La pioggia può fare brutti scherzi al Municipio di Ribera, se durante la lezione pomeridiana rivolta a rilevatori e coordinatori per il 15° censimento generale della popolazione, fa capolino nella sala convegni un fiume d’acqua attraverso il corridoio che la collega con l’ingresso principale. Tra lo stupore dei presenti, subito si interviene per domare, con scope e quant’altro, il fiume d’acqua che avanza impietosamente verso i discenti. Dirige le operazioni, per deviare verso l’uscio la temibile acqua piovana, il responsabile dell’Ufficio di censimento comunale, Salvatore Castelli, coadiuvato dal suo valido staff.
Un metodo rudimentale ma efficace per consentire il prosieguo della lezione senza inutili spargimenti di acque. Ma qual è la fonte di tanta acqua e perché gli scarichi a terra non hanno funzionato a dovere?
Risalendo gli scalini che portano all’ingresso principale del Palazzo di città scopriamo l’origine di tanto trambusto, cioè il fiume d’acqua che scende copiosamente dagli scalini che conducono all’atrio interno.
Lì, proprio al centro dell’atrio allagato, il tombino non ha funzionato a dovere, vuoi per l’inaspettato acquazzone venuto dal cielo, vuoi per la sporcizia ed escrementi di piccione accumulati sulle parti alte del Municipio e trascinati giù dalla furia delle acque fino ad ostruire le feritoie del tombino, guarda caso sormontato da un grande vaso sul quale troneggia una lussureggiante pianta tropicale. Impossibile per umane forze spostare il gigantesco vaso e liberare il tombino da quanto ostruisce il deflusso dell’acqua.
Che tanta acqua caduta dal cielo sia un segno premonitore, mandato dall’alto come monito a significare che in caso di tempesta, anche finanziaria, il Municipio fa acqua da tutte le parti?
Non è un mistero il fatto che in questi giorni si stia cercando di trovare le risorse per porre rimedio al possibile grave sforamento del patto di stabilità di oltre un milione di euro.
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