Sul settimanale regionale “Centonove” è stata pubblicata l’intervista al presidente del Consorzio Consorzio di Tutela Arancia di Ribera, Giuseppe Pasciuta, che spiega l’importanza del recente riconoscimento della denominazione di origine protetta ottenuto per l’Arancia di Ribera lo scorso 26 maggio: “Oggi, per poter stare sul mercato, bisogna essere organizzati, avere una serie di certificazioni ed attestazioni” – sottolinea Pasciuta nel corso dell’intervista rilasciata alla giornalista Alida Amico.
Un traguardo, quello dell’ambìto marchio europeo, la DOP, inseguito per 11 anni dai produttori riberesi per il tramite del Consorzio di tutela, ma che interessa ben 14 Comuni dell’agrigentino con 6 mila ettari di agrumeti: oltre a Ribera, Bivona, Burgio, Caltabellotta, Calamonaci, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Sciacca, Villafranca Sicula, nonché Chiusa Sclafani nel palermitano.
“Negli ultimi anni, nel territorio è già stato fatto un passo notevole – ha dichiarato Pasciuta – avendo realizzato 14 centri di lavorazione, per garantire le forniture di arance. Tant’è che siamo già presenti – calcola il presidente del Consorzio – in quasi tutta la distribuzione italiana, nei paesi europei, ed in alcuni stiamo entrando con il prodotto biologico. L’anno scorso abbiamo ripreso, dopo tanti anni, i rapporti con il Canada e gli Stati Uniti”.
La varietà di arancia, denominata “Brasiliana” (bionda e senza semi), del gruppo Navel (significa “ombelico”) – con il caratteristico ombelico nella parte basale del frutto – viene coltivata in tutto il mondo. “Ma la peculiarità, sta nel fatto che solo da noi – chiosa Giuseppe Pasciuta – viene denominata “Brasiliana”, poiché secondo gli storici fu introdotta direttamente dal Brasile nel 1930, senza fare il giro di altre nazioni. E poi la qualità viene determinata dal territorio: cioè dai terreni, dall’acqua, l’aria”. [….]
Eppure non è sufficiente essere bravi ad organizzare la vendita, altrettanto importante è saper comunicare – è quanto traspare dalle dichiarazioni di Pasciuta: “Non basta saper fare un prodotto, bisogna saperlo anche vendere, comunicandone le qualità. Nel giro di 2 anni, nella campagna 2012/2014, dovremmo avere a disposizione fino a 2 milioni di euro per la pubblicità e la comunicazione”, dato che la comunità europea mette a disposizione fondi per la promozione dei prodotti Dop, proporzionati al fatturato.
Il modello al quale vorrebbe ispirarsi Giuseppe Pasciuta è quello della “Mela Melinda” del Trentino, dove 5mila produttori hanno delegato una sola persona per la commercializzazione del prodotto. In Sicilia, l’Arancia Dop di Ribera, è l’unica a vantare il prestigioso marchio europeo ed è inoltre l’unico agrume a livello internazionale con il riconoscimento Dop. Che è un qualcosa in più, rispetto alla Igp: bisogna, infatti, dimostrare che un prodotto ha una sua “storicità” (la denominazione utilizzata da almeno 25 anni), e che abbia caratteristiche particolari con le quali si differenzia rispetto ad analoghe produzioni.
Consultare il settimanale “Centonove”, n. 43 del 12 novembre 2010, per leggere il testo integrale dell’intervista a Giuseppe Pasciuta.
Per i numeri arretrati visita il sito Centonove.it
URL breve: http://sicanianews.altervista.org/?p=992