L’Associazione “SOS Democrazia” ha presentato ieri mattina due interrogazioni di iniziativa popolare rivolte al Sindaco Carmelo Pace, sottoscritte da 25 giovani riberesi. Tale diritto spetta non soltanto ai consiglieri comunali, in alcuni casi da considerare “dormienti” per il numero di interrogazioni finora presentate, ma anche a 25 cittadini firmatari, così come previsto dall’art. 6 comma 4 dello Statuto Comunale.
Statuto che è alquanto innovativo visto che consente ai comuni cittadini di compensare in parte l’anomalia di un Consiglio comunale privo di opposizione.
Nel caso specifico, l’Associazione ha interrogato il Primo cittadino su due problematiche di particolare importanza: l’una riguarda la mancanza di una rappresentanza femminile all’interno della Giunta Comunale, l’altra, la gestione dei beni confiscati alla mafia e consegnati al comune.
Con il primo quesito si chiede al Sindaco di Ribera perché “nella scelta della composizione della Giunta Comunale non sia stata rispettata la rappresentanza della parità di sesso dei componenti”, assumendo così un atteggiamento che secondo l’Associazione “appesantisce una situazione resa già grave dal fatto che il Consiglio Comunale annovera una sola donna su venti componenti”. Per tali motivi “SOS Democrazia” invita il sindaco a rivedere la composizione della propria Giunta, garantendo anche la rappresentanza femminile all’interno di essa, rispettando l’art.1 comma 5 dello Statuto Comunale secondo cui il Comune di Ribera “opera perché si realizzino condizioni di pari opportunità tra uomini e donne”.
La seconda interrogazione riguarda l’assegnazione al Comune di 6 beni immobili. L’associazione vuole sapere se “come previsto dalla legge, è già avvenuta la loro assegnazione ed in caso affermativo a quali associazioni”. Qualora tali beni non fossero stati ancora assegnati l’Associazione “SOS Democrazia” ne chiede l’immediata assegnazione e invita il sindaco a “valutare la possibilità che almeno uno di questi immobili, venga assegnato all’Associazione Antiracket “Libere Terre” fondata da Ignazio Cutrò, imprenditore bivonese che ha avuto il coraggio di denunciare i propri estorsori e che, per tale scelta, vive in una situazione drammatica”.
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