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Frana a Seccagrande, dove il costone è precario

Scritto da il 9 Apr 2011/ 14:34. Letto 1.761 volte. Registrato sotto Cronache, Galleria Foto, In evidenza, Ribera. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

Si lavora incessantemente sul luogo dove, lunedì 28 febbraio, un muro di contenimento ha ceduto, sotto la pressione del terreno imbevuto d’acqua, abbattendo il muro più a valle ed arrecando danni ingenti in quest’area abitata e scoscesa di Seccagrande, tra le vie Giotto e Miramare. Area che allo stato attuale è interdetta, con apposita ordinanza sindacale, alla circolazione di persone a autovetture. Vietato l’accesso non soltanto alla casa direttamente investita dal crollo, ma anche ai fabbricati posti nelle immediate vicinanze. Giovedì 10 marzo, sul luogo del dissesto idro-geologico abbiamo incontrato i tecnici del genio civile di Agrigento i quali sono al lavoro per redigere il progetto esecutivo per il ripristino delle strade e delle altre opere danneggiate. Bisognerà poi ottenere le somme di denaro necessarie, almeno 200 mila euro occorrenti per il finanziamento del progetto, in modo da togliere per tempo, prima della stagione balneare estiva, il divieto di circolazione veicolare e pedonale sulle vie interessate e consentire così il collegamento, tramite la via Giotto, tra la parte bassa e quella alta di Seccagrande. Baldassare Tramuta, assessore ai lavori pubblici del Comune di Ribera, è fiducioso: “Se la spesa necessaria per il ripristino dei luoghi non supera i 200 mila euro, il Genio civile di Arigento ci ha assicurato che il problema verrà risolto in tempi brevi, con la formula della somma urgenza.

NINO FIRETTO, responsabile della protezione civile di Ribera: “Noi come protezione civile abbiamo il compito di intervenire subito per rimuovere la situazione di pericolo.”

I tecnici del genio civile sono già in una fase avanzata di progettazione” – ci ha assicurato l’arch. Nino Firetto, responsabile della protezione civile comunale di Ribera. “Noi come protezione civile – ha spiegato – abbiamo il compito di intervenire subito per rimuovere la situazione di pericolo venutasi a creare a seguito dello smottamento di terreno.” In settimana, infatti, saranno approntate tutte le procedure per mettere l’area in sicurezza ed imbracare il blocco di muro esterno alla strada rimasto in alto pericolosamente sospeso, in modo da spezzettarlo in più parti e rimuoverlo.

Ci chiediamo se la grave situazione venutasi a creare tra le vie Giotto e Miramare possa ripetersi in altre zone di Seccagrande. “Gli interventi antropici sono generalmente quelli che aggravano situazioni già precarie…” – ha detto il geologo Emanuele Siragusa, in passato presidente regionale dell’Ordine dei Geologi ed attuale consigliere nazionale dell’EPAP (ente di assistenza e previdenza della categoria).

Se le zone più a monte sono ricche d’acqua non è ancora chiaro se, in fase di realizzazione di opere infrastrutturali, come le fondamenta delle case o i muri di contenimento, siano stati presi alcuni opportuni accorgimenti per incanalare le acque sorgive che un tempo affioravano in superficie. Quel che è evidente sulla parete del muro di contenimento, anche all’occhio di uno poco esperto, è la mancanza dei fori di drenaggio dell’acqua.

EMANUELE SIRAGUSA, geologo esperto: “Gli interventi antropici sono generalmente quelli che aggravano situazioni già precarie…”

Emanuele Siragusa ci lascia di stucco, quando, senza aiutarsi altrimenti che con il dono dell’esperienza, descrive parlando a braccio le condizioni del costone di Seccagrande: «La conformazione geo-morfologica del costone di Seccagrande ha una sua precarietà naturale dovuta alla sua elevata pendenza ed alla sua struttura sedimentologica particolare nel senso che la porzione sommitale (del costone) è costituita da detriti, ciottoli e conglomerati che poggiano sui terreni marnosi di base, di colore biancastro, detti in siciliano trubi, termine poi assorbito dalla geologia internazionale. I trubi sono in effetti dei calcari marnosi a globigerine, cioè dei microfossili. In considerazione della natura geo-morfologica del costone (di Seccagrande), proprio per il fatto che la parte superiore è costituita da detriti, ciottoli e ghiaia, è possibile che si possano creare nella porzione superiore, soprattutto in presenza di acqua sorgentizia o piovana, delle fenomenologie di dissesto idrogeologico. Fenomenologie che, in taluni punti, del costone di Seccagrande-Corvo sono ben evidenti con la conseguenza che il costone, in alcuni punti, è precario e, quindi, passibile di dissesti. Considerata la situazione idrogeologica così particolare sarebbe opportuno e doveroso che venissero eseguiti da parte del Comune di Ribera degli interventi preventivi ben mirati per evitare, soprattutto nelle zone piuttosto precarie, che si possano avere smottamenti o sommovimenti nelle porzioni sommitali del costone che possano creare nel tempo disagi ambientali, con conseguenze anche nei confronti delle abitazioni.»

Fonte: Novantadue016 – N. 1 – 15 marzo 2011

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