedale di Licata, e poi e’ stato trasferito in elisoccorso al Civico di Palermo.

2 novembre, i carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi, lungo la statale 189 Agrigento – Palermo, ad un posto di blocco, hanno arrestato Rosario Terrasi, 23 anni, imbianchino, ed Emanuele Formica, 18 anni, muratore, entrambi di Agrigento, sorpresi a bordo di un’automobile, inseguita peraltro dopo un tentativo di fuga, in possesso di 3 panetti di hashish del peso complessivo di 300 grammi contenuti in un involucro lanciato dal finestrino dell’ auto in corsa.

2 novembre, tra Racalmuto e Castrofilippo ignoti hanno rubato circa mille metri di cavi in rame dalla linea telefonica. I tecnici di Telecom Italia sono tempestivamente intervenuti sul posto, per ripristinare il cavo asportato e riattivare nel piu’ breve tempo possibile le linee telefoniche danneggiate. Nella sola provincia di Agrigento, dall’inizio dell’anno a oggi, si sono verificati oltre 60 casi di furto e sono stati rubati circa 40 chilometri di cavi di rame.

3 novembre, al Tribunale di Agrigento, Calogero Quaranta, 74 anni, di Favara, ha patteggiato la condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione per detenzione illegale di armi e munizioni. Lo scorso 10 giugno, Quaranta e’ stato arrestato dai carabinieri perche’ sorpreso a casa sua in possesso di un fucile calibro 12 a canne mozze rubato e una pistola calibro 10, oltre ad alcune munizioni.

3 novembre, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Valerio D’Andria, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato Giuseppe Gioacchino Mantegna, 31 anni, di Ravanusa, a 5 anni e 8 mesi di reclusione per estorsione a danno di un medico di Ravanusa. Il professionista sarebbe stato bersaglio di Mantegna che lo avrebbe minacciato di morte nel tentativo di ottenere da lui 25mila euro. Il medico ha consegnato il denaro, e poi ha denunciato Mantegna ai carabinieri.

3 novembre, i giudici della Cassazione hanno confermato 3 condanne contro altrettanti agrigentini. Si tratta dell’ imprenditore Marco Campione, che e’ il rappresentante legale della impresa che ha costruito l’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. Poi, Francesco Micciche’, capo settore tecnico dell’Azienda sanitaria. E poi Antonio Raia, direttore dei lavori. Dunque, i tre sono colpevoli di truffa aggravata, perche’ in atto pubblico hanno dichiarato conclusi i lavori di costruzione dell’ Ospedale entro il termine imposto dal capitolato d’appalto, quando invece lo sono stati 7 mesi dopo. Tale falsita’ sarebbe stata strumentale per evitare che l’ impresa pagasse all’ Azienda sanitaria la penale per il ritardo, provocando di conseguenza un danno all’erario per 1milione e 300 mila euro. Il reato di falso e’ stato prescritto. Due mesi in meno di condanna per ciascuno rispetto alla sentenza d’Appello. Quindi 10 mesi di reclusione a Marco Campione, 1 anno a Francesco Micciche’ e 1 anno ad Antonio Raia. La pena e’ sospesa.

3 novembre, al Tribunale di Agrigento, il giudice per le udienze preliminari, Valerio D’Andria, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato Rosario Scibetta, 25 anni, di Siculiana, a 1 anno e 8 mesi di reclusione per stalking e lesioni aggravate a danno della sua fidanzata. Scibetta e’ stato arrestato lo scorso 20 maggio allorche’ tra il settembre del 2009 e il marzo del 2010 avrebbe minacciato, ingiuriato, percosso e perseguitato una ragazza con cui ha intrattenuto in passato una relazione sentimentale. La donna e’ stata costretta anche a ricorrere alle cure del pronto soccorso.

3 novembre, a Grotte, due banditi, armati di taglierino, hanno minacciato un impiegato e hanno rapinato circa 5mila euro all’agenzia della banca Monte dei Paschi di Siena. Indagini in corso.

3 novembre, sono stati arrestati Francesco Milanese, 27 anni, e Vincenzo La Morella, 22 anni, entrambi di Canicatti’, accusati di rapina aggravata, da 800 euro, a danno di una prostituta nel centro storico di Caltanissetta. I due sono stati incastrati dai contenuti di alcune intercettazioni telefoniche.

4 novembre, due giovani, rispettivamente di Castrofilippo e Canicatti’, sono stati denunciati dalla polizia per tentata truffa e resistenza a pubblico ufficiale. I due hanno tentato, lungo la statale 189, Agrigento – Palermo, la cosiddetta truffa dello specchietto, bloccando una persona e chiedendole di pagare lo specchietto di un’ automobile che, in realta’, non ha mai rotto. Peccato pero’ che i due si sono imbattuti in un agente della PolStrada agrigentina, capitanata da Calogero La Porta.

4 novembre, ad Agrigento, i ladri hanno svaligiato tre villette, due in via Marina di Pietrasanta, nel quartiere commerciale del Villaggio Mose’, e una terza in via Paterno’, nella frazione balneare di San Leone. Rubati contanti e oggetti preziosi, per decine di migliaia di euro. Indagini in corso.

4 novembre, la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha ridotto di 11 mesi la condanna inflitta in primo grado, il 16 aprile del 2010, dal Tribunale di Sciacca, ed ha condannato a 8 anni e 6 mesi di reclusione Giuseppe Palumbo, 39 anni, di Santo Stefano Quisquina, che, il 9 gennaio del 2007, sparandogli 2 colpi di fucile al volto ed al torace, ha ucciso lo zio, Stefano Palumbo, 71 anni, e poi si e’ costituito ai Carabinieri. A scatenare la follia omicida vi sarebbero state questioni legate ad una eredita’ contesa. A Palumbo e’ stata riconosciuta, cosi’ come in primo grado, la semi infermita’ mentale.

5 novembre, i carabinieri della compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Antonio Truisi, 47 anni, e Vincenzo Zarbo, 32 anni, entrambi di Licata, sorpresi in un cantiere in via Palma intenti ad asportare materiale ferroso, tra cui circa 3 quintali di tondini in ferro utilizzati per la costruzione di pilastri e alcune bobine di rame. Parte del materiale e’ stato gia’ caricato a bordo di un furgone.

5 novembre, a Ravanusa i carabinieri della locale stazione hanno arrestato Alessandro D’Acuti, 45 anni, di Ravanusa, inseguito da un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma. D’Acuti scontera’ una condanna a 8 mesi di reclusione ai domiciliari per furto aggravato a Monterotondo, in provincia di Roma.

5 novembre, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Pasquale Nicosia, 75 anni, di Ribera, che scontera’, ai domiciliari, la condanna a 11 mesi di reclusione per i reati di estorsione e tentata estorsione commessi a Montevago nel 1999.

5 novembre, ad Agrigento, al Villaggio Mose’, all’ interno di una villetta in via Capuana, nei pressi di piazza del Vespro, due banditi si sono imboscati e nascosti in attesa del rientro del proprietario, Francesco Lo Bue, titolare del bar – tabacchi Concordia. Quando Lo Bue e’ stato fuori dall’ automobile appena parcheggiata, i due malviventi, travisati con passamontagna, lo hanno aggredito e minacciato con una pistola per rapinargli l’ incasso. Il commerciante ha reagito. Nel corso della colluttazione i rapinatori hanno sparato due colpi di pistola calibro 7 e 65 e poi sono fuggiti. Un proiettile ha ferito ad un piede Lo Bue che e’ stato soccorso in Ospedale. Indagini in corso.

6 novembre, a Villaseta, frazione di Agrigento, in via Fosse Ardeatine, lungo la strada statale 115, ignoti malviventi hanno tentato di scassinare il bancomat del supermercato Eurospin utilizzando la fiamma ossidrica, una smerigliatrice e altri attrezzi atti allo scasso. Il tentativo e’ fallito a seguito dell’ intervento di una pattuglia dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile. A terra sono stati scoperti e sequestrati gli oggetti utilizzati per scassinare il bancomat.

7 novembre, scatta nell’agrigentino la controffensiva al furto, sempre piu’ frequente, dei cavi telefonici. Polizia e carabinieri, allarmati da un nuovo sistema di segnalazione automatica di interruzione della linea telefonica, il cosiddetto “Secur Box”, sono intervenuti tempestivamente ed hanno arrestato un romeno di 43 anni, Castantin Lupan, e denunciato il figlio di 14 anni sorpresi a rubare cavi telefonici lunghi 30 metri in contrada Calici in territorio di Canicatti’.

7 novembre, a Favara, in via Roma, ignoti hanno sfondato con una pietra il lunotto termico di un’automobile, una Fiat Punto, in dotazione alla Polizia municipale, parcheggiata all’ interno del cortile della scuola “Monsignor Giudice”, nei pressi del Comando dei Vigili urbani.

7 novembre, la Corte d’Appello di Palermo ha assolto Vincenzo Cacciatore, 47 anni, di Agrigento, parcheggiatore, accusato di induzione alla prostituzione con minacce, violenza sessuale aggravata, danneggiamento seguito da incendio, sequestro di persona, estorsione, rapina, ingiurie, lesioni personali, violenza privata e frode processuale. Ad una tunisina di 39 anni, S J, ecco le iniziali del nome, residente ad Agrigento, e’ stata incendiata l’automobile, una Fiat 600, e l’ autore del danneggiamento sarebbe stato Cacciatore. Nel corso delle indagini sull’incendio gli inquirenti avrebbero accertato che la stessa donna sarebbe stata vittima anche delle altre ipotesi di reato contestate a Cacciatore. Invece, Cacciatore, gia’ condannato in primo grado il 3 dicembre del 2010 a 11 anni e 9 mesi di reclusione, in Appello e’ stato assolto ed e’ stato condannato a 6 mesi per il reato di lesioni personali. Pertanto, e’ stato scarcerato.

8 novembre, maxi blitz antidroga della Guardia di Finanza e della Procura di Agrigento. 19 arresti tra Licata, Canicatti’, Ravanusa, Campobello, Camastra, Delia, Sommatino e Palermo. E’ stata l’ operazione cosiddetta “Fruit and drug”, Frutta e droga, perche’ uno degli arrestati, un venditore ambulante di Ravanusa, avrebbe venduto, oltre la frutta e gli ortaggi, anche la droga. Sono state 21 ordinanze di custodia cautelare. 17 arrestati in carcere, 2 ai domiciliari e ad altri 2 e’ stato imposto l’obbligo di dimora.
In carcere :
Giuseppe Incorvaia, 39 anni, di Licata.
Gacino Genova, 44 anni, di Delia.
Leonardo Cellura, inteso Alduccio, 40 anni, di Licata.
Rosario Maurizio Ferrera, 30 anni, di Canicatti’.
Calogero Messina, 29 anni, di Canicatti’.
Piero Saitta, 28 anni, di Palermo.
Salvatore Lo Curto, 34 anni, di Campobello di Licata.
Bruno Falzone, 40 anni, di Canicatti’.
Calogero Cavalcanti, 42 anni, di Ravanusa.
Orazio Rosario Cavallaro, 54 anni, di Ravanusa.
Cono Angelo Ciotta, 25 anni, di Ravanusa.
Maurizio Brancato, 36 anni, di Campobello di Licata.
Salvatore Turco, 26 anni, di Campobello di Licata.
Giuseppe Melluzza, 24 anni, di Campobello di Licata.
Giuseppe Saitta, 57 anni, di Palermo.
Angelo Prato, 33 anni, di Camastra.
E Giuseppe Brunco, 29 anni, di Camastra.
Poi, ai domiciliari sono detenuti :
Giuseppe Cusumano, inteso “Peppe u longu”, 28 anni, di Licata.
E Mohamed Hatan, 39 anni, marocchino, domiciliato a Licata.
Poi, l’ obbligo di dimora e’ stato imposto a
Cono Angelo Ciotta, 20 anni, di Ravanusa.
E Gioachino Montesanto, 30 anni, di Sommatino.
Le indagini, coordinate dal Procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, dal sostituto Andrea Bianchi, e capitanate dal comandante della Guardia di Finanza, Vincenzo Raffo, e dal capitano Claudio Falliti, si sono scatenate lungo il corso del 2010. Cio’ che ha preoccupato e’ stato il dilagante fenomeno della detenzione e dello spaccio di stupefacenti nel territorio. La fonte di approvvigionamento della droga sarebbe stata a Palermo, da Piero e Giuseppe Saitta, e nella provincia nissena, a Delia, da Gacino Genova. Gli agrigentini si sarebbero riforniti costantemente di eroina e cocaina, ed anche hashish e marijuana, il tutto rivenduto poi al dettaglio. Uno degli assuntori, Angelo Barba, 53 anni, di Campobello di Licata, che solitamente ha comprato droga da alcuni degli arrestati oggi, e’ morto perche’ vittima di overdose di eroina l’ 8 novembre del 2010. Tra gli arrestati un ruolo di rilievo lo avrebbe assunto Orazio Rosario Cavallaro, 54 anni, originario di Catania e residente a Ravanusa. Cavallaro, presunto affiliato al clan di Cosa nostra catanese “Laudani” ed alla famiglia di Ravanusa, e’ stato gia’ inquisito, insieme al boss Giuseppe Falsone, nell’ ambito della maxi inchiesta antidroga cosiddetta “Cocktail”.

8 novembre, due fratelli di Favara, Carmelo e Giuseppe Luparello, di 33 e 24 anni, sono stati arrestati dai carabinieri perche’ sarebbero i responsabili della rapina commessa, il 21 ottobre del 2010, ad Agrigento, a danno del dentista Luigi Galatioto, derubato di 10 mila euro in contanti e di 2 assegni da 600 euro. Nel corso delle indagini sarebbe emerso, inoltre, che i fratelli Luparello, in concorso con altri complici, sarebbero stati i responsabili del furto, il 16 novembre del 2010, in una abitazione di Palma di Montechiaro. Ed ancora, del furto, 3 giorni dopo, al bar “La Perla” di Licata. E del furto di pezzi di ricambio al deposito Aci di Galvano ad Agrigento, il 20 novembre del 2010.

8 novembre, il Giudice monocratico presso il Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti, accogliendo le tesi dei difensori, gli avvocati Luigi Troja e Roberto Vella, ha assolto con ampia formula liberatoria il consigliere comunale di Agrigento, Maurizio Calabrese, imputato di oltraggio a pubblico ufficiale. L’inchiesta e’ scattata dopo la pubblica denuncia del comandante della Polizia locale, Cosimo Antonica, che, come si ricordera’, lo scorso 23 novembre, tramite una lettera al Consiglio comunale, segnalo’ episodi di minacce e aggressioni verbali ai vigili urbani da parte di alcuni consiglieri comunali multati perche’ rei di aver parcheggiato in divieto di sosta, in piazza Pirandello, davanti al Municipio. I difensori, Troja e Vella, hanno sostenuto che il comportamento del Consigliere comunale Calabrese e’ stato esclusivamente finalizzato alle funzioni di indirizzo e di controllo che ogni consigliere deve operare nei confronti di tutti i rami dell’amministrazione.

8 novembre, i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Franco Messina, hanno condannato ad 1 anno e 2 mesi di reclusione Mario Rizzo, 25 anni, di Favara, accusato di atti sessuali in danno di una 14enne. L’episodio risale al 6 luglio del 2006 e fu la minorenne a denunciarlo ai carabinieri, salvo poi ritrattare in aula. I giudici hanno riconosciuto l’attenuante della ” minore entita’ “, per cui la pena e’ stata ridotta di due terzi.

9 novembre, la Procura e la Guardia di Finanza di Palermo hanno sequestrato ad Agrigento l’ ex Chiesa dell’ Itria, nel centro storico. E’ stata scoperta una truffa compiuta da 10 persone a danno dei fondi comunitari stanziati dal Piano Operativo Regionale Sicilia 2000 – 2006, e destinati alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale della regione, ed alla promozione di un turismo sostenibile. Nel mirino delle indagini, iniziate nel 2008 e coordinate dal Procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Maria Forti, vi sono stati i finanziamenti percepiti da due Societa’ di Palermo per la costruzione di alberghi a 4 stelle nelle province di Palermo e Agrigento. Ebbene, le due Societa’ avrebbero presentato all’ assessorato regionale al Turismo documenti falsi e fatture per operazioni inesistenti al fine di ottenere cosi’ fondi per 1 milione di euro circa. Tra le spese mai sostenute vi e’ anche l’acquisto del complesso monumentale ex chiesa dell’Itria, ad Agrigento, in cui le due Societa’ hanno dichiarato l’intenzione di costruire una lussuosa struttura alberghiera, in assenza di autorizzazione del Comune e della Soprintendenza di Agrigento. Sull’ intero territorio nazionale sono stati sequestrati beni e fondi per un valore di oltre 2 milioni e 500 mila euro. Nel dettaglio, 2milioni e 200 mila euro sarebbero il valore economico dell’ ex chiesa dell’ Itria e di altri 5 immobili utilizzati dalle 2 Societa’ per frodare lo Stato.

9 novembre, e’ definitiva in Cassazione la condanna a 9 anni e 4 mesi inflitta a G. B, ecco le iniziali del nome, il 17 enne che ha confessato i particolari dell’omicidio di Michele Cangialosi, l’operaio di Sciacca, di 30 anni, ucciso barbaramente e poi sepolto in campagna, a pochi chilometri dal centro abitato, la notte tra il 20 e il 21 aprile del 2009. Come si ricordera’, grazie alla confessione del ragazzo, afflitto dal rimorso, i Carabinieri hanno imputato del delitto la moglie della vittima, Celeste Saieva, il suo presunto amante, Nicolo’ Piazza, e Paolo Naro, tutti di Sciacca. I tre, lo scorso 4 febbraio, a conclusione del giudizio abbreviato, sono stati condannati a 30 anni di reclusione ciascuno.

9 novembre, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Salvatore Failla, 36 anni, di Ribera, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Sciacca. Failla scontera’ la condanna a 3 anni e 9 mesi di reclusione per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I reati contestati risalgono tra la fine del 2009 e l’ agosto 2010.

9 novembre, ad Agrigento, in via Mazzini, ignoti ladri hanno tentato un furto all’ autoparco della Telecom allorche’ hanno scavalcato la recinzione, accatastato alcune bobine di cavi in rame, e poi sono fuggiti, forse perche’ intimoriti dal transito di mezzi delle forze dell’ordine.

10 novembre, il Tribunale di Agrigento ha assolto Carmelo Riggeri, 46 anni, di Campobello di Licata, ristoratore, accusato di violenza sessuale a danno di una sua ex dipendente, una cameriera romena di 45 anni, che lo ha denunciato nel giugno del 2005 sostenendo di averla costretta a subire un rapporto sessuale contro la sua volonta’. Riggeri ha invece controbattuto replicando che il rapporto, sollecitato dalla donna, sarebbe stato consenziente.

10 novembre, raid vandalico a Favara, al Liceo scientifico Martin Luther King. Ignoti hanno scaricato un intero estintore nell’atrio del primo piano. Poi sono saliti al piano superiore ed hanno sfondato una vetrata.

10 novembre, al Pronto soccorso dell’ Ospedale di Canicatti’, in preda ai fumi dell’ alcol, ha aggredito un medico e ha danneggiato alcuni arredi. Il Tribunale di Agrigento ha condannato ad 8 mesi di reclusione Salvatore Casella, 27 anni, di Castrofilippo.

10 novembre, la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione inflitta in primo grado a Gioacchino Cinquemani, 52 anni, di Castrofilippo, arrestato dai carabinieri il  24 febbraio del 2010 perche’ sorpreso in possesso di oltre 7 chili di marijuana, un chilo di semi di canapa indiana e un fucile calibro 22 con matricola abrasa, oltre a 150 cartucce di vario calibro.

10 novembre, a Porto Empedocle, all’ altipiano Lanterna, all’ interno della villa Luca Crescente, si e’ scatenata una violenta rissa tra due gruppi di giovani. I carabinieri si sono precipitati sul posto. Tre rissanti sono stati soccorsi in ospedale. Un altro e’ stato denunciato alla Procura. Altri ancora sono fuggiti.

10 novembre, a Favara, in periferia, in contrada Sant’Anna, ignoti hanno trafugato la statua della Madonna in vetroresina, ubicata all’interno di un’edicola votiva. Il Comitato di quartiere ha sporto denuncia ai carabinieri.

11 novembre, 5 condanne per 11 omicidi di mafia, sparati a cavallo tra gli anni 80 e 90 nell’agrigentino. E’ l’inchiesta cosiddetta ‘’ Pirandello ‘’, dal soprannome di Luigi Putrone, il pentito di Porto Empedocle che ha collaborato alle indagini, sostenute anche dalle conferme del collaboratore Giulio Albanese, anche lui empedoclino. Gli 8 imputati sono stati giudicati con il rito abbreviato. La sentenza e’ stata emessa dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Vittorio Anania. Ergastolo a Salvatore Fragapane, 54 anni, di Santa Elisabetta. 30 anni di carcere ciascuno a Calogero Salvatore Castronovo, 61 anni, di Agrigento,  a Joseph Focoso, 43 anni, di Realmonte, e a Giovanni Pollari, 61 anni, di Cianciana. Poi, 8 anni di carcere a Luigi Putrone, 49 anni, di Porto Empedocle. Assolti da ogni capo di imputazione, Mario Capizzi, 40 anni, di Ribera, Giuseppe Renna, 45 anni, di Siculiana, e Giuseppe Fanara, 54 anni, di Santa Elisabetta, che e’ stato difeso dall’avvocato Nino Gaziano che assiste anche Jospeh Focoso. A favore di Giulio Albanese il reato di tentato omicidio e’ stato dichiarato prescritto. Tra gli imputati vi e’ anche Filippo Sciara, 46 anni, di Siculiana, che pero’ sara’ giudicato con il rito ordinario. Ecco i capi di imputazione, cosi’ come sono stati formulati dalla Direzione distrettuale antimafia, ovviamente affrancati dal condizionale, per ragione di sintesi, dalle assoluzioni da ogni accusa di Fanara, Capizzi e Renna, e dalle assoluzioni di Fragapane per gli omicidi Panepinto e Collura, poi Castronovo per i delitti Barba e Russello, Focoso per l’ omicidio Russello, e Renna per l’uccisione di Giuseppe Mallia. Quindi :
27 gennaio 81, a Raffadali, morti Giovanni Panarisi e Giuseppe Randisi. Randisi e’ vittima innocente. Spara Salvatore Fragapane contro Panarisi.
14 dicembre 86, a Raffadali, ucciso Filippo Panarisi, da Fragapane e altri complici.
8 febbraio 90, a Palma di Montechiaro, Vincenzo Sambito, ucciso da Salvatore Fragapane e Giuseppe Fanara.
9 gennaio 91, a Raffadali, Salvatore Fragapane e Giuseppe Fanara uccidono Amedeo Gentile.
3 ottobre 91, a Favara, e’ ucciso Giuseppe Barba. Il mandante e’ Fragapane. Gli esecutori sono Calogero Salvatore Castronovo e Joseph Focoso.
23 ottobre 91, a Siculiana muore Luigi Collura. Il mandante e’ Fragapane. Filippo Sciara e’ il killer.
9 luglio 92, Gaetano Russello, imprenditore ed ex presidente dell’Akragas calcio, e’ ucciso a Favara perche’ avrebbe tramato contro Fragapane. Il mandante e’ il boss di Santa Elisabetta. Gli esecutori sono Calogero Salvatore Castronovo e Joseph Focoso.
24 ottobre 93, muore Giuseppe Mallia, a Siculiana, ed i responsabili sono Giuseppe Renna e Filippo Sciara.
30 maggio 94, Ignazio Panepinto e’ ucciso a Bivona, da Salvatore Fragapane, Giovanni Pollari e Mario Capizzi.
3 ottobre 95, muore a Porto Empedocle Salvatore Greco. Lo uccide Luigi Putrone insieme ad altri complici.

11 novembre, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, del Foro di Agrigento, il Tribunale di Palermo ha condannato il Ministero della Salute a risarcire 1milione e 400 mila euro circa per danni da trasfusione di sangue infetto. In particolare, 1 milione e 121mila euro agli eredi di una donna di Porto Empedocle, morta per tumore al fegato provocato dal contagio per epatite C, causato da una trasfusione di sangue infetto praticata nel 1981 presso l’Ospedale Civico e Benefratelli di Palermo. E poi, 258mila euro a favore di una donna agrigentina che ha contratto l’ epatite C nel 1976 per una trasfusione di sangue presso una Casa di cura di Agrigento.

12 novembre, a Favara, in via Palermo, nel centro storico, e’ crollato un edificio a due piani disabitato, gia’ pericolante da tempo. Nessun danno a persone. L’ immobile e’ ubicato nei pressi della via Del Carmine, dove il 23 gennaio del 2010 il crollo di una palazzina uccise le due sorelle Bellavia. Sul posto sono intervenuti Vigili del fuoco, Carabinieri, Polizia locale e Ufficio tecnico comunale.

12 novembre, i giudici della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento hanno disposto la confisca dei beni a Francesco Gucciardo, 34 anni, di Realmonte, gia’ condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione, con sentenza in Cassazione, al processo per mafia ed estorsioni cosiddetto “Marna”. Confiscati 7 fabbricati e 2 terreni ubicati a Realmonte, un’azienda di autotrasporti e una ditta che opera nel settore del commercio. I giudici hanno inoltre applicato a Gucciardo, da scontare dopo lo sconto pena, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel Comune di residenza per la durata di 3 anni e 6 mesi.

12 novembre, controllo straordinario del territorio predisposto dalla Compagnia dei Carabinieri di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca. A Ribera e’ stato arrestato Daniel Nobile, 20 anni, di Ribera, sorpreso in flagranza di reato e inseguito subito dopo lo scippo della borsa ad una signora. A Sciacca sono stati arrestati i palermitani, Stefano Lo Verso, 30 anni, e Giovanni Raccuglia, 20 anni, sorpreso in localita’ San Marco a bordo di un autocarro intenti a trasportare rifiuti urbani speciali non pericolosi, soprattutto parti ferrose, senza autorizzazione.

12 novembre, i Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Canicatti’ hanno arrestato, in esecuzione dell’ordinanza di aggravamento  della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Agrigento, il commerciante  Francesco Infantino, 38 anni, di Grotte, gia’ detenuto ai domiciliari perche’ imputato del reato di detenzione a fini di spaccio di droga nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Panis”. Pertanto, Infantino, accusato di inosservanza degli obblighi imposti dalla detenzione domiciliare, e’ stato tradotto in carcere, al “Petrusa” di Agrigento.

12 novembre, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Francesco Di Rosa, 49 anni, di Licata, allorche’, ormai da tempo, avrebbe sottoposto i familiari ad uno stato di assoggettamento e timore psicologico che avrebbe provocato in loro un perdurante e grave stato di ansia e paura ed un fondato timore per la propria incolumita’. Di Rosa e’ inoltre accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e danneggiamento di arredi del suo appartamento a seguito di incendio. Il licatese e’ stato sottoposto agli arresti domiciliari, in un luogo di cura e assistenza, cosi’ come disposto da un’ordinanza emessa dalla Procura della Repubblica.

12 novembre, a conclusione del giudizio abbreviato, il famoso falso accusatore di Enzo Tortora, Giovanni Salvatore Melluso, 55 anni, inteso “Gianni il bello”, e’ stato condannato a 1 anno di reclusione dal giudice del Tribunale di Sciacca, Roberta Nodari. Melluso, da anni residente a Sciacca, e gia’ sottoposto a sorveglianza speciale, e’ stato arrestato lo scorso 30 aprile dai carabinieri perche’ e’ stato sorpreso alla guida di una motoape senza patente di guida. A Melluso, infatti, la patente e’ stata ritirata da anni.

13 novembre, a Lampedusa, la societa’ che gestisce il Centro d’accoglienza per gli immigrati, e’ sotto l’assedio delle fiamme. Lo scorso 20 settembre ha subito un incendio l’ automobile in uso al direttore del centro, Cono Galipo’. Il 25 settembre altro incendio a danno di 2 furgoni della societa’ “Lampedusa accoglienza”, utilizzati per accompagnare e trasferire gli immigrati dal molo Favaloro, dove sbarcano i migranti scortati dalle motovedette, fino all’interno del Centro in contrada Imbriacola. Adesso, durante la notte tra sabato e domenica, ancora fuoco ad un furgone parcheggiato in uno spiazzo ad un centinaio di metri dall’ ingresso del Centro, il cui personale, lo ricordiamo, e’ in stato di agitazione, tra licenziamenti, liquidazioni da pagare e cassa integrazione.

13 novembre, a Bivona, in contrada San’Antonio, un incendio, di presunta origine dolosa, ha gravemente danneggiato, un’azienda agricola sita di proprieta’ di A B, ecco le iniziali del nome, di 75 anni. Le fiamme sarebbero state appiccate da ignoti banditi per cancellare le tracce di un furto di materiali agricoli perpetrato poco prima. I vigili del fuoco hanno lavorato 4 ore sul posto. Indagano i carabinieri.

13 novembre, a Licata, in via Gela, un uomo, in stato di ebbrezza, senza patente, a bordo di una Fiat Brava senza assicurazione, ha provocato danni per 25mila euro schiantandosi contro 3 automobili, una Mercedes, una Bmw e una Lancia Musa parcheggiate, e le vetrate di due negozi. L’ investitore e’ stato denunciato e l’auto sequestrata.

14 novembre, un uomo di 51 anni, Paolo Vivacqua, originario della provincia Agrigento, e’ stato ucciso a colpi di pistola nell’ufficio di una ditta della sua famiglia a Desio, in provincia di Monza Brianza, che si occupa di rottamazione di metalli. A scoprire il cadavere e’ stata la sua compagna. Allo stato i carabinieri di Desio non formulano ipotesi sul movente del delitto. Paolo Vivacqua e’ stato bersaglio di almeno 5 proiettili.

15 novembre, operazione della Polizia stradale agrigentina, capitanata da Calogero La Porta, e della Procura di Agrigento. Le indagini hanno svelato che falsi agenti assicurativi hanno procacciato clienti che hanno firmato polizze assicurative su mezzi con Compagnie inesistenti. Si tratta delle pseudo Compagnie ALPHA Insurance, ELETRIC Insurance , EURO Insurance, e MACIFILIA. Si tratta di una operazione su scala nazionale, perche’ la truffa e’ stata perpetrata in tutto il territorio della penisola. Le polizze false sequestrate, solo ad Agrigento e provincia, ammontano ad alcune centinaia.

15 novembre, i carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato Ahemd Gamal Mahmoud Aldesouky Berber, 18 anni, egiziano, perche’ responsabile del reato di evasione allorche’ e’ stato sorpreso dai militari a passeggiare, senza alcuna autorizzazione, per le strade del centro cittadino, nonostante fosse sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per spaccio di droga.

15 novembre, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato, ai domiciliari, Giuseppe Triassi, 29 anni, di Ribera, gia’ sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, per violazione dell’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. Infatti, Triassi e’ stato sorpreso alla guida di un ciclomotore fuori paese e sprovvisto di patente, che gli e’ stata revocata.

16 novembre, a Palma di Montechiaro, i carabinieri hanno arrestato Calogero Napoli, 21 anni, di Palma di Montechiaro, responsabile di tentata rapina a mano armata al negozio “Compro oro” in via Fiorentino. Napoli, prima di fuggire, ha sparato un colpo di pistola ad altezza d’uomo rischiando di colpire la commessa presente nel locale. Due minori, complici di Napoli, sono stati denunciati.

16 novembre, si e’ dissolta nel nulla, afferrando la borsa e imbracciando la neonata appena partorita, e senza firmare il foglio di dimissioni, Shukru, la donna di 39 anni originaria della Somalia ricoverata all’Ospedale di Agrigento da venerdi’ 10 novembre, dopo aver partorito la bambina, di nome Barni, sulla barca che ha attraversato il Canale di Sicilia verso Lampedusa. L’ Ospedale ha presentato una denuncia alla Polizia. Le ricerche sono in corso.

16 novembre, a Licata, in via Palma, attentato incendiario ai danni di un Centro scommesse prossimo all’inaugurazione. Ignoti hanno appiccato il fuoco alla saracinesca.

16 novembre, a Lampedusa, in contrada Taccio Vecchio, due camion, di una impresa locale impegnata in movimento terra, sono stati danneggiati da un incendio divampato durante la notte.

16 novembre, i carabinieri della Compagnia di Cammarata, agli ordini del capitano Vincenzo Bulla, hanno arrestato Salissou Kelo Boukar, 28 anni, originario del Niger, ospite della Casa di accoglienza “La Misericordiosa”, a Santo Stefano Quisquina, perche’ accusato del tentato omicidio di un connazionale, Moussa Ali’, 28 anni, scoperto insanguinato e agonizzante in bagno, e soccorso in Ospedale ad Agrigento e poi a Catania, dove e’ ricoverato in condizioni gravissime. A lanciare l’allarme e’ stato lo stesso nigeriano, che ha sostenuto che il connazionale si fosse ferito cadendo a terra. Le ferite subite pero’ sarebbero state provocate da un corpo contundente che e’ stato sequestrato. Si tratta di un bastone ricavato da un grosso ramo di ulivo. Salissou Kelo Boukar e’ stato trattenuto in tempo, allorche’ avrebbe gia’ preparato il borsone per fuggire.

16 novembre, a carico di 4 indagati detenuti nell’ ambito dell’ inchiesta antidroga cosiddetta ‘’ Strike ‘’, che il 18 ottobre scorso ha provocato 16 arresti nel canicattinese, e’ stata notificata un’ altra ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si tratta di Diego Paci, 29 anni, Carlo Salvatore Sammartino, 23 anni, Gaspare Facciponte, 36 anni, tutti di Canicatti’, e Giuseppe Emanuele Garozzo, 31 anni, di Catania. L’ ordinanza si riferisce ad una compravendita di 800 grammi di cocaina che i tre canicattinesi avrebbero acquistato a Catania dopo avere incontrato Giuseppe Emanuele Garozzo.

16 novembre, ingiusta detenzione : la Corte d’Appello di Palermo liquida 211mila euro a Gianni Messina, fratello di Gerlandino, e 59mila euro a Francesco Gastoni, di Agrigento. Gianni Messina, 34 anni, di Porto Empedocle, il 14 ottobre del 2003, a tarda sera, verso le ore 23, e’ stato arrestato dai carabinieri al porto di Porto Empedocle. L’ avvocato Nino Gaziano , insieme alla figlia Vincenza, ha presentato il ricorso che ha fruttato a Gianni Messina 211mila euro. Si’ perche’ Gianni, fratello di Gerlandino Messina, e’ stato inquisito per estorsione nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Fortezza’’, poi ammanettato, poi detenuto 2 anni e 8 mesi, poi processato in primo, secondo grado e Cassazione, ed e’ stato assolto. Dunque, la Corte d’Appello di Palermo ha liquidato il risarcimento danni per ingiusta detenzione. Ed ancora : Francesco Gastoni, 31 anni, di Agrigento, e’ stato arrestato dalla Squadra mobile la mattina dell’ 11 luglio 2005, il giorno del blitz antimafia cosiddetto ‘’ San Calogero ‘’. Gastoni, commerciante, accusato di un attentato incendiario contro uno stabilimento balneare a San Leone, e’ stato detenuto in carcere 207 giorni. Poi, archiviazione. Adesso il risarcimento danni liquidato dalla Corte d’Appello palermitana : 59mila e 515 euro.

16 novembre, i carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano, Massimo Amato, hanno arrestato Giacomo Marino, 38 anni, bracciante agricolo, gia’ sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Marino e’ responsabile di inosservanza dei provvedimenti imposti dall’ Autorita’ giudiziaria allorche’ ha piu’ volte violato le prescrizioni che gli sono state imposte preventivamente. Adesso, Giacomo Marino e’ detenuto al carcere “Petrusa” di Agrigento.

16 novembre, rissa e accoltellamento a Favara, il 23 giugno del 2010. Adesso, al palazzo di Giustizia di Agrigento, il Tribunale ha condannato a 7 anni e 2 mesi di reclusione Giuseppe Stagno, 45 anni, di Favara, accusato del tentato omicidio del compaesano Gaetano Pollicino, 51 anni. Inoltre, sono stati inflitti 5 mesi di carcere a Lillo Pollicino, e 800 euro di multa ciascuno a Giovanni Stagno e Gaetano Pollicino, accusati di rissa aggravata. Assolta Filomena Restivo.

17 novembre, i carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato Matteo Marino, 47 anni, di Palma di Montechiaro, operatore ecologico. Marino scontera’ 10 mesi di carcere perche’ il 23 aprile del 2010 avrebbe tentato, insieme ad altre 2 persone, di assalire la locale caserma dei Carabinieri, per protestare contro l’arresto appena eseguito dai militari del figlio, Ignazio Marino, 21 anni, e di Maurizio Manazza, 23 anni, arrestati per il tentato omicidio del comandante della stazione dei Carabinieri di Palma, Luigi Marletta, nel corso di una rapina ad un supermercato in via Russo a Palma.

17 novembre, i carabinieri della stazione di Ravanusa hanno arrestato Salvatore Sciacchitano, 48 anni, di Ravanusa, perche’ responsabile di inosservanza dei provvedimenti imposti dall’Autorita’ giudiziaria. L’ Ufficio esecuzioni penali del Tribunale di Agrigento ha condannato Salvatore Sciacchitano a 1 anno e 6 mesi di reclusione perche’ il ravanusano, durante l’anno 2009, ha piu’ volte violato le prescrizioni che gli sono state imposte per effetto della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

18 novembre, a Palermo i carabinieri hanno arrestato Salvatore Magri’, 30 anni, di Canicatti’, ed hanno denunciato E D, ecco le iniziali del nome, 21 anni, per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. I due sono stati sorpresi in via Ponte di Bonagia, nei pressi di viale Regione Siciliana, a bordo di una Volkswagen Golf, in possesso, Magri’, di un involucro di carta stagnola contenente 5,6 grammi di eroina, e, all’interno del vano portaoggetti, di una boccetta contenente metadone.

19 novembre, ad Agrigento, in via Manzoni, ha subito un incendio il locale “Pizza Stadio”. Verosimilmente le fiamme sono state scatenate, intorno all’ alba, da un televisore fissato su di un panello vicino all’ ingresso. Il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco, allarmati da alcuni passanti, ha limitato i danni. Bruciati, oltre al televisore, anche un distributore frigorifero di bevande e un distributore di gadget. L’intero esercizio e’ stato danneggiato a causa della fuliggine. Annerite dal fumo le pareti e i banconi. Danneggiate anche la saracinesca e l’insegna. Indagano i Carabinieri. Non vi e’ nessuna traccia di liquido infiammabile o altri inneschi. Privilegiata e’ l’ ipotesi del corto circuito scatenato dal televisore.

19 novembre, incidente a Cammarata, nelle campagne, in contrada Balatella, dove Carmelo Narisi Varsalona, 16 anni, di San Giovanni Gemini, studente all’ Istituto professionale Ipia del paese, intento a raccogliere le olive in un appezzamento di terreno di amici, e’ morto schiacciato da un autocarro che, forse perche’ parcheggiato in discesa, e con i freni difettosi, e’ scivolato giu’ fino a travolgere il ragazzo che non si e’ accorto del mezzo. Carmelo Narisi Varsalona e’ morto durante il trasporto all’ ospedale di Caltanissetta. Indagano i Carabinieri.

19 novembre, “allo stato non vi sono elementi oggettivi da cui desumere che gli investimenti costituiscano il frutto di attivita’ illecita”. Ecco la motivazione che ha indotto i giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, presieduta da Ottavio Mosti, a rigettare la richiesta della Dda di Palermo del sequestro dei beni di Antonino Vaccaro, 75 anni, di Favara, condannato in due gradi di giudizio a 9 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Camaleonte”. L’ istanza sara’ rivalutata in contraddittorio il prossimo 17 gennaio. Antonino Vaccaro e’ difeso dagli avvocati Giuseppe Barba e Diego Galluzzo. Nel mirino del richiesto sequestro vi sono 4 terreni e un fondo agricolo tra Agrigento, Favara, Naro e Racalmuto. I beni sono intestati allo stesso Vaccaro e alla moglie.

19 novembre, ad Agrigento, nel centro storico, in via San Michele, i poliziotti della Squadra Volanti hanno arrestato Mihai Gasida, 35 anni, originario della Romania, accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni, violenza e resistenza a Pubblico ufficiale. L’ uomo, in un appartamento, ha picchiato la moglie, sorpresa in stato di shock, e poi si e’ scagliato contro i poliziotti, che si sono precipitati sul posto allarmati da alcuni residenti. La donna e’ stata soccorsa in Ospedale, al San Giovanni di Dio. Gasida e’ recluso al “Petrusa”.

20 novembre, a Favara, in via Belgio, un incendio ha bruciato l’ automobile, un’ Audi Q7, del consigliere comunale del Movimento per le Autonomie, Salvatore Lupo, primo eletto con 396 voti, presidente della Commissione Attivita’ produttive, odontotecnico, e coordinatore di alcune cooperative sociali a Favara e Licata. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco e i Carabinieri. Indagini in corso.

20 novembre, a Lampedusa, ignoti hanno incendiato una bombola di gas propano all’ interno di un camper di proprieta’ di Cono Cucina, dipendente comunale, addetto alla Protezione civile di Lampedusa. Il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco ha scongiurato danni piu’ gravi alle case adiacenti. Indagano i Carabinieri.

21 novembre, i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, su ordine della Procura di Agrigento, hanno arrestato Mario Gebbia, 34 anni, e Giovanni Vernengo, 37 anni, entrambi di Palermo, perche’ sarebbero 2 dei 3 banditi che lo scorso 10 giugno hanno rapinato la gioielleria ” Meli ” a Palma di Montechiaro. I rapinatori, fingendosi clienti, sono entrati nel negozio e, minacciando la proprietaria con una pistola, hanno rubato oro e gioielli per un valore di circa 680 mila euro. Indagini sono in corso per identificare il terzo complice.

21 novembre, la Corte d’Appello di Palermo ha assolto l’ex sindaco di Porto Empedocle e adesso Consigliere provinciale di Agrigento, Orazio Guarraci, accusato di essere stato l’ autore di un volantino diffamatorio, diffuso pubblicamente, a danno dell’ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara, e della sua famiglia. Guarraci, in primo grado, e’ stato condannato a 3 mesi di reclusione dal Tribunale di Agrigento il 29 aprile del 2008. Orazio Guarraci e’ difeso dall’ avvocato Francesco Gibilaro. Il difensore di Paolo Ferrara, parte civile, l’avvocato Giuseppe Arnone, annuncia ricorso in Cassazione.

21 novembre, i carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini di Massimo Amato, hanno arrestato Giuseppe Cambiano, 28 anni, di Licata, impiegato, accusato di estorsione allorche’, con minacce, avrebbe costretto un commerciante a consegnargli 300 euro in contanti. La vittima dell’ estorsione lo ha denunciato, e i carabinieri, dopo aver monitorato le fasi di consegna del denaro, hanno trattenuto Cambiano sorpreso in possesso di 4 banconote da 50 euro opportunamente contrassegnate prima della consegna.

21 novembre, i poliziotti del Commissariato di Palma di Montechiaro, agli ordini di Angelo Cavaleri, hanno arrestato Rosario Incardona, 32 anni, di Palma di Montechiaro, inseguito da un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello di Palermo. Rosario Incardona scontera’ la pena residua relativa ad una condanna per tentato omicidio allorche’ il 13 maggio del 2004 avrebbe sparato 8 colpi di pistola contro l’automobile di Vincenzo Bonfanti, 54 anni, di Palma di Montechiaro, che si salvo’ dalla traiettoria dei proiettili. Il movente dell’ agguato sarebbe stato legato a motivi passionali.

21 novembre, all’ aeroporto di Catania e’ stato arrestato Giuseppe Mule’, 44 anni, di Palma di Montechiaro, sorpreso in procinto di imbarcarsi su un volo diretto a Dusseldorf, in Germania. Gli agenti si sono insospettiti perche’ Mule’ si e’ mostrato alquanto nervoso. Il palmese e’ stato controllato e si e’ scoperto che lo scorso 3 novembre e’ stato condannato a scontare una pena di 6 mesi di reclusione ai domiciliari per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Mule’, pertanto, e’ stato tradotto presso la propria abitazione a Palma di Montechiaro.

21 novembre, ennesima rapina a danno di supermercati a Favara. Un bandito armato di pistola e con il volto travisato da un casco, e’ entrato dentro il supermercato “Ard Discount”, in piazza Angelo Giglia, intesa anche piazza “Giarritella”. Il malvivente ha puntato la pistola contro l’addetto alla cassa, ed ha arraffato circa 700 euro. Poi e’ fuggito a bordo di una moto. Indagano i carabinieri. Si tratta della 16esima rapina del genere a Favara dal gennaio scorso, ed e’ la quarta a danno dello stesso supermercato “Ard Discount”, rapinato sempre con piu’ o meno le stesse modalita’.

22 novembre, i carabinieri della stazione di Naro hanno arrestato Ioan Tofan, 31 anni, originario della Romania, bracciante agricolo, accusato di violenza sessuale e rapina. A seguito di una denuncia presentata da una ragazza romena, i militari hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di Tofan, che la sera di sabato scorso e’ entrato forzosamente nell’abitazione di una coppia di coniugi romeni, e dopo aver picchiato il marito, riducendolo privo di sensi, ha abusato sessualmente della donna. Poi e’ fuggito, rubando il telefono cellulare della coppia.

22 novembre, il Tribunale di Palermo ha assolto il gia’ capo di Cosa nostra agrigentina, Giuseppe Falsone, accusato di tentativo di estorsione a danno degli imprenditori Giovanni Lupo e Vito Lo Scrudato, di San Giovanni Gemini. Secondo gli inquirenti, nel 2007, a Palermo, i due sono stati vittime di estorsioni, e una percentuale delle somme da loro consegnate sarebbe stata destinata a Falsone, che avrebbe agito in concorso con Bernardo Provenzano e Nino Rotolo, gia’ condannati in abbreviato. Falsone e’ stato difeso dall’ avvocato Giovanni Castronovo il quale ha sostenuto la mancanza della sussistenza di condotte penalmente rilevanti da parte di Falsone. In requisitoria, lo scorso 27 settembre, il Pubblico ministero ha invocato la condanna di Falsone a 7 anni di reclusione.

22 novembre, ad Agrigento, a Porta di Ponte, un violento litigio tra due giovani tunisini e’ culminato in accoltellamento. L’ extracomunitario, ferito al collo, e’ stato soccorso in Ospedale. La polizia ha denunciato per lesioni gravi l’ accoltellatore.

23 novembre, a Cattolica Eraclea i carabinieri hanno arrestato un ragazzino di 16 anni perche’ sorpreso in possesso di 178 grammi di hashish nascosti nelle mutande. Il cattolicese e’ detenuto al carcere Malaspina di Palermo.

24 novembre, ad Agrigento, in contrada San Benedetto, nella zona industriale, i ladri hanno imperversato in un deposito di camion e mezzi meccanici utilizzati per i lavori di raddoppio della 640. Hanno riempito 13 taniche contenenti 35 litri di gasolio ciascuna. Poi pero’ sono fuggiti senza caricarle, forse perche’ allarmati da un imprevisto.

24 novembre, ad Agrigento, a San Leone, frazione balneare della citta’, un bandito, travisato con un passamontagna e armato di pistola, ha rapinato la farmacia in Viale Viareggio. Il bottino ammonta a circa 500 euro. Prima di fuggire, il malvivente ha esploso due colpi di pistola contro la vetrata del locale a scopo intimidatorio. Indagini in corso.

24 novembre, a Favara, in via Sant’ Angelo, un bandito travisato con un casco integrale e armato di pistola, ha minacciato il cassiere e ha rapinato 300 euro circa al supermercato Pam. Lo stesso supermercato ha gia’ subito altre due rapine, il 14 marzo, e il 20 settembre scorsi.

25 novembre, i carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato Gerlando Moncada, 57 anni, di Palma di Montechiaro, per evasione dagli arresti domiciliari. Moncada e’ stato sorpreso a bordo di una piccola imbarcazione nel porticciolo di Marina di Palma, ed e’ stato subito ammanettato dai militari.

25 novembre, i carabinieri di  Joppolo Giancaxio hanno arrestato Rosario Giglione, 47 anni, di Joppolo. Giglione scontera’ 6 mesi di reclusione ai domiciliari perche’ ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia.

25 novembre, la Corte d’ Appello di Palermo ha inflitto 2 anni di carcere a Giuseppe Capizzi, 45 anni, di Ribera, in continuazione con una precedente condanna a 8 anni, definitivi nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Welcome Back”, e 5 anni al fratello, Carmelo Capizzi, 43 anni, accusati di estorsione a danno dell’imprenditore, Giuseppe Grigoli, di Castelvetrano. La somma, 75mila euro, sarebbe stata estorta dai Capizzi per l’ insediamento a Ribera di un supermercato della catena Despar, di cui e’ stato titolare Giuseppe Grigoli, presunto prestanome del boss latitante, Matteo Messina Denaro.

26 novembre, la Cassazione ha confermato la condanna a 7 anni e 4 mesi di carcere a carico di un muratore di Cattolica Eraclea di 39 anni, accusato di avere abusato sessualmente della propria figlia. Le violenze risalgono al 2008, quando la bambina, all’epoca di 4 anni di eta’, e’ stata affidata alla madre, dalla quale il muratore si e’ separato. All’ uomo pero’ e’ stato consentito di incontrare la figlia, trascorrendo con lei alcune ore della giornata. Secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, la bambina avrebbe subito l’abuso sessuale sotto forma di rapporto orale. Sarebbe stata proprio la bambina a raccontare quanto sarebbe accaduto alla madre, che presento’ subito denuncia.

26 novembre, i carabinieri della Compagnia di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato a Palermo R.M, ecco le iniziali del nome, 47 anni. L’ uomo, tra il 2002 e il 2003, quando ha risieduto a Sciacca, abuso’ sessualmente di una ragazzina all’epoca di 14 anni di eta’, peraltro sua parente. Le indagini sono scattate a seguito della denuncia dei genitori della minore. L’arrestato, che scontera’ 7 anni di reclusione, e’ stato recluso nel carcere palermitano dell’ Ucciardone.

26 novembre, agguato mortale a Palma di Montechiaro. Un operaio di 39 anni, Calogero Burgio, ferito da una raffica di proiettili muore in Ospedale. Calogero Burgio, dalla vita alla morte, tra la tarda serata di sabato alle 3 del mattino di domenica. Forse due killer, a bordo di una moto, che sparano contro Calogero Burgio, 39 anni di eta’, operaio, di Palma di Montechiaro. L’ agguato si scatena in via Nobel. Burgio e’ diretto verso casa, ha comprato della carne in una macelleria. Il sacchetto della spesa e’ tra le mani. Una raffica di proiettili e’ sventagliata contro il bersaglio, una mitraglietta, o forse anche due. Calogero Burgio, ferito, tenta la fuga, si ripara dietro alcune automobili, lo inseguono, sparano ancora, poi, lui, stremato, e’ stramazzato a terra. Allarme e soccorso, e la corsa all’ Ospedale di Licata, dove la vittima e’ morta poche ore dopo il ricovero ed un disperato intervento chirurgico. Le indagini della Polizia e della Squadra mobile : Calogero Burgio, sposato, padre di due figli, incensurato, imbianchino, emigrato in Germania, poi, da 8 giorni e’ rientrato nel suo paese di origine, Palma di Montechiaro, per lavori di manutenzione a casa sua, prima delle vacanze di Natale. Invece, lo ha atteso la morte. I poliziotti hanno contato 15 bossoli. 7 proiettili hanno colpito Calogero Burgio in organi vitali, gli altri 8 tra un muro ed un’automobile posteggiata. Forse, e’ una prima ipotesi, quasi ordinaria, un regolamento di conti.

27 novembre, a Licata, si e’ presentato alla Caserma della Compagnia dei Carabinieri ed ha invocato aiuto un operaio licatese di 24 anni, Gaetano Castagna, sanguinante perche’ ferito da coltellate. E’ stato soccorso in Ospedale, ed ha raccontato di essere stato aggredito in via Gela da due sconosciuti armati di coltello, che, senza motivo, hanno scagliato fendenti contro di lui, poi dimesso, con prognosi di 15 giorni.

28 novembre, attentato incendiario a Palma di Montechiaro. A fuoco e’ stato il furgone della Comunita’ d’accoglienza per immigrati minorenni, ” Alice “. Il mezzo, posteggiato in contrada Fumarola, e’ stato bruciato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco. Indaga la polizia.

28 novembre, a Villafranca Sicula, in contrada Tragalleggi – Contrasto, ignoti malviventi hanno imperversato nella centrale di sollevamento che conduce l’acqua dal fiume Verdura alla diga Castello ed hanno rubato motori, impianti elettrici, porte in ferro, il rame delle cabine elettriche e il materiale informatico che serve per attivare l’ impianto. L’opera, costruita con fondi della Regione e inaugurata una decina di anni addietro, e’ costata circa 7 miliardi di lire. Indagano i carabinieri.

29 novembre, blitz cosiddetto “Self service”, della Questura di Agrigento di Giuseppe Bisogno, tra la Digos capitanata da Carlo Mossuto, la Squadra mobile, agli ordini di Alfonso Iadevaia, e della Procura di Agrigento, tra il Procuratore, Renato Di Natale, l’ Aggiunto, Ignazio Fonzo, ed il sostituto Luca Sciarretta. 12 ordinanze di custodia cautelare firmate dal Giudice per le indagini preliminari, Alberto Davico. 6 sono detenuti in carcere : Luigi Zicari, 49 anni. Pietro Vullo, 42 anni. Roberto Gallo Afflitto, 41 anni. Salvatore Troisi, 56 anni. Giuseppe Gallo Carrabba, 55 anni. E Giorgio Parrino, 55 anni. Poi, agli arresti domiciliari sono altri 5 : Giuseppe Gallo, 43 anni. Alfonso Vullo, 44 anni. Pasquale Farruggia, 56 anni. Gerlando Tuttolomondo, 74 anni. Ed Emanuele Navarra, 62 anni. Poi, obbligo di dimora nel Comune di Agrigento per Rosario Troisi, 53 anni. Poi, domani sara’ interrogato, e, nel frattempo, e’ stato sospeso dall’esercizio del pubblico ufficio e servizio, Sebastiano Di Francesco, 51 anni. Tutti sono indagati, a vario titolo, di corruzione, abuso d’ufficio e truffa. Nel mirino dell’ inchiesta vi e’ la gestione dell’ Ufficio tecnico comunale di Agrigento, che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato pilotato in modo illegale, e lubrificato dal pagamento di tangenti, mediamente tra i 300 e i 2400 euro. Ecco, nelle fotografie adesso in onda sono state immortalate le consegne di denaro, frutto delle intercettazioni ambientali….Tra i capi di imputazione si legge che l’architetto Luigi Zicari avrebbe intascato tangenti, e che, piu’ nel dettaglio, Zicari, Sebastiano Di Francesco, Pietro Vullo e Roberto Gallo Afflitto si sarebbero associati tra loro. Sebastiano Di Francesco, come dirigente dell’ Ufficio tecnico comunale, avrebbe assegnato a Luigi Zicari la trattazione esclusiva di numerose pratiche edilizie presentate dagli architetti Pietro Vullo e Roberto Gallo Afflitto, che sono soci nella loro attivita’ professionale dello studio tecnico associato D V G. E cosi’, Luigi Zicari avrebbe istruito i procedimenti amministrativi che, in numerosi casi, sarebbero stati di competenza di un altro dirigente. Poi, concluse le istruttorie, firmate da Zicari, anche se spesso sarebbero state compilate materialmente dagli stessi Vullo e Gallo Afflitto, il dirigente Di Francesco avrebbe emesso gli atti amministrativi finali presunti illegittimi, anche essi, spesso, materialmente compilati da Vullo e Gallo Afflitto. E Luigi Zicari avrebbe ricevuto indebitamente, in piu’ occasioni, somme di denaro da Vullo e Gallo Afflitto, come corrispettivo per la trattazione di numerose istanze di concessioni e autorizzazioni edilizie presentate all’ Ufficio tecnico dai due architetti nell’ interesse dei loro clienti. Il Vigile urbano, Rosario Troisi, fratello dell’architetto Salvatore Troisi, come componente della Squadra anti – abusivismo della Polizia municipale, e’ accusato di avere attestato falsamente la non esistenza di abusi edilizi quando invece sarebbero stati sussistenti. A Sebastiano Di Francesco e’ contestata l’associazione a delinquere a fini di abuso, non vi e’ prova che abbia intascato denaro. Nell’ ambito delle indagini, iniziate nel 2009, e concluse nel novembre 2010, e’ emerso il pagamento della tangente come dazione ambientale, quasi un atto dovuto, e poi tanta disinvoltura. Infatti, le operazioni presunte malandrine sono state intercettate facilmente perche’ sono state compiute tra gli Uffici e gli Studi professionali. Luigi Zicari, a telefono, intercettato, risponde cosi’ ad un suo interlocutore : ‘’ si’, tranquillo, possiamo parlare, tanto il telefono non e’ intestato a me ma ad un mio familiare ‘’.

29 novembre, i carabinieri della stazione di Ravanusa hanno arrestato, in flagranza di reato, Giacinto Randazzo, 69 anni, pensionato, e Ignazio Dalli, 57 anni, bracciante agricolo, entrambi di Ravanusa, responsabili del reato di furto aggravato in concorso allorche’, nel corso di un servizio di controllo del territorio, sono stati sorpresi all’interno del terreno annesso ad un’abitazione rurale in contrada Arcinisi, nelle campagne di Ravanusa, a bordo di un autocarro caricato con un cancello in ferro battuto di antica fattura rimosso dalla recinzione di una abitazione del luogo.

30 novembre, la Squadra Mobile della Questura di Agrigento, agli ordini di Alfonso Iadevaia, in collaborazione con i colleghi di Cosenza, Enna e Salerno, ha arrestato 5 cittadini stranieri. Due sono nigeriani : Emeka Ohalete, 38 anni, e Duglass Ounchukwu, 36 anni. Gli altri 3 sono ghanesi : Faisal Igala, 37 anni, Mohamed Adama, 28 anni, e Kujo Ahmokugo, 44 anni. I 5 sono accusati di omicidio plurimo doloso, pluriaggravato da motivi abietti e futili, allorche’, durante una traversata in mare dalla Libia a Lampedusa, dove la barca e’ approdata lo scorso 4 agosto, avrebbero picchiato e gettato in mare alcuni connazionali, provocandone la morte per annegamento. Altri immigrati sarebbero morti invece per asfissia perche’ costretti all’ interno della stiva della barca. L’ inchiesta e’ stata coordinata dalla Procura di Agrigento, tramite l’ aggiunto, Ignazio Fonzo, ed il sostituto, Andrea Bianchi.

30 novembre, la Corte d’Assise di Agrigento ha assolto Filippo Sciara, 47 anni, di Siculiana, imputato dell’ omicidio di Luigi Collura, ucciso il 23 ottobre 1991 a Siculiana. Il Pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Emanuele Ravaglioli, nel corso della requisitoria, ha invocato la condanna di Sciara all’ ergastolo. I pentiti Maurizio Di Gati, Luigi Putrone, Alfonso Falzone e Pasquale Salemi hanno dichiarato che sarebbe stato Sciara a colpire a fucilate Collura. Il difensore dell’ imputato, Mara Di Ganci, ha ottenuto l’assoluzione. Per lo stesso omicidio e’ stato processato, con il rito abbreviato, Salvatore Fragapane, 55 anni, di Santa Elisabetta, accusato di essere il mandante del delitto. Anche Fragapane e’ stato assolto.

30 novembre, a Sciacca, durante la seduta del Consiglio comunale, ignoti hanno danneggiato gli specchietti retrovisori dell’automobile del sindaco Vito Bono. A scoprire quanto accaduto e’ stato lo stesso sindaco, che ha presentato denuncia contro ignoti. L’ auto e’ stata posteggiata all’interno dell’ atrio inferiore del Palazzo municipale, nei posti riservati ai consiglieri comunali ed agli amministratori.

30 novembre, i carabinieri della stazione di Castrofilippo hanno arrestato Salvatore Alessi, 36 anni, perche’, nel corso di una perquisizione, in una sua casa rurale e’ stato scoperto un fucile, calibro 12, a canne mozzate, con matricola abrasa, e 7 cartucce dello stesso calibro. L’arma, in perfette condizioni, oleata e pronta all’ uso, sara’ sottoposta ai rituali esami balistici. Alessi, gia’ assessore comunale all’ Ambiente durante la sindacatura di Salvatore Ippolito, rispondera’ di detenzione illegale di arma clandestina.

30 novembre, il Tribunale di Agrigento ha assolto Santa Mulone, 59 anni, di Cattolica Eraclea, imputata di rapina aggravata e lesioni personali aggravate allorche’, il 20 marzo del 2010, in servizio come badante, avrebbe colpito alla testa la sua assistita, Anna Fasulo, 83 anni, anche lei di Cattolica, e le avrebbe rubato denaro per 30mila euro. L’anziana pensionata e’ poi deceduta il successivo 16 aprile. Una consulenza medica ha escluso che la morte dell’anziana e’ stata provocata dal colpo in testa.

30 novembre, i Carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia di Licata hanno arrestato, in flagranza di reato, Domenico Savio Vella, 27 anni, disoccupato, pregiudicato, accusato di furto aggravato. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, Domenico Savio Vella e’ stato sorpreso, in contrada “ Piano Bugiades ”, intento a tranciare i cavi di rame della linea telefonica di proprieta’ della Telecom. Su di un’ Alfa Romeo 146, di sua proprieta’, Vella aveva gia’ caricato vari spezzoni di cavi telefonici della lunghezza complessiva di circa 120 metri.

30 novembre, i carabinieri della stazione di Ravanusa hanno arrestato Ioan Balan, 57 anni, originario della Romania e residente a Ravanusa, disoccupato, pregiudicato, attualmente sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Ioan Balan e’ responsabile del reato di evasione allorche’, nel corso di un servizio di controllo del territorio, e’ stato sorpreso dai militari, senza alcuna autorizzazione, a passeggiare per le strade di Ravanusa, violando cosi’ la misura degli arresti.

30 novembre, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Antonino Montalbano, 49 anni, di Ribera, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, accusato di violazione degli obblighi connessi alla misura di prevenzione. Nel corso di un servizio di pattugliamento, i militari hanno sorpreso Montalbano, peraltro con patente revocata, alla guida di un ciclomotore. L’ uomo, gia’ inquisito nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta ‘’Scacco matto ‘’, e’ adesso detenuto nel carcere di Sciacca.

1 dicembre, a Licata, all’ Ospedale San Giacomo d’Altopasso, e’ morta una pensionata di Palma di Montechiaro, Rita Bongiorno, di 80 anni. La donna, la sera del 30 novembre, intenta ad attraversare la strada, in via Roma, a Palma di Montechiaro, e’ stata travolta da un’automobile. L’ investitore ha prestato soccorso.

1 dicembre, la Guardia di Finanza ha arrestato Salvatore Lombardo, 20 anni, di Agrigento, sorpreso in piazzale Rosselli, appena giu’ dall’ dall’autobus Palermo – Agrigento, in possesso di 100 grammi di hashish e alcuni grammi di marijuana, fiutati dal cane Urlo delle Fiamme gialle. Lombardo e’ stato gia’ inquisito nell’ ambito della maxi inchiesta antidroga cosiddetta ‘’ Capo dei Capi ‘’.

1 dicembre, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Calogero Sarullo, 52 anni, di Ribera, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, perche’, in violazione degli obblighi connessi alla misura di prevenzione, e’ stato sorpreso alla guida di un ciclomotore senza assicurazione. Il ciclomotore e’ stato posto sotto sequestro amministrativo. Adesso Calogero Sarullo e’ detenuto nel carcere di Sciacca.

1 dicembre, i Carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Gaetano Castagna, 24 anni, di Licata, disoccupato, pregiudicato, accusato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’ arresto di Castagna e’ frutto dell’ inchiesta cosiddetta “Ballaro’ ”, dal nome del blitz dei Carabinieri del 15 giugno 2010 che provoco’ 52 ordinanze di custodia cautelare. Castagna scontera’ la condanna a 2 anni e 11 mesi di reclusione.

1 dicembre, la Guardia di Finanza di Canicatti’ ha scoperto una maxi evasione fiscale perpetrata da una ditta individuale che opera nel settore della vendita al dettaglio di prodotti tipici della tradizione siciliana, alimenti e bevande in posti mobili, tra ricavi non dichiarati per piu’ di 3 milioni di euro, ed oltre 235mila euro di Iva evasa. Il titolare e’ stato denunciato alla Procura di Agrigento, e nei suoi confronti e’ stata proposta l’adozione della misura del sequestro preventivo di beni per equivalente, a garanzia del credito erariale. Scoperti inoltre, nell’ ambito della stessa ditta, tre lavoratori irregolari.

2 dicembre, ancora attentati intimidatori a Lampedusa, a danno del Centro di prima accoglienza. Uno dei capannoni della struttura, di circa 500 metri quadri e contenente materiale di scorta per l’ accoglienza, ha subito un incendio. Gia’ nel recente passato sono stati danneggiati 2 pullman e l’ automobile dell’ amministratore delegato della societa’ cooperativa che gestisce il centro, Cono Galipo’. Indagini in corso.

2 dicembre, i Carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Carlo Zirafi, 35 anni, di Licata, pizzaiolo, pregiudicato, accusato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Zirafi scontera’ una condanna definitiva a 3 anni di reclusione inflitta nell’ ambito della maxi inchiesta antidroga dei Carabinieri cosiddetta “Ballaro’ ”, che, il 15 giugno 2010, provoco’ 52 ordinanze di custodia cautelare.

2 dicembre, a Canicatti’, ignoti ladri hanno rubato tutto il materiale informatico, tra computer e varie attrezzature, all’ Ufficio invalidi civili del Poliambulatorio. Il danno ammonta ad alcune migliaia di euro. Indagini in corso.

2 dicembre, nelle campagne tra Raffadali e la frazione di Montaperto, in contrada Modaccamo, un pensionato di 69 anni, Pasquale Mangione, di Raffadali, e’ stato scoperto nel suo podere cadavere e sfigurato dai cani randagi. Ignota la causa della morte. La Procura ha disposto l’ ispezione cadaverica, al fine di accertare se Mangione e’ morto a seguito dell’aggressione subita dai cani. Quattro proiettili di pistola, non esplosi, sono stati scoperti non lontano dal cadavere.

3 dicembre, un incendio ha danneggiato il locale “Baraonda” lungo il Viale delle Dune a San Leone, lido balneare di Agrigento. Indagini in corso. Verosimile la causa accidentale da corto circuito, forse provocato da un fulmine scatenato dal maltempo.

3 dicembre, i poliziotti della Squadra Volanti di Agrigento hanno arrestato Abdelaziz Mahfoudhi, 37 anni, originario della Tunisia, residente da tempo ad Agrigento, accusato di violazione della misura degli arresti domiciliari. Il nordafricano e’ stato sorpreso in strada, tra la via Atenea e Porta di Ponte. Abdelaziz Mahfoudhi e’ stato arrestato lo scorso 15 ottobre dai poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle perche’ alla guida della sua automobile, ad elevata velocita’, marcio’ contromano in via Francesco Crispi. Fu inseguito, bloccato, e lui, ubriaco, si scaglio’ contro i poliziotti.

5 dicembre, i carabinieri hanno arrestato Giuseppe Puzzo, 57 anni, di Palma di Montechiaro, bracciante agricolo, perche’ avrebbe costretto il fratello, disabile, a vivere in un’angusta residenza in via Dino Grandi, a Palma di Montechiaro, in stato di totale abbandono e in precarie condizioni igienico – sanitarie. Giuseppe Puzzo rispondera’ di abbandono di persona incapace, nonostante percepisse mensilmente i contributi per l’accompagnamento e sia stato nominato dal Tribunale tutore del congiunto infermo.

5 dicembre, il medico legale, Livio Milone, dell’ Istituto di Medicina legale dell’ Universita’ di Palermo, ha eseguito l’ autopsia sul cadavere di Pasquale Mangione, 69 anni, di Raffadali, pensionato, scoperto morto e dilaniato dai cani randagi venerdi’ scorso, 2 dicembre, nella sua masseria in contrada Modaccamo, alla periferia di Raffadali. Ebbene, secondo i primi esiti dell’esame autoptico, eseguito nella Camera mortuaria dell’ Ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento, Pasquale Mangione e’ stato ucciso, freddato da 2 colpi di pistola, un’arma, forse, dello stesso calibro dei 4 proiettili non esplosi, ossia di 7 e 65, scoperti dalla Polizia a poca distanza dalla vittima.

5 dicembre, il Tribunale di Agrigento – Sezione distaccata di Licata, ha assolto Giuseppe Fiorenza, 75 anni, di Palma di Montechiaro, inteso “ Peppi u parmisi ”, accusato di favoreggiamento della prostituzione. Fiorenza, difeso dall’avvocato Enzo Sica, e’ stato arrestato dalla Polizia il 26 gennaio del 2010 nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Afrodite”, contro un presunto business legato alla forzata prostituzione di ragazze romene tra Licata e Palma di Montechiaro.

5 dicembre, a Cattolica Eraclea i Carabinieri hanno arrestato il presunto autore di una rapina perpetrata in una villetta in contrada Sonatore. Si tratta di Viorel Bodolica, 24 anni, originario della Romania, che, dopo essersi introdotto forzosamente all’ interno della villa di proprieta’ di Giuseppa Campione, un’anziana di Cattolica Eraclea, dopo averla malmenata, le ha rubato oggetti preziosi e alcune centinaia di euro.

5 dicembre, la Corte d’ Appello di Milano, accogliendo l’ istanza di riparazione per ingiusta detenzione presentata dal difensore, l’ avvocato Antonino Gaziano, ha riconosciuto a Giuseppe Volpe, 65 anni, di Porto Empedocle, la somma di 6mila euro come risarcimento della ingiusta detenzione di 19 giorni subita allorche’ il 29 gennaio del 2010 e’ stato arrestato perche’ inquisito, e poi del tutto scagionato, nell’ ambito dell’ inchiesta sull’ omicidio di Giuseppe Monterosso, 54 anni, imprenditore originario di Sommatino, in provincia di Caltanissetta, ed a lavoro a Cavaria, frazione di Varese, dove e’ stato ucciso il 6 maggio del 2009.

6 dicembre, clamoroso e paradossale a Porto Empedocle dove i ladri hanno rubato dentro la casa di un detenuto ai domiciliari. La vittima del furto e’ un 30enne sottoposto agli arresti domiciliari nella sua abitazione nella zona dell’ altipiano Lanterna. Ignoti hanno svaligiato la casa approfittando dell’ allontanamento temporaneo del detenuto che ha ricevuto un permesso dall’ autorita’ giudiziaria per uscire 2 ore per una visita medica. Al rientro, l’ uomo si e’ accorto della sgradita sorpresa. Indagano i poliziotti del Commissariato “Frontiera”, agli ordini di Cesare Castelli.

6 dicembre, i carabinieri della stazione di Racalmuto hanno arrestato Vincenzo Milioto, 31 anni, di Racalmuto, accusato di resistenza a pubblico ufficiale allorche’, nel corso di una perquisizione domiciliare, Milioto avrebbe mantenuto un comportamento irriguardoso, spintonando e minacciando i militari. Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti, ha convalidato l’arresto, applicando al racalmutese la misura dell’obbligo di firma.

6 dicembre, a Campobello di Licata un furto sacrilego e’ stato perpetrato all’interno della Chiesa Madrice. I malviventi sono entrati furtivamente, approfittando dell’assenza di persone all’ interno, ed hanno asportato, usando un taglierino, una tela dell’ 800 riconducibile alla scuola del maestro Provenzani, noto artista palmese. Il dipinto, intitolato “Madonna del Rosario”, rappresenta la Madonna con in braccio il Bambin Gesu’, e la Vergine  Maria che si inchina verso San Domenico. L’arciprete Calogero Montana ha avvisato i carabinieri. Indagini in corso.

6 dicembre, i carabinieri del Nucleo radiomobile di Cammarata e i colleghi della stazione di San Giovanni Gemini, agli ordini del capitano Vincenzo Bulla,  hanno arrestato Fabio Varsalona, 25 anni, residente a San Giovanni Gemini, accusato di furto con strappo allorche’ in Corso Umberto primo, usando la scusa di domandare in prestito pochi spiccioli al proprio cugino, gli ha strappato di mano il portafogli ed e’ fuggito. Il ladro e’ stato rintracciato, sorpreso in possesso della somma di 49 euro, asportata dal portafogli, ed e’ stato arrestato.

7 dicembre, e’ morto, dopo lo stato di coma, all’ospedale Cannizzaro di Catania, Moussa Ali’, 28 anni, originario del Niger, picchiato a sangue lo scorso 17 novembre all’interno del centro di accoglienza “La Misericordia” a Santo Stefano di Quisquina. Si aggrava dunque l’ imputazione, in omicidio volontario aggravato dalla crudelta’, a carico del presunto aggressore, Salissou Kelo Boukar, 28 anni, anche lui originario del Niger, che avrebbe colpito a bastonate il connazionale per questioni di appartenenza a tribu’ diverse.

7 dicembre, i carabinieri della stazione di Menfi hanno arrestato ai domiciliari Vincenzo Pavia, 46 anni, di Menfi, perche’ sorpreso all’interno di una fabbrica dismessa nella zona industriale, intento ad asportare 110 metri di cavi di rame dai pozzetti del luogo. La refurtiva e’ stata sequestrata.

7 dicembre, i carabinieri della stazione di Montevago hanno arrestato Francesco Zummo, 56 anni, di Montevago, che scontera’ 9 mesi di reclusione ai domiciliari frutto di un cumulo di condanne pregresse per alcuni reati.

7 dicembre, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Alfonso Pinto, ha condannato per omicidio colposo a 4 mesi di reclusione, con il beneficio dell’ indulto, Calogero Bisaccia, di Ravanusa, padre di Stefano, il ragazzo di 25 anni che il 13 agosto del 2005 mori’ folgorato nella doccia di casa sua. La tragedia domestica fu provocata da un corto circuito scatenato dalla fusione di due fili nel manico di una griglia su cui il ragazzo arrostiva della carne durante la doccia. L’ imputato, colpevole perche’ intestatario dell’ immobile teatro del sinistro, e’ stato difeso dall’avvocato Ignazio Valenza.

8 dicembre, i carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato Giovanni Di Stefano, 55 anni, e Salvatore Meli, 27 anni, entrambi di Porto Empedocle, accusati di furto allorche’ sono stati sorpresi in un capannone dismesso in localita’ San Pietro Superiore intenti a rubare vario materiale ferroso per un valore di mercato di circa 100mila euro.

8 dicembre, a Licata i poliziotti hanno arrestato Giacomo Ripellino, 34 anni, che scontera’ 6 mesi di reclusione per evasione dagli arresti domiciliari e per il reato di maltrattamenti in famiglia.

9 dicembre, la Polizia ha arrestato un tassista agrigentino, Angelo Costanza, 54 anni, sorpreso a Licata, in via Due Rocche, nel quartiere di Fondachello, a bordo della sua automobile in possesso di 51 grammi di cocaina.

9 dicembre, tentativo di scasso alla sede della Sezione distaccata del Tribunale di Agrigento a Canicatti’, in via Calatafimi. Il personale si e’ accorto che l’ ingresso e’ stato danneggiato, ed alcune telecamere dell’ impianto di video – sorveglianza sono state divelte o spostate. Inoltre, il sistema antifurto non ha funzionato perche’ i cavi sono stati tranciati. Su quanto accaduto indagano i Carabinieri della locale Compagnia.

10 dicembre, i carabinieri della stazione di Naro hanno arrestato Riccardo Valenti, 28 anni, di Licata, sorpreso in contrada “Giummello” alla guida della propria automobile ed in possesso di 50 grammi di marijuana che ha tentato di nascondere lanciando un involucro dal finestrino dell’ auto. Valenti e’ fuggito ma e’ stato inseguito ed acciuffato.

10 dicembre, i carabinieri della Tenenza di Favara, agli ordini del tenente Gabriele Treleani, hanno arrestato Salvatore Bellomo, 60 anni, di Favara, ritenuto colpevole dal Tribunale di Vigevano, in Lombardia, di violenza sessuale su minori, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Si tratta di episodi risalenti al dicembre del 1998. Salvatore Bellomo scontera’ una condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione, a seguito di sentenza definitiva in Cassazione.

12 dicembre, a Sambuca di Sicilia, due malviventi, travisati al volto e non armati, hanno minacciato gli impiegati ed hanno rapinato l’ Ufficio postale, arraffando dalla cassaforte circa 10mila euro.

12 dicembre, a San Leone, frazione balneare di Agrigento, nei pressi della piazzola dell’ ex eliporto, al lungomare, i carabinieri, agli ordini del capitano Giuseppe Asti e del maresciallo Mercurio Ubaldo Lingria, hanno arrestato Roberto Capraro, 20 anni, e il minore D.S., entrambi di Agrigento, sorpresi in possesso di 11 grammi di hashish, e 0,3 grammi di cocaina, e 110 euro in contanti. Nell’abitazione di Capraro sono stati sequestrati altri 350 euro, e nella casa del minorenne 3 coltelli ancora intrisi di sostanza stupefacente e un bilancino di precisione.

12 dicembre, il Tribunale di Agrigento, presieduto dal giudice Sebastiana Zuppardi, accogliendo le tesi difensive dell’avvocato Salvatore Broccio, ha assolto, con formula piena, Giuseppe Sala, ex amministratore di condomini, accusato di aver omesso il versamento delle ritenute assistenziali e previdenziali dei dipendenti dello stesso Sala. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, la difesa ha dimostrato l’ estraneita’ dell’imputato alle ipotesi di reato contestate.

13 dicembre, ancora una seconda volta, dopo la prima di venerdi’ scorso 9 dicembre, a Canicatti’ e’ stato danneggiato il sistema di video – sorveglianza esterna del Palazzo di giustizia, in via Vincenzo Gioberti. Dopo avere tentato di forzare gli ingressi agli Uffici giudiziari, e danneggiato un paio di telecamere, ignoti hanno divelto un’altra telecamera che era utilizzata per vigilare l’ingresso principale dell’edificio dove sono allocati gli Uffici del giudice monocratico, sezione civile e penale, e del giudice di pace. Indagini in corso.

13 dicembre, i giudici della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Agrigento hanno ordinato il sequestro dei beni di Gioacchino Siggia, 82 anni, di Ribera, pensionato, gia’ condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione per associazione mafiosa nell’ ambito dell’ inchiesta cosiddetta “Welcome back”. In particolare, sono stati sequestrati 9 appezzamenti di terreno, 2 fabbricati e un libretto bancario. Le indagini patrimoniali sono state compiute dalla Guardia di finanza di Agrigento.

13 dicembre, i militari della Guardia di finanza di Canicatti’ hanno scoperto e sequestrato un’ automobile Ferrari contraffatta. Ad insospettire i finanzieri sono stati alcuni particolari della vettura. Ad esempio, l’autovettura e’ risultata immatricolata come Pontiac modello “Fiero Ruha”. Le Fiamme gialle, dopo un accurato servizio informativo sui movimenti e le abitudini del proprietario dell’ automobile, hanno scovato il mezzo condotto da un ravanusano, denunciato a piede libero, alla Procura della Repubblica di Agrigento, per contraffazione. L’attivita’ svolta dalla Guardia di Finanza e’ compresa nell’ ambito della tutela dei marchi, brevetti ed altri diritti di privativa industriale al fine di tutelarne l’immagine e la credibilita’.

13 dicembre, sentenza definitiva in Cassazione al processo antimafia cosiddetto “Sicania’’, contro i clan agrigentini tra Sant’Angelo Muxaro, Santa Elisabetta e San Biagio Platani. Francesco Fragapane, 8 anni di reclusione. Giuseppe Antonio Fragapane, 9 anni. E Giuseppe La Porta, 8 anni. Poi, Alfonso Milioto e’ stato condannato a 5 anni per illecita concorrenza aggravata, e sara’ nuovamente processato dalla Corte d’Appello di Palermo.

13 dicembre, ad Agrigento, all’ interno del deposito dei pullman della ditta “Sal”, in via 25 aprile, i ladri hanno rubato il gasolio da 4 serbatoi di pullman. Approssimativamente il furto ammonta ad un centinaio di litri di carburante.

13 dicembre, i carabinieri di Sciacca, agli ordini del capitano Gaetano La Rocca, hanno arrestato Donatello Gulino, 39 anni, di Sciacca, che scontera’ 3 anni e 2 mesi di reclusione per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

13 dicembre, ad Agrigento, i carabinieri della stazione di Villaseta hanno arrestato Paolo Greco, 26 anni, di Agrigento. Greco scontera’ la condanna definitiva a 3 anni di carcere e paghera’ 18mila euro di multa perche’ ritenuto colpevole di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel 2007, nel corso di una perquisizione, Greco e’ stato sorpreso in possesso di 900 grammi di hashish.

14 dicembre, la Corte d’Appello di Palermo ha emesso la sentenza al processo cosiddetto ‘’ Minoa ‘’, a carico di 5 imputati agrigentini nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Minoa ‘’. 12 anni di reclusione a Domenico Terrasi, presunto capomafia di Cattolica Eraclea. 8 anni a Damiano Marrella, di Montallegro, al quale e’ stata cancellata l’aggravante della direzione. Assolto Andrea Amoddeo, genero di Terrasi, di Cattolica Eraclea. Assolto Francesco Manno, di Cattolica Eraclea. Assolto l’imprenditore di Ribera, Marco Vinti.

14 dicembre, la Guardia di finanza ha scoperto e sequestrato a Licata oltre 27mila botti di Capodanno illegali, scoperti nell’abitazione di un 52enne che e’ stato denunciato alla Procura, per detenzione illegale di materiale esplodente. I petardi sono stati custoditi all’interno di un condominio a rischio di tutti gli abitanti dello stabile, trattandosi di esplosivo per oltre 36 chili.

14 dicembre, i Carabinieri della compagnia di Canicatti’ e  della stazione di Castrofilippo, agli ordini del capitano Salvatore Menta, hanno arrestato Salvatore Casella, 26 anni, nomade della Comunita’ dei semi camminanti di stanza a Castrofilippo, accusato di evasione dalla propria abitazione, dove e’ stato ristretto agli arresti domiciliari lo scorso 24 novembre per violenza e resistenza a Pubblico ufficiale. Dunque, Salvatore Casella e’ adesso recluso al carcere di contrada Petrusa ad Agrigento.

15 dicembre, ad Agrigento i Carabinieri hanno denunciato 5 tunisini, accusati di contrabbando di sigarette allorche’ sono stati sorpresi al Villaggio Mose’, lungo il Viale Leonardo Sciascia, a bordo di un’ automobile, in possesso di 302 pacchetti di sigarette di contrabbando per un peso complessivo di 7 chilogrammi.

15 dicembre, la Guardia di finanza della Tenenza di Canicatti’ ha sequestrato circa 1.000 giocattoli privi di marchiatura “Ce” o mancanti di avvertenze e delle modalita’ di utilizzo nella lingua italiana, che la normativa vigente ritiene informazioni minime a tutela del consumatore. Il gestore dell’ esercizio commerciale, nel centro urbano della citta’ dell’uva Italia, e’ stato segnalato alla Camera di Commercio di Agrigento per l’irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie, ed al ministero dello Sviluppo economico. Tali giochi, venduti a prezzo bassissimo, sono spesso frutto del lavoro nero, anche minorile, utilizzando sostanze pericolose e cancerogene.

15 dicembre, a conclusione del giudizio abbreviato, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 16 anni di reclusione Costantin Gennaro, 25 anni, originario di Zagorsk in Russia, che l’ 8 novembre del 2009, ad Agrigento, al Villaggio Mose’, in via Sardegna 1, al culmine di un violento litigio, l’ennesimo, avrebbe accoltellato mortalmente, con due fendenti alla gola ed allo stomaco, il padre adottivo, Damiano Gennaro, 61 anni, originario di Petralia Soprana, commerciante di arredamenti per ufficio. Il ragazzo, subito dopo il delitto, ha telefonato ai Carabinieri e si e’ costituito. La perizia psichiatrica ha confermato la capacita’ di intendere e di volere dell’ imputato all’ atto del delitto.

15 dicembre, a Santa Elisabetta, i carabinieri hanno arrestato Daniele Fanara, 40 anni, di Santa Elisabetta, accusato di furto aggravato di energia elettrica. Fanara, conduttore di un caseificio, avvalendosi di un potente magnete posto sul contatore installato nell’ attivita’ artigianale, avrebbe provocato ingenti danni economici all’Enel, ancora in fase di quantificazione. Sono stati sottoposti a sequestro sanitario diversi chilogrammi di prodotti alimentari che si sospetta essere stati prodotti con materie prime rischiose per la salute pubblica. Nel frattempo, su istanza del difensore, l’ avvocato Anna Americo, il Gip del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, ha rigettato la richiesta di convalida dell’arresto. E, pertanto, Daniele Fanara, dopo l’interrogatorio, e’ stato subito scarcerato.

15 dicembre, il Tribunale di Sciacca ha condannato ad 1 anno e 2 mesi di reclusione, pena sospesa, Accursio Pumilia, 80 anni, di Sciacca, accusato di violenza sessuale allorche’ avrebbe palpeggiato una donna di 45 anni nelle parti intime. Nel gennaio del 2008, l’anziano avrebbe cercato di approfittare della donna usando il pretesto di mostrarle i lavori di ristrutturazione di un appartamento in via De Gasperi. Pumilia ha sempre negato ogni addebito, proclamandosi innocente.

15 dicembre, i carabinieri della compagnia di Cammarata, agli ordini del capitano Vincenzo Bulla, hanno arrestato Vincenzo Militello, 24 anni, di San Giovanni Gemini, accusato di resistenza e lesioni a Pubblico ufficiale allorche’, controllato da una pattuglia, alla richiesta di esibire i documenti, si e’ scagliato contro i militari. Militello e’ stato inoltre sorpreso in possesso di un coltello a serramanico lungo complessivamente 15 centimetri, sequestrato.

16 dicembre, ad Agrigento, lungo il viale Cannatello, innanzi al Centro commerciale Papino Expert, due banditi, travisati al volto e armati di pistola, hanno rapinato una donna sorpresa nei pressi della propria automobile parcheggiata. I due hanno scippato la borsa e sono fuggiti.

16 dicembre, il Tribunale di Sciacca ha condannato Nicolo’ Cusimano, 31 anni, di Palermo, a 6 anni e 6 mesi di reclusione, perche’ accusato della rapina, il 23 giugno del 2010, alla Banca Cooperativa di credito “San Francesco” a Ribera. Taglierino, minacce e bottino, circa 6mila e 590 euro. Cusimano e’ stato scoperto dai carabinieri grazie alla videoregistrazione del sistema in dotazione alla banca.

16 dicembre, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento ha sequestrato i beni dell’ imprenditore Salvatore Paci, 62 anni, di Campobello di Licata, gia’ condannato a 4 anni di reclusione in primo grado nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Apocalisse’’, allorche’ avrebbe favorito investimenti imprenditoriali della mafia, attraverso il boss Giuseppe Falsone. Sigillati 6 fondi rustici, un vigneto, 18 terreni, quote dell’azienda Laes, conti correnti, polizze assicurative e capitali sociali di altre due aziende.

16 dicembre, i Carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Massimo Amato, hanno arrestato Gabriele Calderaro, 29 anni, disoccupato, pregiudicato, gia’ sottoposto alla misura cautelare della detenzione domiciliare per tentata rapina aggravata e lesioni personali. Ebbene, Calderaro scontera’ la condanna definitiva a 2 anni di reclusione. I reati risalgono al 24 settembre del 2007, a Licata. Gabriele Calderaro e’ stato tradotto nel carcere “Petrusa” di Agrigento.

16 dicembre, i carabinieri della Compagnia di Cammarata, agli ordini del capitano, Vincenzo Bulla, hanno arrestato a Licata, Dumitru Birjoveanu, 50 anni, originario della Romania, ricercato da oltre 2 mesi per rapina e lesioni personali aggravate allorche’ il 29 settembre scorso, travisato da passamontagna e armato di bastone di legno, sarebbe entrato all’interno di un’azienda agricola di contrada Massonesi a Castronovo di Sicilia, avrebbe aggredito violentemente e legato il custode, residente a Cammarata, e gli avrebbe rubato numerosi oggetti.

16 dicembre, il giudice penale del Tribunale di Agrigento, Alessia Geraci, ha assolto Angelo Falsone, di Palma di Montechiaro, accusato di estorsione, minacce gravi e procurato incendio doloso. Le ipotesi di reato risalgono al maggio del 2006 quando un incendio danneggio’ il portone di un’abitazione di un commerciante e due automobili. Adesso, accogliendo le istanze del difensore di Falsone, l’avvocato Francesco Terrazzino, e’ stato assolto l’ imputato, nel mirino incrociato di due denunce da parte di suoi familiari per estorsioni e minacce gravi. Falsone invece avrebbe rivendicato una parte di eredita’ che gli sarebbe spettata, e non si sarebbe quindi trattato ne’ di estorsione ne’ di minacce.

16 dicembre, a Canicatti’ ha subito un danneggiamento, nei locali dell’ex Foro Boario, un’ Associazione impegnata in un set cinematografico con maestranze del luogo, ed a cui gli stessi locali sono stati concessi dall’amministrazione comunale. Nottetempo, alcuni vetri degli infissi sono stati frantumati. Si tratta del quarto episodio di danneggiamento che, nel corso degli ultimi mesi, ha subito la Societa’ cinefila di Canicatti’.

16 dicembre, un camionista di Agrigento, residente a Cesena, Ferdinando Pullara, 47 anni, e’ morto vittima di un incidente stradale lungo l’ autostrada A14, corsia sud, nei pressi di Bologna. Pullara, alla guida del suo camion carico di latticini, ha tamponato un autotreno che si e’ immesso in carreggiata da una piazzola di servizio. L’uomo e’ morto sul colpo.

17 dicembre, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Valerio D’Andria, accogliendo quanto richiesto dalla Procura, ha sequestrato due automobili Porsche, una 911 turbo e una Cayenne, in uso all’imprenditore Giuseppe Burgio, 47 anni, di Agrigento. Le due auto, del valore complessivo di circa 200mila euro, sono intestate alle societa’ srl Ingross e Hopaf. Giuseppe Burgio e’ indagato per appropriazione indebita delle due auto di lusso a seguito della denuncia della Porsche financial services Italia secondo cui l’imprenditore nel marzo del 2009 e nell’ottobre del 2010 ha ottenuto la locazione delle due automobili e poi non ha onorato i contratti.

17 dicembre, il Giudice monocratico della Sezione penale del Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti, accogliendo le tesi difensive dell’avvocato Luigi Troja, ha assolto Aurelio Nicolosi, 44 anni, di Cattolica Eraclea, operaio, imputato di spaccio di sostanze stupefacenti allorche’ nel maggio scorso e’ stato sorpreso dai Carabinieri di Cattolica Eraclea in possesso di circa 30 grammi di hashish. L’avvocato Troja ha dimostrato che l’hashish e’ stato detenuto da Nicolosi per esclusivo uso personale essendo un consumatore di droga. Il Pubblico Ministero ha invocato la condanna ad 1 anno e 6 mesi di carcere.

19 dicembre, ad Agrigento, in via Imera, una donna di 62 anni, ha subito un tentativo di scippo della borsa da due malviventi a bordo di uno scooter e travisati con i caschi. La vittima ha resistito, ha trattenuto la borsa, e’ rovinata a terra, e’ stata trascinata per alcuni metri, ha salvato la borsa ed e’ stato soccorsa in Ospedale dai Carabinieri intervenuti sul posto.

19 dicembre, al Tribunale di Agrigento, ha patteggiato la condanna a 6 mesi di reclusione, pena sospesa, Mario Cacicia, 39 anni, di Agrigento, a giudizio per ingiuria, minaccia, violenza privata e danneggiamento. E’ stata la moglie a denunciarlo, il 9 aprile del 2010. Mario Cacicia e’ difeso dall’avvocato Rosalba Cassaro.

19 dicembre, a San Biagio Platani e’ stata scoperta morta, in un dirupo, a circa 500 metri dalla Casa di riposo dove ha alloggiato, la pensionata di 83 anni, Vincenza Mendola, di cui non vi sono state piu’ tracce da domenica pomeriggio 18 dicembre. Le ricerche sono state condotte anche con il gruppo cinofili dei Carabinieri. La donna e’ stata affetta da Alzheimer.

19 dicembre, al Tribunale di Agrigento, i giudici della sezione penale presieduta da Franco Messina, hanno assolto, con formula liberatoria, il sindaco di Licata, Angelo Graci, l’ex assessore Tiziana Zirafi, l’ex vice – presidente del Consiglio comunale, Nicolo’ Riccobene, e l’impresario di spettacoli Carmelo Napolitano, di Gela. La Procura, a termine della requisitoria, ha invocato la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno. Gli amministratori sono stati imputati per avere ricevuto una tangente in cambio dell’assegnazione di un appalto per uno spettacolo musicale organizzato in occasione della festa patronale a Sant’ Angelo. Alla lettura della sentenza ha partecipato, con soddisfazione, l’ intera Giunta comunale di Licata, a sostegno del sindaco. I 4 imputati assolti sono stati arrestati, ai domiciliari, il 24 novembre del 2009. A denunciare Graci, Zirafi, Riccobene e Napolitano, che avrebbe pagato la tangente, sono stati due impresari che sono stati esclusi dall’aggiudicazione degli appalti per l’organizzazione delle manifestazioni collaterali alla festa del Patrono di Licata, Sant’Angelo.

20 dicembre, i Carabinieri della Tenenza di Ribera hanno arrestato ai domiciliari Carmen Ciancimino, 19 anni, di Ribera, presunta responsabile di una rapina a danno di un’ anziana del luogo l’8 novembre scorso quando, usando una scusa, la ragazza sarebbe entrata nella casa della donna, l’avrebbe aggredita, e le avrebbe strappato una catenina in oro dal collo.

20 dicembre, il Tribunale civile sezione Fallimentare di Agrigento ha dichiarato il fallimento del Cda, il Centro distribuzione alimentare, dell’ imprenditore Giuseppe Burgio. Adesso, come da prassi, si procedera’ ad una ricognizione giudiziaria delle attivita’ e delle passivita’ al fine di costituire la cosiddetta massa fallimentare a garanzia dei crediti vantati verso il Cda. Giuseppe Burgio e’ titolare di altre due catene di distribuzione commerciale attualmente sotto vertenza giudiziaria. Si tratta di Ingross e Centro Le Rondini. L’ istanza di fallimento e’ stata proposta dall’ avvocato Giuseppe Danile.

21 dicembre, i Carabinieri della Compagnia di Cammarata, agli ordini del capitano Vincenzo Bulla, hanno arrestato Salvatore Costanza, 42 anni, di San Giovanni Gemini, imprenditore edile, presunto affiliato alla famiglia di Cammarata. L’ arresto di Costanza e’ compreso nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta ‘’ Kamarat ‘’ che ha gia’ provocato altri arresti di presunti esponenti mafiosi della “zona della montagna” agrigentina, ed a cui hanno contribuito le dichiarazioni dei pentiti Alfonso Falzone, Luigi Putrone, Ciro Vara, Maurizio Di Gati, Antonino Giuffre’, Giuseppe Salvatore Vaccaro e Beniamino Di Gati.

21 dicembre, ancora furti di cavi Telecom nell’ agrigentino. Ignoti hanno abbattuto i pali del telefono e rubato circa 350 metri di cavi di rame in contrada Cava Mantia, a Grotte. I tecnici di Telecom hanno lavorato a lungo per riattivare le linee telefoniche. Nella sola provincia di Agrigento, dall’inizio dell’anno a oggi, si sono susseguiti oltre 100 casi di furto di cavi.

21 dicembre, la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Agrigento a carico di Vincenzo Leone, 40 anni, di Canicatti’, condannato a 9 anni di carcere per associazione mafiosa nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Agora’ ”, dal nome del Centro commerciale, oggi Vigne, gia’ obiettivo degli interessi criminali del clan mafioso legato al boss Giuseppe Falsone.

21 dicembre, il Tribunale di Agrigento ha assolto il ragioniere Massimo Zicari, 38 anni, di Agrigento, arrestato il 18 gennaio del 2010 nell’ ambito dell’ inchiesta anti – usura cosiddetta ‘’ Easy money”. Gli altri imputati hanno gia’ patteggiato la condanna. Zicari ha invece scelto di essere giudicato con il rito ordinario. Massimo Zicari e’ stato difeso dagli avvocati Nicola Grillo e Salvatore Tirinnocchi, che si dichiarano soddisfatti per l’esito giudiziale che ha sancito l’ insussistenza del teorema accusatorio. Il Pubblico ministero ha invocato la condanna dell’ imputato a 5 anni di carcere.

21 dicembre, i carabinieri della stazione di Casteltermini hanno arrestato Vincenzo Lo Manto, 55 anni, di Casteltermini, accusato di evasione dagli arresti domiciliari allorche’ e’ stato sorpreso dai militari a girovagare nei pressi di piazza Duomo. Lo Manto e’ stato arrestato lo scorso 3 gennaio per il tentato omicidio della moglie e del figlio. Poi, gli e’ stato imposto l’obbligo di dimora in una citta’ del Nord Italia, con divieto di rientro a Casteltermini, al fine di evitare ogni contatto con la sua famiglia. Lo Manto ha violato tale obbligo ed e’ stato posto agli arresti domiciliari a Casteltermini.

22 dicembre, l’ inchiesta “Self Service” al Comune di Agrigento per tangenti all’ Ufficio urbanistica : anche l’architetto Salvatore Troisi, 56 anni, di Agrigento, arrestato lo scorso 29 novembre per corruzione, ha ammesso le proprie responsabilita’ confermando di aver versato somme di denaro al funzionario comunale Luigi Zicari al fine di ottenere autorizzazioni e concessioni edilizie. Innanzi al Gip Davico, Salvatore Troisi, difeso dagli avvocati Daniela Posante e Daniele Re, ha patteggiato la condanna a 2 anni di reclusione, pena sospesa. E’ stato scarcerato, e gli e’ stato imposto l’ obbligo di dimora ad Agrigento.

22 dicembre, ad Agrigento, nel centro storico, in via Duomo, sulla porta di ingresso della Curia arcivescovile, e’ stato scoperto un foglio con su scritta la frase : “ Temporaneamente chiusi per insolvenza. In Vaticano fate voi. Sulla nostra terra pagate l’Ici come noi. Firmato I Beati Paoli ”. Indagini in corso. “I Beati Paoli”, lo ricordiamo, furono una leggendaria setta segreta di vendicatori – giustizieri, sorta a Palermo nel 12esimo secolo, per vendicare i torti subiti dalla povera gente.

22 dicembre, a Cammarata, nottetempo, intorno alle ore 2.30, un incendio si e’ scatenato nell’ azienda agricola zootecnica casearia “Barno” di Lo Scrudato , lungo la strada statale 189 Agrigento – Palermo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Agrigento, Caltanissetta e Mussomeli, che hanno lavorato circa 10 ore per domare le fiamme. Danni, per oltre 300mila euro, non assicurati, ad un capannone di circa mille metri quadrati con dentro balle di fieno, un’autovettura, un camion e un vecchio trattore.

22 dicembre, nell’agrigentino riesplode il fenomeno del brigantaggio. Nelle campagne di Cammarata, in contrada Sparacio, una famiglia di pastori e’ stata malmenata e rapinata nella propria abitazione. Due malviventi, con il volto travisato e armati di bastone, hanno colpito ripetutamente i quattro familiari ed hanno rubato 1.500 euro in contanti, una collana e un bracciale d’oro. Indagano i Carabinieri.

22 dicembre, a Canicatti’ 32 persone sono state multate dalle Forze dell’ordine e segnalate all’Agenzia delle Entrate per avere ceduto in affitto alloggi privi delle piu’ elementari norme igienico – sanitarie e, soprattutto, senza un regolare contratto di locazione, a stranieri, prevalentemente romeni. La verifica, in corso gia’ da alcune settimane nella citta’ dell’ Uva Italia, e’ finalizzata a stanare gli evasori, che non pagano le tasse sulla registrazione dei contratti, e assicurare una migliore vivibilita’ agli stranieri. I controlli proseguiranno anche nelle prossime settimane e non si escludono ulteriori sviluppi.

23 dicembre, Favara, ancora una rapina a danno di un supermercato. Due banditi, travisati con dei passamontagna e armati di pistola, hanno rapinato il supermercato “Forte’ ” , in via Capitano Callea. La cassiera e’ stata costretta a consegnare 450 euro ai due malviventi, fuggiti a piedi.

23 dicembre, ad Agrigento, al Villaggio Mose’, intorno alle ore 23, innanzi al Bancomat di una Banca, un agrigentino di 39 anni, A S, ecco le iniziali del nome, appena dopo avere prelevato 250 euro, e’ stato aggredito, minacciato e picchiato da due malviventi che gli hanno rapinato il denaro. Indagini in corso, anche attraverso le telecamere di video – sorveglianza.

23 dicembre, i Carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro hanno arrestato Aristodemo De Marchi, 30 anni, di Palma di Montechiaro, attualmente detenuto ai domiciliari. De Marchi scontera’ una condanna definitiva a 2 anni e 8 mesi di reclusione per detenzione a fini di spaccio di stupefacenti. Il 25 maggio del 2009, Aristodemo De Marchi e’ stato arrestato dai Carabinieri perche’ sorpreso nel centro storico di Palma in possesso di 186 grammi di hashish.

23 dicembre, il Tribunale di Sciacca ha condannato Gianluca Cammarata, di Sciacca, a 9 anni e 2 mesi di reclusione. E’ stato invece assolto Daniele Pecora, di Menfi. I due sono stati imputati di detenzione di droga a fini di spaccio nell’ ambito della maxi inchiesta dei Carabinieri e della Procura saccense cosiddetta “Bacchanalia”. Un altro troncone del processo si e’ concluso in primo grado con il rito abbreviato e le condanne per 12 imputati.

24 dicembre, a seguito dell’ esposto denuncia presentato dal marito, venerdi’ 23 dicembre, la Procura di Agrigento ha iscritto sul registro degli indagati 8 tra medici e paramedici dell’ospedale “Barone Lombardo” di Canicatti’. La moglie dell’ uomo, Carmela Bertino, 54 anni, di Canicatti’, e’ morta il 22 dicembre dopo 4 operazioni e 4 mesi di cure. Il sostituto procuratore, Michela Francorsi, ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche. Il marito e’ assistito dall’ avvocato Giovanni Salvaggio. L’ intento dell’ esposto alla magistratura e’ accertare eventuali responsabilita’ dei medici.

24 dicembre, sarebbe un minorenne l’autore dei danneggiamenti che si sono susseguiti recentemente a Canicatti’ a danno della sede degli Uffici Giudiziari in via Vincenzo Gioberti. I carabinieri della locale Compagnia, agli ordini del capitano Salvatore Menta, avrebbero scoperto il responsabile. Trattandosi di un minore, e’ stato denunciato a piede libero alla Procura per i Minorenni di Palermo. Due volte i locali giudiziari di Canicatti’ sono stati nel mirino di irruzioni vandaliche, con danni, soprattutto, alle telecamere di video – sorveglianza.

25 dicembre, a Porto Empedocle tra marito e moglie non e’ stata questione di feeling, come cantano Mina e Cocciante, ma questione di soldi. Lui e lei hanno litigato la mattina del giorno di Natale, in via Galvani, nella zona delle Cannelle. Poi lui e’ stato arrestato dai Poliziotti del Commissariato Frontiera, capitanati da Cesare Castelli. Si’, perche’ lui, Salvatore Buscemi, 39 anni, dopo la lite, avrebbe picchiato e rinchiuso la moglie nel bagno di casa. Buscemi rispondera’ di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona.

25 dicembre, a Porto Empedocle, i poliziotti, agli ordini di Cesare Castelli, hanno denunciato due ragazzini di 14 anni ed un altro di 17. Detenzione di droga a fini di spaccio. Dentro l’area del porto, una pattuglia ha sorpreso i 3 in atteggiamento sospetto. Il 14enne ha gettato un involucro. I poliziotti se ne sono accorti. Recuperato. Ispezionato. 4 ovuli di cocaina purissima, del peso complessivo di 4 grammi. La perquisizione. E nella calza dell’ altro 14enne ecco 4 grammi di hashish.

26 dicembre, a San Leone una folle imprudenza e il mare agitato sono stati complici di un incidente. Un ragazzo a bordo di una moto d’acqua si e’ schiantato contro gli scogli e ha subito lievi ferite. I Vigili del fuoco lo hanno recuperato in tempo prima che la corrente lo travolgesse.

26 dicembre, furto dei cavi della Telecom. Dopo Grotte, in contrada Cava Mantia, adesso e’ stata la volta di Aragona, tra le contrade Carbonaro e Barrugeri, dove sono state rubate alcune centinaia di metri di cavi telefonici. Guasti e interruzioni ai collegamenti.

27 dicembre, a Ribera, i Carabinieri hanno arrestato Erasmo Cricchio, 39 anni, di Ribera, che scontera’ ai domiciliari 3 mesi di reclusione per falsita’ ideologica commessa da privato in atto pubblico risalente al dicembre del 2009.

27 dicembre, a Calamonaci, i Carabinieri hanno arrestato Vincenzo Palminteri, 24 anni, di Calamonaci, che scontera’ ai domiciliari 5 mesi di reclusione per furto aggravato in concorso, commesso a Ribera nell’agosto del 2006.

27 dicembre, verosimilmente un malore e’ stato la causa, in attesa della conferma da parte dell’ autopsia, che ha provocato la morte di un pensionato di 77 anni, Vito Sudano, di Cattolica Eraclea, fuori da casa dal pomeriggio del 26 dicembre, e scoperto da un pastore e dal suo cane morto nei pressi del fiume Platani, nelle campagne di contrada Bonura, lungo la strada provinciale che collega Cattolica Eraclea a Cianciana.

27 dicembre, Michele Di Leo, 46 anni, di Sciacca, e’ stato arrestato il 4 luglio 2008 e condannato in primo grado il 10 febbraio scorso a 9 anni e 3 mesi nell’ ambito dell’ inchiesta antimafia cosiddetta “Scacco matto”. Adesso i giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento hanno dissequestrato alcuni suoi beni, tra un appartamento ed un conto corrente con alcune decine di migliaia di euro. Di Leo e’ difeso dall’ avvocato Fabrizio Di Paola.

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